Volontà - anno V - n.12 - 30 settembre 1951

LA TERRA L'UTOPISMO è in William Mor- ris 1>inttosto il risultato <lella potente sua immaginazione, che quello di un pensiero maturnto in uno studio e fuori della realtit che si svolge attorno a lui: cd egli vi è stato spinto dalla impossibili1i1 di esteriorizzare ahrimcnti il proprio pensiero. Egli fu uno spi.rito e un te111pera– mento artislico, eg1i vedeva quindi la questione sociale che tr:nraglia il 1>opolo e la sua soluzione piuuosto ,:ome un problema « estetico >, che come una <1uestione economica. Egli scriveva, in uno studio su i( /.,' Art c/u, Peuplc >> apparso {rn l'altro nella rivistu « Socù,té Nouvel- 1,, ,, del 1894, che il miglioramento della vii.a dipende molto, e forse tut– to, dalla creazione di un'arte del 1>0- polo e per il popolo. Perchè, infine, accordate ed integrate la bellezza, il benessere e la libertà, la socielit saril perfolla e gli uomini felici. A questo ideale del bello, il 1\1or– ris giunse prima ancora di ahbrnc– <·iarc le coucezioni socialiste. Nf'llu seconda metà del secolo scorso, l"in. dnstrialismo e In conseguente mrr– canizzazione del la,•oro per quanlo Cosse alla sua spinta iniziale, inco– minciava già ad imprimere i suoi cffc11i sull'uomo lavor:ttorc, a mo• PROMESSA strare i segni dclr abbru11imen10 o dell'esaurimento prodotto dal la,·o• ro meccanizzato. E furono ragioni sufficientemente importanti perchè Morris aderisse al socialismo. Egli era disgustato dal fallo che il lavoro avvilisce l'uomo e che la produzione meccanica uccide l'arte. L'arte, secondo il Morris, ha una (unzione essenziale nella vita: quel– la di nobilitare l'uomo, perchè co– me scrh•e nel suo studio o: Art d11, Peup/e », o: Tutti ne saranno nobi– litati. L'arte et1ocata da noi è 1111, sogno. Questa arte era viva in tem• pi peggiori <lei nostri, qua11<lo il mondo at1eva meno coraggio, mnw bontà e meno verità; e <J11Csta ri– vivrà in un tempo migliore del no• stro, qmmdo vi sarà più cornggio, più bontà e pitì verità nel mo,u/o >1, E in un altro suo scritto: « Spcrtm=<: e timori per l'arte », diceva: (< Dac• chè 11oi viviamo in que."o m.o,u/o di mauoni e cemento, pochi mo11u– me11ti ci souo slati lasciati, se .'li eccettua il fantasma di questa gnm• ,fo chiesa cli Jflcstminster, rot1i11nta all' esterno dalla stupidità dell' ar• chitett.o che la restauri, e insultata nella smt gloriosa nauata ,folle men– zogne funerarie degli imprenditori di. pompe funebri, dt1lla vann gloria 653

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