Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

(;:rano finite, e la sola alternatfra a– perta cm o l'esercito o la prigione. La scelta diveniva allora ovvia. I .ciuadini sono abituati ad ubbidire alle leggi, rituggono dnll'idea della .colpa e della pena: cd ubbidiscono automaticamente, a meno che non sia evidente m,a forte probabilità di sfoggire alla detenzione. Tali uomi– ni divenivano dei pcrfotti soldati, J)er un esercito con1e l'americano, ,·hi?.non s'intendeva costituito per fo. re 1uolto combaui,uento corpo a cor– JlO, anzi era fontfoto sui carri armati e sugli aeroplani, contava sul bom– bardamento aereo per distruggere i.I nemico - cioè poteva ben dirsi enor– me, inefficiente (dal punto di vista milit..1rc, cioè dal punto di vista dei militari tedeschi), vincolato alla di– sponibiliti, di esperii 1ncccanici II ri– Jornimenti bene orgn11izz1.11i. ad una M:hincciunte s11pcriori1:1 di nwzzi. L'cn111sins1110per un t,dc cscrciln c'era, in America, tra i « civili >)- ma cm un entusiasmo piuttosto am– biguo. '1'1111 i cruno « per la guerra >1 perchè ciascuno dei sold,ati ehe vi comb11ll<'Wmo era stato parie d'un insieme (·he ave,,a forzato dapprimn il suo vicino e poi lui stesso nell'e– sercito. Gli obbicllivi di guerra, i mezzi di guerra, erano ben di rado discussi. e subito riaffermati. Gli stessi bo1nbardamen1i-a-1appeto del– le cittìt (per cui in lnghihcrra, ad esempio lnntn gente era inquieta, tormenlul;1 da 1111 senso di colpa. e talora aspramente critica) difficil– mente suscit,wano in Americu <11rnl– che protesta. Lu distruzione di cittit 51rnnicre mediante bombe, anche il bruciar \'ivi i nemici con lan"infium– mc, finirono col dare molta soddisfa– zione al fronle inlerno (da princi– Jlio, "'erano sin.ti molti discorsi cir- c.t il bombare.lamento di preci:,ione clic colpi,·a solo obbiettivi 1nili1ari, ma via via il bombardamento totale divenne non solo strategia ma anche propagand11, senza disturbo <JUasi per nessuno). I I grande capi tuie fu il benwnuto nelle industrie di guerra dopo la lunga depressione. Molti addirillura si sentirono abbattuti dalla fine della :fllerrn: sia lrn coloro che nella guer– ra avc,•,111O lrov11ta una pienezza di lavoro per lunghi anni vanamente desidernta (e forse il loro stnto d'a– nimo contribui al limore di depres– sione seguito alla vittoria, ad aiuta a S(lieg:1rc le previsioni di disor– cupazionc di massa allora Conuulatc eia Sindacati in preda 11I punico), sia tra coloro che avevano trovato finalmente modo di d11rsi importan– za sociale come membri della Difo– sa anti:u.'rca, o delle varie associa– zioni femminili ronnesse nll.i guer– ra, c,·c. Da una !)arte il senso elci 1rntriot- 1ismo, I:, guerra e la vittoria, gli ni– ti s.il.1ri: l'insieme che fa apparire merumcnlc taniche le obbiezioni at– tuali ni 1>rogctti di attacco atomico sulla Russin. Dall'nllra 1rnrtc la pau– ra (1wl 1950 l)aur:1 della bomba a– tomica, come nel )941 Ja paura dei gns, <lelfilo spinato dei campi, o del– le baionette). JI cilladiuo, ambiva– lenlc, quasi paralizzato, fa ben di(– fìcilmcntc un <1ualsiasi passo positi– \'O. Si oppone alla guerrn fino a Pc11rl Harbonr (cioè, fino allora vo– leva aiutare gli altri a fore In guerra, 111a non voleva rischiarare in essa la sua stessa vi1a): ma poi non ha piì1 dubbi - e l'osservatore si chiede se ()er caso i ci1tadini non (< ns1>ettas– sero )1 Pcarl Harbour per giustifi– care lu guerra. Lo Staio può portare 5il

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