Volontà - anno V - n.8 - 1 maggio 1951

quanto ai comuni, <1ucsti si Lra– sformcrcbbcro in compagnie immo– biliari. Voi attribuite loro non sol– Lauto la proprietà degli immobili che si troveranno entro la loro cinta, e del suolo, mu anche il 1>otcre dj emanare dei regolame.nti di edilità e tli igiene, di proibire o di isolare le imprese pericolose, insalubri, in– comode o immorali, di stabilire una tariffa massima per gli omnibus e le \'Cllure di piazza, e di togliere la libertà di disporre <fogli immobili concessi alle società privale, pavi– mentazion~, illuminazione, ecc., me– diunte indennitì1, nei casi che oggi si chiamerebbero di utilità pubbli– ca. Voi fate, infine, tli queste ('Olll· pagnie immobiliari o <( libere im- 1>rese dell'industria. dcli' alloggio e .delle sue attinenze naturali ))' il cen– Lro di nn sistema di società per azio– ni e nccessariatnf~nle un potere su– premo. Infalli la compab,nia immo– biliare di una. darn località farà pa– vimentare le ,•ic, scavare le fogne, co.-:truir<· e decorare i viali, tratterà con altre im1)rese, 'dine o compa– gnie. per la fornilura dell'acqua, del gas. d<'ll'elettricitit, della sicurezza pubblica, dei 1ranvai, delle frrrovie aeree o sotterranee, ccc. Quesle imprese diverse sareb– bero. nel vostro piano, subordinale all'impresa principale dello sfru1- tnmento immobiliare: ed io suppou– go che la snbord_inazione prende– rebbe spesso ln mollo concreta for– ma di una rendita. el caso pit1 fa– vorevole questt:' compagnie e rispel– tivi dircllori e amministratori sareb– bero l<"gal i insieme e formerebbero un « trust YJ o sindacato, palese o se• greto, che eserciterebbe il monopo– lio e il dispotismo piì1 insopporta– bilr sui disl!razitlli obbligati dai lo- 414 ro interessi, abi1udini o affezioni a vivere nel cire11i10 del loro sfml– tamento. La concorrenza di altre compagnie immobiliari o di altri te trust 1, del genere non si farebbe tropr)o sentire, malgrado In moltc- 1>lic·ità clei meni di comtmicaziorn~ e 111 foeilitit degli s11ostawcnti, per– c•hè il sist<'mll sarebbe uniforme e ~li stes~i inconvenienli si verifichereb– bero dappertutto. Tun'al pili pa– recchie com1>agnic inu11obili11ri po- 1rebbero intendersi e sindacursi, e al– Jora il loro flOlere sulle vita e sul Ja. voro degli abitanti dei loro (eudi sa– r<'bhr ussoluto, fl nulla vi sarebbe che esse non ,,otessero loro estor• ,.:crf' in forma tli affiui o abbon~1men– ti ui differenti sen•izi. l'o non discuto il vostro piano che per dedurne il mio. Cosi vi pre– go di considerare che <1uello che voi proponete è già praticato in pare•·· chic colonie r nel Far-Wesl, con ,1ues1a differenza, che Sl)CSSO il pun– to di 1rnr1enza del monopolio im– mobiliare ì· la forrovia. di cui la compagnia proprietaria accaparra la lcrrn circoslante, per costruirvi case e n poco a poco tlarsi di.reltamente o indire11muen1c a tulli gli sfrullamen– ti secondari. comrlreso il commercio. Si V<'dc c·hc il monopolio è un cir– colo ,,izioso: pnrtendo dnll'uno o dall'ahro punto si arrivn sempre al– le stesse conscguem:c. Ma pcrchè (unn \'olla abolila la 1>roprietà pri– vata) non si mrtterebbero tutte que– ste imprese, alloggio, pavintenlnzio– ne d<'lle vie, illuminazione. ecc., so– pra un piede di eguaglianza? .Per– chè, invece di organh,:zarle f)Cr via gerarchica, non si polrcbbe organiz– zarle in federazione o unione? Per– chè, insomma, <1uesta sovranità di una compai;rnia i-ullt• nltrf' (confos--

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