Volontà - anno IV - n.12 - 15 giugno 1950

nel ritenere che la frnltura lrt1 ,::li uomini quali sono e quali possono es• M'rc crea c mantiene un tragico cir• colo il quale uon si spczzcril mai fin– chè In vita sc1,tt1i1a nelle sue forme Ol'dinoric. entro collellivit.:'1 unliso– cielaric che vin via ri11"igol'iscono di fonnc nuove In pennnnenza del co– nrnmlo e th:ll'ubhidiemm. E' 11cccss11- l'in, è inc,•itnbile, u.na inlcrruzione dcli:! vita ordinaria, una parentesi di uon-:sociclà intcgrnle, che cancelli le tradizioni le con\'enzioui i costumi J?:li istituti gli apparati di cui tutti siamo prigionieri, in certo scuso noi pili degli altri poichè della prigio• nill abhiam pii"t viva coscienza. Que– stn è la nostra idea della rivoluzio• ne, mi pare: almeno, è la mia. E in 1111 1>unto anche Godwin vi con• corda iudirettamcntc, per tuia di quelle contraddizioni che In cosi h<'n<' lrovnre in chi 1•ensa•in-libcr- 1à. Egli confronta i mali i pericoli d'ogni costituzione di J!:Overno cou i mali i 1>erjcoli clella condizione di «:aos sociale in cui nulla sussista di inizinti\'e e di as...~iazioni orgnni– ('hc. E conclude che il caos è pur ~cm1>r(' preferibile, 1)oichè è di per sè limitalo uel 1cmpo "d apre di per sè la f!lrada a rinascita di vita !,.Q(·ia• le quanlo più libera ed illuminatn possibile, mentre il j!O\'Crno col H10 ordi1H:-i-e11za-liber1à stabilizza i nrn• li in 11lt0 <' li co11sen111immulahili all'avvenire. almeno (Juel tanto che ,,uò. Conclusione Conclusioue ? La ri"'o,uuiza del pcn~iero cli Cod• wi11 mi f)rtr(' assai grnmlc> pc>r noi oggi. Ha ra1tio1.1ec,;li di ricordarci d1c Ira uomini di tcm,,i di luoghi di,·ersi le affiuit.:'1 res1a110 sempre cosi forti che si può 1mrl:1re della loro essenziale ideutil:1, nouostante le ~liffereuze sempre ritrovabili. Le differenze - chi:1re e certe - sono per noi oggi assorbile dnl forle con• Sf'nso che l'iusierne del suo ntleg– ginmento mi pnr debb11 suscitare in noi, e cerio i:;ià suscila in mc. Con lutto ciò, Codwin non ci si offre come il Maestro che dice seguite• mi. Anzi, f"gli insiste che in ,•erità nessuno (lUÒ dire a nessuno seguimi. A noi che Eiamo nel fondo del poz• zo, a noi che qualche momento sen– tiamo sul cuore l'ansia 11101·111lc della disperazione da <1u11nto difficile è sollevarsi dalla condizione di vitti.– me o di spettatori e ridivcntnrP- al• tor; della nostru vit11, egli dice: ,;unrcli iu avauti con ammo lieto ogni cl1iaro amico dcll'unrnnità, e vedrà oltre il buio pre8Cnlc il teni• 1>0 felice in cui ~li uomini ,::iunge– rnnno alla dissoluzione di o~ni ~o– vt-rno politico. Così sar.:'1 lolla dal i·nmmiuo umano In c1111saperenne dei nostri vizi, <1ucstn fo111e di ma– le <'Os! corrolla che l'imcdio unico per essa è fu dis1ruzionc 101ale. Mèlt1 clic 11011 è compilo di nes– suna Prov\'idcuza di prc1,arnrc ,,er noi. Io le lui noi. eiaS<'uno col suo hn oro di op.~i 1>ri11111 che con quello di domani: ecco i soli slrumcnti e(. ficaci. Ecco il senso finale del fede– ralismo dì Godwin. ,tfT<'rnHlzionc di una vila sociale cerhun(•nle unrnn.1 certamente possibile, che \'Crri:1 co– s1rueudosi lcntamcnlc in lotte lun– si,he nel tempo op1mrc sorgerli ver– gine nuova da una qualche parcn-

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