Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

mcu10 primario, in quanto tutte le Sf'uole clemcntnri della repubblica dipendono dn un Consiglio dell'ln– scgunu1cnto primario e normale, mn con ampie autonomie di questo Cousiglio di froutc al 1>otere cs.eeu- 1i,•o) In lolla è da dirigere piuuosto nel senso ciel controllo d'ogni sin– ~oln sc1mlu da p:ule degli inscgn:m– ti e dei genitori, d1e dia a tulln In organizzazione scolastica una s1ru1- tura (cdcrule. 1 aturalmente in <1ue– i,.li due casi così diversi, citati ad esempio, cou1e in tutta In p:nmnm delle hittrnzioui csis1cnti nei diversi pae5-i. lrasformnzioui di (jltC:,.IO lipo snrcbbero utopiche senza proFoude modificazioni nella strullura F-OCia– le e politic11. La Scuola media Qu:rndo passiamo dal campo del– la scuola elementare a quello dello inscgnnmcnto secondario. le condi– zioni obiellive che dobbium pren– dere come punto di parlenza sono interamente cli\'Crsc. mentre lo,..:iea– mente dovrebbero e~erc nnalop:he. perchè Ira il rugazzo che finiset' la quin1a o In ses1a elcmcntnrc e lo studente di J p:ionnsio non e'è indi• vidunlmcnte nes....qma i::oluzionf! di ('Ollliuuità. Mentre le esigenze sempre mag– eiori della vita e del l:woro richie– derebbero per tutti u11ciclo di studi P,OSt•1lrimnri e In map:gior 1>roclu1ti– viti'1 dell 'cn.cr ~in umana mohi1>li– C"an1csi attraverso macchine K'm1>re più perfezionate ne ofTrirf'hhc In possibililà nrnterinle. un abisso SC"· 1>nrn in tulli i paesi del mondo In i111ruziouc elementare dalle scuole medie e superiori. E. mentre nello prima questi ultimi decctwi s'è 1wolto un fervido e ,•nrio lavoro con tutto un fermento d'idee e i.uiziati– vc. fn,,orito dn quel mohi1>licarsi d'abnegazioni personali ch'è il più i::.icuro sintomo della vitalità, le se– conde. si sono rinnovate con movi– mento stanco, lmrocrntico, forzato. Questa divcrsit:"1, assurda teoricn– meutc, si spiega benissimo snl ter– reno storico, io quanto l'insegna– mento secondario è sorto non dalle neces,.it.:'t ~cucrali del lavoro giorna• liero e dcli~ \lita. come il 1>rimnrio, ma dal bisogno delle classi privile– giate cli creare nel loro seno le ,e élitcs » dirigenti che dove,,nuo es• i:C're prer,arnte, fin dnll':ulolescenzn, per gli studi s.u1,criori. Organizzate in funzione di questi ultimi. le scuole i:ccondarie hanno curato scm• pre poco l'nspello pedagogico, pcr– d1è il loro com1>ito è sinto sempre più informativo che fonnnlivo ed il loro fine era In scuola stessa (in (1ucs10 caso l'Universi1ù) e uon la viln. AI lato dei gimrn~i-licci prolife– rarono. nei pae!-i (liii progrcdili. le ~cuolc 1ccnichf' f" quc-llc d'arti e mestieri, che, hmp:i ,loll'niulnre ad avvicinare le classi. 11e creano di 11110"'--"· cooperando nlln formazione di vere e 1>ro1)rie aristocrazie 01>e– i-aie. che. se d:1 un lato tendono a dislinguersi dnl f::r0~o del proleta– riato. dall"altro. 1>cr 111loro stessa specializzazione. rimnn~ooo netln– mcnlc separate dalle classi mf'dic, di cui invece l'nrti,zinno medioevale Cnccvn nddiritturn \lnrtc. Lo stesso può dirsi delle scuole commerciali P uffiui. dn cui escono le legioni di 1>iccoli impicp:ati. pro– letariato in collPtto bianco. con 1u1- 539

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