Volontà - anno IV - n.6 - 15 dicembre 1949

fo1ulamPnte radiratu nel l'odicc na– poleonil'u, riflette la concPziouP del SProlo XTX, per cui la sodelà è com– posta solamente <li individui, e che ~ pPr questi comunitari. ormai su– ner.ata. .'faturalmenlc, ne segue C'he i mem– hri non hanno un 1,otcn:.•rii ,·oto rrro– pon1ionale al loro ronlrihuto fìnan– ziari(1. TI principio è: una J•eril-ona, un vot,o. QualunqnP altro principio cquivarrehhe a con8idcrarP il (lana– ro più impol'lantc dt>ll'uumo. 1\-Iinimo morale Ciai!>C-Un membro si imf)e;:na di sperimentare P slahilirc una llosizio– nP morale P filosofica. (Lct rirhiesla origina I mente era l'hr c-i::&sctm 1101110 doL·r•Sf>(' prendt!re una po~iziuuc, rl1a ••~sa è stata trnvata impratic·ahile). Due 01•p settimanali sono <ledicate al– lP di~l'll!!~ioni in ~rup1•0. intt>!le ad aiutart> l'iast·uno in 4uesto sforzo: e 1whhcuc oµni settimana i Cattulic-L i Marxisti e gli l"manisli !lÌ riunis.--ano in ~ru1,pi se11arati, a 8Cllimane alter– llt> i grn1tpi si ritro, ano insieme. in ut'CJdo t·he rjascun uurno sia portato a discutere la sua posizione t·o11 quel. li eht> sostPnp:0110 pnuti ili vista 1lif– ff"renti. Forse il pili intc1·cssantt> dei pl'in– ci11i.,li 11ncsLaComnniti'1 f" quello che OJ,!ni membro dcvr a<lerire ad un mi– nimo <lcfìnito cli fc comportamento )J. C:iasruna <·omunità stabilis('r il IHO– prio « minimo moralP 11 P tehbene t"SSOsia spesso tenuto al,ba~tt1111.a in hasso, il principio in ~ è altamente im110rtante. perchè molto spesso l'in– dividuo che si ribella al codice mo• raie adottato dal suo gruJ)po socia– !~ i;i ritrO\·a privo 11'u11 orientamen- lo moralP qnah!iu~i. TI principio <lei u minimo mon1lP 1,rammenta, anche al più ,·inie-o P al pili ril,ellP, rhe il fatto di rigettar.- 1111 particolare co– dice uon lo lihcra dalla necessità di sceglit•rseue un altro in sostituzione. Può inter~s.irc un e8~mpio. Que• sto ~ il ,·odirf> adottato dalla Comu– nità Helin a Be.san~on: t< Ci<tscm1 membro 11i impegna a rispettare. co– m,, minimo. le .ft•gu<'uti regole mo– nili 111rnnù11lu111•11tf' adottale dalla Comunità rli RPS1,n~·u11: 1) Cumbcru,•rni ;,, u• stesw tulli i l'izi ,·he dimi11uùwono (uomo e lut– tl' le 11nssioni c-/J(> Mllwolano fo suu libertà. 2) Svil11f'J1'.'r<IÌ tulle le Jor:P clw Ja11 progredire i ,·a/ori 11mrmi sn,zri offl'sa agli altri. ;J) Amerai il prmsimo tuo come Lf' ... tesso. 4) Risp(>tterai il luu prossimo. I,, sua per.wuw e la ,wr, libertà. 5) Non urridnai. tranne d1e /'f'T salt"<tre 111w t,·ira umauu. 6) Y011 ti aµpruprierai d,•lle co– Sf" J1•l tuu prossimo. purchl-' ,,r.:,/i le po ..siPc/a J{ius111me11te, e sl' t•spro– priarlo 11011 P ,rf'C<'&sarin al bene co• /Ull1lf'. 7) Non mentirai pt>r il 1110 in– (erc•ss(• µersmrnll'. 8) Muntt•rrni bi parola data. 9) Gurufoguerai il tuo plllle ,·o/ t110 lavoro )J. La 11ec.-ssi1ì1 tlell'Hc<·cltazione UJU.l• nimc del (( minimo morale » dcntTo una comunilia f" \'h·amente sostenuta da Barbu e (.lai ,;.noi St--guaci. Essi pe– rò in!iistono auche nel rile,·are gli &vantaggi di una l'Omunità formala solamente di membri di un'unic·a fp. de. razza o ideologia. Tali comuni– tà sanno di ghetto, man<·ano di vn- 359

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