Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949

nisLi, anch'essi. Ed ambedue, i gerarchi caltolici cd i comunisti, tengono la lor parte di popolo disciplinato 'e sottomesso nelle munone via viu neces– sarie per le due Potenze strnuicre che essi sen·ono, mentre i ricchi s'arric– chis1.·on sempre pili a spese di poveri sempre più poveri. Questu gcnerule passiviti:1 ci tiene m1corati alle condizioni ,111tirfroluzY.>naric in cui ci ha lasciati il faSt.:ismo. E 11011muter~t finchè 11011 cominci a detcr.minursi un mutamento attivo nell'animo, almeno per le .minoranze che vogliono ve• r.1mcntc b,1t1ersi per la libcrlÌI. Bauersi è oggi tra noi innanzitutto resistere. Le pure parole, le pure idee, finiscono troppo spesso per e sere intese in modi <lislorti t·he le fanno confluire nei grandi ,·anali dell'azione di nrnss.1 dei Partiti. L'azione sem– plice e nella della resistenza individuale, invece, rompe la crosta gelatinosa <:011 cui i politic:.111tihanno debilitato e caricato di vincoli il popolo. chie– dendo d'essere creduti e seguiti, con parole spesso :issai belle. Libertà si costruisce quando, eornc Pinna, senza contorno di sublimi sis1emi d'idee, ,si rifiutano gli slog:111sdei Partili, ci s:i pone su un terreno diverso, cd ivi si ha il coraggio dell'eresia .attiva, dell'indisciplina, della disubbidienza. 1 ,è v'è da lcmer d'esagerare in questo senso, 1anto grande è il (·onrormismo la disciplina l'ubbidienza. Non si comincierù mai nulla di se.io nella nostra società se non si mct- 1erà come prinrn passo il resistere, individualmente, diiaramenLe, ognuno se<:ondo se stesso. tPictro (Pinna ci ha dato un esempio ammonitore. Egli ci . dice che invincibile è l'individuo che osa volere fermamenlc. Anche lo Stato, con tulle le sue leggi cd i suoi gendarmi, ha dovuto riconoscersi im– potente contro la volontà ccrla e tenace <l'uno dei piii piccoli Ira i cittadini. Può .metterlo in prigione: ma non può forzarlo u forc la gucrru. Può for deridere dai suoi giornali l'allo <lei giovane solitario che dice no, ma non può impedire che la riflessione di quell'atto si propaghi nel popolO, e d desti echi e sus(•iti al'<:cnrtialmeno cli propositi analoghi. Intruppare ccl organizzare i passivi è stata l'illusione cli forza ciel fu. scis1110:che parlava di far grande il popolo italiano foce1Klosempre piit pic– i·oli gli uomini e donne di cui esso è costituito. Oggi si ripete da più parti lo s1cSso errore. Si teme l'iniziativa libera. si te.mc la libertà. Si persiste ,ncll 1 allcggiame1110 massist:t. Ci si illude che ;i ciascuno che si sente debole e non osa muo,,ere un passo venga una forza reale: trcativa. dal fatto d'in– l'Olonnarsi con altri anche essi passh•i, che a lor ,,olta s'illudono di rice– vrre forza da lui, e marciare con essi sulh1 stra<la dell'Ideologia, secondo le dir<'llh'e dei generali. In qucslo moclo, per queste \'ie, non si fa clic port:1r acquu .d mulino dei preti neri e rossi che oggi, maneggiando cou indubbia ahiliti\ di poli1ici Pcrediti1 negati\'a del fasdsmo, si contendono il posto di Pa<l?-r:ncsul popolo italiano. Resis1c,·c, im·ccc: ognuno. secondo le proprie idee. nei modi suoi pro• pri, ma resis1erc. Questa è la slrada per cui ~i costruisce libertà e si pre– para rh·oluzionc. V. 130

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