Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

.i11 ra~egria le sue for:.e. e che. q11ariclosarà forte abbastan:a. effettuerà l'ematicipazionc a&ognau,.. Noi dobbiamo persuaderci, poichè i fatti ce lo pro·va110ogni giorno. che le <,.-osc non S'improvvisano ... Per riuscire ci vuole 1111 lat·oro cli lunga lena, costante. di llltti i giorni; ci 1,1,ole tm lavoro prntie-0 che vacla m,111 ma,io raccogliendo, organi:.:.anclo tutte le forze vive del prolctaric1to. Questo noi promettiamo ,,i. compa&11i; <J11Csto ai compt1gni. noi. donwtl• diamo >>. A questo scopo Malatesta comincia ad elaborare (dr teDopo il I mag• .gio » in Agita:.ione dell'8 maggio) una teoria che da questo momento en• tra a far parte non solo del pensiero malatestiano ma anche della dottrina anarchica nel suo compresso: la teoria del gradualismo rivoluzionario. Dato che <1ucsta teoria poteva essere facilmente fraintesa o contraffatta per gli illeciti usi dell'opportunismo fu necessaria una sua esauriente illustrazione, prolungata e puntualizzala nel tempo (se ne parlerà ancora nel primo dopoguerra). La teoria del gradualismo rivoluzionario segna la morte del giacobi– nismo romantico (dr. « Evoluzione dell'anarchismo >1 Agiw:.io11c 14 ot– tobre; « Giacobinismo cd anarchismo )I Agi,ta:,ionc 4 novembre) che aveva notc,,olmentc jnfluen;,..ato il movimento anarchico alle sue origini; essa aiuta i compagni a superare lo schema blanquista autoritario colposta1ista della rivoluzione second·o cui l'atto rivoluzionario coinciderebbe con l'atto in– surrezion:dc e si ridurrebbe ad un assalto in piena regola alla diligenza statale. Perchè solo le ril·oluzioni gnn 1 ide di una nuova e ricorrente dittatura cli das-:e, solo le ri,·oluzioni borghesi seguono c1uesto schema. 1 Ma la rivoluzione anarchica deve distinguersi dalle rivoluzioni bor· ghesi, cle,•e inaugurare w1 metodo nuovo accentuando non tanto l'elemenlo della violenza quanto quello dcll'uzione dirella, della azione cioè che si sviluppa dal basso \'Crso l'alL0 1 al di fuori degli istituiti democratici-bor– ghesi, al lurgo del potere. Mii è evidente che in questo senso ogni movimento che non porli il segno della statolatria e dcllu lcgitlitì1 ma che scuota strappi dirompa qual• che diaframma dell'ordine costituito diviene un atto ri,•oluzion:trio. Al• l'idea della rivoluzione come assalto al potere politico per impadronirsene si sostituisce l'idea della pressione costante <lei proletariato che contende il terreno al suo antagonista, ne rDqe le posizioni, ne comprime la sfera d'influenza: non allontanando ma av,,icinando, con una progrcssh•a radi– calizzazione delle condizioni ambientali, l'epilogo insurrezionale. Di qui la ,·alorizzazione delle conquiste parziali che int:idano la resi– ,slcnza del prh,iJcgio; di qui la valorizzuzionc <lei mo,,imcnti limitali che provochino frane locali nell'organizzazione capitalistica, a patto che ogni azione resti sorretta dalla consapevolezza dei suoi limiti e eia, una impas· sibilc impostnzione « drammatica ,)) dello scontro cstrcn10 e risolutivo. Malatesta ~ostenc"a infolti che non la miseria ma un rclalivo benessere 46

RkJQdWJsaXNoZXIy