Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

::1,•,·antaggia,·a la causa della rivoluzione, che non auraverso l'inerzia e l"at• lesismo il proletariato poteva prendere coscienza della sua forza e della sua missione ma attra,·ers.o l'allenamento alla lolla, la ginnastica delle agitazioni. Gradualismo rirnluzionario significava perciò .superamento dell'indir• fcrcnza verso le particolari agitazioni economiche· e combinazione della lolla politicu con la lott,1 economica 11ci rispetlivi cd idonei organismi (dr. « Lotta politica e lotta economica)) in Agiw.zioric 11 giugno 1897). Il Malalcsta scrh•eva nel periodo di formazione delle « leghe di resi– stenza» e delle ahrc a.s ociazioni operaie. E perciò afferrava la necessità per il movimento anarchico di prendere l'iniziath·a della costi1uzione di una organizzazione unitaria dei laYoralori, distinta dal movimenlo anar– chico stesso, ma tale che, per la tensione che .allora c11rutterizza,•a i r:ip• porti di classe, non potesse che essere largamente influenzata dalle nostre idee. Il suo pensiero corre spesso alla Spagna do,·e movimento anarchico e mo, 1 imento operaio sono snidati in un unico indirizzo riYoluzion:,rio (dr. Agitazione del 12 aprile 1897 e del 4 novembre 1897). Egli comprende che occorre battere il ferro <1uando è caldo, che la materi11 deve essere plasmata ora che è fluida e malleabile. E a coloro che lo accusano di « riformismo » per il suo interesse alle rivendicazioni di categoria, risponde che « il -pericofo di. cader nel ri/ormi,1:mo lo creiamo 11oi SC' ubbando,1iamo queste agitazioni per i miglioramenti immediati a coloro c/ie nei miglioramenti vedono un me::::o per addorme11wre il. popolo » (dr. « L'alba che sorge >> 2 luglio 1897). A coloro che lo :iccusa110 c·omc « legalitario )l risponde che « trascurat1do i piccoli mezzi, quando uon si possrmo impiegare i gru11cli, e rcsumdo nell'incr:.ia colla scusa di vofrr fare solo tielle grnndi co,1:e si finisce col diventare imJ>Otcnti ecl incapaci a /lire il molto ed il poco. i?: così e/re i legalitari. i pa-rlamcntari hall-Ilo po– lllto farsi strada. La rivolu::ione, essi dicorio, è una bella cosa; t,1-Q. poic/1è non la fate, ili.sciar.e elle noi facciamo <111el, che 1>09'iamo: andllre c,l />ar• fomento. Noi dobbiamo mostrc,re invece clic. w1c/1e aspettando la rivoluzione. ,1:i ,x1ò lottare, e lou-0re efficacemente, senza trusci,mrc le masse nelle vie fogw111evoli cld. parl-0mcn1arisrno. Q11arulo sapremo far <111esto.il socia/i. Sl110 parlamentare avrà vissuto ». A quanti interpretano le sue parole come un11 rinuncia :ii po51ulati rivoluzio11:1ri risponde: « Noi cCrc/1iamo riel movimento operaio la base e/cli.a 11oslra forza e le, garanzia e/re la prossima ri1;olu:.io11e riesca clauvcro socialisu, ec/ amrr• cl,ica; e ci rallegriamo cli ogni miglioramento e/re gli operai riescono a conquistllre pcrcl,è c~o aumenta 11ella classe lavoratrice la cosci.cn: .a clella propria for:.a. eccitt1 nuovi bisog,1i e 1111011c pretese. cd avuicina il punto limit.e. clove i l1orghesi 11011 />Ossoriopiù ceclere se 11011 rimrnzimulo ai loro -1i

RkJQdWJsaXNoZXIy