Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

bisogno della spinla delle forze i• deali e dello spirito di sacrificio di quelli che non vogliono sopportare l'ingordo materialismo dei suoi preti e dei suoi signori? >), Noi rispondia• mo, per conto nostro: non solo non è dannosa, ma è necessaria. In <1uel senso potremmo anche noi dirci re· ligiosi, se non vedessimo i pericoli connessi con l'uso -di questa parola. (Ma ciò non toglie - e va detto esplicitamente - çlic unclte </11egli amici i <11wliparlano di di.o e di re– ligiosità cori 1111 animo in ,:ui noti v'è nulla del prete, nemmeno in po– tenza, sono in conti,wo ri.scliio di essere male intesi. proprio p_er la lo. ro termit1ologia. P.er lo. mag!ior par– i.e della gente è infatti abit,wld (lS– sociare il termine K dio » e « reli– gione » a. ciò che i. preti chiamano con u,l ,iome: e l'uso di questa pa· rola, anche se fatto con animo di– verso, finisce jr, pratica col J?_ortar llC1Jt1aal mulino dei preti. Quindi, mentre si. rispetta la rel.igiosità che s1 capisce libera e liberante, biSO– f{IIU pur evitwe almeno noi di f!!.''· larne in termini di dio e di religiont, " Jame11ture che a ciò r1011 si ,lecidu– no anche gli altri, trOt,'Cltt<lo parole Of>port1111ame11te definite per conw.- 11icure agli al.tri ciò clic si se,1tor10 urgere dentro d'etemo). Conclusione. Per nostro uso, noi abbiamo alcu• ne direttive pratiche, le quali fini· ranno di chiarire l'aucggiamento in t'Ui perseveriamo dai lontani anni della giovinezza, <la sempre. Vogliamo batterci e ci battiamo colllro le Chiese, cioè contro i preti, cioè contro gli altari dei santi di Dio e i dogmi i riti. Batterci ,significa esporre le nostre idee a chi è prigio– niero delle Chiese, che ne abbia aiuto a pesare il suo giogo. Ma sia– mo sempre ben allenti a che quest,1 opera d.i diffusione d'idee sia libe• rante; sia costruttiva. Non ripetiamo quindi l'errore del vecchio anticlericalismo, oggi risor– to e che cerca <li averci alleati. Esso• addit:1 i preti come testa di turco per tutti i makonlenti, alimenta la credenza che li sta tutto il male della società, e così fo il gioco degli altri (< padroni » che son fuori de\.le Chic. se - mentre noi sappiamo che v'è ben altro, e che non si può trascu· rarlo. E, sopratutto, contro i preti si batte con mezzi o metodi da preti,. speculando sulle basse passioni sul· lo spirito di gregge, cioè conducendo in sost.tnza su una assurda pericplosa strada d'antilibertà la lotta contro le Chiese, il che è controproducente, e lo si vede nei fotti. In questa diffusione d'idee, la cri– tica dell'idea di dio non è il punto di partenza ma quello di arrivo. Mol• ti del nostro prossimo, disposti a considerare il molto male che fa la Chie.!la, disposti anche a staccarsene, risentono come una intrusione neJla loro libertà interiore ogni discussio– ne del dio che adorano secondo il ·loro genio. E d'ahra parte è ov,,io che ogni battaglia attorno all'idea di. dio - che è wia pura fantasia in– tellettuale - deve per forza ,•alersi di armi identiche sia p·er la difesa sia per l'offesa: le « prove dell'esi– stenza di i<lo » e le « prove dcl!'ine• sistenza di dio » si equh•algono, son ginnastiche di paroJc e nulla piì1. Es– eenziale è slattare i credenti dalla Chiesa: <1u.1txlo siano indipendenti 43

RkJQdWJsaXNoZXIy