Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

dai preti, non fa alcun male socia– le che essi persistano ;i credere in dio, a modo loro: nè possiamo noi arrogarci il diritto d'intervenire in <1uesta libertà. Rispettiamo la sincera religiosità - anche quando la combattiamoi cioè quando ,è al sen•izio della Chie– sa - ma sopratutto quando la di– scutiamo, cioè quando esprime fuor d'ogni chiesa, seppure in- , 1 ie a no– stro avviso errate, una ricerca di ve• rità. Ed allora noi mclliamo in di– S<·ussione, veramente nel profondo, la realtà celata <lietro il vano nome di dio, confermandone l'inutilità e mo· strando il pericolo della costruzione di concetti che, pretendendo di defi– nire l'ignoto nel nome di Dio, spia– n;:1110 la via alle costituzioni d'au- torità. ••• Dopo di che, conclusione della conclusione, ripetiamo ancora una \"olta che noi non ci riteniamo mai portatori di una verità assoluta e va– lida per tutti, non imnrnginiamo mai che la salvezza del mondo sia in una sup1>osta acceuazione delle nostre idee particolari da parte di tutti. Anzi; sappiamo che la verità si tro– ,·.1 disseminala nel I' azione di tutti gli uomini di buona volont:1, qua– lunque siano le idee e le parole con cui cercano di esprimerla. Anzi, sap· piamo che il mondo <li uomini e donne liberi a cui noi tendiamo sar:1 ricco sopratutto della in6nita diver– sità degli atteggiamenti indh·iduali e di gruppo, della molteplicità di oricutamcnti 1 della molteplicità del– le inizialh•c. La massa uccide l'indi– l"iduo, e si realizza soltanlo a prez– zo d'ubbidienza. L'omogeneità so• <·iale si realizza soltanto a. prezzo cli 44. imposizioni e di sopportaz.ioni. cd uccide l'wnanità. V'è posto per tutte le idee, per lutti gli orientamenti, per tulli gli atteggiamenti, per tulle le iniziative - a condizione che siano animati di libertà - cioè di rispetto per la li– bertà ulti·ui come premessa di affer~ nrnzione e di difesa della libertà pro- · pria. Con <1ues10 non intendiamo tmnegarci in una nebulosa contem– plazione dell'infinito intersecarsi <l'a· zione dCgli uomini di\,ersi. Anzi~ vogliamo risolutamente immettei·v1 <1uotidianamente le iniziative le idee che sorgono dal nostro essere come siamo. Perciò ci <1uali6chiamo anar• chici: perchè ci distinguiamò da al– tri che :1 questa <1ualifìca si rifìuia– no - e ci distinguiamo nella vita <1uotidiana, nei modi di tutto il no– stro operare individuale e sociale, non in un astratto empireo di idee pure. Ma ap1>unto pcrchè ci quali– fichiamo anarchici rinunciamo a priori ad ogni pretesa di essere mi· gliori degli alri, non chiediamo a nessµno di seguirci di confidare in uoi anzichè in sè stesso. Siamo ami– ci di lutti gli uomini di buona rn· lontà, anche se s'affibbiano elid1ettc che ci paiono sbagliate. E ci battia– mo soltanto contro chi sta al cli là della gran barricala sociale che di fallo separa tra gli uomini le molti– tudini costrette ad ubbidire e le éli· tes che comandano o si dispongono a comandare. Nulla piì1. Posizioni semplici, . chiare, che animano ad una serie di giornate armoniche, nelle quali ci sforziamo di costruire libertà con me• lodi di. libertà - eccitando con l'c• sempio gli altri a fare altrettanto, a modo loro. V.·

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