Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

Ed allorn tra i 1<rcligiosi» \''è chi cede :.tlla 1entazione, chi evade dal piano dell'umanità, si lrnsferisce in ipole· lici piani soprannaturnli, e quindi s':1vvia a cercare anch'egli una sua forma pseudo sublime di 1 Dio con b,1rba e bacchetta. Con questi è ov– vio che 11011 poss.iamo cm11mi11are ol. tre i11sieme: e sono i grandi mistici (;he costituiscono la parte meno vile di tutte le Chiese, ma son pur essi sostegno delle loro gerarchie di preti. Gente con un animo grande, ma senza il coraggio della libertà, essi non possono esserei 'Compagni di s1ra– da~ Anzi, contro di essi dobbiamo batterci, per la necessità interna del. le nostre volonti, di libertà. E ci bat– timno - isolando il cosidello tilisti– eismo-pratico, la gente che ,111c:he l"attimC' iu cui intuisce l'eterno del– l'unwnitò piega a servire i hisognt quc,ìidiani d'una Chiesa. Chb.n:, Ben diversi scn gli altr~, quelli ,·1Jn (•ui 1-estiam,l amici, anche se le nostre strade non sono identiche - ben sapendo che vi son mille mudi di cercare la verità, di costruire la liberià. Essi restano in un ,·ampo ('he chiamano 1< religiositìt ». ed ivi t·Cr('ano una \'isioue percepibile del quid che anima gli uomini in dire· zioni indipendenti dalle direzioni della \'Ìla animale; ma non si stac• c:ano dalla realtà obbie1tiva 1 la sola su cui non possiamo fondare qualsia– si ideu di veriti1. ,Per loro quel quid non è sovrannaturale, non esiste fuo– ri di noi: anzi, la sua esistenza si può concepire· soltanto entro le at– tu.tli esistenze individuali degli uo• mini e donne che si succedono nel mondo. Questo, che vien chiamato ~pesso « pensiero del divino nell'u· mano )), è in sostanza una forma di 42 pensiero d'umanità. Non è mai un':t Jorma di Jlensiero d'un Dio. o Dei superiori. E di esso noi siamo sem– pre stati, e restiamo, estremamente rispettosi. V'è quindi, ben distinta dalla« re– ligiosità )) nemica, che si ricollega all'idea di un Dio ed alla volontà di Chiesa, una « religiosità)) amica, t:he non placa gli uomini ucll 'ubbidien– za ma li anima d'inquietudini e di ricerche, che si sforza di indicare e alimentare gli' impulsi migliori del– la nostra \'ila indi\•iduale e soci:tle, che richiama tutti a idee e volontà di \•ita veramente umane, che è ten– sione verso un « umano sempre più umano ». .È una fiammella maker– la, che 11011 tollera definizioni, t:hc 11011 pretende di dare rivel:1zioni. Essa ci Ul!jcia 11e/le nostre posi:.ioni di ag11ostìdi verito Dio, di combat.– teriti verso le Cltiese. Ma verso di essa ci porliamo dentro una perma– nente simpatia. Chè ,,i identifichia– mo, in forme diverse, lo stesso ,,tteg– giamento spirituale per cui noi «ere• diamo negli uomini )) cosi come so– no - per cui siamo certi che essi ~on già ora capaci di libertà - che nessuno di noi \'aie più del suo \'i– cino, e il pili scaltrilo imellettualc non val meglio del pil, candido igno– rante - che l'uguaglianza nella di– \'ersità è il modo spontaneo della nostra esistenza - e che, infine, tut– to ciò 11011 appare e\ 1 idcnte solo per– dtè l'insieme delle Autorità lo sof– focano di schemi e di parole, e ne imbrigliano l'operare - da cui ·a nostro impegno rivoluzionario con- 11·0 tutte le Autorità. G. D,~miani s'è chiesto: « è "poi del tutto dannosa <1uesta religiosità, in un mondo che per muoversi ha

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