Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

11c dal punto di ,·ista di principio, dal punto di vista tecnico, teorico e prutico. La rivoluzione spagnola, sor:!ente d'.insegnameuti e di mediLazioni, ci, offre su questo soggetto un esempio di cui bisogna ,avere il corntt::rio <li tran·c profitto. Nelle grandi città, i nostri compagni, quantunque osta– (·oloti da circostanze che imuedirono loro di spingere fino a fondo l'appli- 1·azione delle nostre idee, realizzaro– no delle socializzazioni industriali parziali che furono un successo indi· S<·utibile. Ma, ad eccezione di aual– c:he piccolo tentativo a Madrid, non seppero socializzare la produzione. Lo .spirito di produttore aveva do– minato troppo le anticipazioni rivo– luzionarie. Ci si era dimenticati dei consumatori e del consumo, del mo. do pratico di distribuzione con cui i bi.sogni di tutti sarebbero sodi– .sfotti. Così, i commercianti furono i veri padroni della vita economica. Dclenevano la mercanzia, speculava– no, affamawmo una buona parte del– la popolazione. Le <e collctti, 1 izzazio– ni » fatte da uomini che non socializ. :r.avano secomlo le direttive gen'cral i - i principi della distribuzione de\·0110 essere stabiliti dall'intera collc1tivi1ì1, poichè da essi dipendono le sorti della stessa collc1tivitì1 - furono un ostacolo alla lolla contro Franco e a11a ri,,oluzionc. li pasto che costava dodici pcsctas nei ristoranti « collettivizz.ati » di Barcellona, eostaya due pesctas e cin· <1uanta centesimi a ·Madrid nei rislo– ranti socializzati della Confederazio– ne Nazionale del Lavoro, ma questi ristoranti erano dircllamcnte approv– vigionali dalle collc1tivi1i1 agrarie della Castiglia. 36 li commercio, il mcccaniSlllo della distribuzione, sfuggi,·a al conl~ollo. Anche i prezzi, il cui rialzo comple– tava, con il mercato nero, la rare· fazione dei prodotti, contribuivano alla rovina della pcsctu, con le con– seguenze disastrose clic <1ucslo aveva sull'insieme della situazione econo– mica. Si può dare di questo fatto molte spiegazioni divergenti o parallele, ma la principale è che i nostri com– p:igni non ~i erano preparali per ri– soh·ere il problema della distribu– zione. Non l',u•cvano pensato a suffi• cienza. Ciò li obbligò a rispettare il commercio pri,,ato che intorpidiva l'opera della socializzazione industria– le al momento del passaggio dei pro– dolli dal produttore al consumatore. La distribuzione è, dun<1uc, ml pro– blema su cui è ncce-ssario avere del– le idee precise, lanto sul principio che deve guidare le rcalizznzioni li– bertarie, <1uanto sui mezzi tecnici con i quali tiucsto principio sarì1 ap– plicalo. Libero consumo o razionamento? Benchè altri avessero di gii1 t.raua– . la la questione e fossero arrivati .-il– lc conclusioni ch'egli fece sue, Kro– potkinc ha propagandato il comuni– smo anarchico con la piì1 grande somma di conoscenze scientifiche, con la pili grande elo<1ucnia cd il pitl grnndc vigore. ,Ma lanto per lui, <1uan10 per gH altri teorici della sua cp~a - Guillaume, Cafiero, -Mala– testa, Costa. ccc. - il comunismo a– narchico implicava il libero consu· mo. Ne !èeguiva cl1e la ,sua applica– zione richiedeva una reale abbondan– za di prodotti, ed un livello morale

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