Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

fede rh•oluzionari, non si pote\'ano allingcrc nel marxismo, il quale non potc\•a avere, a questo proposito ncs• sun \ 1 :tlore creativo. Così si preoccu– pò poco di diffondere tra i lavora– tori la fede nel « processo dialetti– co >1 mà si preoccupò di dar loro un mito: lo sciopero s_cuerale, cd un metodo di :1zione diretta: il si11claca– lismo ri1,'0lu:io11ario. È l'onore di nobcrt Louzon di es– .sere restato tutta la sua vita fedele, 6110 alla disperazione a questo sin– dacalismo, alla causa esclusivamente <'d iritegralmcnlc proletaria. Certo, lo comprendiamo: comprendiamo d1c coloro che conobbero wta classe operaia conducente una lotta in cui l'eroismo era una cosa corrente, sia– no stupefatti <laYanti all'attuale in– fìaechimcnto. Di già coloro che co– me me, non raggiungono che ora !ti -cinquanlina, si ricordano di un lcm· po in cui gli operai avevano del cuo– re nel ,·entre (sono le parole giuste). Ri<'ordiamo un solo esem1>io: l'af– fare Sacco-Vanzclli. Chi non ha vissuto qucs1a epoca, polrà difficilmente imaginare ,masse febbrile cd etcitatc di lavoratori sfi– lare nelle vie delle grandi cillà eu– ropee per far sentire il loro sdegno, alzare barricate e decretare sponta• ueamcntc degli scioperi. Tullo <1ucs10 pcrchò in America a,•e\!ano giusti· ziato <luc l:,voratori ingiustamente t·orxlannali per 3ggressionc a mano armala. Per spiegare questa precipitosa c;1duta della coscienza e della com– hatti, iti1 proletarie. ci sono certa– mente da considerare dei numerosi fattori: non foss'altro che fra i tanti b guerra. l\h ceriamcnte il piì1 im- porlante di lulli è l,1 comparsa di questo nuo,•o e terribile nemico: lo S1ulinismo. È possibile, come dice Louzon, che il socialismo operaio sia morlo sui campi di battaglia di Spagna, ma è cerio che il capitalismo è stato col• pilo a morte sui campi di hattaglia della guerra 1914-18. Si è riso degli economisti che ave\'ano predetto che (Jucllu guerra uon poteva dunirc più di Ire mesi J>Crmancanza di mezzi fìnam;iari. Ma e questi economisti ebbero torto, poichè la guerra du· rò pili di <1uallro unni ebbero un· che ragione in quanto che gli Stati capitalisli praticamente fallirono e non SOJ>rtl\'vhsero piì1 che emettendo a gcllo con1inuo della moneta falsa. . Jn altre parole, il capitalismo Ji. berale depose il suo bilancio nelle mani dello Stato. L'era dello Sta• talismo comincia,,u. Quali furono le conseguenze di questa situazione nuo,•a sul mo,,i– me11to proletario? Ciò che dovevano ncccssaria1uente e;:sere: un profon– do smarrimento. Ricordo di :1,·cr couosciuto nella mia giovinezza un \'ecchio propa• gandista socialista elci tempi eroici, qmrndo il socialismo c.ra quasi sco· nost'iuto tra larghi :.Irati di lavora· tori. .Mi raceonta,·:1 che gli ca1>ita, 1 a spesso di sentire degli operai repli– cargli: - È una bella cosa sop1>ri– merc i padroni. ma dopo chi ci darà del lavoro? - E compresi, allora pcrchè furono necessari pii.i di cin– <1uant'auni affinchè l'insieme dei la– voratori potes,e acquistare una co– scienza r.udimentalc del socialismo. Quando a mia volta tentai di as• sumere il ruolo di propagandist,1, io 19

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