Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

cqSLYetlo dì riconoscere che lo stah, prescnlc del proletariato è propri,J 11udh. che Louzou dice. Ciò 1.!he non ,iii pt'r!"uadc sono le l'agioni 1·he d <lannll. o piuttosto le ragioni , h<" 11011 ci danno, di questo faHinicnlo. Come mai il proletariato fu condot– to alla presente catastrofe? Ecco che eosa bisognava dom,rnclai-si cd ecco clo,~c, anoora una ,·alta, dobbiamo ar– front,1re il marxismo. Questa rnlta, non è pili il suo la– J.O astr.allo che noi allacchcremo, ma, al contrario, le sue 1·onclusioni es– senzialmente positive. E sarà per ri– le,•ùvi un errore fondamentale ri– gu:1i-clante i suoi giudiz.i sulla lou,1 delle cl.issi modeme. lu rrtdt~, nonostante che i manci· sti pretendano cli fondare b loro concezione della lotta di classe su tut– ta b Storia, e.si :a non è basata che su un confronto della società capi– la! ista borghese 1·on il regime che l'a,·e,•a preceduta. E nello stesso modo che il c01tfU1- to aristocrazia-borghesia si terminò con il irionfo délla borghesia, il con• flitto borghesia·prolctariato doven, lerminarsi con il lrionfo del prole– tariato. lu questo non c'e che una logica scmplit.:ista «I una conoscenza catti\·a delle rcahi,. Infatti, i rapporti di classi che C· sistcn,no tra l'ari.:.1ocr;.1zia e la Lor– ghesia sono completamente differen– ti dei rappor1j di classi tra la bor– ghesia ed i I proletariato nel regime capitalisla liberale. Ricordiamo, dunque, che ci() l'hc prO\'OCÒ la rivoluzione francese e tul· te le ril'oluzioni liberali fu, princi· palmcntc, che la borghesia occupa– ,·n numerosi posti di comando cd d• vcnt 1>r;1li1.:arncn1e un ruolo dirigen- 18 te già sotto l'antico regime. La Bor– ghesia, in certo senso per definizio– ne, a\'eva in ,mano tutt;.1 l'ir.-:lustri.1 1 il commercio ed una buona 1>artc delle finanze; essa monopolizza\'.\ quasi completamente le competenze . e le fun~ioni tecniche cd amministr.1· tive, riempi\'a in gran p.irte i <1ua· dri attivi della màgistratura, del cle– ro cd anche dell'esercito e della po– lizia, cd assicura,•a, qualche volt.1, le funzioni delle pii1 alte cariche dello Stato. Cosicche le rivoluzioni libera• li ebbero, sopratutto, come conse– guenza di mettere fine a delle ano• m~tlie politico-economiche flagranti e· cli lcg:dizzare delle situazioni di fatto. Non è sufficicute di considerare un momento i rapporti di capitalismo e di proletariato per rendersi conlo dell'immensa differenza delle situa· zioni? 11 proletario è, per defini– zione, colui che non possiede nicutc e the occupa una posizione subal– terna. Non era, dunque, ,,ano spera– re che il socialismo proletario s'in– stallasse quasi automaticamente e con In Jor:.n delle cose? È ciò che comprese molto bene Sorci <1uando dichi:1rò chiaramente che i partili 5ocialisti, marxisti o non, conducernno clircltamente il 1,-roletariato nelle pi.ludi della colb– borazione delle cl:issi o verso b pri– gione dello Statalismo. ·È per quc· sto, anche, che Sorci stimò che la classe operaia dove,'a trovare in se ,stessa una forza cd uno slancio ri– rnluzionari capaci di abbattere il capitalismo e lo Stato e <li edificare 011 mondo di libertà, di uguaglian– za e di fralernitit prolc1nric. Sorel capì senza dirlo espressamente, che questo soffio, questo sbntio. que:.ta

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