Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

OLTRE IL MARXISMO L'ultimo libro di Louzon, J.,'ére dell' impériafisme - Editions << Spartacus » 15 ruc dc la •Huchette, Paris 70 frs. fr. (vedi recensione nel nostro n'Umero precedente), eccita a ripcmarc moltitudini di fatti e di j. d~. Ma sopratutto i falli e le idee che sono in gioco ncll'e"idcntc fal– limento del gran moto socialista ispi– ratosi a Marx, che è il punto su cui oggi bisogna concentrare la nostra capacitì1 di far luce. Ciò éhc Louzon non ammeltc e non ammc1tcri1 mai, è che il sis1c· ma marxista è essenzialmente un al· tcggiamcnto dello spirito. A forza di riferirsi al materialismo e al de– terminismo, e di mescolare consi– derazioni scientifiche ai suoi ragiona– menti, egli .finisce per perdere di ,,j. sia che il marxismo non è che uu insieme di ipotesi, e quindi non ha e non può avere il minimo valore scientifico, nel senso esatto della pa· rola. E Louzon, per la sua forma· zione (è ingegnere), sa meglio di altri, che non c'è scienza vera all'io– . fuori della scien;,,a sperimentale e che una 1alc scienza non è possibi– le quando si tratta di sociologia o di storia .. La verilìt è cltc Marx, cd alcuni, dei suoi successori, ebbero un atteg– giamento di spirito, un metodo di ricerca ed altre caratteristiche intel– lettuali che si possono anche a rigo• 16 re chiamare « scicutifìci >>. l\fa .ciò cbe Marx po.ssedeva veramente era l'arte di esporre delle vedute pura· mente soggctti,·e sollo una forma og– gettiva. Cosi è, anzitutto, della dialcuic.i nco-Hcgelliana, della <1uale Louzon è entusiasla. Si sa che di tutti i fi. losofi tedeschi, Hegcl è uno <lei me– tafisici pili terribili (e non è dir po– co). Che ,,aie la sua celebre « triade dialettica)> ucll'aslrazione pura in cui si compiaceva Hcgel? Louzon se ne preoccupa senza dubbio {mcora meno di mc, ma per• chè egli è conviDto che !Marx ha ri• messo in piedi questa dialcuica, ne· gando << l'idea pura » per partire dalla realtà materiale. Resta tutlavia che Marx, su <Juella specie di acro• bazia filosofica, non ha fotto altro che traspòrtarc nel mond·o reale e storico una dialettica che non mo– stra le realtà sociali che allra,•erso .un prisma deformante. È certamente ciò che Louzon, con tutti i sociologi marxisti, chiama, la grande legge storica. Ora se c'è una cosa che l'opera di Louzon con– ferma una volla di pili, è che non <:i sono leggi storiche. Ed ancl1e se ce ne fossero, noi possediamo troppo pochi casi cd esempi storici per trarne delle leggi. Lo stesso Louzon quando si curva sull'uomo non cc lo mostra\ uscendo penosamente e len– tamente dalla primitiva animalitl1,

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