Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949

11011 wnosce le proprie bellezze. Si slanclardizza i capelli le sopracciglia l'ornhra degli occbi le guancic la bocca lo sguardo l'andatura i gesti, per essnt' quella bellezza: bambola 1>iùstella. L'uomo si as.sucfa a <1ucsto mili– lariHno, a questo fordismo dell'estetica femminile. Ma domani, nella uni• formità disadorna, <1uanta affermazione di i.o fe.mminili! Nel giardino scl- 1.cccntesco, tosato, con gli alberi geometrizzali, tutlo simmclria, la foresta vergine slraripcrà. Sui mal'ciapiedi mctropolittmi i manichini in serie fonno pensare ad un catalogo di mode spaginato. Ma 1u, o tosn "cnczinn:1, puoi scundirc una tua musica con gli zoccoli sonori, e dai un movimento tutto tuo allo :.e11dado orgoglioso. Le donne saranno contem1>late, amate cd onorate come i fiori quando -saranno, come i fiori, varie. Quanto profo– mo di grazia, allora! na stradina stellata di pelali, uno scoppio vermiglio di gerani, una grondaia orlata di luna, un bianco sorriso di gradini. Che lusso tulio quc• sto! llisogna essere poeti per accorgersene, cd a 1>arlarno in prosa c'è da far ridere la gcl1te. Eppure l'uomo è giudicato dalle -sue domeniche che .,oJn « tristezza e noia » a Pnrigi come Recauati, dalle sue economie e dal suo lusso. Dai caffclatte di mezzogiorno lirate fuori le <·alze cli scia cd i biglietti del cincnmtografo, voi che .correte col pallore del sonno pntinato in rosso all'ufficio o al laboratorio, e ritornate a sera <'on la stanchezza oligoemica che v'invecchia nonostante l'intonaco rinnovato. E tu, o sposo modello, fai delle ore in pii1 per goderti la radio e la camera di mogano. Vi sono chilometri di pillurc nei musei: centomila esposizioni, .milioni di riproduzioni artistiche, ma nelle nubi non ,,ediamo più dei giganti delle isole d'oro dei cetacei mostruosi dei castelli fiabeschi. Ma nelle i>ozze non guardiamo il cirro rosa che vi si specchia. E non ci accorgiamo che il trolley del tram accende delle stelle mattutine contro il ciclo scialbo; che i fanali <·antano poemi rossi e violacei; che nelle macchie dei muri nelle pieghe delle coperte nelle crepe delle verniciature vi ,sono istoriate lantc vicende. Abbiamo un caleidoscopio ricchissimo in noi, cd andiamo com– prando coc<'i cli bottiglia. Pa1>pagalli meccanici ci ripetono le chiacchiere dei politicanti, quelle degli acc11cleJnici e dei prcdicalori, le sonate delle chitarre delle Uaway e perfino la musica di Bccthovc11: ma siamo diventati sordi nl chiaccherio degli uccelli cd nl sussurro degli alberi, e non ci al– zeremmo all'alba per ricercare un conto di usignolo. Andiamo ad :rnmii– rarc le ;.1crobazie aviatorie, ma non seguiamo pii1 il volo delle rondini. Quando vogliamo scmplilìc:irci facciamo i nudisti, <'hc posano davanti al– l'obbictti,•o fotografico e fon uso di pomate depilatorie. Anche in :unorc le tendenze poligamiche e poliandriche rh-clano l'c• saurirsi della poesia. Che un harem e piì1 povero di varietà d'una donna Jlrofondamcnle amata: ceco una delle tante n::riti1 che cominciano a diven– tare incomprensibili. Alcuni, movcndo da un sensualismo arido giungono alla negazione dell'amore. li che è grave: non sohunto perchè l'amore è 388

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