Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

di Piazza Loreto, che nou ha per contrappeso altro che la lctlura òi Shakespeare, di Goethe, cli Klopstock, di Mérimée (citali nelle rispettive lingue) e di Leopardi e magari di Croce, non potevano condurre che alla do· manda angosciosa, eppure vuota: « Come soprav\'iverc? >>. Ci sono dei brani molto interessanti e lucidi nel libro: « L'llalia eon– Hnzionafo, borghese; l'Italia dei ceti mcdi (l'unica definibile) [souolincata da mc I. f.], l'Italia che cli se stessa aveva creato l'immagine falsa nella fJUalc noi maturammo, avc,·a in sè tutti i germi elci fascismo che sarcbbr ,·cnuto 1). E, più avanti, nell'ultima pagina, il presentimento d'una nrità dw oltrepassa di mo'lto le dimensioni spirituali del libro: « L'Italia è molto pili inconsistente di quanto immaginino i politici e, insieme, molto più vasta. Essa ha la potenza delle sue dccrepitudini. Madre e nutrice de1\;:i Europa, come nazione ha contorni difficili e indistinti. Talora mi scmbrn •·oslrella in un suo primato di natura, come dire?, gcncrati\'O. Come na– zione non lega bene: non ha ancora per questo nè il cemento morale, nf' !',Ufficicnti presupposti tradizionali. L'Ita4iano ha una patria difficile. Tuua In nostra maggior letLeratura ci"ilc e patriottica non è invocazione, lamento. Tndistinta, per Jo meno. è per l'Italiano fa sua grandiosa e miscrnbilf' patri.a». La funzione reciprocamente « generativa )) delle diverse comuni1:1 linguistiche (cioè cultudli): ecco l'a.spcllo ancora "itale clclle «patrie>>. li desiderio di cons<'r\'arc ad ogni costo il resto, di costrµhe << la nazione». pur scnl('ndo tutta l'arti1ficialilit e, in fondo, la vaniH1 dello sforzo, è la tra– gedia clella borgl1rsia int.elleuuale, per lo meno in Italia. Ed è natural<' ,·li'css:a trovi che l'unica Italia «definibile» è quella dei ccli mcdi, cd arrivi poi alla conclusione che l'Italia non può sopra,•viverc. Ricordo un piccolo episodio tipico, che sdegnerebbe certo 1 1'autorf' <li questo libro, ma che appartiene, su un piano più basso, alla stessa at– mosfera, La figlia d'un avvocato i1aliano, di famiglia benestante, mi diceva una volta qui a Montevideo: « Gli italiani sono fatti cosi (non intcress;:i in questo momento la qualità speciale eh'essa attribuiva ai suol e nostri ,·ompatriolli); guardi l'ingegnere tale e rav,·ocato tal altro)), E, alla mia replica « Lei si sbaglia; il contadino italiano, per esempio, dimostra d'a· vere in genere proprio la qualità contraria», ribatteva vivacemente: (( Ma quando io dico • gli italiani ', mi riferisco ,alla gente per bene, mica ai ◄·ontadini! >) M'accorsi poi che l'indignazione che non seppi contenere, ern f'Omplctamcnte fuori luogo. La mia intcrffocutricc non disprezzava i con· ladini; li aveva sempre ignorati. Anche per lei. l'Italia era definita dai euoi ceti mcdi. L'autore cli « Rosso e grigio», se s'identifica, come pare, con l'crot> del suo libro, è stato, per Io meno negli ultimi anni, conlro il (ascismo. <:on tulio il disprezzo che il raffinalo prova per la retorica. il buongustaio

RkJQdWJsaXNoZXIy