Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

se non con ironia, giocare con questi termini astratli. I giocolieri sono,.. talvolta, indiavolati e quasi <1uasi applaudirci .. Ma :1 mc <1uei piatti si spezzano e-<1ucllc uova invece di finire nel cilindro cascano a terr:1, ,neutre la tesla mi gira presa da vertigini trascendentali. on riesco a ucdere le· prove dell'esistenza di Dio ma non rieS(.'o a 1.:-edere le. prOL.'-C della di lui inesistenza. 1 on sono ateo, bensì agnostico. E non ,mc ne trO\'O male. Ar· ferrare 1icr la barbona imponente il vecchione e tirarlo gii1 dal trono,. come un re burattino, non mi interessa piit poichè quella barba so che è messa lì come il cappello bisunto sul palo per sp:iventare i passeri, che prendono quel palo e <1uel cappello per un uomo. Un Dio antropomorfo, un po' giudice, un po' carabiniere, un po' nonno benefico, che tiene fa. contabilitù 'delle buone e delle cauivc azioni e che sorveglia lutto e tutli come un dell'Ovra è un Dio disgustevolc. Ma l'ateo ha troppo focile gioco nel ghighiottinare il Dio volgare, spianando tutti i problemi piì1 eni, con la presunzione di veder chiaro. All'ateo facilone va ricordalo <1ucsto afo. risma di Guerra Junqueiro, poeta portoghese: « Coloro che vedono tutLo chiaro sono spiriti oscuri)>. A mc, la sicurezza dimostrativa in materia mc· tafisica ripugna tanto da .spingernli ad aecetlare !a generalizzazione di Fcuer~ bach: « ]I metafisico Hon è che un prete travestito)>, Per fortuna, tra gli architetti della logica vi è qualche filosofo: ossia qualcuno che non scambia le eresie dei ghiacciai per delle s1rade maestre, si che là dove il volgo– semi-colto afferma egli suppoue, lii dO\•e il primo crede ciecamente egli dubi1a, lit dO\'C il primo vede pianure dorate dal grano e dnl sole egli vede impen•i burroni pieni d'ombra e di ro,,i. Libero pensatore non è )'ateo in <1uanto ateo, so'hanto percl1è ateo. « Vi sono dcgl'incrcduli - .scrive,·a Paul Janet, in un suo articolo del 1886 - che, hen lungi da1 pensare liberamente, non pensano affatto, cd a(:('<'llano le obbiezioni così servilmente come altri i dogmi. Quanti ere dcn:i. invece, hanno una maniera di pensare la più libera e Ja pii1 ardita! Non è ,lunque la costi che si f>CIIS(J. che cosr.ituisce la libertà, uw il modo con il qu«le lei si pensc, ll. Ma chi persuaderli l'ateo - che sorride di un dogma che ha imharazzato il pensiero di un Pascal - che se egli sorride è pcrchè non vede la complcssivjtà del problema che in quol dogma è ra<·<·hiuso? · La scienza! Ecco la nova dea dei « liberi pensatori ». Che un poco di ~eicnza allontani da Dio e molta scienza ad: esso riconduca non è vero in senso assoluto, ma è ~ero in senso storico, giacchè come il Lambruschinì dil'cva, << la scienza alla lunga diviene dubitativa, pcrchè è consapevdle a sè medesima di avere spesse volte errato, e perchè i suoi occhi, Latti più. acuti intra\'vcggono in lontananza molte pii, e più varie cose, di quelle che scorgono da vicino. Ma da prima Ja scienza non ancora usa ai disin– ganni, va franca, affcrwa assolutamente, e non vuol quasi essere con-• tradetta per la piena fidanza che ha in sè >l. Henri Poincarè ha potuto scrivere che <e il mondo, che due secoli or sono si crede':a rdath•amente semplice, diventa sempre piì1 oscuro 23T

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