Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

l'istinto sessuale e per un'infinità di altre forze che esistono ma che non si rivelano di sè per 61nnti. Si domandi ad un fisiologo specializzalo nella fisiologia del cervello che ,,osa sia il pensiero, e quegli, a meno che sia un buffone, rispondcri,: <' È un mistero». Mistero è l'elettricità, che pure illumina, muo~•e, gua– risce, trasmette suoni cd imntngini e compie :altre meraviglie. 'Mislcrioso è l'uomo, misteriosa tutta la natura, misteri i fini della storia. Giudicare l'universo dalla terra, la <1uale non ue è che un atomo, è come es:uninarc Il giu<li:zio u11i_1,;-ersllle di Michcbngio'lo con un micro– scopio. Gettandomi a giacere su di un prato potrei schiacciare u11a folla di for1J1i<'hc e una Ji esse potrebbe pensare che sono un Dio malvagio. mentre io 110 ver ]e formiche una particolare tenerezza, tanto che ho cma non -so!l,,11l10 di non uc.-<:idcrnema anche di metterle in salvo, <1ualor.1 mi accada di vederne alcuna in pericolo. Se <1uclla formica, poi, fosse atea, pcmr-n·bbc che sono un g!gantc crudele e che non può esistere un Dio ...:he lascia dn·re degli esseri mastodontici, massacratori cli brava gente opero~a come Lt r.1;,za delle formiche, Taluni atei mi fanno pensare, con quei Lor;, r.1gio11amcnti sillogistici, a degli scambisti convoglianti su'I binario della rll'gazione dei treui merci carichi di argomenti teisti, L'idea di un'uni.– vcr~ale armonia mentre conduce alcuni all'ateismo conduce altri al teismo. Ne fa fede questo passo del Rousseau (( Quando io non ,n·cssi :1llra prova dcli' immort:dità dcli' anima, che il trionfo elci reo e l'oppressione del giusto in questo mondo 1 dò solo basterebbe a non lasciarmene dubitare. Una sì manifesl:l .contraddizione, una sì mostruosa dissonanza in mezzo al· l'universale armonia, .mi sforzerebbe sempre a risolvere la questione in questo modo, che tutto non finisce insieme con la vita c che in morte tulio rientra neJl'ordine ». (li:mile, lib. ]V). Una positivista non ragionerebbe così, ma 11011 se la prenderebbe nem– meno con jl « Dio assurdo>), poichè non vedrebbe nessuna armonia uni• versale nè in allo nè i11 fieri.. Non vi è rngio11c che il giusto 1rionfi sul reo, che un bambino non soffra per le colpe del padre, che la madre non sia prirnta del figlio ~ così , 1 ia. Tutti j casi ingiusti sono dipendenti dall'uomo, non da quel dato uomo ma dall'uomo in· generale. Attra"crso lo spazio ed il tempo la ca• tena delle cause è lunghissima, e se vi è ingiustizia è nelb natura e se ne dice legge. Dio non deve esser messo in causn, poichè il metterlo in <:ausa implica rispolverare un'infinità di problemi che dovrebbero reslate in soffitta. Se facciamo il processo a Dio, giustizia vuole che alla requi- 1,itoria .segua la difesa, ccl il processo non finirì1 mai, nè in sede :fisiologi<·a nè in sede scientifica. Non è possibile di.scutere D_io se nori dando come risolto i.L problema= dei. fi11i: problema i11solubile ed «ppu11to per questo da 110n porsi. Non è altresì possibile discutere l'esistenza di Dio senza tirare in ballo il tempo e lo spazio. Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio? Vedo, con meraviglia :236

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