Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

è interessante che il pii'1 ,·iolcnto diofago dei tempi nostri. il Proutlhon, fu uno Sf>irito profondamente religioso. Egli grida: « Dio, il male!», egli irwcs1e Dio, dicendogli: « Dio, ritirati! », cosa çhc 11011 farl'bbc un \Cro ateo, come Le Dante<:. ]I Proudhon che si ri,•olta a Dio, proclaman– dogli: « çla oggi, guarito del tuo timore e di,•entato saggio, giuro, la mano stcs:1 verso il Ciclo, çhe lu 110n &<'i che il carnefice della mia ragione, lo spcllro della mia eoscienza ... >> ccc. è il Proudhon che scriveva: « lo sen– tivo Dio, ne avevo l'anima penetratn; preso dall'infom:ia da questa graude idea, essa straripava in rne e dominava tulle Ile ,mie facoll:1 )). Aveva ragione Monsignor Mathieu di dire: << Proudhon non è un ateo. è un nemico di Dio». Anche l'ateo dj propaganda mi pare sia. a suo modo 1 un nemico di Dio. J\fa non si Iratta,, <1uidi forc della psicologia. E torniamo a bomba. ossia ai tre coneelti: onnipotenza di Dio; Dio creatore del mondo; Dio in1cr– vc11c111c in lutte le azioni umaue. Questi con<:elli non sono necc,,sariamcnt.::: uniti nel teismo. Ecco alcune delle molte obiezioni che il teista potrebbe opporre al– l'ateo. L'onni1>otenza può essne ('OllCepila come po.ssibili1à dh inn senza, per qucslo, indurre che l'onni1>olcnza di\•ina si tramuti da forza , irtuale in forza in allo. Anzi, limitando il proprio potere sul mondo afTcnncrcbbc piì1 che mai la propria onnipotenza. Dio a, rcbbe potuto non crcal'C l'uomo, ma crealo l'uomo, non l)UÒ toglicr~li la libertl1, poid1è 11011 può volc,e una contr:l<ldizione. L'uomo .!lenza libcr1i1, non è che una cosa d1c è detta uomo. Dio, creando ruomo, 11:icreata la liberlù di storia. che l'ateo YOr– rcbLè far sparire nel suo Eden della « pcrfeltn feliciti\ ». TI « Dio buono» non è co1wili;1bile con l'uomo libero. d1c è libero ap– punto pcrchè può fare il male ccl il bene. che è cap~1cc d'inchilimcnto perchè rn ,•crso méte che egli stesso si crea. Il dolore è lcg:,to alla cono– scenza cd è in grande parte condizione del piacere. L"uomo 1>crfc110non sarchhc pii1 l'uomo, ma una spc<·ic d'angelo. La storia senza terrl'rnoti. fisici cd umani. non sarebbe pili ~lori:-1. Si può negare ogni azione di Dio sul mondo e sull'uomo, come ra il deismo epicureo, e si può credere in Dio senza concepir lo come creatore del mondo. Se la Bibbia europea (Genesi) si apre con <1ucstc parole: ((Al principio, Dio creò i cicli e la terra», il testo cbrai{'o dice: (< Co– m~nt·i:rndo, gli Dei separarono i cicli e la terra >1. Un Dio csislcnte nh t1etcrr10 come il mondo. un Oio non lrascendentc ma assoluLamcnte fuso con il mondo (il Dio dei panteisti), è un Dio ben dil·erso da quello dipinto dalla <'Oncczione cldla pro1:1·itler1w. JI problema del male in l'apporto al– l'csistcnz:l di un Dio è. tcoricrirncnle, risollo dal manicheismo. Si ride. o st i;:orride, del mis,ero della S. S. Triniti',, come se non sa– rebbe ben piì1 strano che nella religione non esistessero mist1•ri, mentre 1anli ne esistono nella fìlosofiu e nelle scienze. L'ateo dice: « Se Dio esiste eomc spicg:ire che non si sin rnai moslrato all'uomo?)) e non vede che si potrebbe domandare Ja stessn cosa per il pensiero. per 235,

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