Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

ATEISMO DI PROPAGANDA L-"1.eisrno di propll5,mda attribuisce a tulli i credcnli la persuasione- espressa dalla frase (( non si mUO\'C foglia senza che Dio non voglia)> c. Ja10 come fondamentale conccllo teista la credenza in un (( Essere onni– polentc, creatore e governatore di ogni cosa)>, rivolge !aie credenza con· tro Oio per dimostrare che egli, se esistesse, sarebbe un criminale, dato che il mondo umano è un mare di lacrime e di sangue, mentre se lui, l'ateo di propaganda, fosse Dio sopprimerebbe i tcrrcrnoti, le tempeste, le cpi• dcmic. e tulli gli altri guai, facendo della terra un Eden in <:ui sarebbe realizzata (( la pcrfetla fclicitù )), . Impostala cosi la <1ucstionc, non meraviglia che c1ucll'atco consi~ cleri 11nn mnfott.ia l'idea di Dio, che sarebbe un'im·cnzionc dei prcli clcmo– lilH dalle pro,·c incori/uwbili della scic;1z:.L Dalle sue reminiscenze bu– chneriane, il nostro aLco lrae questo sillogismo: (( tulla è maleria; essa è infìnila. Essendo iufinita dev'essere inclistruuibi]e e 1>erciò clcrna » 7 il l'hc dimostra che Buchner, il pii, ridicolo dei mctaf1;ici, se pur lo si può con– sidC'rar tale, ha a1wora presa nel campo nostro: f~1Uoumiliante 1>cr l'anar– chismo, che vorrei veder seguire il progresso scicn1ifìeo i1n-cce cli auar– darsi nella volgarizzazione di vecchiumi malcrialisti. La rivoha conlro 1a· teodicea è antica. Ne lroviamo i primordi nella tragedia e ne1la lirica greca. << Giammai nulla cli mah·agio andò in ma• !ora - m 1 vcrLc Sofocle, nel Fil.ottet.c -: ma gli dei prendono ogni cura di questi esseri e par che godano a far ritornare dall'Hadc quanto c'è di perverso e di furbo, mentre mandano via 1 sempre, gli oncsli e i ,•irtuosi. Come si debbono COllSidernrc questi fotti, come apprornrc se, nel lodare le opere di\'inc, io !rovo canivi gli dei?)>, Sull'indifferenza degli dei di fronte al dolore e alle -ingiustizie Sofo,·lc insiste altrove, (El-ertrn, T..,c Trochi11c) e Euripide se la prende, ncll'Epido a CoLorio, ('Oll Dike, che non perseguita i tristi, mentre Teognide dice a Zeus ne Le Fenicie: (< tu vedi Lutto, hai l'onnipòlenza: come puoi dunque consentire che i. buoni subiscano le medesime vicissit.ud "ini e abbinno In stessa sorte dei tristi? )>. Eschilo, a sua volLa, in principio del Prom,ewo, rapvrescnta come Zon,gllc m.wws di Zeus du(" brutali !figurazioni di Forza e Violenza, Bi,i e Kràtos. c:he opprimono il buono, il giusto, il be11efotlore. l{ie('heggia anche iu Tacito (Arm, XVI 1 33) questo pensiero: essere gli dei indifferenti al male e nl bene. Ma quei lamcn1i e quelle prolesLe non co1wlude,·ano all"aleismo. Ed 234

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