Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

berg e che abbia insta 1 llato la Polo– nia a .Breslavia, che abbia respinto le frontiere polaéChe fino all'Odcr cd alla Ncissc. I bols.::evichi del 1915 avc\•ano det– to solc.nncmcnlc u Zimmcrwald: «Pace senza annessioni e senza san– zionbt. I bolscevichi del l945 hanno potuto fare completamente il con– trario? Ne'lla -storia \'i son ben po– chi rovesciamenti cost profondi e cosi clamorosi. Pensavo ~be tulli <1ucj pellegrini dell'umanesimo, pel– legrini della Rivoluzione, v.enh•ano da tutti gl: angoli del globo 1>cr pc· ror-are questo tema angoscioso: la Russia, paese dc'I socialismo, ha dav\'ero potuto fare a pezzi la Ger– mania cd auribuirnc grande parte a sè cd alla ,Polonia che J1a vassalliz– zato? Con mia grande sorpresa non ho $Cntito nessuno parlare di questo. Quando ho tirato la manica e qual– che personalità e gli ho comunica– to le mie preo<.-cupazioni, l'ho sen– tito quasi irrigidirsi. Ho tentato presso i letterati conosciuti. Sono di uno spjrito così leggero che mi sono detto che fi annoiavo. Allora mi sono r!volto -al professor Wallon. Ha un';aria seria e poi un tempo ha avuto delle idee. l!: stato ancor 1>eg– gio. Per poco non mi ha S<:liiacciato. con il suo sguardo. Tra dl noi, debbo confessare che sulla •Polonia, ho quasi le stesse ,·e· dute cli Proudhon: Non ha mai po– tuto costruire una nazione stabile, mai cssu lo potrà. Ma, infìne, pet coloro che parfano sempre d'indi– pend~nza nazionale, del diritto dei 11opoli di disporre di sè stessi, la -folonia dovrebbe essere un .nuovo 218 Cristo mCS6o in croce. Ebbene! no,. tutta quella geme riunita là, che professa queste id'ec e che, nello stesso tempo, fa professione di pcn• satorc, non uno, nè alla 1ribuna, riè nei corridoi, ha detto una sola pa• roia. Ancor peggio, tutti si Eiono e– stasiati sui bei colori di qucsla Po– lonia spczzeuata dappertutto. Mi sono lasciato ancora trasporta– re dalle mie chiacchiere. Non è que• sto, \'eramentc, che m'avete chie– sto. Volete sapere ciò che è avve,. noto a questo Congresso. Sono ob– bligato ora a dirvelo l,he </nesto congresso J>Cr la pace mi. è apparso subito come wr. congresso per la guerra. Senza nessun dubbio. Tutta– via solo una do7.zina di persone se n'è accori a alla fine della prima gior– nata; un'altra dozzina alla fine d"ella seconda; e forse una terza dozzina alla fine della terza giornata che chiudeva il congresso. Saranno in tutto tre dozzine su cinquecento delegati. Evidentemcn· te, la gente è di dura comprensione; può darsi che ce ne sarà qualche al. Ira dozzina, che comprenderà dopo. Speriamòlo. li congresso è durato tre g!orni. Il piatto consisLcnte cli ogni giorno è stato u,1 discorso russo. }forcole di 25 agosto, Fadaicv. Giovcdi 26,, llya Ehrcrnbourg. Venerdì 27, Zasla• vski. Qual'è stato il più bello? Sono stati diversi, ma ciascuno merita la palma. Tre pezzi ben orchestrati. Vediamo la giornata di Fadaie". Non vi parllerò dc1 diS<:orso di Mau, rice Bedcl, con jl suo « -sole della fede, della vita e 0c1la certezza che illwnina la nuova Polonia ». La no– stra Societù di Gente di lettere, dc-

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