Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947

ai Governi credere che a\!Cr molti cittadini per l'esercito è una forza, o perchè la Chiesa preferisce che i suoi fedeli restino nel basso tenore di \'ila delle famiglie troppo numerose, su cui più trnnquillo segui il suo dominio. M:t sembra ancqr più impogsibile che tra noi, nel gran parlare che si ode di « fine del fascismo », di « avvio alla libertà », nessuno pnrli an– cora di controllo delle nascite, e tutti <:opportino aucorn le leggi idiote contro gli antifecondativi, e seguitino ad m 1 er figli non desiderati, n far crescere la famiglia anche tra la miseria e- la fame, come se fosse un cn,tigo di dio. Che fanno le donne, sulle quali grava il carico principale della pro– creazione e dell'allevamento e dell'educazione dei fagli? Ognuna !;Ì lamenta, per molte di esse l'assillo dei lìgli diventa il problema principale della loro "it:1: eppure nessuna muove un passo, nessuna fa nulla. È ora di cominciare, im·ece, ad agitare l'idea del controllo delle na– scite. Lamentarsi non serve a nulb. Bisogna agire. Questo non è w1 problema che riguardi una speciale cntcgoriu, una particolare regione, gente di una certa condizione. È un problema di lutli. Bisogna far sapere a tulli che i mezzi esistono, che si può facilmente re– golare con la prudenza e intelligenza la generazione dei figli, averli quando ~i può essere ccrli sarnnno sani e che potremo dar loro le cure necessarie perchè crescano bene. Bisogna far sapere che sinmo in questo campo tra i paesi « arretrati », che in tutti i paesi civili basta andare in umi Clinica pubblica per aver consigli e mezzi, affinchè si possa amarsi e vivere trnn– 'luilli, con un:t famiglia sana. Le donne specialmente, che sanno per cspc- · rienza dirella che cosa significhi avere un figlio ruori tempo. debbono de• cidcrsi ad agire, ad agitarsi. È sopratutto loro il compito di decidere di fare il figlio: e son loro sopratutlo che debbono lot1:1re per poterlo deci– dere in liberti•. Conclu~ione, quindi: occorre che dappertutto chi ha testa chi ha cuore chi avverte la gravità estrema del probl~ma, nei suoi aspetti individuali e nei suoi aspetti sociali, si Caccia p'romotorc di rim1ioni, di a<:<:cociazioni, di conforenzc, di agitazioni, in tutte le sedi locali possibili, allorno alla vo– lontà del libero controllo delle nascite. Ed a quest'opera dovrebbero por,,.i anche <p1ei politici «progressivi» che <:ciprotestano coscienti dell'eccesso di po1,olazionc da cui in gran parte dipende l'eccesso di miseria del nostro popolo ed il suo eccesso di servilità, per i quali quindi - come per tutti gli uomini e donne amanti della libertà c del progresso - il controllo delle nascite dovrebbe essere una preminente piattafomrn dj lotta. Dr. G1un:1t 52

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