Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947

:;trattamcntc intc~e. Per tutto ciò eh~ riguarda il fluire psicologico socinlc e ,,,torico, la teoria non fa che interpretare via via i movimenti e gl'impuls.i per cui l'uomo spontnneamentc vive ed evolve. La verità psicologica storica e sociale non è che il riflesso, la traduzione io termini razionali dcll'istinta" · che domina l.l psicologia sociale. Quindi ht verità non è entità cui si per· venga ragionando, ma è rcnllà che si conquista libcrnndo l'uomo dal pc~o <lei miti sociali. Che cosn l'anarchico deve dimostrare ragionando? Come racchiucl'cre qucll'univcrrn che è la forza spontanea e creatrice dcli' uomo entro l'an– gusto di una concezione sociale e çli una clefin.izionc astratta? L'anar• chico non può accettare un crC{!p,ipolitico o •etico, nè obbedire ad alcuno schema razionale o metafisico:""'Crcdi e schemi che, in quanto tali e in quanto dettano canoni :ili:. condotta umana, ripugnano alla spontaneità dei~ sentimenti e delle idee. È perciò che l'anarchico valuta il pensiero non come creatore di scllenìi, ma come strumento di lotta, perchè ... rivaluta."f il scnLimento quale sostanzq <.e fondamento ciel vivere singolo e sociale e· ,r as-scgna alla ragione una funzione secondaria c strwnentalc. ~,) \'~ '$':,,~; V • }>01rn;1110 però gli anarchici accettare tutti questa concezione, quandJ(: , contro di essa si erge l'ideale razionalistico di Pietro Kropotkin? · -·]•t. La <1ucstio11emeriterebbe di essere ampiamente dibat~uta. Molti lui· tora stimano che il foscino.dci miti sulle masse sia prodotto del sentimento e non di preconcetti razionalistici cristallizzati. È vero invece che l'umo– nitii lungo il corso dei secoli ha agito, più che sotto l'impulso dj senti· menti spontanei, influenzata piuttosto da soprastrutture razionali artala– mentc <!ostruttc ed imposte a salvaguardia degli interessi delle caste domi· nanti. È perciò che si insiste tanto su quest'altro mito, della ragione te~a a dimostrare la nc<;cssità di una determinata struttura sociale. Occorre convincersi che ogni mito è espressione di una teoria sociale; e poichè le teorie socia~i non altro rappresentano che tentativi di costru· .tioni politiche, esse comportano la schiavitì1 per l'uomo, perchè si cristal– lizzano in schemi ddfinitivi e col passare del tempo si risolvono in formule farisaiche cui c:.icostringe all'obheclicn14 col ricorso alla violenza e all'in~ g:umo. Ognj teoria sociale, compreso il cristianesimo, partì al Suo sorgere da. premesse ri"oluzionaric; ma in qu:,nto poi si cristallizzò in dogmi che propugna\'ano forme deLcrminntc di condottn o 1ipi definiti di socie1à. doveva postulare il rjcorso all'autorità politica che le garentisse l'osscr• ,·:mza, ma che ne corrompe,•a il senso e la spontanciti1. Questo il destino di tutte le teorie sociali, identico :1 quello che ultimamente subì il mar• :xismo in Russia. Pertanto ogni teoria sociale attuale snrà un mito per la società futura; mito che fatalmente consegnerà il popolo incatenato all'arbitrio dcll'au· torità politica. Per cui è necessario respingere in blocco il contenuto di ogni ideologia politica. E, quel eh 'è più importante per noi (poichè essa fu vessillo di mem_orabili lotte di, redenzione sociale, che la rendono lcg- 22

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