Volontà - anno II - n.2 - 1 agosto1947

Qulasia,i «concessione» rimanendo un alto isolato ir:ouo il do'minio ,operante del complesso elci fattori-origine, è dcslinata quindi all'insuccesso. Peggio ancora i;;c è temporanea. Non può arrivare ad intaccare qucll'cqui- 1:brio stabile che si è venuta condensando sollo l'influenza degli clementi Jelcnninanli accennati: per riuscirvi clo, 0 rebbc prima rivoluzionare la loro concatenazione. Senza <1uesta rottura ri,•oluziouaria la mao;:,;:a dei colonizza– tori sarà dc.:-tinala. ad essere ricacciata dopo qualche tempo, più affamata e delusa di prima. cd avvilita o esasperata secondo i casi. dal peso di un esperimento fallito. Il proce!ll:ìOdella utilizzazione delle terre è comincialo ovviamente do. quelle di maggior fertilità e cli più facile cultura, per e:;tcndcrsi ,,in via :1 quelle meno ricche c che richiedc,,ano maggior somma di la,·oro. Di pari pn'-r.:olo s1imolo alla produzione foce sì che all'intcmi[icazione del lavoro .~t>~Ui!lSC l'im1>icgo crescente del capit~ilc, man mano che questo vcniv11 nella societi1 a.::.::umendo vera e propria [unzione cli sLrumcnto tecnico. 'Mentre perciò da un lato l'agricoltura c,;;tensh,a, avente come cara.llcrio;:tica. il prc\•alerc del fattore lerra e l'assenza o la scarsitit di. ca1>Mnlc, è anelala allargnndosi i;pazinlmcnte n zone progtcssivamcntc sempre piì1 povere. la :agricoltura intcn~iva, c:ir~ucrizzata dall' im1>iego crescente di lavoro e di forti cnpitali, ,:j è vcnutn inserendo quale aspetto terriero dell'evoluzione u,pitalistica. Ne è con,;:eguito un procc<:.sodi proclutth•it:1 decre~ccntc clic è ,cnuto a coslit.uit-c 1>cr il c ~1pita.lc , a.urm•crso il contrarsi progressivo del !'rddito, l'ostacolo-limite al suo ulteriore impiego. Nei terreni incolti, ~i troviamo di fronte ad un problema che, pii, che di estcnsivil<i di cultura, è d'intensiuità di cultura: Mno in giuoco, pil, d1c jl fattore terra, i due fallori lavoro e c;1pitalc - ccl il ca1>itale sopratullo. dapprima per aprire I:, via a <1uclle opere <li migliornmeuto fondiario chr v:dgano a garnntirc nl lavoro una ragione"olc produtth'ità, e per a"5icurargli poi l'ausilio delle macchine e dc.i. metodi ddl'.:.gricoltura industriale. Le possibilità risolutive che il precedente punLo morto comporta, una prima, lcgatn all'ao;:sctto !lOCialc e!listcnte di cui il ca.pitale è il cnrdinc. uon può che ricorrere ulteriormente nl ca.pitale prirnto, oppure al capitale di Stato o di Enti mi-:ti. Guardiamo un po' a fondo la cosa e prescindiamo dal fauo che il r.npitale è sempre cnpi1nlc, or.:sia tende sempre (spccinlmente dove residm.1 lanto fcudali.::mo come dn noi) a o;:ostcncrr.:idepaupcrnnclo il lavoro. Del cnpitnle pri\'nlo è inutile parlarne: avendo raggiunto il limite inferiore del pro[iuo immediato, non rischia. on ha interesse n fare. poichè gundngnn di pili n non forc. Allrimenti il latifondi~ln uon a\'rcbbc tro\·ato utile te concedere ». Resta quello cosicletto collettivo, comun<1uc organizznto. E In lcggr pl'cvcde <1ucsta CYcnienza mediante l'art. 7 (1). ?tfa anche il capitale col- (l} « J t:ooceuionarii ~ono usurruire di 1u11e le agc,·olnioni conseniitc daU11 ,,j. ;:ente legislazione in m:11cri11di opcrnioni di credito agmrio di ettrdr,io •· 30

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