Volontà - anno II - n.2 - 1 agosto1947

I.i quale, in caso di mancalo accorcio lra le parli, sari1 determinala d,alla .apposita Commissione (arl. 4). Cc n'è già :1bbastanza per s,,ti?tarc di ogni. ,-.iapure tenue, valore intrinseco la « concessione » in parola. Il latifondista rimane padrone delle sue terre, e la legge ~i premura erigersi a paladina di questo suo diritto. Cli si deve inoltre per qucsla sua vistosa« concessione)> 1.111 compenso, per delle terre che essendo per definizione « incolte o insuI– iic:icntemenle colth•ate », gliene davano poco o nessuno. Lo libera dalle \·ure della loro amministrazione. E dopo 4 anni se le vede restituite. Qui la legge osserva uno spiegabile silenzio. Diversamente si sarebbe dovuto tirare in ballo la suscetti"ità produttiva residuale della terra che si ac<'umula con gli :mni, e che è frutto della fatic:1 e del sudore del coltivatore. I proprietari concedono in uso dietro indennizzo delle terre incolte: se i contadini vogliono cavarne qualcosa dovrebbero metterle in cultura, con "Pe<:ee lavoro; e poi i proprietari le a,•ranno restituite, arricchite del residuo quadriennale cli potenza pro,luuiva, immagazzinato nel suolo. E' pacifico che le « concessioni >) si limitano ai terreni che rirnltano 1< non coltivati o insufficicntem<:nte colti,·ati in relazione alla loro. qua– lità » (art. 1). Il nocciolo del problema è in questa specifica limitazione. I terreni che vengono a trovarsi in queste condizioni, lo sono in seguilo alla lenta convergenza di un insieme cli fattori; alcuni d'indole fisico· an,bientalc (natura e composizione del terreno, irradiazione solare, umidità, prc,:ipitazioni atmosferiche, venti, regolamentazione delle acque, ccc.); altri di carattere politico-economico •(organizzazione dello Stato, assetto giu– ridico della proprietà, condizioni tfrscali e dei mercati, scambi, dogane, ccc.). Rispetto ai primi, l'azione dell'uomo può spiegarsi, col sussidio della 'eienza e della tecnica, solo per alcuni terreni ccl in modo molto ridotto. Può arrivare ad es. :1d influire sul regime delle acque, sulle proprietit del ~errcno ccc., mediante realizzazioni le quali però esigono, piÌI che lo sforzo mdi"idualc:, un apporto collellivo o socialmente organizzato, per w1 certo periodo di anni, e con consistente investimento di capitali. I secondi sono in dipendenza dello status politico-economico e sociale, e l'uomo deve agire su (fUCStoper poter jnfluire su quelli. La qualifica perciò, di « terreni incolti o insuHìcicntemcnte coltivati>) bisogna inserirla nel quadro d'insieme, con i dati che condizionano l'im· piego proficuo di qualsiasi mano d'opera :igricola. E' necessario quindi dis1inguere: terreni non coltirnti e incoltirnbili, oppure non cohivaLi coltivabili previe opere pi1'.1o meno vaste di trasformazione fondiaria; ·, terreni insufficientemente coltivati e non suscettibili cli migliore col– tivazione, oppure il .;ui accre<:cimcnto produttivo è legato a pii1 o meno J•rofondc modifiche nel com1>lesso dei fattori di trasforroazioue, i quali, finchè rimarranno inaherati, renderanno precariò ogni impiego di braccia, e f>aralizzeranno e :1.vvilir:rnno ogni iniziati\·a. 29

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