Volontà - anno I - n.6 - 1 dicembre 1946

Non v"è da stupirsi della proporzione tra la pretesa jmplicita nel.la riu~ nione - queJla di costituire in alto una speeie di élite degli « uomini pen– ~anti » da contrappOrre alle barbare élites dei politici ed al gran gregge dei t< non pensanli >) che saremmo noi gente comune - e la povertà dei risul– lati che 111eappaiono. GJi scriltori assisi in tog?, cli Capo non sono riusciti nemmeno ad illuminare sè slessi: come potevano dar luce a J1oi, che non già J1el so]i psismo deJla riflessione erudita, non già nelle fredde 1>agine ,lei Jil)ri, ma anzi nel duro contradditorio creati,•o lavoro <1uotidiano costruiamo 80cialmcnte, un poco ogni giorno, la nostra strada? Tipico SiIone: SiIone che •è slato grande e rimane grande •nei libri in <·ui ha descritla la incredibile vita dei cafoni d'Abruzzo - nel regime fa. ,-cista, ehe continuava -ahri 1·egimi ugualmente inumani - ed è caduto in dcsolant) idee imprecise e volontà mediocri appena s'è Jasciiito tirare a far~ l'uomo politico di professione. Tipico, in altro senso. Bernanos: che parla di ~ uomi1ni liberi )) etl è callo1ico, cioè credente nei dogmi tcclclc alla autoritù indiscutibile del eapo della sua chiesa, e ripete le sue variazioni sul hcl conce110· delJa « libcrti1 » della << personali!lt umana)) di cui fanoo ~cucio alla loro azione antilibertaria i gesuiti ed' i Joro accoliti, che egli .-:osticne od almeno non combatte. Tipico, infine, Parabo civilizzato che. astraendosi .anch'egli dalla moltitudine degli uomini vivi, sostituendo ,,1 loro opernrc antinomico il semplicismo delle idee genera.li, immagina pos· sihilc che la gente d'Europa impari davvero qualcosa di radicale dalle na– zioni primitive, cioè rilro,•i una slrada per cammin.rre in av·anti guardando 11ll'indietro. Unica voce umana è, come doveva essere, quella di un 1>oela. D'uno che 11011 organjzza ]e sue idee in sistemi, che 11011 costruisce con le soffe– renze sue ed allr,uj belle parate d'idee brilJanti, ma procura <li 1.is <·iarfluire jn sè slcsso le mohep.lici vile ,-.ltruj, e di esprimerle. La piaga maggiore del nostro mondo, e sopralullo della nostrn Eu– ro1>a- dalla quale invano gli inglesi presumono di potersi scpar.are, colle– ~andosi alle genti che in ahri conti.nenli, sorgendo dal Joro stesso ceppo, vi €ono mescolati con genti <li ceppi diversi per dar vita a nuove società umane - rimane Ja fede nelJe élites. Noi .ancora dlOn ci siamo resi conio della 1110.5lraposizione attuale nè dell'errore radicale che a questa posizione ci ha condotti. ,Parliamo tanto di fascismo e di antifoscismo, e non ci accorgiamo che - auspice '" Chiesa Cattolica ed il Partito Comunista, succube il ricco imbarbari10 cd 'il po– vero affamato ci .aggiriamo in un labirinto se117,auscila, 1nel quale del fa– scismo sopravvive ciò che è CiH>enziale: l'animo. Che e appunto la fede nelle Clitcs. E vive cd opera, nCf!,alivarncnte, ncB'uomo e nc1la donna comuni che pensano 1< ci vuole un Governo fo1·te », nell'uomo e nella donna co– mune che chiedono « che cosa fa il Governo'!», e !Opratullo nella catena di politi(!i di pensatori di intellelluali Che - avendone o meno intera co– scienza - ritengono di essere i possc~sori d'un qnalchc <ruid particol.are

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