Volontà - anno I - n.6 - 1 dicembre 1946

nella lc:,la. li.i bi::ognerebbe che w'ssmw si ::ollrae::::e a ({UC::lodo\CrC e che ,... er(·iò ~li induslriali, i ricchi tira!-scro fuori i loro :-oldi per migliorare Je loro officine o pe, investirle in lavori utili per _ii popolo, rinunciando ai lu– Hosi µ:uadagni . .\ d:11 prova ,·li huona voloutù, Ji amore. per il 1>roprio 1..acse, dovrebbero csSCl'C, per i primi tutti coloro éhc si trovano in ('0111]i– zio11i privilegiale. Allora gli 01>erai 11011 lesinerebbero il Joro contl'ihuto 1.: la munodoJJera (·h(', oggi l'imane inutilizzata. troverebbe un impiego utile. Lnvece n:-diamo d1e le officine hl\ 1 ùrano a H'arsamcnto ridotto. pcrchi~ fin,lu~triale 11011 ,,noie ri::,chiare i suoi c:tpitaJi per miglior.arie o per cam– hiait· produzione, i ,·icchi converlono il loro danaro in oro o in valute :-trauit'rC o lo danno allo Stato il cpwle se ne serve per lf'ncre in vita In ..:ua mostruosa macchina. - - Cousl.aliamo, quindi, tulle le 1·csi::1e11zc, lutti ;!li egoismi ccl anche tullu Ja slupidi1a ·di gentf' (•he continu.;.1 a 1c11erc il paeec i11 uno uato di tensione. clic i11col1)a i parliti di sinistra di in('Ìlare il popolo alla rivoluzione, men– tre sono essi che l'anno ::.pinto sull'orlo del fallimento e che fin d"ora ..ono i ,cri responsabili degli ~convolgimenti ,ociali che polranno accadere domam. CocStoro, dunque, ::i ostinano con mille pretesti a non incremenl.are il Javo-ro, preferiscono far fare ore sln10rdin,aric a quelli che già lavorano piul– lOsto che assumerne dei nuo,,j J)Cl'chi- ciò lascia margini maggiori <li gua– d~gno; preferiscono trovarsi da,·anti una grande offcrla di manodopera per pote-ria pagare il meuo possibil(', Alla ferocia tli. quf'Sl<l gente rispond" fo solitfori.ctù dei lavoratori più intdligeuti. ll lavoro' è llOco: riparlia:nolo fra lulti gli operai in modo che tutti siano attivi, che tulti guadagnino quel miniruo per vivere. Diminuiamo la nostra giornata di due ore e q11e~to permctteri, di assunwrc quasi la to1aliti'1 dei disoc·cupati. Sappi.amo anche noi, che ci farebbe una soluzione 111ig:lio1·e di <1uf•:-la: quella di impos~essursi delle riccl1ezz(• 1.· dei mezzi di prodmdonc e' di mcl– terli a dispmizione de{la collet1h 0 i1:1. Mu non è, disgrazi.atamente. ancora giunto il momento per <1uesta rivoluzione soci~lt!. ~on si osa nep1>urc in– taccare le ricchezze dei profittatori df"I regime e della guerra. ed i miliardi dati dallo Stato a'lla Chiesa. Per<·iò, dato che ·n("fsuno di chi può dare dii, la giornata cli sei ore anche SP 11011 è [Qgica. in qu(•yio momento rlirP11t(1 u11a 1/('Cessità. È sottinlcso d1c ddJbono essere ~ei ere di _lavoro ('011 otto di paga perch(' nes.:uno può pensare di poter diminuire il salario giornaliero clell'o1>craio che (·, oggi, quel 1nini1110 necessario per sopravvi,erc e produrre a1H·ora. 01:!ni grande innovazicnc porla degli sconvolgimenti e questi saranno lanlo più grandi c1ua11lo pili bestiali ::aranno gli egoismi dei pa<lroni. Se costoro non fossero .accecati dalla sete cli guadagno polrebbero eonsiderure <1uasi senza paura l.t gionrnla cli ,sei ore. In America, dove la sellimana In• vorativa è eia 1nolto tempo di quaraula ore, la produzione specifica di ogni Juvo,alore ay1cricano è i11fìnit.amcJ1lf' ~ur>eriore alla noslra. Ed è nulurale che :-ia così, perchè !"officina .americana è migJiore della noslrJ e perd 1(" 1'01,er.aio ame-rieano 1100 lavora sotto gli 5timoli della fame. Basiano 11 0. 32

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