Volontà - anno I - n.4 - 1 ottobre 1946

La città futura e !,i pe11si alle, riorganizzazione post-bcllic" deve ricord(lrc che il -compito a cui ci si deve accingere va be11oltre la ricosr ruzione di case di· strutte, <li città in rovina. Sarebbe fa– cile seguire vecchi metodi e modelli, se il guasto <lella società ne avesse /0(,"Cato solo fa, scorza. nwteri.ale. È be11, più gr,wc il compito oggi, che bisogna rifare una•civilt<iormai oltre· passai-li.Non si traila ,li sapere quale parte della soprastrutturn vad!I, ri1x1• ratu, ma piuttosto <1uali parti delle Jondomento siano adauabili !llle ,wo– uc c01ulizio11ie ,,. ,ma vitu 11uo1m. Si J)UÒ dire persino che le demoli– zioni causate dalla guerra 11011. ba· :5tono, Vecchie strutture, wlune vcn,– mPnle venerabili, possono' rmcora, ser· vire; nw i bisogni. e le possibilità <Jef,.. h, ·vita wm,11a non-corrispoudono alht m4ssa del fabbricalo !lllCOrn in· pi<>• di. Se 1;og/i(lmO (IVere SJJ<1:iosuffi· ciente per vivl'rc e prud11rrc qmmto ci occorre, ci bisognr,, co11ti111wrera• zionalme,it(' la cieca opem delle bombe. La crisi che· sti(lmO nflr(ll;ersando 11011. ci permette (li ritornare olle cou– di:ioni 11assate: non è 1111(1 polmo– nite p<iSscggvra,c/01>0 lo <11w/c si rfoc• 11uis1i. lt, salute di prima. Prima del· J,, guerra avcv<mw ben 1>0co.scrlutc spiritr.wlc; questll è h, verità. La com· pless(I. orga11iz:o:io11e.mecccmica del– !t, vitci aveva. prodotto 111w società J$em11repii,, vuotn di fini, con le sue parti ben ordimtte ed c,rticofate, nw, nel suo i11sieme. inca1>ar.cdi soddi- 38 sfare alle esigenze e Clllc c1spira:io11i dell'uomo. Lei crosflt" m.ctteriafc della società. ent co11Ji,sa, dcmoraliz:;a111,,, irrsu/ficie11te; e, <Juel che è peggio. ci s'accorgevo che, ànche doue ern più perfetta, ricoprivc, il vuoto. Ci fu. 9ucdcu110, c,1/a fine dell'altrc, guernt, che se n'er(t nccorto, e tru questi pochi ci fu Albert Sclnveit.:er. Mo la masstt pe11sav<tancoro i,1, ter– mini di « ricostru::ione », ,,erchè si cre,lcva c,ncor(I che lu socit•tà crellta dall'umcmit<Ì occidcutcde prima ciel l914 fosse in sostwJza degna <liessere co111inualll. Oggi chi 1x1rlc,di « rico– struire» climostra In Slllt inca1xrcità <li comprendere <11w11to profon~/o sia il cmnbicmrento ,, cui assistiamo: il clr,m,.,;I(,, rc,ppresf>nlato dull.'11ma11ità negli ultimi. quattro o ci11<1ucce11t'cm11i lui orct raggiunto il <1ui1110 otto, quel· lo della cc,tostrofe, e lo sce,wrio sl{I c<1demlo, inutile ,,1/c, 1111011,, stori(,. u.011, mérro dei protagonisti tipici. clH· (lbbmulommo il p11fcosce11icoltccom– J)(lgnati elci 1111 ultimo squillo rii trombo. L'11ma11ità dell'occi<lente lw CSfltl· rito le possibilità del sogno d'um, iJotcwza meccm,icfl che lrn sì e, lw,go domi11ato 11cllc me11ri. 1'mdir,·ice di se• stesso. essfl oro cade vittima ,li <1uelliche ·co/ecano uili::orP quelln 1JOten::oper scopi bassi ed irrnziom,– li, per condurre l'uomo olfo bc,rbc,· rie invece di. domi11are cd 11111cmizzt1· re lct 1wturt1. Vivittmo oggi iu w, mo11- do di mecccmismi devitc,liz::.ali. d'or• gtmismi nsocic,li, di gruppi sperso•

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