Volontà - anno I - n.1 - 1 luglio 1946

]i111i1azioni c~11rc~,c mutano il lc,-uto giuridi(·o della proprietii, nrn ne 111111:uw anehe il ~uo modo d'CSM:re in a110, ne cancellano il contenuto anlilibertario. Finehè alf'tmi han moJn di "onrnndare, ili ::ihri debbono ubbidire o 1ra,,fci:ir~i Ira ,·hi ('Om.mda. S'è visto in Ru-,,ia. Le :izit:nd'e « rollettivizzate » h:mno innnc,so lo Stato al po~10 dei t·a,)italb1i nel titolo tli pro1>rictl1: ma J)oif'l1è lo Stato di per -è non e,.i,.1e. rescrc ·i1.io del {lirillo di proprieti, romc .-ontrolJo dell'u,,o di e,,-a - C .'>lato atkibuilo ad una ra~t:i di lecno.-rati che via via org:mizza il J)roprio 11repotcrc ,orb1lc: eri i fa. voralori ro'"lano ,.alariat!, rioè ~ervi, V'è for,,e un gu:ulagno ,li hcne"'ere: ma dov"è il guad:1:tno di liht.'1'1à? Ed a 1·hc ~io\'.a. :1llora, poichè :fllehe il hcnc•.)Crc •cmm la liberl:Ì è incrlè, improd1111ivo d"av\'euirc? In .'>Cnso<livcr,,o ~i "ede in Amcrii-a 1:i :-tc,.:-:i dc:-o• hr11e 1·01H'lu,ionc. Atomi1.w1a I:; proprieti1 tr; 1,di a1.ioni,.1i dell'ano11in1a .• ~1,crsonali1.• zalo il fonlrollo i!elrueo in l)i,·roli' d:m di dirigcn~i, eccitati i la,,oralori - •·on.'>idcrati come c1 una .-uol:1 ,lclla macchina)> - <1 produzioni migliori e meno ro,.to•e. t·on una J)ar· 1cri11a1.ione effeui,•:1 ai bencfìri ci,ultanti, il lavoro vi si Ya farcndo ncmiro ,lei Ja\'Ora• !ore. il, quale rc-,ta JJiÙ éhe m:1i ,:1laria10, ("ioè ~eno. E l'elevato tenore di ,·ita 1,i di• ~11erde in una ,•ila !>OHJ.1~zialmentea-.ociale, nono~tanle gli inummi ~forzi di educazione alla -oriali,l.i, con tulli gli effelli degradanti della mancanza di liberti. Dobl,i:11110ammettrrc d1e lutli i focili ~lugan anlichi :-ulle propri,el:Ì ~i 1110:otrano in :.uffirienli. Qggi il follo della prCrJ)riettl è divenulo a-~ai pii1 ,;omplc:,"'0 di (IUanto fo••,. 11re,·edibile. Vuole provvedimcnri d1e conser\'ino ncl!'u:-o della pi'oprie1i1 la 1en-ione J)l'O)trc,.~i\':1 lici t·aJ•ita]i,.mo. IIHI facendo della 11roprietà - alfìne - uno .!>lrumenlo per fo lihcrti1 di tulli, .non 1)Cr la libcr!it (li JJod1i. Su <1ucsla ,,ia, apJ)()rlnndo~i nel lavoro 'il 1·0111ributo dTe11ivo di 1u11i, non wlo 1>er la esecu1.ione nrn :111ehe1>er il pensiero di in~ieme d,c è la ge~tione, la m:u•(•hina torneri, ~erva ,dell'uomo, roffiriuu e fo fattoti.i si suhordinCl':111110 al lavoratore. l'c~p1.H1dersi finora ineon1roll:110 del 111:1<"rhini~1110 tro· verà i suoi freni.umani. ~i a~"drà ver-o un IIUO\'Oed altivo equilibrio ~oriale, j\fo il Jllllllo di ))arten1.a, in.s:op))rimibile, è <(UC;,IOoggi 110,,lrn. ~on que:1e forme no,trc di Yita e rii lavoro clii' 11011 è po,,,.ibile c•an.-ellare: in e~~c noi dobbiamo inserire il rermcnlo di Ji. bertà i:wn1.a rui 110111,otranno mai modificare la loro intima ,so,.tanza. Per (1uc,t"opera, bhogna renderri ronto rhe nella nostra t·ondizione alluale il ))O·· fìC.!>SO mo.sir.i un vi~o um::mo ~olo <1mmdo è rapporto tra una per,,011a determinata e le cose de1crmi11atc i·he t:s<:.a• u,,a~ Bisoirna :unmcttae d1e allora, e <=oll:11110 allo-ra, il fono di pos:oederf" non solo con,,c111e ma vronmove 111:iggiorc liberlì1. · · · Finrhè \'mo è d'un ·uomo e d'una domrn fini,:oli, anche la J)rOJlriclà rimane indi• vidualc. E la (f proprie!à per.sonale )J: d1c ii 111otlifìcn.secondo /:1 \'010111:I<lei 1)rOpric1ario ma ce-~a con la sua morte (io llO&ooregalare riO ehe pos;;;eggo ad altri d1e lo u.si, 111:1 non ;J)0.1-~0 la•riarlo in eceditii ad uno che nou lo u;,i). ) ·Quando l'uso è ("Omunc ad 1111:1 famiglia, anche 1a proprielà rhe è (f proprietà famj Jiare ». re:,la indivi~a di ciascuno e tulli i membri di quella famiglia: ,i di\•idè quando di fallo l'uso viene a frazionarsi tra di e~~i. e re~a ~e la fomiJt,lia intera M'Olll})art' (noi abbiamo in:,ieme una ca:.a, noi la dividiamo in due perrhè due gruppi IJO~ano vive-re vicini in 111:1ggiorelibertà, la r;iqa n,...,la a di-.po~i1.ione di altri rhe In ort·U)lino ~ noi f'i ullontaniamo defìnhivamente dn C~;,a). Quando mohj :,Ì fiuni5cono in a~"'Oria1.io11e~1Jontnne:1, enlro la r11111le u~ano un in. ~ieme -dctcr111in:1to,li oo5e 1 la propriclù di 1ali c·o,.e è cli ci:1~ru110e tutti 'C ~oli gli uomini e donne che vi partccipauo: ed cs~:i, t< 1)1'0prictù rolle11iv,·1 )1, è mrnloi:amcnle indivisa un <li"i;,ibilc 111:1 non trasmis.sibilc l)er credi1.i1, 1·ioè può e deve i.eguire i modi dcll'11-o tla,•o• ri:11110 in"ie111c in una fallori:i che è di 1u1ti noi e -sohtmto di noi, la di"idia1110 ili du:. fattorie ,e i·i dividiamo in due grupJJi ~Jcr intliriui di la\'oro div~r~i, è :1pcrta la ,,ia al– l'ammi,.~ione <li ahri comp:,gni con o ,,,cn,:a allre J)ro1,ric1à, ma se ~i abbandona la fot1ori:1 non si può lasciarla .ai] altri che al nuovo gruJllH> il qua!e di follo ne a•"umeri1 ru~o). 8

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