La Voce - anno III - n. 2 - 12 gennaio 1911

484 LA VOCE tastrofe. • Il giornale belga opportunamente ricordava la calledra speciale fondata ali' U– niversità di Tokio per studiare le regole che debbono presiedere alla costruzione delle case ne' paesi ove la terra è in continuo sussulto. Che cosa non rappresenterebbero, e Mes– sina e per Messina e il resto del paese, isti• tuti come i quallro, a cui ho accennato? Che fonte non sarebbero essi di ricerca e di progresso scientifico, di vantaggi econo· mici e morali ? E quanto non gioverebbero a dar fama e utile alla cillà a fronte di una Facoltà di lei/ere anemica, per cui bisogna reclutare avvocati che vi s'iscrivano per dare a credere a se stessi di voler diventare fi– losofi? Eppure. tull' insieme, queste vitali e utili istituzioni non costerebbero più di quello che possono costare le Facoltà di lei/ere t di stit11{e, o, forse, semplicemente la Facoltà di lellrrc. Le due Facotlà di lei/ere e di sciw{e CO• stano, per la sola spesa del personale, poco meno di dugentomila lire all'anno; e ba• sterebbe sospendere per cinque o sei anni - quanti ne occorrerebbero, se allivamente im– piegati, a far risorgere Messina - basterebbe sospendere per cinque o sei anni la ricosti• tuzione di queste scuole scarsamente fre– quentate, per cumulare, come la legge con– sente, una somma più che sufficiente a isti– tuire, con ogni larghezza d'impianto, quei quallro istituti, il cui funzionamento, succes– sivamente, costerebbe assai meno delle due Facoltà. Ora, che a ~lessma si vogliono la Faco/là di gi11rispmdw,a, e anche quella di Medi– dnn quando sarà possibile, lo comprendo, per il carnltere e lo scopo professionale di quelle due scuole. Ma le Fnco//à di lellcrc e di scim 1 e i' Varrebbe proprio la pena di rinunziare per esse ad istituti destinati ad avere tanta mag– giore importanza scientifica e pratica? Yoi, messinesi, non avreste che a consi• gliarvi con ,oi stessi, in un'ora di calma ri• flessione, se non voleste consigliarvi con quelli che, pur nati nella vostra terra e de' maggiori che mai vi furono, come Sergi e Durante, possono darvi un consiglio illu– minato e sincero, come non possono quelli che hanno bisogno d'incoraggiare e seguire le aure più vane per tenere con esse a galla la loro malferma barca eleltorale o soddi– sfare altri interessi. E cosi facendo, non provvedereste bene soltanto al caso particolare, ma dareste an– che segno di sapervi mellere per una via positiva, che s'impone se volete prn,,ve– dere dav,~ero e bene a' vostri interessi piì1 vitali. Perchè. a chi vuol parlare sinceramente non è lecito dissimularsi lo stato vero delle cose. Si dice che, costaggii1, siano omai raccolti sessanta, sellanta, ottantamila persone: la ci– fra vera non si sa, perchè forse l'anagrafe oon funziona ancora regolarmente, o sembra patriollismo gonfiare lo stato delle cose: certamente l'impressione che si ha, venen- dovi, è che l'abitato è molto esteso e che di gente ve n'è molta. E tanta gente è tornata in patria, un o' per nostalgia, ma un po' anche perchè per mancanza di adallabilità e di altitudini non ha potuto rimanere dove si ricoverò prov· visoriamente. Ma che sad1 di tutta questa gente, se - per non parlare di un eventuale incendio, di cui si è avuto qualche saggio - tra un paio d'anni, le baracche comioce· ranno a marcire e le case non saranno sorte ? E di che e come vivrà tanta gente, in una città priva d'industrie e anche di molte risorse? Ora non si pagano le pigioni, che bisognerà pur pagare domani ; e la benefi· cenza ha a\'Ula una larga parte nella vita vissuta dopo la catastrofe. Ma domani ? Sono tanti problemi questi, che, forse, co· staggiù, non si considerano troppo, dato il particolare stato d'animo, a cui aco-no parecchi : ma non è lecito dissimularseli a chi vuole riflellere e parlare sinceramente. Di costà, come riconosce anche qualche corrispondente pii, oculato, si recrimina spes· so e contro tulli. Ma non si può negare che tulio il mondo civile, commosso, ha fallo a gara per venire in aiuto a' colpiti della grande sciagura; e l'Italia, come popolo e come Stato, non ha mancato di contribuire largamente. Che se molta parte della spesa si ~ sper• perala o impiegata male, la colpa è in parte de' viziosi meccanismi delP amministrazione italiana, ma, in parte, il fallo è dovuto an· che all'aver troppo ceduto ad in'lussi locali, che hanno spesso senza accorgersene, ritar• dato, paralizzato o sviato ciò che sarebbe stato più utile e più urgente. Se si vuole che si riparino errori vecchi e non se ne commettano di nuovi, occorre che di costà, prima di tutto, si cominci a guardare al necessario, graduando intelligen• temente i bisogni e il loro appagamento, e, d'altro canto, chi ha la possibilità e il do• vere di decidere fuori di vani sentimenta• lismi, guardi, nell'interesse stesso de' più in– felici, al vero vantaggio della popolazione, e non ceda a pressioni di politicanti avvezzi a giuocar tulio nella loro partita elettorale. Ma, avrà fortuna questo augurio ? Avranno fortuna queste stesse sincere parole? Purtroppo, spesso il pregiudizio è più forte della ragione e la vanità è più forte dell'interesse. Nè è facile rimettere sulla retta strada una massa, specie quando questa è in uno stato d'animo non normale, e alcuni interessati e alcuni scalmanati fanno leva sulle sue debo– lezze e sulle sue passioni per sospingerla al peggio. Allora, può accadere nella vita, com– nella commedia ibseniana, che passi per ne– mico del popolo chi aédita i pericoli delle impure sorgenti e predica, con suo discapito, il vero. Forse egli avrà iI magro ed amaro con– forto di vedere, tra qualche anno - quando non gioverà pii, - resa giustizia alle sue parole. Sono usciti il quarto e quinto dei: E, se non vi sarà neppur questo, avrà, al· meno, mess1 in pace la sua coscienza, di– cendo il vero, anche a quelli che non sono capaci d'intenderlo! Ettore Ciccotti. Come si ricostituisce l'Università di Messina. li Riscallo, gionrnle settimanale di Messina, pubblica nel numero del 24 dicembre pa~sato: Per le Scuole Elementari « Giunge a nostra conoscenza un fatto gr;wis– simo. Per deficienza di locali scola!>lici delle scuole elementari si ammonticchiano i ragaui a turni in un locale inadatto, e così si finge <.li prO\l\ledere alla istruzione primaria nel popoloso rione Moselle. « JVetr ottobre scorso souo sia/i reduli al/' 1111i– versiltì i padi'glioui .,;co/aslici delle lravt·rse 7. e 9. Si è promesso in cambio il padiglione della c;;cuola normale maschile alla tra\'ersa 1,t. « Dall'ottobre ad oggi tutti i ragani del po• polato rione Moselle hanno a_vuto que~tu t'S!la• ra11/l' insegnamento. Al matuno fanno le:wm sei classi maschili dalle 8 112 alle ,o 112 ed altre sei classi dalle 10 11:2 alle 12 q2. Nel po– meriggio sei classi femminili dalle 12 112 alle 14 112 ed altre cinque classi dalle 14 112 alle 16 1(2 ! « J mmagi niamo che profitto debbono fare que• sti poveri rnga1.zi ! « Intanto la Scu ola Normale Maschile ha tra• sferito altrove la sua sede. « Son corse pratiche per far cle~tinare. quel padiglione 11011 più alle scuole demenlun, ma invece ad una setione della scuo!a tecnica An• tonello. Si è opposto energicamente l'ottimo ispettore Camillucci il quale ha ricordato che era impossibile for andare a\'anti a quel modo le scuole elementari delle Moselle. « Pareva che la ragione fosse finita per pre• ,,aJere. Ma.... il Camillucci è andato in vacan,rn. ed ieri il padiglione della Scuola Normale Ma– schile è stato dal R. Commissario ceduto alla Scuola Tecnica Antonello! « Ed i ragaZt.i delle scuole elementari ? « Si dice che il Regio Commissario voglia de– stinare per loro un'aula della Scuola Tecnica Juvara costruita in piazza S. l\lartino. « Oh santa sapienza ! II nazionalismo e Su cii> non abbiamo bitogno d1 11c:cvere dal di là delle Atri! .... allodnlc inco'ICicnu ,·e ne sono anche in ,nich~tria che caJono spuimanti di rrenccia eJ ansimanti per ti more rcvcrcnt:iale, come diceva il no-.tro grande Lombroso, davanti a 1ut10 ciu che u di forestiero e sopratutto d1gcrm1n1cumc. Prof. Esroco MOIIISlLl.l: Il 8olt~Ui110 dà ,\fonicomi. N. 11, 1910. .•.. Non le11crat11rcstraniere; mli qui in famiglia tra noi ,,i,-cnti c:bc 1i11mo 1an10 belli e tonto bravi •.. CARDUCCI : Opuc, ◄ p. 235 Ognuno fa il nazionalismo che può. Ln sali~ riasi del sentimento nazionale si sfoga in vari modi. C' è anche nazionalismo accademico, me– no armigero che mai, che non fa duelli con consecutive piaghe lampeggianti. Tanto più che costitui:;ce esso da sè una piaga, seccante e pruri~ ginosa come quella malattia cutanea su la quale il dottore suole stendere le Jl;omate di Elmerich: dico, con rispetto parlando, la rogna. Chiedo scusa di parlare cosi :;boccata in Firenze, centro e, direbbe Galeno, grande strumento della gentileiza italica. Gli è che io osservo e scrivo nella e della corporazione dei medici e degli speziali a cui sono inscritto e a cui appartenne anche (se \'ero è quèl dte m'insegnarono nelle scuole medit) il celebre poeta fiorentino Alighieri Dante. Il quale in pieno paradiso, nomintl - con fran– chezza italica - la rogna. IJel resto chi crede- • Si tolgono i locali ai bambini delle scuole elementari per darli ai giovani dell~ Scuoi!' :r~– cmche, e si ,·orrebbero mandare I bambini rn un locale di scuola tecnica molto lontano. Per questo sapiente pron•edimento i bimbi da 6 a 1, anni da S. Clemente, Zatra, \'igna~za, S. ~lar- 1a, No,•iziato ecc. dovrebbero recarsi a S. 1 far– tino per non disturba~e il ~ir~ttorc. ~lella scuola tecnica Antonello ed I suoi g1ova111. . . « lt-ri si ct•d1,-va110 ai p,·eli i /or"li rosl,111/1per scuole.' dt1{(/i A1111,·rira11i poi si so11 611/i a/l'U11i- 11t•rsild ;'pad(f(lio11i deti,: Sruo/t• /:,~/l'm,·!,tari :.~ra in fine si son ceduti altri locali alla Scuola I e• cnica, e si finirà per mandare a spa:,;,so acldirit• tura i bambini. . . « Noi :1.flermiamo, ed il Regio Com!n1ssano Salvadori questo alme110 potrebbe capirlo, t(ic prima delle sc110/e /~t11id,e, prima del/' l'ni_z.•erstf~ t•d 1111 pò a11rhe prima di ro_llorar br11e '. prtlt, sarebbe dovere di un pubblico funzionano eh~ intendesse bene gli interessi cli ~lessina ed il proprio dovere, pro,·vedere alle scuole elemen• tari. • Ritorneremo sull'argomento 1 • E q11el nostro ottimo amico, a cui cloLbiamo le informazioni da noi pubblicate nel nu_mero del 29 dicembre, ci manda queste altre rnfor• inazioni in data 31 dicembre: « Prc~entemcnte l':1.ul.1della Facoltà di lettere non è arn.:ora in ordine : si stanno inverniciando Kli scaffali della biblioteca. I profcs"'iOri delle scuole secondarie sono in agitazione per man• canza di alloggi. Per l'impiegati dello Stato \li sono - se non sbaglio - quattro grandi padi• glioni : solo 6 o 7 vani d'uno di questi sono ri• ser\lati a funzionari del ~I inistero della lstru• zione Pul>blica. Per i professori di liceo-ginnasio sono state inoltre costruite baracche a due piani cli due stanze per piano. Se il professore ha famiglia numerosa. occupa tutta la baracca. Se è sca1>0l0 ha solo una parte della barncca, e - come dicono qui - fa da portinaio alla famiglia dell'altro professore. Molte ,·ohe il professore ordi11ario fa da portinaio alla famiglia del sup– plente •. )f. • Le lezioni della Facoltà di giuri!,pru<.lenza. so• 110 concentrate tutte nei primi tre giorni della settimana, per dar modo ai professori cli arri– \lare a ~lessina il lunedì mattina e partire il mercoledì sera, ne11e settimane .... in c11i si fa lezione. Il che non impedisce ni signori profes– sori di Giurisprudenza di «succhiare» le inden• nità cli rèsidenza anche per i giorni, in cui sono nssenti da l\lessim, )). LA Voci-:. la scienza italiana. rebbe che per noi italiani fin anche questa umile dermatosi pruriginosa sia una ragione di orgo• glio nazionale? Fu precisamente un maestro del prof. Morselli, Carlo Livi, bravo e dotto uon 1 t in ,erit.i, il quale ncd r85S costi in Fircnr.t tcnn'– un lungo discorso per dire come qualmente t, scoperta dell' acaro generatore della rogna vuo essere rivendicata ali' Italia. È lì n dimostrarlo la celebre lettera che il Redi (il predece~sor, del tedesco Hans Barth nella lode ditirambk dei nostri vini. ... anche su ciò, prof. Morsel\1 non abbiamo bisogno di rircvere dal di lii de/I. Alpi), scrisse a se stesso, a nome di quel Bo nomo scopritore e studioso dell' acaro, il qual, 801101110 a\'eva imparata la scoperta .... dal Vo• cabolario della Crusca e dallo s1,eziale Cestoni il quale alla sua volta aveva imparata la sco– perta dalla umile e pur \ICridica sapienza delle donne del volgo e dei forzati e schiavi rognosi del bagno di Lh·orno. \"ero è che questo signo1 acaro era noto anche fuor d'Italia molto tempo prima e indicato nell'opera di un'ahbadessa, Phisica Sanctae Hildegardis (metà del 12• sec.), t non igno·to neppure ad Aristotele. Il che 11011 impedì che il buon Livi togliesse occasione ad esaltare • questo sapere italico d1e /enne st'mpre la signoria i11lellett11a/e del mondo». \'ero è an– che che il prdodato neoscopritore dottore 13 0 • QUADERNI DELLAVOCE 4 EMILIO CECCHI RUDYARD KIPLING 5 ANTON CECOF RACCONTI Tradotti direttamente dal russò da S. JASTREBZOF e A. SOFFICI I QUADERNI DELLA VOCE sono raccolti da Giuseppe Prezzolini, editi dalla Casa Editrice Italiana, Via Valfonda, 9, Firenze. Essi inten– dono allargare e intensificare l'opera del giornale LA VOCE di Firenze. Fra giorni il 6~quaderno: SCRITTI CRITICI di RENATO SERRA. In vendita presso tutte le Librerie e Chioschi a centesimi 95 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy