La Voce - anno II - n. 43 - 6 ottobre 1910

41Q LA VOCE del regno; interessamento questo degli italiani alla vita d'una parte non piccola dei loro con– naiionali1 che 11011 mera\'iglierebl>e nessuno se si pensi che un principe germanico elargì, sarà ora un anno, mezzo milione di marchi alla Siidmrrrk. E se una buona volta sparisse questa bestiale fame di denaro, che in uno sciopero di brac– ci<rnti spingeva i proprietari italiani ad ingag– giare facchini sloveni fatti venire appositamente eia fuori; se ad ogni scuola della Cirillo e ì\le– todio la Lega Nazion:i.le avesse i mezzi di con– trapporre una scuola italiana; se ad ogni cit– tadino cui occorre una somma di denaro per poter vi,·ere, vi fosse una banca che lo desse senza sonoc~rlo con condizioni usurarle; se ogni acquisto cli terreni da parte degli sla,·i fosse prevenuto dal capitale indigeno, si vedrebbe allora che potente freno si sarebbe posto all'e– spansione degli slavi. )la, ahimè! e quando essi ci fanno guada- gnare?!... A. SPAJN1. T urlupineide scolastica. \"orremmo dire « sfacelo morale >. Proprio così! Ciò che accade in Firenze, da tempo, per l'adozione dei libri di testo nelle Scuole ele– mentari è semplicemente :scandaloso. Prima, in Firenze, non v'erano Dirèllori Di– cianici e le loro funzioni vennero accentrate dalla sapienza di Anuninistratori incompetenti 11ella materia, (per quanto, uno ad uno di indiscuti– bile valore), nella persona di un uomo che in– cominciò dall'essere Ispettore Generale, continuò col diventare Capo d 1 uflìcio e finì con l'assumere atti ed atteggiamenti da c::a.1'. Risultato curioso e fatale di tale stato cli cose fu l'asservimento cli ogni attività scolastica ai voleri d'un solo. Venne al 1904 la legge Orlando, seguita dalla circolare ciel 1905, che 1 in fatto di libri cli testo, conferi,·a agli insegnanti, veri e soli responsa– bili della scelta dei libri per la propria scuola, la corrispondente necessaria libertà d'esame e cli giudizio. Ed intanto si instituivano in Firenze le dire– zioni didattiche e disciplinari, a cui la nuova legislazione devolveva, ali' inruori di qualsiasi estranea ingerenza, l' iniziativa delle adunanze dei maestri per procedere alle adozioni. ?\la « lo czar >> non conosce legge. Egli la guarda ... e passa ; la sconfessa e la disprezza ; spoglia i direttori delle loro funzioni, i maestri dei loro diritti, penetra in tutte le adunanze da lui arbitrariamentt indette, influisce, preme, or– ganizza, insidia, abusa, in una parola, della somma dei poteri coercitivi e di intimidazione che il cumulo delle funzioni improvvidamente devolutegli gli dà nelle mani, e la fa valere an– che in un campo cl.e la legge sottrae intera– mente alla sua competenza. E crea interessi, li intreccia, li complica, li organiz?a, li dirige alle sue mire ed al suo programma e fa degli affi– liati. pronti a portarne la voce là· dove a lui pil't interessa farla udire e premere. Quello « dei libri di testo )> è il campo che egli predilige per le sue « esercitazioni funam– bulesche ». Campo veramente pratico, nel quale egli, uomo praticissimo, è naturale voglia entrare per forza, malgrado una legge gliene interdica l'ingresso. Egli (eccellente maestro d'aritmetica) ha delle « vedute didattiche » così sicure, cosi infallibili, rispondenti cosi matematicamente ai suoi postu– lati, alle sue equazioni, ai suoi teo1'emi educativi, che intuisce dalla semplice coperta se un libro, anche estraneo alla sua materia, sia adatto o no alle Scuole di Firenze. Anzi (vedi potenza cli penetrazione!) è proprio e solo dalla coperta che egli giudica ... e manda i libri di testo. ì\la i maestri, i soli arbitri nei paesi per i quali c'è una legge, sono di contrario avviso : dopo tre anni di (ahi quanto dura!) prova, manifestano lo scontento pei libri loro imposti. Alcuni spin~ gono la loro audacia sino a chiedere ali' Ispet– tore generale il permesso di mutarli, gli mostrano anzi le proposte di nuovi libri da mandare al Provveditore. Lo C::ar li manda via, li dissuade, e le proposte 11011 vanno avanti. Altri, che ha letto la circolare del 1905, d'accordo col proprio direttore, o con la propria direttrice, presenta direttamente nel mese di giugno, le sue pro– poste al Provveditore e se ne sta sereno e sodi– sfatto del dovere compiuto e del diritto eserci- · tato. Altri attende che il suo direttore, come prescrive la legge, aduni gli insegnanti della scuola per la scelta dei libri ed intanto ne esa– mina parecchi nuovi, e li studia e rnatura la sua scelta. Ma il Direttore, uno dello Stato Maggiore dello Czar, non si muove: attende alla sua volta il cenno dello C::ar, il quale lo tiene a b: 1.da . Finalmente un gruppo d 1 insegnanti capisce il giuoco, si aduna, decide di protestare, vota un ordine del giorno affermante il diritto della li– bertà di scelta ed il volere di esercitarlo e dif– fida i direttori a mettersi in regola. Lo C::a1' scatta allora : direttori ? Chi osa dire dire/tori? La circolare ciel 1905 non è legge; la legge sono io e subito, con prea,·viso di sole 24 ore, aduna prima le insegnanti del corso supe– riore1 poi quelle del corso inferiore e qui proclama altamente la sua onnipotenza e, per ostentare la sua costituzionalità le invita a votare ~u di un garbuglio di quesiti, il cui contenuto i:. questo: Volete aiutarmi a violare la legge i Questo con– cetto abilmente mascherato, non è compreso <la quelle buone signore : la votazione si fa e ne spuntano delle risposte assai amene. i\lolte ri– rispondono di pensarla al contrario cli ciò che avevano detto e fatto poco prima. i\la· qualcuna si leva e protesta. Dice di avere scelto il nuovo libro per gli anni prossimi con coscienza e con la libertà che le conferisce la legge e cli averne presentato proposta al Provveditore nelle forme legali e protesta di non riconoscere la validità dell'adunanza. Legge l risponde lo C::ar, ma quell~ non è legge, la sua proposta è nulla. E siccome delle proponenti di nuo,·i libri ce ne sono non intervenute a quell'adunanza, lo Czar il giorno dopo le chiama nel suo ufficio, una ad una, e cerca di indurle a rispondere agli insi– diosi quesiti che devono metterle in contradi– zione con se stesse. Qualcuno ci casca, altri sfugge o respinge di– gnitosamente l'insidia. Po.i vengono le adunanze del sesso maschile divise pure in corso inferiore e corso superiore. Qui le cose vanno diversamente: lo czar pre– vede battaglia, ha bisogno cli numero e quindi v'insinua gli ascari <lei corso inferiore, che poi faranno la loro parte nella loro sede. ~la le proteste son recise 1 la circolare ciel 905 s' in– voca a ,·oce troppo alta, l'illegalità di quelle a– dunanze si proclama troppo forte, le pregiudi– ziali di nullità della stessa si èlev:ino con troppa evidenza; lo czar, da buon matematico, ripiega e dichiara che c1uell'adu11a11za t: accademica, 11011 lega nessuno, che malgrado llltti i deliberati che da essa potessero sorgere ognuno avrebbe con– servata ia Sli.\ libertà di proporre, di scegliere i m10,·i libri, ma prega che tutti votino i que– sili quei tre quesiti significanll: \·iolazione della cir~olare ciel 1905 nella procedura e nelle dispo– sizioni positive. l\la in mezzo al caos di prote– ste, cli astensioni, di voti compiacenti, u!1 prin– cipio emtrge, ed è la vittoria della legalità, do– vuta alla resistenza dell'elemento indipendente: che cioè 11011 in que!Fadunanze si può procedere alla scelta dei libri,ma in quelle che ciascun diret– tore dovrà indire nella sua scuola, a norma di legge. . i\la le intenzioni recondite dello czar erano e sono diverse. Egli, al I\linistero che lo avea ammonito nel giugno cli fare quanto occorreva perchè si provvedesse alle nuove adozioni in Firenze 1 vuole, con quell'aclu11anza, che ru: co– stretto a dichiarare platonica, dare ad intendere di aver già provveduto. E ad ingannar PuOicio del Provveditorato è riuscito digià. l\Ia ·d ò eia facile cosa nelle attuali condizioni di quell'ufli– cio: un Provveditore assente (ciò è poco male 1 perché quando c'è, è lb stesso e pure peggio); un R. Ispettore funzionante eia Provveditore per le scuole elementari, padre cli una supplente effettiva maestra comunale. Un altro ispettore R. padre di un figlio rappresentante di una Casa editrice interessata allo « statu quo». !\on sappiamo degli uscieri ; ma ce ne informeremo, perché la campagna iniziata con questo articolo avrà un seguito ed una fine, speriamo utile, con l 1 aiuto del ?\linistero, da cui i maestri ricorrenti attendono le provvidenze. Avv. D. D1 LEO. La Yoce ha acullato questo adicolo per l'in– teresse allo di 11101,ale, di libert(ì e di legalità c/1epresenta la questione, lasciando atto scrittore la. respons(lbilità. dei fatti particola,,; affermali, che del 1'esto resu!tano anche da atlre pubblica– zioni avvenute e 1101t coulradelle dagti interessati. Si intende e/te continueremo ad orcupard della cosa avendo di mira soltanto, come sempre, gli ùJ/eressi della cottura e delta scuola. LA \'ocE. Natban e i modernisti. Caro Pre::zoli11i 1 Milano, 30 Seuembrc 1910. Chi piglia sul serio Xathan? Non solo Pio X 1 che merita tra parentesi, maggior rispetto dì quel che non gli usi S. S. nell' ul– tima Voce (certe leggerezze cli linguaggio sono veri e propri peccati contro la storia e contro lo spirito!), ma anche i modernisti o almeno molti che amano dirsi tali. Leggi le corrispondenze romane firmate G. Q. nel Secolo di questi giorni e te ne convincerai. !\la c'è di più. Nel Lavoro cli qualche giorno fa un dr. Asch. cli vecchia memoria, dopo aver definito « veramente gigantt:sca e profetica » la voce del sindaco di Roma, ci da la consolar.te notizia che « un gruppo cli sacerdoti modernisti romani ba già preso l'iniziativa di porgere a.I sindaco di Roma un ringraziamento collettivo in unione ai modernisti di altre città ». E parlando degli effetti del motu proprio lo stesso dottore in modernismo aggiunge: « giuramenti, sper– giuri1 condanne, anatemi, scivoleranno sulla co– scienza (dei sacerdoti modernisti) senza far presa, ed essi si sentiranno liberi e in diritto cli ripe– tere dopo il loro supplizio - la parola di Dio non può essere vincolata ». Disgraziati ! Dinanzi a simili documenti d'involuta psico• logia settaria e di cosi sfacciato demagogis1110, a me vien-ratto di ripetere ciò che il nostro Pt– guy 1 dreyfusiano della prim'ora, dice della dege– nerazione repubblicana: « Prendre son billet au départ, d:tns un parti, dans une faction, et ne plus jamais regarder comment le train roule et surtout sur quoi le train roule, c'est, pour un homme, se placer résolument clans les meilleu– res conditions pour se faire crimine! ». I mo– dernisti seri e onesti, se ancor ve ne sono, ci pensino. Credimi tuo aff.mo ALESSANDRO CAS,\Ti Caro Casati, Non credo aver peccato contro la storia, e dunque neanche contro quella me– ravigliosa sua parte che è il cattolicismo. ln quelle mie dieci righe non trovo <Jlaver trattato male il Papa,- e naturalmente: percht: trattar male il Papa significa non rico11oscert e non ca– pire quel buon numero d' mn.mità che ancora ha fede 111 lui. Cioè significa essere un Natlmn : be– stemmiar quello in nome di cui si afferma cl'esi– stere e di lottare. Chi ha trattato male il Papa C Pio X. E appunto causa la storia 1 è logico noi si sia contro di lui. S'inlende che non mi son mai pensato tli ac– costare come persone Nathan a Pio X; perché quel povero papa Sarto dev'essere un bonissimo diavolo, e '.\fathan è quel miscuglio cl' opportu– nità sbattuto a panna con l'aiuto di parecchi grammi d'insipidezza zuccherat:1. 1 che uvli ~2.p– P!a~no. lo li ho presi come firme ed esempi ti- p!CI. Sempre suo SCiPIO SLAT.\PER. Ecco un uomo di spirito: Poichè hl legge mi con~cntc il diritto di 1ispi>stnni mediocri avvenimenti di cui il signor Giuseppe Paliziolo, di profe&sione te– nente di c:m1llcria. ha sentito il bisogno, con l:t collaborozione di due 11uoi.::olle~hi, d•informare l'ospeuantc: Italia, ne uso (un po' tardi, n,·endo tardi conosciuto In pro~n di cui i-opra} pc1 una bre,·e d1chiora1ionc. li signor Pnlizzo.lo ,·oleva b:atlrrai con ene e io non ho voluto: perciò e~li n ,n m1 t•ene per gentiluomo. l11fa1ti, io non sono un genuluomo alla maniera det codici covalle_re~chi: sono tip• pena un galantuomo, che ~i <;tudiadi non infos11d11eil prossimo, maschile o remminile che l!ia, ma di rhpcttarlo per pretenderne rispeuo. Ilo delle occupazioni sede, una fumig in, un concetto nbba• stanza chiaro delln modesta mo piana e 5Cmplìce eJucuzione bor– ghese; dico pnneal pane, e a chi mi dà noia gli aggenivi qualifìcalivi che il vocabolario della linçua p.1da111mette :1. di.,poaizìone dei nemici delle drconlocuzion1. Poi, se gli aggeui,·i scouano. mi tengo pronto a renderne conto nl mag1strn10 1 •icuro che il ina– gistrato ha dello correttei:za e dcllu scorrcuezui dei cittadini uno opinione til sos1anz10"'0. rafizi~or: eb~ce~ Ma v:;~i c~~~c~~:d~l\~bt:ii~~i Jrbu~n s!~~~: d1 occuparsi di fotti un po' 1treuamente pertinenti al bene insc• parobile del Re e dellt1 Pnuia. RICCARDO C1utt>I, (.Ommerciante. Milano. 29 sellembre 1910, tDnl Giornale d'ltlllia). ANGIOLO e IOVAN NOZZI' gereule-responsahile. Firenze - Slab. Tip. Aldino, Vi, de' Renai, 11 • Tel. 6-85. Bibloteca Gino Bianco Editori GIUS. LATERZA & FIGLI Bari Sono uscili i primi quaffro volul7/i degli SCRITTORI D'ITALIA (Grande collezione che si comporrà di circa 600 volumi) Formato 8. 0 in carta a mano. lirici marinisti a cura cli llENEDtTTO CROCE BANDELLO M .. I.e Novelle, voi. I a cura cli G-. ilROGNOLIGO GOZZI C. - .A/e111orie ùmtili, \"OI. J a cura di G. PREZZ01JINI DELLA PORTA G. B. - /,,e Com.medie, voi. r a cura di V. SPA)IPA:--:ATO. SEGUIRANNO SUBITO ALTRI VOLUMI DELLA RACCOLTA L. 5,50 » 5,50 » 5,50 » 5,50 Con L. 40, pagamento anticipato, si ha diritto a scegliere dieci volumi degli SCRITTORI D'ITALIA tra quelli che saranno pubblicati. - Domandare le schede di abbonamento. "f{ece11fissil7/epubblicazioni: CROCE B. - Scritti di storia Lei/eraria e politica.: voi. I - SAGGI svtt.A LETTER,\Tl'RA L. 6,00 ITAIJIAXA DEIJ SEICENTO. FERRARELL[ G. - lJ/emorie militari del ~1rez::ogior110 d' flalia. KANT E. • Critica dei/a ragion pura - parte I I TARI A .. 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VIAGGIO IN ITALIA (1803-1804) aggiuntevi pagine dai « Martiri » e dalle « Memorie d'oltretomba ». Traduzione prefazione e note di Giovanni Rabizzani. Pag. 144 L. 1,oo 2. P.-L. CouRIER. LETTERE DALL' ITALIA (1799-1812) aggiun– tavi la polemica per la macchia d'inchiostro sul Codice Laurenziano con un facsimile della macchia. Traduzione, prefazione e note di Gio– vanni Rabizzani. Pag. 144 L. r ,oo IN VENDITA PRESSO I PRINCIPALI LIBRAI E " LA VOCE ,, FRANCESCO PERRELLA, Editore - NAPOLI Co11ezlo:n.e del ~lstlol 1 Novalis, a cura di GwsEPPE PREZZOUNI L. 2.50 Libretto della vita perfetta, traduzione e introduzione di G1u- SEPPE PREZZOLINf. l> 2.50 Scritti e frammenti del Mago del Nord (J. G. HA?.IA~N), tra- duzione e introduzione cli ROBERTO AssAGIOLI » 2.50 Guida spirituale del Dottore i\lrcHELE DI Mou-:-10:., con introclu- zione di GIOVA-:-IN! fhrENDOLA Il filosofo sconosciuto (L. C. DE SA1:-1T i\f,\11:rrn) traduzione, introduzione e note di ALDO DE RINALDIS . 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