La Voce - anno II - n. 33 - 28 luglio 1910

368 LA VOCE anno, si salì ad un massimo di più che 300 nel terzo, mantenendovisi. Solo q6 cli questa cifra lo frequentano. Vi affluiscono giovani, signorine e fanciulli : vi concorrono le banche e altri uflici, che vi mandano 1 in media il 3100 del loro personale giqvane. E suo scopo precipuo: imparlire ai soci le lingue straniere, e fornirli di una coltura gene– rale, cònsona alle esigenze della vita moderna; seguendo, nella divisione didattica, questi cri– teri : francese 4 corsi, tedesco e inglese 3; poi corsi liberi annuali di letteratura italiana, spa– gnolo, stenografia, disegno, calligrafia: le quali materie sono come a complemento di quello che i soci, la maggioranza studenti, appetiscono nelle scuole secondarie e normali. Vi sono due sezioni : una fenuninile ed una mista; le disposizioni pel corpo insegnante or– meggi~no i regolamenti governativi per le scuole secondarie 1 vi sono ispettori di turno e il tutto è regolato da una Commissione per gli studi. In giugno si fanno esami e i risultati sono ge– neralmente soddisfacenti, anche perché di ma:;– sima per le lingue straniere si ricercano inse– gnanti della stessa nazionalità della quale im– partiscono l'idioma. Fin qui tutto bene. l\la l'attività maggiore del circolo si esplica o appare maggiormente nelle sale di \etlllra della biblioteca e nelle sale di giuoco e di conversa– zione ove vampeggia un'atmosfera che non sa di studio. Vediamo la biblioteca: è freqHent:1.ta da soci e non soci, ha un ricco ed eclettico materiale bibliografico 1 scelto con criteri di no~ torietà più che altro ; un materiale vario e sotto aspetti eccellente 1 ma non bene organato nè si– stemato. l\la cosa si legge? ahi ! qui si zoppica da tutti e due piedi : un diluviv di novelle, di racconti, di teatro, di viaggi ; la storia, la critica storica o letteraria 1 la sociologia, i libri di pensiero non sono neanche guardati ; le signorine divorano romanzi addirittura 1 e fossero quelli dove c' è arte e vita t ma s'imbevono dei romanzieri ac– chiappanuvole come I' Al berli {invece Balzac lar– gamente rappresentato ha due o tre richiec;te al mese) ; esse formulano questo assioma : « noi lavoriamo tutto il giorno, alla sera perciò cre– diamo aver il diritto di divertirci con una bella pagina di romanzo! » e queste belle pagine sono del Gréville e della Werner: i libri di que– sta h..1.11110 avuto, in tre mesi, cinquanta richie– ste, e così di Jolanda che passa per una grande scrittrice. Di certi autori 1 come il Fogazzaro, si è dovuto procurare i Juplic.1ti ; i libri più ab– bracciati sono nalUrnlmente quelli che hanno sapore di novità, poi dissetato a garganella il morboso curiosismo, non li guardano più ; così si accetta con un certo beneficio cl' inventario la fama di questo o quello autore senza ripas– sare la lista a dovere, per vedere se il piatto è di sostanza o pure è un manicaretto cli trissotti– nismo. i\lescidanza cli pastrocchi dunque, ma roba forte eia irrobustire, niente; per citare un nome, ciel Carducci si legge solo qualche poesia. A iinpicciolire e intristire le anime ci sono le schifosissime efemeroteche, in cui si appaga la virtù visiva e si roltivano le frascherie cielle ra– gazze e le sciempitaggini dei giovani : anelale un po' a vedere do1::.otre giorni d'arrivo l'Illu– strazione Italia.na, La lettura, La Dama, die IVoc/1e, Tlle A"inlJ e vedrete come sono aurite e sfogliettate, ma date una strizzatina alla Critica, agli Anuales, anche dopo un meste vedrete che pulitezza e che ordine! L'Università Popolare. Ha inaugurato quest'anno il suo decimo anno di vita, estendendo la sua azione in tre princi– pati centri cli Venezia. Ogni sede ha il suo programma, da svolgere nel corso annuale, che comprende un po più d'una quarantina di conferenze d'argomento va– rio: letteratura, geografia e storia, belle arti e musica, scienze giuridico-sociali, medicina 1 ecc.; molte di queste lezioni sono per vero eccellenti, organiche, chiare, con una esposizione misurata, severa in relazione alle intelligtnze che devono riceverle, ma molle ~ltre sono frascami didattici 1 p11re ambizioni personali cli pseudo-scienziati e pseudo-artisti : della efficacia delle quali ci sa– rebbe da dubitare, e quindi di poco giovamento al popolo. fn generale poi, a Venezia, ci si com– piace dei bei dicitori reboanti, di coloro che sanno pargoleggiare la parola 1·a1·e et précieusc, che danno i colpi di gran cassa a tempo oppor– tuno, dei quaresimalisti; senza occuparsi cl' in– vestigare se vi sia sostanza e corpo vero. Per es.: il consiglio direttivo della U. P. (che cosa ci fa dentro certa gente?) non ha mai saputo trovare il tempo e l'individuo che parlasse al popolo della filosofia 1 dei fondamenti e delle fi– nalità dello spirito, quasi che la filcsofia fosse qualchecosa di astruso, cli superiore, d' inacces– sibile, e non piuttosto qualche cosa come una religione che deve fondersi colla vita. Nel popolo sono bisogni urgenti e nascosti, che non quelli soltanto della materia e del senso estetico ; il popolo soffre più che le altre classi dentro un'oscura ganga cli dolore, dentro un in– determinato bisogno cli elevazione: bisogna ri– schiar~re quella. gang:1., dare un nome a quel bisogno ; questo devono fare gli educatori po– polari. ì\leno retorica quindi: meno storie d 1arte: il popolo veneziano ha insiti elementi naturali d 1arte e di poesia e si va a rischio cli sciuparli colla vostra mancanza di gusto artistico ; meno scienza e letteratura: 11 intellettualità eccessiva conclude sempre ad una debolezza politic;i, e noi abbiamo bisogno di esser forti in questo campo; più elevazione d 1animo e di coscienza invece, più sincerità, più verità. Scuola Superiore di Commer• clo e Scuola Mediadi Commercio. La prima è una scuola che ha dato sempre buo– ni risultati fino dalla sua fondazione : ha un buon nome all'estero, tanto che giungono studenti dall'Inghilterra e dalla Germania e da altre na– zioni. I professori sono quasi tutti ;ill'altezza del loro magistero: 1 1 insegnamento è !-erio, ordi– nato: una delle cattedre meglio tenute è la scuola cli banco. Tra le personalità del corpo didattico c'è il Fradeletto che fa letteratura 1 molto severo a quanto mi si dice 1 agli esami ; ma, che molto spesso, per disimpegnare il suo mandato poli– tico e anche non politico è costretto a farsi so– stituire da t111 supplente 1 che stipendia a sue spese. Direttore cieli' Istituto è il letterato En– rico Castelnuovo, a cui si può rimproverare una certa indolenza direttiva, forse dipendente dal– l'età. Certo che con una più diligente e oculata dilatazione di réclame nelle coste d 1 Oriente 1 la Scuola cli commercio veneziana potrebbe at– trarre nel!~ sue aule una maggior quantità di giovani asiatici e africani, come avvenne nel pas– sato. Una scuola sorta per iniziativa privata di pro– fessori e funzionante eia qualche tempo è: la « scuola media cli commercio» che sta atten– dendo la sanzione regia. Intorno al nuovo isti– tuto, è sorta, in città, qualche questione, che si può ridurre ai seguenti brevi termini : in gene– rale, si dice, questa scuola - tranne qualche piccoh1 differenza nelle materie - è un dupli– cato della sezione ragioneria degli Istituti te– cnici; ora, po1chè essa dipende dal ~linistero di agricoltura e commercio, prima cli darle un avviamento stabile e concreto, non sarebbe più opportuno aspettare il risultato degli studi della commissione reale per la riforma della scuola media? L'osservazione mi sembra giusta. Istituto Veneto. È l'esponente massimo clell'accaclemismo ve– neziano1 dipendente in gran parte eia Padova, e composto 111assi111.1mente di professori universi– tari, paludosi e infossati nel loro quietismo eru– dito, valentuomini risecchiti nello spirito come pellami di dromedari sudanesi. Questo chiuso sinedrio, ha biblioteca e sale di lettura, 111a son pochissimo frequentate, igno– rate da molti : ci si fa vedere, talora 1 qualcbe professore e qualche ingegnere. Nondimeno pro– muove t bandisce co11cor~i relativi a questioni moderne, alcuni buoni in verità, per la scelt~1 dei temi, come quelli di quattro o cinque anni fa : « I 11-ovi offici sociali della.do1111a » e « L 'f1S– setlo economico della società presente e la respon– sabilità famigliare.>> Ma il concorso (dove sono i nostri sociologi e professori di filosofia morale?) fu disertato. Federazione antialcoollsta. E una sezione della Federazione italiana e mira 1 come è facile comprendere, a. persuadere i lavoratori degli enormi danni derivanti all' in– dividuo1 alla fa111iglia1 alla società 1 dall'abuso del vino e dei liquori. Quest'anno, d'accordo colla sezione primaria della Lega fra Insegnanti, ha promosso un corso di 15 lezioni sul!' insegnamento antialcoolico, in modo che tanto nelle associazioni operaie, quanto nelle sfere del mondo picci110 1 i propagandisti imprimano, con intelletto ed amore, le dolorose conseguenze originate da un simile vizio. Le le– zfoni sono ìmµartite gratuitamente eia medici 1 insegnanti <:: professionisti, e secondo le inten– zioni di chi le ha promosse 1 il programma do– vrebbe essere coordinato in modo da « costituire un complesso organico cli sana e moderna col– tura utile a tutti » in particolar modo ai maestd ed allieve del lll corso della R. Scuola normale. Alla fine del Corso è rilasciato, a coloro che si sottopongono all'esame, una specie d'attestato d'abilitazione ali' insegnamento. Non è chi non veda i lodevolissimi intendi– menti di questo organismo, che a Venezia 1 be– vitrice di vino, dovrà incontrare enormi diffi– coltà. Il concorso operaio poi, sarebbe anche maggiore se si fosse pensato a sopprimere qual– siasi tassa d 1 inscrizione, comunque minima : propagande di simil genere devono avere un carattere di assoluto disinteresse. Un tentativo ardito e che mi piace additare C questo : proprio uno dei centri più popolari di Venezia 1 a Castello la federazione, ha aperto da circa un anno uno spaccio di bevande antialco– oliche1 ma finora ha dato sconfortanti risultati. E credo che difficilmente ne darà di migliori in seguito. Case editrici e librai. Anche chi abbia solo un po' di coltura bi– bliografica, sa quale ricchezza e quale suprema eleganza rappresenti Venezia nella storia delle stamperie italiane. Nell'ultimo cinquantennio 1 - unici che si sono riattaccati alla tradizione - sono I' Ongania e il Rosen, che formano di padre in figlio una catena di artisti ciel libro. Non mossi solamente dall'impulso del traffico 1 ma guidati anche da ideali aristocratici, hanno dato delle riproduzioni ottime, continuando le tradizio11i del colorito lo– cale, la vivificazione della intristita arte veneziana, curando le migliori rappresentazioni artistiche 1 spesso soccombendo economicamente ali' indif– ferenza del pubblico italiano. Ferdinando Ongania specialmente 1 s'è impe– gnato in opere di grande valore, come la ripro– duzione di tutta la Basilica i\farciana, ricomin– ciata nel 78 sotto l'assistenza di Ruskin, l\fin~ ghetti, Uzanne e altri. Gl 1 italiani, dico i privati, ne acquistarono circa 30 copie! Ho sentito dirmi più volte eia questi editori che se non ci fossero gli stranieri, potrebbero installare un bar. ... Un altro benemerito della coltura veneziana fu il Visentini che tempo addietro, fece una ac– curata edizione « Diari Samtliani » ,· un 1altra casa editrice sarebbe I 1 « Istituto veneto d 1arti grafi– che» ma non ha dato prove, finora, di grande perizia artistica, nè tentativi cli pubblicazioni o riedizioni cli testi antichi (1). Collezioni editoriali cli classici, filosofi e lette– rati non parliamone. I librai smerciano lo smerciabile : opere scolastiche, accademiche, rarissimamente d'idee nuove; a Venezia 111anca1 inoltre, l'assòluta co– munanza fra editori e scrittori, forse perchè an– che mancano i librai intellettuali. La musica. Il venezia110 1 romantico per eccellenza 1 favorì sempre fra le arti, la musica, che ebbe in Ve– nezia le più nobili tradizioni, sin da quando S. Girolamo esaltava come « coro cli beati » i padri cantori di Aquileia. Una storia della mu– sica veneziana sarebbe forse il libro più rappre– sentativo dcli' indole e del sentimento dei vene– ziani. 1 011 c'è stato poeta che scrivendo di questa città, non abbia cercato di tradurre nelle sue pagine la misteriosa sinfonia dei suoi ca• nali. La musica aiutata dal dialetto dolcissimo e favorita dall'ambiente dilettoso fu sempre cara anche al popolo. ::"\ elle classi medie essa fo?se permane a maggior co111pe11sodi altri difetti. Il liceo musicale Benedetto l\larccllo, r;cco cli un eccellente corpo di professori, licenza ogni anno degli interpreti e delle interpreti della musica, il magisterio d 1arte dei quali è veramente raro e pregevole. ì\lARIO GIRARDON. ( 1) Qu:1khc lipt'grnfo-editore ha pubblicato qualche romallU> libreuo dt roesie, studictti locali, monogr•fif:, ma 0011 si ,·a più.in 1:1. ANGfOL0 Gi0VANNOZZI, rerenle-responsahile. Firenze - Stab. Tip. Aldino, Vie de' Renai, 11· Tel. S-S5. Bibloteca Gino Bianco Casa Editrice R. 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O.ca . mau;c::il:floo ~01'-1me cli PP• e5g4, •in S" a;cra.c-..de • Lire 10,00 Ultime pubb/ica:{ioni: HuME D. Ricerche sull' lotellelto umano e sul principi! della morale, tradotte da G. Prezzolini. Voi. in go di pag. XVII-JI 8 . . L. 6,00 F1CHTE G. A. Dottrina della scienza tradolla da A. Tilghcr. Voi. in 8" di pag. XV-280 . L. 6,00 KJNG B. E OKEY T. L'Italia d'oggi. Terza edizione italhma con l':iggiunta di un capitolo sull' ltali:1 dopo il 1900 Voi. di pag. XVl-587. . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 4,00 GEBHART E. L'Italia mistica. Storia del rinascimcato religioso nel Medioevo. Traduzione di A. Perotti. Voi. di pag. 250 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L. 4,00 CARLYLET. Sarior Resarlus. Traduz. e note di F. e G. Chimcnti. 2' edizione. Voi. di pag. XVI-333. L. 4,00 VoSSLER K. « La Divina Commedia >> studiata nella sua genesi e Interpretata. 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