La Voce - anno II - n. 29 - 30 giugno 1910

LA VOCE per la confraddi:io11 rkc 110[co11se11/c ». Contrad– dizioni dunque ce ne sono state di belle e buone: anzi chi avesse pazienza cli scartabellare le cro– nache giudiziarie, tra rei gerghi e sucidi odori, ne troverebbe for-.e anche di brutte e cat– th e. Detto ciò noi non ci associcremo almeno io non mi associo) a «-1uell' immacolato Catone che è il rii,pcllabile pubblico quando esso vuol fare dei periti alicni .. ti (anzi, a\'endo riguardo alle mie due peri✓.ic di 1,ei anni fa, dirò 11oi µ. riti 1tlic11i.sli) altreuanti miseri seguaci di Simon Mago. Contro la quale accusa io sono un esem– pio vivente e palpabile, che nelle mie due pili volte citate pcri,.ic rimisi un venti lire del mio cassetto particolare. ~la c'è iiwece tutta una serie di ragioni per le quali dei nostri errori e leggeri giudizi e <lcllc nostre contraddizioni anche a noi periti va data la semiresponsabilitA se non la irres1>0nsabilità totale. Prima di tutto la gran miseria delle nostre scienze, nella <1uale direLbe Goethe: \lo•• wu1 nicht wa1O, d•• cbeD b1111chl0mtn 11ad wu m•n wtun, kann m•n nkht b11uchen Al che <;i aggiunga che spesso (senza axer battuta la testa, anzi non sapendo dove batterla) noi siamo, credo, dei suggestionati od autosug– ge1,1ionati: e la suggestione può comporsi di una serit! di clementi, forse inavvertiti dalla co– scienza stessa del perito. Primo, la smania di tpalcr lt- /Jourgrois con grandi o;piegm:ioni pam• dossali. Secondo, la pict:\ per chi è caduto o è stato spinto nel deliuo o vice\'crsa per la sua villima. Terzo, la tenerezza per la parte che, consultandoci, seduce la nostra \':111it..\unrnna ad abbracciare la 'tua c:rnsa. Quarto, il piacere• di contraddire a 1111 egregio collegn. ; e la sapien• za italica di Francesco Guicci::ardini insegna che « il medico per la .DUaambizione e per le emu– lazioni che sono tra loro è uno animale pessimo, sanza coscien1.a e sania rÌ'>i>Ctlo; e anndo la sicurtà che gli errori loro si possino male ripro– \'are, pure cht:. c,;alti !)e e deprima il comp.1.gno fa ogni di uotomia de' corpi nostri ». Quinto, il possedere un cli <111cicern:lli che Galileo dice • atti pili alla loquacitil cd alla o!tlenta,done che alla specolazione ed inn:stiga.cione dclii! opere J)iù segrete di naturrt; li c1uali, prima che ri– dursi a profferir quella i,a\'ia ingenua e modesta parola 11011 lo so, scorrono a lasciarsi uscir di bocca ed anco dnlla penna qual :,i voglia grande csorbitan.w ». Sc~to dcmcnto di ca11iva :,ug– ges1ione al perito è quello che lo investe e lo inebria salendo dalle fucine del lombro..,ismo - c1uesto gran fenomeno di leggerezza e suptrfi– cialit:\ di giudizio, di indebolimento critico, di presunzione, di a\ \'Cntaten.1. e di iattanza, che si è propagato ._,cervelli torti e deboli non al• trimenti che faccia il fuoco alle cose ~ecche o unte quando molto gli sono a\·vicinate. Come Niet.tschc vole\'a scrivere la sua accusa 011 al/e Wande wo u "'" W4mlr sl11d, cosi noi dobbia– mo ~rivere in tulli i muri, da 1:>ertutto do\·e ci sono dei muri, la noMra accu:-.a contro c1uesta calamità che si \·orrcbbc ancora far pa:,sare quasi come una seconda cdi.tionc ddla gloria di Ca• lileo, il di duo che aveva :,;cri110: • Questa cosi \'ana prc~un~ionc d'intendere il tutto non può aver principio da altro che dnl non rt\'Cr inteso mai nulln •· Nelle <1u.ili pnrole, caro Prezzolini, mi pare che sia adombrata una buona parte della psico– logia delle perizie psichiatriche. J\LIJKRTO V1mRANI. La carta del T ouring ed il nazionalismo. 1..a d1rc:z.io11e dc:I Tourmg Club è attaccata da ris1>ondc:re: - Il passato non è il presen1e; _ ma più parti causa la toponomastica usata nella carta risalgono :1.llepreprecede,ize, e dicono: - Siete automobihstic.a ddla Venezia Giulia. Utile che gl' italiani s' intere-.~ino della questione perchè è più im1>ortante di quel che pare. 11 fatto è questo: volendo il T. C. I. compren• dere frll le sue 58 c:nte touristiche al 250.000 anche le rt'gioui confinanti al regno d'Italia s· è trovato di fronte n una difficoltà gr: 1.ve: fa bilin. guilà delle località trenline o la bi • 'O addiri1t11ra triliuiuilà delle gi111in11e. Per •piegare, un po' schematicamente: nella regione Giulfa - dove l'affare è ph'.t aggrovigliato - c•~ una denominazione storica i1aliana che ri– sale al dominio o romano o veneto. (Quasi sem– pre im1>0ssibìle s1nb1lire se cotesti sfan nomi indi– geni lalini:zali oppure veramente lalit1i. Sar:111110 naturahnente e l'uno e l'altro: ma ciò non ha im– porlanu1 che per i glo1tologi e i nazionalisti a bai.e di precedenza cronologica. I primi docu• menti li danno romam). Gli sloveni e i croati che penetrarono nei nostri paec:i più i.pesso per inva– sioni e come gentile seguito dei vari eserciti bar– bari, ma 11lcune volte certo :rnche perd1è chia– mati a colonizznre terreni difficilmente sfrnt• tabili, trov;uono quc.<itinomi e 11a/11r(l/11u11le li trasformarono. Non bisogna dimenticare che pa– recchie delle nostre ville, anche se la località aveva nome romano, cominciarono ad essere abi– tale appena dngli slAvi. I nomi slnviz:i:ali a poco a poco furouo us.1ti 11alm·alme11te anche dagl' ita• liani che, quella volttt, nella sincera co!<lcien1.adel proprio predominio commercial~-fina,1ziario-colt11- rale non si sognavano neanche che nome slavo a villa slava fosse delitto di lesa nazionalitfl. italiana. Invece nelle borgate istnaue dove a 1>0e0a poco (mollo 1>iùtardi) gli slavi immigrnrono dalla ca:u– pagna, conti11ui1ndo a sussistere in minoranta o in maggioranza gl'italiani, si ebbero due nomi; l'o-, riginario it.iliano e la sua traduzione o riduzione o storphunento slavo. (Ci sono però anche nomi 11lavicompletamente autonomi). Ne!l'epoca delle dominazioni feudali i conti - tedeschi, quasi sem– pre - por1aro110 la denominazione tedc:sca ; cioè i11ven1aro110 1111 nome teclesco per il loro castello. Nome che qualche rara volta rima<ie, stoq>iato, anche J)l'"rla \•illa che si formò intorno al t."astello, ma più s1~sso 11011 influi affatto sulla denomina• zione auteriore. Tulle cose naturali, per il buon senso. Ma intorno - e :rnche prinu. t: anche dopo - del quarnntotto, grande ris\•eglio di nnionalità. I pangerm.111i~1id'improvviso si fan fo1ti dei nomi feucl,di pc:r d11nostrare I 1010 diritti in una rtgione dove i tt::ckschi son nientemt::110 che il 3 °/ sulla iotaht.\ ! I nazionali ... u itali:rni - 11011 tanto pili sereni e tnrnq•iilli come 1uima - affermano tutti i nomi sl.wi prepoten~ e 11.:mrpaz1011e ; 1>escano negli .trclm i e riap1,licano (e qunh:he volta I' in– ventano) ):li autichi nom~ il:dmni. I 11azionalis1isla\•i, \ i.,to che gli italiani si ba– sano su precedenze storid1e, non si contentano <li voi, latini, che a\'ete stor,>iato i vostri nomi indi– geni. - E cosi applica110 i loro nomi, traduzioni, storpiature, falsi ri:salimenti etimologici ecc. a posti di anche ll'(S0l111aprev:,lenza numerica italiana. (Un esempio li pico riassuntivo: poco <listante da. Tergeste rnmau,1 c'er.1 mm loc;11itàchi;lmata Si/va. Ognuno capii.ce: una selva, poi una cnsn, due c1tse: villa: e il nome resta. 11 feudalismo tradusse il nome Silva in Fmsl. Gli :--lovenilo corrup1>cro in Dorsi. I tedeschi dicono: 11 Bor!'ltè storpiAtura dell'origi. nario 1-or•a. Gli i1aliani dicono: Ma For-;t ~ tra• duzioue di Sii va; dunque Selva; dunque - con l'aiuto <lei s,1111i- S1wl'A11l011io ;,, Selva. Però naturalme11t1! neanche i pili degli i1alia11i sanno che cosa sia cotesto Sant'Antonio in Selva; e perciò sui giorn;.li, sulle guide, negli itinerui delle gite bisogna sia aggiunto sempre, per in– teuderci: IJorst, Gli sloveni, poi, per dimostrare una prect-den.ca anche pratica, cancellano i nomi italiani da certe h1bclle del 1819, piantate fra co– muue e comune nei dintorni di Bors1, vi scrivono i nomi slavi, lascinndo però intatta la data. E an– che tutta quest'opera dei vari nnzionalismi è na– turale 1>erch1 conosca il loro buon senso. Ora il T. C. I. dt!cise <li seguire questa regola per la sua to1>0n1)mas1ica: negare <1ualunque valore alle 1>re1ese lt!dc:sche, perchè Bit:rwit::e (- sclier1.e1ti che ra la birra in stomaci ben zavor– rati). In qua11to ai nomi slavi: studiare CASO1>er caso, su st-tti"ltiche, con sopraluoghi ecc.; 11011 tenerne conto per le \ocalitfl di prevalenza nume– rica, o quasi, italiana; a1[,:i1111J[tre il nome slavo al1 1 i1afo1110per i comuni llr assoluta prevalenza numerica slavsi. Proteste d., Trieste. Discussione dell'assemblea dei soci a Milano: che a1•pr0\':rno le ragioni della direzione e, ptr essa, del Bert:trelli. Pubblicazione della caria automobilistica del T. C. I. falla con la regola nccennnl:t. Oimissioui del Consolato di Trieste e di l'ola : l.t d1tc:zionc: le accetta. 1 coli• diani regnicoli se n'occupano. Hertarelli spiega le sue r.1gioni ncll,, .Nivifla del T. C. I. Rc:pliche, a cui la mnggiornnza dei soci non f,1eco. Ultima ora: la Craude llafia che gi.\ - con un:l lellern a1>Crtn di l\l. I'. Negrollo - a\•eva ris1>0sto :li Uertarelli, ha iniziato una campa.:na contro la dirc:zionc: dc:1T. C. I. Ragioni del llertarelli: Non si oOeuclono affatto gl'italiani aggiungendo li 110111c slavo alle borgate t.he han 1>ii1 :,hwi che ilalfani, o che hanno un contado e~lt1.,ivame11tc sl,1vo. Una c;uta deve e-.-.er pratica. E a111.iutile che gl' italiani cono– senno il vero stato etuico i.lclle provincie irre– de11te. Ragioni degli op1>0si1ori: Il nome i:.l.1\'0è pre– J>Oten~a. Non bh,ogna ba~.1r'i1 :m 3tatistiche falle dal governo au..,triaco, ant1l'0 degli slavi. Tutti gli slavi, anche dei contadi, sanno e us..1110 il no– me it.thano. \'oi dun<111e 11011 informate bene, ma male. E J>Oi c'è un'altra ragio11e, formulata dalla Bibloteca Gino Bianco Cra11de /lalia del 12 giugno 1910, nel suo articolo di fondo: Al c,m1m. Bcrllrtlli - cbe ha I' 1nf11uu1ont frN~ dt:ll'opcu utilll.lN - rr-nhaino qat-.ie obbiu1-,ni. Sarpo.nuimo tbt 11 b,lin.:1111.Ji w at,", n CCH1CtJ11mo utclw ptt an lflAIUt che i.a 11• tua.e cuti I• m&h:1or1ru• "'"• r1,1..,i,a 1ÌI J1ff1™1 t Ormai con• qu11lfittKe di li11g11a • di 1b,1udin1, ,n.i d1t, un po· comrnenJ11ore, non ~ ingennoso, n,1n t lrttlt che un Jt1nJc toJ1JiLio i11lilno '°' unita • qucni ,nv,1eri t J.mcrui.:b, i,:li • lor.ti croici delle pie• col, comua.1ùi not1re per il loro T1ome Che qucuo gran.la ,oJ,. liuo ti 1ccord1 1mpliu11men1c ton ati ,mpuu:nti 11.un1cn dc1 quali il primo 11t1, b l'appropri1iion1 • 1oponomn1iu ~ dcli• ciu•, t Jcllc bori:atc con l'odio raJic110 eJ i111111i,odi 1uu? Anthc ,uppo.10 ,be I' l•m• cd il 11tn11no r-ro due in.adì rcwulc na1i1nc, an.;bc ta;-f"()tto ~n1clL.1o ttgni nt.OfJo n06lfo, aiDCcll1u: lc i1-Cru1.,111, umu1a10 pticolo,11,;.tmcntc in nNIO od in lcJcteo 01ni at-111n1t,anche M la bor• Jel C.uo non p01'l111c cbc tuoni urri o alouol,11:,1 .... 1opugufi,a J1 Tourina Club, hli• ,tcrcbbc che •i r.- ua toio. c.-.,11-,irurpo d' 11,haa1.11apa.lùJo e 1<:on.obto 1i<b11n.o •Il• r,a1ua da c111 •• upn Jis.:,u■to. p,ucbt AOft 1'en1-w11 pct'pcUtta quN• 'fiolalt11i0ec ,1aha~ e quc.-...:a OKU• ,."""""" c?i...prov1tnc d• UflJ .oc:1c1.lnO'llU Ecco qua il motivo vero: il sentimc:ntalismo, il bi50g110 d'illudersi, la maledetti~sima dc: bolez.za nostra chi: 11011 ha t.-Oraggio di mettel'3i a muso a muso con la realt:\ 1>erchè 11011 ha "oglia di agire. E cinncia e cfancia. A noi 11011 im1>0rta molto ora della pralicild dc:lln carta del T., ma anche que. sto è in tu1ti i casi un insegnamenlo agli i1aliani. Ed è ragione in tulli i casi molto pitì valida che l,1• prepotenza slava•(!), le e adulterazioni gover– native delle statii.tiche (le qunli, è vero, non sono scientifiche, ma sono del 1900, e chi conosca la coud1zione nostra nell'Istria s.- che sono troppo favorevoli per il 1910); e e la <.'Ouoscenz.ae l'uso dei nomi italiani• (gi:\ ora ud nostro C1trsn, cioè nella c-,unpagua che vive di Tries1e i1ali:rna. co– minciRno a non rispendere a chi domauda in ita• liano). A noi im1>0rta invece f~r notare l'impcre tanza ideale pratica dell'atteggi.ttuento del T. C. J, È la prima vol1a che in I 1ali11.si ammonisce co11 fatti che le terre irredente non sono ana110 tutte italiane, e che, di consegucnz1, se l'irredentismo non vuol restar parola e urlo deve fare i conti con la reallà slava {in l:nria gli shu•i son ~13 della 1>0- polazione). L' ignornnza in ltnlin nei fatti nostri è, si sa, spaventos ,. Non servono arlicoli di gior– nale; ci vogliono proprio carte Reografkhe. Basti dire che pro1>rioin questa campitgn.t per l'it.-lianità oflesa, nella Grande /lalia, organo dei nazionali– sti, cioè dt gente che occupandosi intimamente dei fatti nostri dovrebbero di qmmdo in quando -"1:tudlarll, ,;i può leggere qucsle rnirnbilia: e le 1>a– rolc croate so1>ra le carte is1ria11ee lr~11/ine • cc.:,·. Il. del 12 giuino 1910, p. I, col. J, riga 14. ~IA. perchè non dare un'occhiata a una cnrta geogra~ fic:t o critici di carte geografiche?); e :lnche: e quanto ai c,·oali, essi hanno diritto a una pro– pria uuiversit:\ a Lubiana • {C,·. //. del 19 ge!'lnaio 1910, p. 1, col. lii, alla fine. Caro signor Marco Peuco, a Lubiana l' U11iversi1:ìhi vogliono gli slo• veni. I croat; abitano sotto la Dr:tJ,:ogua che è un fiumiciattolo con foce nel vallone del Pirano, che ~ - se non lo sa.- in Istria, ed essi, se mai. do– mandano il rinnovamento degli studi all' Unh•t:r– sità di Z11gabria in Ungheria, dove - se non lo S.'t - c'è già un'università croat11). Si clo1mmda: finchè i regnicoli non sapranno niente di noi, e finch~ sarà ve1r:etal:t leggenda della,iostra italianit.\ passita, 1>resentc, fut11rn, im. man-escibile nello spazio e 11el\'eterni1:\, che ainto potremo sperare clall' Italia? E dunque noi cre– diamo d1e il T. C. I. nuche in que<1I0faccia opera buona d'ilaftanilà; e che sia nece11!'ariala freddez• za, cioè co;;cienza ~ conoscen1..i e fermena, tanto rinfacciata al Uertarelli, contro l'e11111~ iai.mo ine– sistente o falso. In quanto poi ai 7000 soci irre– denti che minacciano le clirms111io11i .... chissà? qual– che anno fa gr,111descisma anche allor.t, perch~ il T. C. I. dovendo spendere il doppio per l'aflran– catura all'e5tero ch:llc 1>roprie edizioni, ave\·a ele– vato al doppio la quota pc:r i sod esteri. OOesa alla noinra italianit.\ anche allorn ! Urli, cl,mi,sio– ru; e 1)()i,com'è che do1>0pochi anni la Gra11de ltalia dice che sono 7000 i soci irredenti? Ingoie– rauno male, perchè 11011sono "bituati a 1ro\•ar delle persone che voglio110 f.illi e 11011 parole, ma ingoieranno. In quanto poi alla campagu., tlell;1 Cra11de Ila• /in è facile vedc:re - ad 0111:1 dc:lle aller111a1.ioni contrarie-, che hn per fo11cl,1mento rabbiuzze e ranco, ucci 1110\10piil irntkhi e mollo pili 1>erso• uali. Il 1sti110queste frao;i: • La l.ombaròi.t può dirsi fortunata di aver cacciato gli austriaci prmrn ancora che il comm. Luigi llertarelli non avci,se assunto quella s1>ec1«: di diw,tura giacohinesca che d,, <1ualche anno inroutestahilme:nte detiene al Touring Club: egli si sarebbe incaricato di tramu– tare nll'uso tc:desco i nomi di Milano, Bresdn e: di tUllt! le città e di ttllti t borghi d'intorno>, e .... conviene alzare la voce perchè gi,\ troppe cose si sono tollerate •• • .... contro <111esteusurpazioni crome 1>c:rpetrate tra11quilla111e111e a ;\Iilano in \'ia 349 Monte Napoleone da thi conduce :l bacchetta la grande società sportiva • ccc. ecc. T11utr. s. s. Il signor Pe.nco nello stesso artìcolo dice molte altre cose: Se CNre non fouc 11a10,,..,u1ni10, I• lmaua fr1nu1e ti ... rcbbr ctu .. lioo 111•Ru,,._, r M ìl gnnJ, to1n<»JI Dulc non fM.tt 1t110 co11tr1tta10 dai J>•r►Re cbc impedirono la 1i«,,st11u– riooc dcli· Impeto R ·mtno, o,:gi la hnco.a lltliaaa urtbbr 11 lingu1 ufficillr dcli• Ocrm,n,a, ticc~ Cvcth,, il aranJ, porta 1cdcsco, •"rtbbe IVuto • Jì1po.ii1one pcr i 411oiunii i,p1rati UIUI lincua pii, nlrlica, r111plHtlfa t p1U lffflODIONI, Il Goc1ho UCtto diu ia un 1110 tpitrarnn.1 : • lo ho ICGl&I0 itiohe c.ott, ho d11oea:11110. Ilo ,ne,~ in umc, ho 1n,hc mcst0 u1 iiiusica qualche c,,1u: 111,, 111coe1an1c, n11ll1ho (1110 di pcdrtto Solo 11n1dote ho 1vu10quu1 Ja m1t'no: lo 1-<:tivcrr in ttdc.,:o. Pcrcib m(tlif, p~tl. 1uu10 ntlla pt1giore dellr m.&lctic l1t1r o la't'ilfi•. Tu110 il monJo t pieno di reveuNa, J, unmiruiunc e Ji cli• luii.umo ptr la linrua i111Uln•che Il p1polu r1u ,n~tico c p1u m1wcde dtl •ondo ha ,. .. po.t,c:1 ~ 11mon1- .orr• 1anc 11 altre, tJ 011 l'Europa 1oi•ir ,n,., •pc11.11coto 1U1b1le J, qunro ~ngu ... n1,11,la JM!Ue r1U Nlhata • ri11 ignonntc Jtl'1 Gr, .... nia, in(11ua11cJ acun1t1 roll, uni,:hfee col Jcnli I d1t1raggere, novelli \'11J11l1, la lini:,-a 11.111 .. na, 1J imb,ut•rJ1u i nomi Jelle loca\1ùi11,hcM, t, po,c~ li tr0Hno ,mpotrnh dt 10li, ti var1ono dcll·orcr• ptc.uol•ta ddl, l«cÌI dcl f)Or<•locr0110, che cqi .. nno •obillarc e •~u,nngli1rc C"nno 11li i11liani i quah •0110 stnia alcun dubbio i primi acru1>1nll 111 quelli che or, •• con1rnJono lc rcainni al d1qua JtUc Alpi a I~ •ponJc Jcll'AJt111ico •· lm1>0SS1bile co111111c:11tl4re ! -411es1u ~ 11ducumeue to tipico dcli' i11fa1U.t111e11to vuuro, ridwulo, idiota, ignorante dc:I nuionRli.smo 11011 solo ilali,rno ma cli tutte le nazioni. Pensieri Indiani. L1. \'irti) è il solo nmico che ci segue anche in morte: tutto il re~to peri:,ce col corpo. * l.'antilo1>c gioca, grufola il cinl{hiale, la pan– tera s'inalbera, urla lo scincallo, snltelln In lepre, il cervo corre vin come il vento, il gio, ine ele– fante, nella sua foga, strappa le liane da questo o qud ramo: oh! che movimento oggi nella foresta, perchè tu mnnchi, o leone! * Il tempo veglia quando 111110 dorme, al tempo non si sfugge; il tempo o;u tutte le creature, in– vincibile, procede con passo eguale. * Andare a caccia di nrng:ignc nelle co!te più belle è istinto degli invidio~i. Coo;i in uno sta– gno fiorito di loto sul quale si cullano i fiam– manti, qualche uccellaccio palustre, torcendo il collo, abbecca una lumaca. * A che :.cnono i \'eda, le leggi, le antiche istorie e gli intenninnbili trattati? A che questa seh-a di opere e cerimonie che ci promettono in ricompensa un c:mtuccio di p:ira<liso, quasi una comoda cao;etta nell'altro mondo? Io stimo solo il fuoco della cono,cenza, l'onnipossente fuoco che, dbtruggcndo questa menLogna del– l'esistenza cori>orca, ci apre In via all'intima beatitudine. Il resto è mercato. Diffida. L'cdi1ore \'inccnzo Uonnnni di Ortona a Mare annunzia in unn sun pubblicazione la pros– sima seconda ediLionc del « ~tini.,tro della Mala \'ita • di Gaetano Sahcmini, con l'nggiunta di un'appendice sulla elezione di Albano. Ora pos– siamo a,;sicurnr4': che Gaetano Salvcmini non ha mai scrillo o proposto di :,cri\'erc <111esta l)pen• dice, e che la seconda edizione non è autoriz– zata nè dall'nutore nè d~ll direttore d4':lla rac– colta • Questioni \'i\'e ». * Gu lui P l'trt,t.Olo tlall' uhlao 11nme,oha •a-c,uto molt• 'f'DCÌ dJ u1posu Xrl prouimo numera pubblicherc.•o quella dl 1t U1 •I• ••lca callaHrtltfl o 111101cc11, .. to In QUHti 1iornl d'ave,,:, qui pubt,lìcalo 11,,1coll • l1111lurlo•i • 10110 1)1eudonlmo çoa1ro 1111 cior111lenel quale KrivoH con nome eçotaolhe. Come direuore del11 Vl'<:1 aneuo che il fauo e f,l,o, L'accu .. poi ò imprcc:i1a o ,en~a acconoo I raui e tloc:umenti; 1Jccb6 aoa uh, 11po11ad'una ri1po11a; Il quale vtnl ntl caao cho l'ao– cusa alt procl11ta. Ab6ona111enlo straordinario L. 2,20 per 25 m,mcri da ogji alla .fi11e del 1910. Dijfonrlctc le n//imc cc11/i1111ia di ropie dell'oj111sco/odel Pro/ Pio Fo1): Igiene fisica e morale <lei giovani ; jcr i nostri abbonali cml. IO la copia GruSEPPE PRE7.lOLTNT, DJ.reltore. ANG101.o G10\'ANNOZi':1, gnr11le-,esfo11sabile. Firenze - Stab. Tip. Aldino. Vie dc' Rca1f, Il -Tcl. 3-35.

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