La Voce - anno II - n. 15 - 24 marzo 1910

sione di metodi, di fecondo avv1c111amento di discipline e il mondo de1la scuola, si per· siste a mantenere un abisso, per il quale l'in– srgnamento ~econdario non ha un criterio direttivo e brancola nel buio. I~ nalurall" che, sen73 un'idea dire11iva 1 che indichi quali attitudini dello ~pirito deve stimolare o creare I' insegnamen10 della sto– ria1 quando è conscio dei suoi fini 1 si ri– manga :111cora :111accilti1 nella scuola, alla form:, primitiva delle cronachette scolasti– che dei manuali, che rappresentano una J.:Offa e puerile con1ra1fazione del passato. li metodo è coc;J invetera10 che anche I' in– stgnan1e intelligente lascii1 spes,;;o sulla porta della ~cuoia la su:1 cultura, il suo bagaglio scientilico, le ~ue idee generali e non ha forza di s111-.erare,con un indiriu.o suo proprio, la di'Ticohà di di~tricarsi dalle pedanterie inutili di un in"-f'gnamen10 micrologico. Noi tutti conosci:uno quei \'ari tipi d' in– segnanti di stori.1, che ci sono apparsi di• n:rnzi ao,li occhi nella cinematografia ~cola– stica. I.asciando d.1 p:irte l'a"-fissiante asceta del 111an11ale,che es•ge l:t materiale ripeti– zione delle parole del testo esclusivamente preferito e tulle quelle figu,e di insegnanti, che sarebbe troppo f,1cile tratteggiare nelle loro caratlcristiche, dal pairio1t:1, che ancora si ostina :, vedere in Giulio li il pr<!cursore del no"-tro ri(Or~imento nazionale, all'amante del colorito f,rnlastico, che si compiace sol– tanto dei dtlli celebri, di aneddoti, di descri• zioni del tempo ; d,fficilmente si compie, in generale, quel!' indi,;;pen,.abile lavoro di discer– nimento, di 1w\'icinamento di elementi essen• ziali e \'itali e di eliminazione degli inuuli, che anima un'esposiz.ione e tocca la curiosità e I' inte1esse. Questo fu compreso bene dai riformatori, che dal 1884 al 1902 si occuparono in Francia dcli' insegnamento superiore della facollà di leuere e quin,li della preparazione didallica degli in~egnanti. S' in1ese, cioè, che lo stu• dioso, l'erudito, il ricercatore, anche se dà pro\'a indiscutibile di saper cercare, rico· struire il p~ssato, rimane spesso estraneo allo spirito dei Slloi scol:tri. quando non srippia scegliere nel campo della sua cultura storica tutto ciò che deve fnr sorgere dinanzi ai giovani l'idea concreta, realistica delle vi– cende delle società pa~sate. Di qui la neces– sità di una speciale preparazione didattica del futuro insegnante di storia, che lo abitui ad orientare la sua espo,.izione ,•erso il fine es· se.oziale dell' inscgnamennto secondario. Con questo soltanto si può e\'1lare il pericolo che le nozioni storiche rimangano dati morti e che quindi fallisca completamente l'educazione dei gio,·ani. Dell'importama di tutto questo si tenne gran -conto nella 1iform1 francese accennata, spc• cialmente per opera del 1.a,·isse, che nel 1890 .dettò le i"-lruzioni a~giun1e al programma ufiiciale cieli' insegnamento della storia. E dell'efficacia educath•a di questa disciplin:i si tenne egualmente gran conlo in Germania e in Au:,tria, ben 3pprezz:rndosene la forza spi– rituale formativa delle coscieme dei futuri uomini pubblici. (Cfr. Qutslions d't.11Yig11e· mtnl n.,ho11,1/ p:tr E. I .w1c;;fif'.Paris, Colin, 1885; ti p,f)pns de 110s àolcs p;1r E. LAVl~E. P:1ris, Colin 1 1895; 8FR:'\ltt.l)t, Gtsc/11i,J1lm11ler- 1id1I ,md Gt(d1id1tsu:1\_(t11s.:/1,,fl. \"ie,.baden, 1899; e per il rettno di Prussia, il n. 3 dell'annAt'l 189:? .t,·1 Ct11/ralblall /11r die gt\am/( U11lt"rrid1l.\t'trt",1ll1111g ,i, PrtllS(rll'. Le stes"-e ragioni, che h:inno fatto grande· niente aumentare 11 interesse per I:\ storia e che ali' indagine e alla ricostruzione hanno fatto ri,·olgere storici, giuri~ti e cultori di s:ieme -.ociuli, hanno pure prodollo un mag• giore :ipprenamento del!' i111port:rnza di t;ilc cultura. Quanto pilt se ne è \'ista l'intima connesc;;ione con la \'il:l sociale moderna; quanto più si è avuto coscienzJ del nesso, che, per il progre,.sivo s,·iluppo, intercede fra l'oggi e il passato prossimo e lontano, tanto più chiara si è falla l'idea di un ra• zionale insegnamento della storia. ~la Hnora nella scuola seconJ:aria 11:111110 imperato i \'Cechi sis1emi pedagogici. Si è giustamente criticata l:a pretesa assurda, cui è ispirato tutto il nostro insegnamento secondario, che la scuola debba pro\'\·edere LA VOCE l'alunno della C05iddetla « cultura generale > e cioè n~ più 1-~ meno della conoc;;cenza ài 1u1te le malerie, che i programmi impongono come indispensabili ad ognt persona colta (Cfr. GALI tnl e Su,·EMJ'\1 1 / a riforma tld/.1 u110!,1 nmli,,. Palermo, 1907, pp, 1-25). In forza di tal principio, come si vuole che l'alunno :>appia tutte le nozioni della fisica, della zoologia, della filosofia, secondo le partizioni scolastiche; cosi si esige pure che ripeta all'esame /11/"1 la storia. Con quesla espressione si vuole intendere che lo s1udente al>bia « cognizioni positi\•e > del passato e cioè si rnetta nella memoria tulla la serie degli avvenimenti, dei periodi richiesti dai programmi, le filze dt:lle date, i nomi dei regnanti, le serie dei papi, le genealogie, la successione di battaglie e di ll3ttJli J1 pace, ccc. Tullo il mondo passato, tutta la \'Ila da no popolo, dai suoi sforzi d1 produzione economica alle più alte creazioni del suo diritto, tutte le forme sociali e po· litiche che ~i sono seguite, tutte le \'icende di ce11 e di pan11i, <li masse e d' individui, lutto il tormentoso atf,tticarsi di generazioni attorno alla soluzione di un problema, alla form:uione di 1111 nuovo organo ed istituto, tutto questo, che è la stori:a \'era, \'i,•a, in• teressante, resta fuori, con tal metodo, dallo spirito dell'alunno. ~e rimane una lunga e noiosa teoria di mutamenti allineati ntl tempo, sema un \'alore proprio e senta un'intima ragione. La storia si riduce cos} ad uno sforzo di memoria : bisogna sapere quei fatti 1 quei nomi, quelle date; ci,•ilt:\ classica o ci1,1ihà mediovale son ristrette ad una serie di co• gni1.io01 ste1eotipate, delle quali sfugge il nes~ ideale; tu110 il passalo è rimpicciolito enormemente e considerato come una mani– festazione esteriore inorganica. i\la c'è di più. Nella gerlrchia dell' inse– gnamen10 sc.:olastico e quindi anche nella parte di atti, 1 ità che il gio\'ane de\'e d1dicare allo s1udio 1 domina il concello che la storia è « materia seconcl.lria > e quindi trascu• rabile. La p,;icologia ctegli n1unni, occupali nei la\'Ori, che loro impongono le ahre disci• pline, è, a queslo riguardo, molto sbrigativa. 01 bene, qui non si tratta dav\'ero di spezzare una lancia in difosa della storia per ollenerle - metti il caso - un posto più onorifico accan10 al latino: questa sarebbe questione ozioo;a. Qui si traua invece di rilevare il valore proprio e la speciale funtione dell.t storia nel complesso delle materie insegnate in una scuola forma1h-a, educativa, in una scuola cioè che de\'e indirinare le varie di– scipline ,·erso lo scopo d1 un.. elevamento spiri1uale dei giovani e della prep.uazione di questi alla ,·ita. Sarebbe a"-surda una vahua– z.ione divern dell'insegnamento della stoda da quello delle altre materie letterarie, poi• chè questi !-tanno a quella come le parti stnnno al tutto. Soltanto chi spena l'unit:\ dello spirito nelle sue ,·arie manifestazioni e quindi I' unità della ,·i1a, della quale b sto– ria de, e rappresentare la complessa armonia, può far tali clai:sitìcazioni pratiche arbi1rarie. ila dire storia significa conoscere nel suo di\'enire i falti della vita dell'uomo come essere sociale, quindi abbracciare nella realt:\ tutti gli elementi di questo sviluppo dal più impersonale e rono al più complesso e raf– finato. Nè ba,.ta anco1a, Quale idea \'iva del pas– sato, quale concelto delle forze reali che con• co1sero a determinare gli a,•,·enimenti si de· vono formare gli alunni con un insegna• mento che si riduce o poco s1 i.tacca dai racconti dei manuale1ti? Si debbono qui ci- 1:irc !!1' innumere,·oli esempi di ciò che è diventata la cornpless11 renh!l del passato nei rias~unli scolfl"-tici? Si perc;iste :ancora a rre• ..tar fetle alle cause superficiali, ai motivi (lltili di un immenso cozzo di popoli; ci si ,;,briga in poche parole o con vuole formule a"-tra11e dei più profondi I ivolgimenti della s:ocic:1:1e non ci si cura dt penetrare un poco più addentro: ci si perde in mezzo al l.1be• rin10 dei nomi e dei faui che si acca,·allano e s· intrecciano confusamente, e non ci si preoccupa di far risaltare il ,•alore comples– si,•o degli :tv\'enimenti. Cosi il gio\'ane non si forma un'idea chiara di ciò che furono, per esempio. le Crociate per l'Europa me• diocnle fc:udale, comunale, mercantesc:1; non vede l'interesse di fermarsi a considerare l'a– gitarsi dei \'ari ceti durante la Riforma in Gennania e I' imponanta del risuh:uo di quel movimento religioso, politico e sociale. Le nozioni, fadcosamente apprese, si dileguano ben pre,.to ; resta qualche nome, qualche aneddoto ; i fatti sfumano nell' incerte11:t e si µerdono nella confusione. A ben altro che a questo sfor10 inutile de,·e dirigersi l'insegnamento della storia nelle nostre scuole secondarie. Dopo a,·ere e~posto lutto il procedimento critico neces• ~ario p•r un' indagine rigorosa, il 1.anglois nella su:i lntr<Yu \11.me , 1g/i sluJi s/o,i,i espri• me chiaramente il tine educati\'o proprio della cuhura slorica : e L'étucle du socié1é du pas-.é fait comprendre a l'élhe par des exemples pratiques ce que c'est qu'une société ~ elle I~ 0 /iniiliarise avec le principaux phenom~nes sociaux et le difTérents espèces d'us2ges et d'insti1utions qu 1 il ne serait guère pri1ique de lui montrer dans la réalité actuelle ... · l.'étude des é\·enCmenl'- et des é\'Ohuions le familiarise a\'ec l'idée de la tr11n<:.form1tion continuellt: des choses humaines; elle lega– rantii de la frayenr iirai~onnée des change• meni!• sociaux; elle rectitie "-11 notion du progrès •. (C. I.A~GLOIS. l11lrodudio11 a,u· lluJes /11\torùpus. Par is, Hachetle, 1 902 1 p. 287). Si pen~i dunque all'effioicia cducati\'a di un insep.namenlo, che s,·eglia nelle menti dei gio"ani l'idea di uno S\'ilu ppo progressivo del· l'uomo sociale; che le a,,,,jcina al concetto ddl' unll;l umana e quindi degli intimi rap· poni fra i popoli e fra le di,·erse ci,·iltà; che le abitu:i. ad afferrare il particolare nel suo nesso col generale e quindi a cercare l:i unica sorgente di fatti fra loro differenziati e distinti. {Cfr. la 1ra1ta1ione dell' insegnamento della storia di O. I ORl!N7 nella 7.ei/5d111fl fiir 11s!rrreù.h. G;•11masit11., 1861 1 p. 1 Jj). Coloro, che si sono occupati di pedagogia storica, si son tr0\1,1li d'accordo nell'additare in questo studio uno slrumento precipuo di educazione politi,,1. Tale concetto espose e dimostrò il Seignobos, collaborando al ciclo di confere111e tenute :al /lluseo Pedagogico di Parigi nel 1907. Ad esse tenne dietro una discus'-ione, presieduta dal La \'isse, a cui par– teciparono \'ari profossori dei ginnnasi e li• cei di Francia. Le idee del Seignobos sono giustis,.ime: lo stuJio della storia non può esser che studio di fenomeni politici e sociali; per mezzo di esso i giovani acqui'-tano le prime nozioni precise sulle funzioni e l'or• ganamento della società; essi cominciano a farsi un' idea di go\'erno 1 legge, istituzioni, cÌassi, sistemi di economia (Cfr. Conj,'rmas du ftluslt Pàl,1gogiq11r, 1qO/. I.' Einstig11.1111ml de /'l/ùlo,rt. « L'Einseignement de l'histoire camme in<:.trnment d 1 éJuca1ion politique -.. p:u Ch. St1c,-.;ouos 1 pp. 1•2,1, Pniis, lmpri· meriè i\ational, 1907). Non si traua adunque di orientare ule in"-eguamento secondo una speciale concezione politica, nè di \'Cnir meno ad una neutralità do\"e1osa d'opinioni; ~i h:, di mira iO\·ece un' educ:azione dello "-pirito dei giovani col sen,o realistico della \'ita pub– blica. L'etichetta di una feJe poluica niente ha da fare con I' an•icinamen10 progre,.~i"o dell'alunno alla conoscenza del mondo sociale. Con la storia ._ quando sia esposta ra- 7ionalmcnte - l'lllra la ,i1a nella scuola: il giornne, che Je,·e pure, qualunque profes– sione ,·oglia ese1ciure 1 mescolarsi ai 1110\'i• menti politici, difendere in1eressi, di~cutere problemi di pubblica import:m1a, form:1r:oi un concetto nello di ciò che è la realt:\ so– ciale, di ciò che r;1ppresenta nel comple~so delle 11;11.ioniil suo paese, c11piredonde pro– ,,engono is1itu1ioni, tradizioni, ordinamenti dell'oggi. penetrare le intime ragioni e la genesi dei contrasti di classe, ha bisogno di una cullur:a storica, che non sia farraginoso alfa"-tellamento di nozioni erudite, ma pene• trazione Jet passato. In tal modo l'oritzonte dello spirito di chi si aff.acci:a alla vita pubblica si allarga note• \'Olmente: l':anali-.i delle forze positive degli av\·enimcnll abuua il giovane alla ,•alut:mone della , ii.,, .. uggerendogli un criterio più am– pio, meno esclusi"o, piu \'igile E questo non Bibloteca Gino Bianco è ottimismo di chi ngheggia nella cultura il 1occa-sana dei difotti umani. Si fece giu• stitia all"cfficaci:a or.1 accennata dcli' insegn:t· mento della '-toria, in Francia, non già da dotti o da culton di questioni s..:olastiche, - che possono sempre p:1rtire dall:t delta pregiuJiziale - ; ma d:t uomini politici e quindi dediti alla vita pratica, quando, 1mper– \'Cr'."ando la lotta fr.1 St,1to e Chics..1 ti gior– nalismo e quindi l'opinione pubblica dimo• strarono nel giudicare il problema e nel trac– cia, ne la genesi una ,·ergognosa ignor:anl3 dello s,,iluppo !<itorico dei rapporti fra le due pote~tà. Poichè dunque • stoda • è la\'oro di coor– dinazione, di astr:azione, di critica e di ,•alu· tazione, non può ridursi o a schemi di fredda eruditione o a esposizioni di fantastico colo– rito : di qua e di là si sorp3'-S3 il segno j non abbiamo più la realtà della ,•it:t storica. TJle disciplina non può c'isere \'era mente proli.::ua che per giouni gii pen·enuti ad un certo s\'iluppo mentale; resta inellicace e si riduce a mi"-Cra con1raffauo1,e del pas!òato, piena di puerilità, di assurJi1:\ 1 di piccinerie, quando se ne ,·oglia far oggetto d' in'-egna– mento sistematico nelle prime classi 'iecon– darie. ~la sn quesio do,,remo tornare. Sol– t.1010 ci preme ossen·are che come non è buon storico chi non ha attitudini a com– prendere i fenomeni sociali moderni, cosl non sarà eflicace insegnante di storia colui, che manched di intuito per cogliere il co• lorito e J;t \'ila intima degli a,•,·enimenti. Cosi rilorniamo donde eravamo partiti : alla affermazione cioè della necessità di un cri- 1erio diretti,•o nell'insegnamento della storia, che è ~uggerito dal tine cui deve tendere tale disciplini nell'educazione intellcltuale; e quindi del hh,ogno di una preparazione di• <lattica per meno di una razionale pedago• gia storica. Dobbiamo quindi \'edere come si può oltenere tale prcpar:n.ione professio– nale, prendendo argomento dalle riforme fran. cesi a questo proposilo; come nella pratica ci possiamo anicinare ali' ideale tipo di in– segnamento e rile\'are quali offese alla re:ilt:\ storica, se non al senso comune, costituiscano i libri di testo che dih1gano nelle scuole. Antonio Anzilotti. CARATTERI Colei che ammonisce. Egregio Si,:nor Dirctlore. Leg;.:-on<:ll.1 \ 0 ()Ce• i due ar11coh1:entil111en1e speditimi d,111.1Kt:da7.ionc. in una ,;;uma d' o– !-pcd;ile innnncl;tt.t di lu« e di sole, qualche or,1 prima Ui -.ul1i1c un' u1H:ra1ìom:, mi pil{lio il div«.•rtimento di ri-.pondcrc, agli nr1icoli di .-\r– denJ,::OSoflii·1 t: Sripio Slata1>u c:-ollct1i\'amentc come di co,,t du: non \ ali,ta la pena di c-.sere p1t!-<l particul.1rt:1,::1,ti,1ndo. ~li duole inn,1n1i tutto che la puhhlic:i,ione des:-ti se-ritti ,li m,n padre, -.ia da \"oi f.'O~t mal riCt:\'ula e -.npr,1111ttocn!>tì male interpretala, certo Jc ,·o,trt;" parol<" nHn incor;t~J,;"iano a pubblicare in lu\i:t. \li -.1·111hra che \'oi appartc11i,1te alla c:llcgoria di qul'lli c:he r,1111111 profe~-.innt: di tutto rinm.-:,::.1rc.Chi rt· ,ta , i,o do1>0 il ,·o!>tlro e-.ame, t'oi. \"i credt!lt forll, pcrdu:• ri11ne1:ate, pt:rdu! -;c-ri– \"t:lc anic:oh ;1 ~ l -lonne, (1,·e manife-.t:1tc.- non l'ar• te di un· eletto ,pirito dern•HalOn.•, ma piut1os10 r in-.ol(."IUadi 1111, -.pirito dw c-rt-dedi..1ruggendo di aver co,truno. Se la gio,·enti1 \'o!<.tra fosse più -.eria e ,~iii profonda. l:t ,·c>ce dl'I \"ostro pen.,iero !.arehhc 1>ii1 .. impatica. Solu lt~ r>iccolt: m1:nti abbaiano ,emprc, le migliori, \'Cdono, O!>· M~n-ano, p<:n-.ano, meditano e se anche tah olla la loro 1lani\;t t.· una -,fcr.-,, non t: mai priva di una cena moth.·-.tia chef l,1-,uperiurit.\ dei forti. Sono dan,:rn 11up1>01h:holc per rispondere al lun~o ;1r1kolu <.li.\rdcn~o Soflici. \li duole di non a,·er -.,11mtort:nlicre il ,nlume utile ed a ,o-.tro gu'-tO, du: n1ktt•, I lo frino and1' io <111cl che ho potuti>. \ 1domando -.cu,;a per c1ud poco che ho s,1pu10 f,1rc. e pN mcr ollt:so l,1 pom- 1x>~'I armo11ia dd \"o-.tro ,1ile con un,l pref,1- 1ione eh<.'non ;,,1:,a ne-...una dt'lle ia111e prc1e,e che \"oi le ,1,c:h: at1rihui1c. \"i domando scu.,:i <.lcllc lt:tkrc dw 11011 ho 1u1hhlica1e perché non mi furono ,n.mdate. L fi;:li di 1:r,1ndi uomini, ,uno e-.post1 ai rimpro\'eri u-.;o i \"ostri. \"(1i us:-11t -.e non erro dt'lla parola« mah:,·olo •

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