La Voce - anno II - n. 1 - 16 dicembre 1909

226 LA VOCE di Sidney Sonnino. Quest 1 uomo è o~gi fra le persone più oneste e pii1 colte di tutta la Camera. Fra i capi gruppo ~ l'unico vera– mente onesto e colto e indipendente. Tecnico profondo in questioni di bilancio, studioso non per vanità, come l'onorevole Luzzatti, ma per ,·ero desiderio di btne, è, come pii, Yolte si è dello, un 1ipo a l'inglese. i\la di molti politici inglesi gli manca l'ardore, la genialità, il C'alare, col quale si diffondono le idee fra gli uomini. Eccellente tesoriere, non può essere un grande ministro. Mente analitica, e in ciò \'ero « tosc:rnino • dalla testa ristretta ai particolari e ben lont:rno <Jalle sintesi quasi religiose di uno Spaventa, non avrà mai una \'isione generale e fervida della vita di un popolo. Cassiere ideale, re– ster:l sempre un mediocre primo ministro. L'onestà stessa gli sarà d 1 impaccio come ac– cade alle menti ristrette che nel fuoco della convinzione non purificano le piccoleue e le transazioni della politica. Non è oratore, per– chè non si può essere oratori quando la ma– teria resta fredda. La sua lealtà monarchica si avvicina al- 1' ingenuilà di un radicale che vuole com– piere riforme fondamentali senza appoggiarsi alle classi lavoratrici, coll'opera della borghe– sia. È il tipo perfetto del socialista di stato. Ed è destinato a dibattersi eternamente in un dissidio insanabile fra il ,•oler fare e il non poter mai fare. Egli non riescirà mai ad avere iu mano Punica arma che possa far tremare ed obbe– dire la maggioranza : cioè lo scioglimento della Camera. Oggi Sonnino accetta per do– vere, perchè si trova all'opposizione costitu· zionale, e il dottrinarismo ali' inglese vuole che caduto un ministero debba andare al go– verno il capo de111opposizione ; perchè sente di dovere evitare al paese la iattura di un ministero di radicali giolittiani 1 che farebbero peggio di Giolitti senza neppur la prudenza sorniona di costui. E non si accorge che questi scrupoli sono da ingenuo; e che suo dovere sarebbe di non prestarsi al giJco di Giolitti, ma di costringere Giolitti, che ha la maggioranza, a riprendere il potere perso– nalmente o per mezzo di un suo luogote– nente tipo Fortis 1 e consumarsi lentamente tra gli imbarazzi delle soluzioni che non saprebbe trovare e le logomachie dell'anti– clericalismo da vetrina dell' Estrema sinistra a lui alleata. la santa necessità di tutlo ciò Sonn,ino non la comprende, e preferisce ar– rischiarsi dav.rnti ad una Camera putrida come questa, con un gabinetto che non è parlamentarmente solido, e non ha neppure il merito d'essere coraggiosamente formato in base a una grande idea politica, fuori dei gruppi e a dispetto dei gruppi. Sonnino ha il torto di presentarsi dopo aver mendicato, come fosse un Giolitti qualunque, l'aiuto dei Finocchiaro-Aprile della sinistra massonica, in base ad accomodamenti poco decenti. E per tutto questo cadrà e 1 quel che è peggio, corre pericolo di cader male, dissipando tutte le sperante morali che egli manteneva, senza che lo si possa rimpiangere. la lezione del 1906 a nulla è servita ; e questa volta te– miamo assai che Sonnino si stia detinitiva– mente liquidando. E dopo di lui awemo di nuovo Giolitti, alleato non più di Tittoni, ma di Sacchi e camuffato da democratico anticlericale, non fronteggiato pili da una opposizione, sia pure scarsa Ji numero ma forte di una tradizione di rigida onestà, fronteggiato da un manipolo di clericali spre– ge,·oli e dagli ultimi miserevoli avanzi del– l'uhimo naufragio sonniniano. 6) Umi politica iftl/ùma è ben chiaro che non ci sarà data nè dalla corruzione del Gio– litti passato, nè dell'an1icleric.:alismo del Gio– liui futuro. Per uscire dal senso di , uoto che il giolittismo pass.1to ci ha lasciato in ereJit:'I, la democrazia non ha saputo pen– sare ad altro che ha una scimmiottatura del!' Inghilterra (riforma tributaria) e della Francia (anticlericalismo). Così è avvenuto nel passato, quando ,•olta per volta la con– quista coloniale e I' inAuenza nei Balcani ci attiravano. Siamo stati scimmie e pur troppo lo rei-teremo. Non ci siamo ancora accorti che possiamo essere qualcltc cosa pur restando noi, anzi che l'uui'co lllli(O pfr csstre 9uaklte cosa è 'quelfo d'essere noi. la questione v.:ra– mente carnttèristica, propria d' Italia è I.A QUE– STIO1'E MERmlONALE. Non c'è che rivolgersi a quella per rendere personale la politica ita– liana, in modo che non si possa scambiare il nostro parlanienlo con una copia di quello francese o inglei.e. Risollevando moralmente e ma.terialmen1.e il mezzo~iorno d'Italia si cambia la faccia del nostro paese. li problema ciel mezzogiorno è legato stret– tamente con quelli dell'em,gr,1\ione, e quindi della nostra rsp.:msione e dd,'e scuole italiam atreslero, come con quelli della coloni{\Ofione 110/urale Ùr/erna e del fratiOm,mmto dei /ali• fondi. Non si migliora il mezzogiorno senza ren· dere l'islrn{'·oue elemtnl,,re una realtà, nè senza obbligare la poli(ia ad astenersi dalle lotte elettorali. Se il mezzogiorno si rianima si offre a~ l'industria un campo meraviglioso di espan– sione sia come produ\ione che come spaccio di prodolli. ' Reso civile il mezzogiorno, è anche reso possibile combattere nel nord il clericalismo (che non esiste nel mezzogiorno) senza te– mere 11 insurrezione delle plebi rurali. Jnfìne dare ,I t·olo ai co11tadi11i merùlionali significa introdurre nella vita pubblica ita– liana una immensa riser\'a di energie giovani e vigorose: significa dafe vita a mezza Italia. .... Questo diciamo ai giovani perchè 1 senza aspettare nulla dal governo e dai partiti at– tuali, si <ledichino al riscatto e alla evange– lizzazione laica del mezzogiorno, di questa metà d'Italia sistematicamente mantenuta cor– rotta pt:r mantenere la corruzione di Roma e l'affarismo di tutta Italia. U1la nuova ge• aerazione forse può sorgere educata con que– ste idee concrete e capace di dare ali' Italia una politica veramente italiana. La Camera italiana come quella francese, sembra non abbia altro ufficio se non quello di screditare 1' istiluto parlamentare. Non mancava in Ita– lia che la proposta della indennità ai depu– lati per procurare al nostro paese la secon4a edizione dell' e onorevole diecimila o qu~ dicimita > francese. Ai giovani che hanno forza morale e desiderio di benf', non resta che astenersi dalla politica dei politicanti e fare la grande politica del paese che pensa e che lavora: dimenticare il go\'erno, i de– putati, i burocratici ; fare astrazione dalla triplice corruzione che da Roma ammorba I' Italia 1 e preparare con lo studio e col pro– prio perfezionamento morale un 1 Italia mi– gliore. La Voce. L'uomo mediocre. Dite in un s.110110 che cerio uomo celebre è un uomo mediocre, la gente si meravi~lierà; diranno che siete p.:1radossale. Gli è che non si sa cosa sia 11 uomo mediocre. L'uomo mediocre è egli sciocco, stupido, imhec1lle? Neanche per'Sogno. L'imbecille è a una estremità del mondo, l'uomo di genio è all'altra. l'uomo mediocre è mediano. Non dico che occupi il centro del mondo intellet• tuale, sarebbe tutt'un'altra cosa; ne occupa il mezzo. L'uomo mediocre è egli dunque quello che in filosofia, in politica, in letteratura si chiama un j11sle•milie11? ( 1) Appartien 1 egli necessaria– mente e certamente a quell'opinione? Nemmeno, Colui che ~ jus/c-mili'tu lo sa. Ha l' in– tenzione d 1 esser tale. l'uomo mediocre è j115fe-milieu senza saperlo. 'È tale per natura, e non per opinione; per carattere e non per ac• cideote. Sia pure, violento, impetuoso, estremo; si allon1ani il pii1 possibile dalle opinioni del 1usle-mi,'ieu 1 e' sara mediocre. Kella sua \'io– lenta ci sar:\ della mediocrità. Il tratto caratteristico, assolutamente ca– ratteristico dell'uomo mediocre, è la sua de– ferenza verso l'opinione pubblica. Non parla m3i, ripete sempre. Giudica un uomo dalla sua e1à 1 dalla sua posizione, dal suo successo, dalla sua fortuna. Ila il più profondo rispetto (1) Lascio la no1i-.-.ima espressione francese imece di tradurla bastardamente: giusto mezzo, come sarebbe neCC!.!lario. Bibloteca Gino Bianco per quell1 che son conosciuti, non imporla a,, che titolo, per quelli che hanno stampato cli– molto. Farebbe l:t corte al suo nemico. più crudele, se questo nemico cliven1as,;e celebre; ma si curerebbe poco del suo migliore :1mico, se nessuno non gliene facesse 11elogio. Non concepisce che un uomo ancord o,;curo, un uomo povero 1 che si urla del gorni10, che si tratta sen1.a cerimonie, cui si dà del tu, possa essere un uomo di genio. Quand'anche foste il più granJe degli uomini, cred\!rà, se v 1 ha conosciu10 bambino, di farvi troppo onore paragonando\•i a ~lar– montel. Non oserit pigli:1r l'iniziativa di nulla. Le sue am ,1irazioni son prudenti, i suoi en– tusiasmi, officiali. Disprez1.a quei che son gio– \'ani. Soltanto, quando la vostra grande1.za sarà ben riconosciuta, rgli esclamerà: L'a\'evo indovinato, io l Ma non dirà mai davanti al• l'aurora d'un uomo ancora ignorato: Ecco la gloria e l'avvenire I Quegli che può dire a un lavoratore sconosciuto: Ragazzo mio, lu sei un uomo di genio! costui merita l'immorta– lità che promette. Comprendere è uguagliare, oisse Raffaello. l'uomo mediocre può avere questa o quella allitudine speciale: può aver del /a/enlo. Ma l'intuizione gli è interdetta. Non ha la se– conda vista; nè l'avrà mai. Può imparare; non può indovinare. Ammette a volte un'idea, ma non la segue nelle sue diverse af'piica– zioni; e se gliela presentate con dei tl!rmini differenti, non la riconosce più: la respinge. Ammette qualche volta un principio i ma se arrivate alle conseguente di questo principio, vi dirà che esagerate. Se la parola esagerazione non esistesse, l'uomo mediocre l'inventerebbe. L' uomo mediocre pensa che il cristiane• simo è una precauzione utile,. della quale sa– rebbe imprudente fare a meno. Nonostante internamente lo detesta ; tah-ol!a ha anche per esso un certo rispelto di convenzione, lo stesso rispetto che ha per i libri in voga. Ma ha orrore del cattolicismo: lo trova esagerato: gli garba molto più il protestantismo, ch'egli crede moderato. È amico di tutti i principi e di tutti i loro contrari. l'uomo mediocre può avere della stima per la gente virtuosa e per gli uomini di ta– lento. H.3. paura e orrore dei santi e degli uomini di genio i gli trova esagerati. Domanda a cosa servano gli ordini reli• gliosi 1 soprattutto gli ordini contei-nplativi. Ammetle le suore di San Vincenzo di Paola, perchè la loro azione si compie, almeno in p;Hte, nel mondo visibile. Ma le carmeli– tane, dice, a che pro? Se l'uomo naturalmente mediocre di, 1 enta seriamente cristiano, cessa assolutamented'esser mediocre. Può non divenire un uomo supe• riore, ma è strappato alla mediocrità dalla mano che tiene lo stocco. L'uomo che ama non è mai mediocre. l' uomo veramente mediocre ammira un po' ogni cosa; non ammira nulla con calore. Se gli presentate i suoi propri pensieri 1 i suoi propri sentimenti resi con u□ certo entu– siasmo, sarà malcontento. Ripeterà che esa– gerate; amerà pH1i suoi nemici se son freddi, ~e i suoi amici se son caldi. Ciò che de– testa più di qualunque cosa, è il calore. L'uomo mediocre non ha che una pas– sione, è l'odio per il bello. Puo darsi che ripeta spesso una veri1~ comune con un tono comune. Esprimete la stessa \'eri1à con splen– dore, vi maledirà; chè si sarà imbattuto nel bello, suo nemico personale. L 1 uomo mediocre a,1a gli scrittori che non dicon nè si nè no in alcuna questione, che non afferman nulla, che se la barcamenano con tutte le opinioni contradittorie. Ama nello stesso tempo Voltaire, Rousseau e Bossuet. Non gli fa nulla che si neghi il cristianesimo, ma si negld educa1amente 1 con una certa modera– zione di parole. I-la un certo amore per il ruionalismo, e 1 cosa bizzarra, per il gian– senismo pure. Adora la professione di fede del vicario savoiardo. Trova insolente ogni affermazione, perchè ogni affermazione esclude la proposizione con• traria. i\la se siete un po' amico e un po' nemico d 1 ogni cosa, vi stimerà saggio e ri- serbato. Ammirerà la delicatetza del vostro pensiero, e dirà che avete il talento delle transizioni e delle sfumature. Per isfuggire al rimprovero d'intolleranza ch'egli rivolge a chiunque pensa fortemente, bisognerebbe rifugiarsi nel dubbio assoluto j ma non bisognerà già chiamare il dubbio col iUO nome. Bisogna dargli la forma di un'opinione modesta, che rispetta i dirilli dell'opinione contrarii1 1 fct finta. di dir qualcosa e non dice assolutamente nulla. Bisogna aggiungere a ogni frac:e una perifrasi addolcitiva: sembra, se oso dire, se è lui/o esprimeni cosJ. A l'uomo mediocre in attività, in fun– zione1 resla un'inquietudine: la paura di com– promettersi. Cosi es.prime alcuni pensieri ru– bati :11 si~nor de la Patisse, con la riserva, la timidità, la prudenza d'un uomo il quale teme che le sue parole troppo ardite non sconquas– sino i I mondo. La prima parola del!' uomo mediocre che giudica un libro si riferisce sempre a un par– ticolare e abi1ualmente a un particolare sti– listico. È scritto bene, dice, quando lo stilo è colante, tiepido, incolore, timido. È scritto male, dice, quando la vita circola nella vostra opera, quando vi create la lingua parlando, quando dite i vostri pensieri con quella cru– dità che è la franchezza dello scrittore. Gli piace la letteratura impersonale i detesla I libri che obbligano a riflettere. Gli piaccion quegli che somigliano a tutti gli altri, quegli che rientrano nelle sue abitudini, che non fanno .schiantare il suo stampo, che stanno nella sua cornice, quegli che si sanno a mente prima d'averli letti, perchè somigliano a lutti quelh che si legge dacchè si sa leggere. L 1 uomo mediocre dice che Gesù Cristo avrebbe dovuto limitarsi a predicar la carità, e non far miracoli; ma detesta ancor più i miracoli dei san1i, soprattutto quelli dei unti moderni. Se gli citate un fatto soprannatu– rale insieme e contemporaneo, vi dirà che le leggende posson fare un buon effetto nella vita dei santi, ma che bisogna lasciarvele; e se gli fJte osservare che la potenza di Dio è la stessa di prima, vi risponderà che esa– gerate. l' uomo mediocre dice che c'è del buono e del cattivo in tutte le cose, che non bi• sogna essere assoluti nei propri giudizi ei:c. ecc. Se affermate fortemente la verità, l'uomo mediocre dirà che avete troppa fiducia in voi stesso. Lui, che ha tanto orgogUo, non sa che cosa sia l'orgoglio! !r modesto e orgo– glioso, sottomesso davanti a Voltaire e ribelle contro la Chiesa. La sua divisa, è il grido di Giobbe! Ardito contro Dio solo I V uomo mediocre nella sua tema delle cose superiori, dice che stima innanzi tutto il buon senso; ma non sa cosa sia il buon senso. Per lui questa parola vuol dire la negazione di tutto ciò ch 1 è grande. L'uomo mediocre può beni,slmo aver questa cosa senza valore che, nei salotti, si chiama spirito; ma non può aver l'intelligenza, che è la facoltà di _legger l'idea nel fatto. l'uomo intelligente alza la testa per ammirare e per adorare; l'uomo mediocre leva la testa per schernire: tutto ciò che è al disopra di lui gli par ridicolo, l'infinito gli sembra il nulla. L'uomo mediocre non crede al diavolo. L'uomo mediocre si duole che la religione cristiana abbia dei dommi: vorrebbe che in• segnasse I.i mJra/e sola; e se gli dite che la sua morale esce dai suoi dommi, come la con– seguenza esce dal principio, vi risponderà che esagerate. Confonde la falsa modestia, che è la men– zogna unìciale degli orgogliosi di baiso ceto, con l'umiltà, che è la virtù ingenua e divina dei santi. Fra questa modestia e 11 umiltà, ecco la differenza: L'uomo falsamente modesto crede la sua ragione superiore alla veril!l divina e indipen– dente da essa, ma la crede nello stesso tempo inferiore a quella del signor di Voltaire. Si crede inferiore ai più bassi imbecilli del di• ciottesimo secolo, ma si burla di Santa Te· resa. L'uomo umile dispre1.za tutte le menzogne quand 1 anche fossero glorificate da 111tta la terra, e s' inginocchia davanti a ogni verità.

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