La Voce - anno I - n. 45 - 21 ottobre 1909

LA VOCE cio pareva assicurato; il nazion:-i\ismo degli al– bergatori che uccellano ai 1eclcschi sul Ca,-da su; il nazionalismo de' neutri e degli ;lnfibi che speculano s111l'equivoco mentre affermano d'essere insc,rli a estirparlo, I'« equivoco ~ ... ! A Fiume, per non compromcucrsi, h:111110 esco• 1-dtato il mezzo termine au/01101110; n Trieste. ncll' Istria, nel Friuli c'è della gente che, inter– rogata se sia itnliana, tedesca o sl:wa, elude la domandn rispondendo evasi\'amente d'essere .. lricslina, isfriall(r o friulana.' '.\/cl Trentino, dia– miné, quella gente è lrc11lhlfl e vi cita la Dal– mazia dove, pur troppo, 11011 mancano i da/– mliii .. Ma i bei casi che nascono, dopochè i nuovi Machi:wclli trentini hnnno bandito la guerra al– i'« equivoco» e si sono accinti a chi:1rirc le idee nella mentc del popolo! Sull:1 finc dello scorso agosto si festel!giava nella cnpitale del Tirolo il centennrio della resist1.:n✓.a opposta da Andrea I lofcr alla dominazione franco-bnvnresc. I mae– stri tedeschi della provincia, disgustati per il tergiversare della dieta d' lnn;;;bn1ck nell'appro– vazione di 1111n legge dalla ciuale si attendono un miglioramento della loro posizione e,·ouomica. proclmuarono in segno di protesta, l'astensione dalle feste centenarie. Se tanto facevano i tede– schi, figuriamoci ch1;1voglia di parteciparvi aves– sero l{l' italiani, i quali, a prescindere dalla di– versa storia del Trentino e del Tirolo per quanto si riferisce ai moti del 1809, rammentano la vio– lenta demolizione della facoltà giuridica di \Vilten (1904) e reclamano iuvano da parecchi decenni la separazione nmministrativa del Trentino dal Tirolo! Cli studenti e parte della stampa loc:lle sostennero che l' intervento cli una rappresen– tanza italiaua a\'rebbe conferito alle solennità innsbrucchcsi il cMattere cl' una manifestazione unitaria della provincia, pregiudicando il postu– lato dell'autonomia ciel Trentino: per tutla ri– sposta, il Governo sciolse l'associazione deKli .studenti e i clericali accorsero a lnnsbruck in massa ad ,tltc:-tare che • ambedue le 11:1zio11a– lità (del 'I'irolo) cooperano cli pieno accordo al bene dcll,1 patria ». Entro l'ottobre nella cittft di Arco si dovrebOe inaugurare il monumento del Histolft a Giovanni Segantini. Il gran pittore è nato ad Arco, 11011 v'è dubbio: ma e per la vi1a passata da lui nel Regno e per la larga adesione de' regnicoli alle onoranze segantinianc, la festa minaccia d'avere un'impronta rualedellamente italiana. Arco è luogo cli curn, campa ciel forestiero: che pen– sano i bravi magg-iorcn1i del CommH:? Costitui– scono, col podestà :dia testa, un apposito Co– mitato per un monumento all'arciduca Alberto e fanno girare, nell'imminenza clel\a celebra– zione segantiniann, un appello ove si rileva la necessita di eternare nel bronzo In memoria del « grande condottiero e organizzatore della nostra armata », <1 a ~ioia d'oi;ni patrioua » e d'ogni buon cittadino archese, che 11ell'arcic\11ca vcnern « il principale ~auto1·c, fondatore e promotore del luogo di cura ». Tutto questo si legge nel– l'edizione tc<lè:-Ca dell'appello: nel\' italiana fu– rono soppressi i possessivi di nostra annata, 11oslra monarchia. nostra casa imperiale, nostro impero e fu :1ttcmmta o mutil:ita qualche altra frase. Recentemente :-i scopre 1111 grosso furto alla Banca cooperali\·a cli Trento; l'istruttoria per il furto complicatosi via \'ia in seguito n risultanze casuali o secondarie, induce i giudici ad aprire un'altra istruttoria per reati d'anliaustriacanti– smo. I giornali clericali si affrettnno a dare la notizia di uno sr,wdalo (teslualc !) potiliro, in cui sarebbero coinvo\li molli noti patriotti del Trentino. Strana for1tma delle parole in bocca agli sterminatori dcli' equivoco: a furia di reci– tar la commedia della politica furbesca, finiscono con l'immedesimarsi nella loro parte e dicono sul scrio q11dlo che \·orrebbero far passare per dichiarazione a fior cli labbro. Non vi mera\'igliercte, dopo ciò, se ne' gior– nali del Trentino tornn cosi frequente la denun– cia di colo10 che fanno la prop:1ganda <li 1>an– germanismo in Austria; nel denunciarli :il Go• verno come i ;•eri irredentisti, comt: ben più pericolosi alla compaginé dello Srnto che ~l' ir– reclentisti italiani, i clericali trentini riconoscono il colmo dell'astuzia politica; ner disarmare i tedeschi superiamoli nello zelo austriacantè. Di questo pa~so le cose sono arrivate a tal punto, che se vi capita, sfoglinndo i giornali le– deschi del Tirolo, per esempio il 7Yrokr T{t,tr– blrrll del 1892, di legg-cre la ~cguente afferma– zione: « nè ~ioit· nè dolori ~0110 comuni alle due ua;doni chC! abitano questi monti divi!>i dalla lini;r11ae dal co:-wnu!, e questa i..· l.1 tanto vanta1:i. unitft tirolest: ... \·i chieclcle se ncll' ul– timo ventennio il mondo si si,1 capovolto. ;\!:i 110: fra Trentino e Tirolo ,tlmcuo, dal 1892 in qua, 11011 è :t\•v1.:n1110 nulla che v:tle~se a 11111wrc la situazione clelinenta dal 'lì'roler Ttr.trblall: :;i <;Onoprovati soltanto a chiarirla, eliminando gli equivoci i clericali italiani 1 Xon critica puramente ne~ati,:a. ammoni:;ce la Vo,·e. ln~egniamoci clunque d'al.i:arci alla "i"ione del– l'avvenire. Ebbene, i clericali trentini dcli' ultima gene– razione 'ìegnano ... 1111 progres<,o. Nell'c1>0ea ciel risorj:!"im1.:nto anche il Trentino contava i <;noi preti patriotti: e 1111 clero moderato. col quale i liberali avevano stabilito un modus t•i' l.lt' ltdi ah– bastanza lari;:-o, faceva capù :t ){iornali propri. e lm ca1cchi!ò,ta ginnasiale, don Giovani :1 Pra10, giunse persino a votare in Parlamento per I' u– guaglian.i:a rh ile delle confcssio11i relii.riosc..-. ~la In massn era più ossecp1iente che convinta da questo clero: il quale del resto fu piit tolle– rato che appoggiato dalla ;;;tcss;1autoritll eccle– siastica. Dopo il 1870 l'autoritù eccle"instica as– sunse un contcf,:"no più risoluto: caddero i gior– nali, furono rido11i al silenzio i preli palriotti. Agli albori della democrazia cristiano-socklle il di.-;1acco frn la vecchia e la 11110":1 genernzione fu netto e clcci:;o. Il popolo fu interessato alla vita pubblica con In propagauda diretta, fu gua– dagnato al par1ito non con pistolotti idealistici ma con iniziative pratiche (cooperati\·t.:, casse rurali. lei,rhe cli protezione, impianti industria– i; ccc:.). T11110 ciò. dal punto di ,·ista della democrazia. è un progresso. E lo sarà anche dal lato nazio– nale. I clericali hanno cnpilO che per aspirare al– l'e~emonia complern e per imporsi nuche alle citt:\. convcuiva rendere meno antipatica la loro tinta reazionaria con un po' di rx1tina n:tziona– listica. Contro i moderati ;1i quali avevano giu– rato f:uerra 'ìem!a (Juartiere, contro i liberali di cui volevano COKliere l'eredità materiale. contro i socialisti, terribili aV\'Crsari che, figli clirelli dcli.i borghesia, ne avevnno adottato come pro– gramma miuimo i postulati inadempiuti ma ne– cessarii al proletariato (l'autonomia, la <111estione universitaria, la difesa 1rnzionale ecc.). i clericali ricorsero nll'nstuzia sopranina usata co11tro i pan– germanisti : vollero superar tuui. cioè for con– correnza a lutti, anche in fatto di 11:izionnlismo. Non esitarono a 111u1are insegna, soslltuendo al titolo del vecchio giornale la l'oei- Callolica quello più moderno cli T,·c11li110, che riassume aspirazioni autonomistiche e d:t parecchio a' nervi ai tedeschi; la difesa na.i:ionale ,•iene presentata al popolo come voluw <In Dio; e 11011 solo viene ostacolata l'istituzione di nuovi gruppi ciel Vo!ks– bund (attraverso i pangermanisti si temono i pro– tesrnnti'.!) ma viene promossa la diffusione della l~e)(a Na::iom,k, fino a ieri ignora1n. o invisa. o sospclla. A Gorizia, in un congresso della Federnzione magistrale della Regio11cGiulia, fu svolto. l'estate scorsa, u11 curioso ma sintomatico ordine del giorno: si facevn appello alla propaganda de' maestri per diffondere fra il popolo friulano « un cs.1.tto concetto del doppio siJ,{nificéllO del termine ilalia110 -., in <111anto indica ora nazionalità, ora cittadinanza; e si proclamava: « è do,•ere di ogni buon cittadino clifcndcre la propria nazionnlità: la stessa legge dello Stato sancisce questo do– vere. - .")i può amare la propria. ,m::ionalila sen::a vt111i,· 111c110 ai doveri di rilladùro -· L'atto che al congresso magistrale (la Federazione è di !-piriti liberali), parve, ed era, per il Friuli. audace, sa• rebbe stato superfluo per il Trentino, paese tanto simile al Friuli: nel Trentino il momento è su– perato. Tempo addietro, domandando a popo– lani del Trentino se fossero italiani, potevate sentirvi rispondere. magari con una puntn di risentimento, eh' erano tedeschi o tirolesi, pur non sapendo una parola di tedesco: i pili illu– min:lli ;1n·erti\·a110 d'es:.ere au!itriaci. Ora I' or– rore ciel vocabolo dalia110, quasi che I' usarlo suonasse tradimento o fosse comunque illegale, \'a mano mano scomparendo. siamo ~if1 alla fase intcnntdia del lrt,rli,,o, come v'ho r;;1cconrnto; anzi fin nelle campagne e nelle vallate incon– trate ormai della gente che non vi 11rnltratta pili, se, avviato il discorso intorno alla stori:i. d'Italia, nominate c1ualche grrm personaggio del risorgi– mento, come Garibnldi e i\lazzini ; il brigante e il cliavolo cli 1111a volta! Voglio dire che la biscia finirà col 111orclereil ciarlat:1110: i clericali resteranno vittime del loro giuoco. Ora ::iono padroni i11contrasta1i, o quasi. del Trentino. 1-1:i.nnocirca una diecina cli man– dati alla Camera dì \ 0 ienna: tutti quelli del paese, tranne un paio. un liberale e 1111 iOCialbt:1, che appartengono alle ciu,'t di Ro,ercto e di Trento. A \·icnna contano ~aldi ,1ppOgl,!'inel grande par– tito cristiano-sociale. mentre g'li appoggi che da Vienna \\!t1g-0110ai soci.liisti del Trentino con– sistono nelle esortazioni al (;overuo, perchl; ~i decid:1 a concedere l' l'niver-;ità a).fl' i1aliani, ~e Bibloteca Gino Bianco \UO!e soffocare per !,cmprc l'irredentismo: pro– r1rio l'argomentazione de' clericali 1 - E i libe– rali ste!>si. deboli o sfiduciati, si ra1.;,egna110 al– l'egemonia de' clericali o ,e nt: lasciano rimor– chiare: fanno propri ceni loro metodi e smen– tiscono perfino la 1>ropri:1 ,tnmpa. Tanto che 1111 ex-deputato pro,·inciale, av,·ocato liberale, 1>ro– poneva candidamente il 1>roblemn se il Kiornale del suo parlito non fo:;se cli\'entato per anen– tura il clericale Trot!ino / Il ;\I unici pio di Trento è in mano di coc:;ìdetti gio\·ani liberali, sorti con progrnmm:1 radicale contro i vecchi modernti <li un tempo: or è poco. 1111 as:.e:-sore e.li giunta. preso di mira dalle a11101"it:\pt:r i :,;uoi 1roppi acce!>i<;entimcnti na~ionali. s'è dov1110dimeuere per non trovarsi a clisngio co' suoi colleghi cli consiglio! L'altro giorno face\·a il giro della stampa, suscit:mclo l'ilarità, una protesta de' deputali proviuciali contro la commemorazione cli Andrea I lofer imposta dalle :rntorit,\ cl' lnn– sbruck alle scuole italiane: l'ilarità proveniv:1 dalle firme de' liberali che erano inter\'enuti in– siemf" coi clericali al\e fe::ite centenarie cl' lnn– sbruck (rimase a cnsa il solo deputato p:irlamen– tare di Trento socialistri), Si allarghi pure la cerchia clericale, incorpori lutti gli clementi che può; r edificio vacillerlt sulle fonda111en1;1per l'eccesso della sua stessa mole. I.' imporlanle era che il cervello del po– polo. scosso dal suo torpore, cominciasse a fun– zionare: ~m1>aratala propria funzione, continuerà per conto suo. Cc·rte correnti del pensiero mo– derno. come il :-ocinlismo che ha prodotto la <lemocrazia cris1iano-sociale, ~i faranno ,·alere :inche per entro il nuovo pnrti10 clericale. Scop– pieranno i dissidii fra i ~inceri terribile corro– si,·o delle menzogne politiche) e i tartufi che ora ten~ono il mestolo. La crisi nazioualc che trn\'agli:, il partito <le' socialisti austriaci va mi– nando anche l'internazionalismo dei clericali. che si son visti giù qucst' anno nell'impossibilit;\ di tenere a Vienna il loro solito congresso. Un gio– vane clericale trentino mi confidava che tra quelli della sua gencra✓.ionc serpeggia perfino qualche po' di murrismo, che potrebbe raccogliersi col tempo in una ::iensibile tendenza modernistica. E verr:°I tempo :tnche che i clcricnli si trove– ranno tra l'uscio e il muro : o saranno obbligati n fare i nazionalisti \'Cri, senza sonintesi 11è se– condi fini. o clo,•ranno perdere la loro popolarità dichiarandosi partito governativo e reazionario a qualunque costo. Ai partiti d'opposizione che ancora son vivi nel Trentino spella il còmpilo d'inchiodare i clericali sulle loro parole o di forzarli a buttare la maschera. Fr-:1u}INANDO P,\SINI. SARZANA Sarzana dista dalla Spezia sedici chilometri di ferrovia, diciotto di strada provincialt:: cioè troppo lontano per partecipare direttamente alla vita commerciale aOaristirn militare dt:lla piazza fori e; troppo vicino pei- non St:ntirne la pericolosa e schiacciante superioritfl m:1teriale. Sarzaua è pie~ cola, molto piccola. 11 comune conta 1111 tredici– mila abitanli, dei quali solo la metà o poco piì1 abit,1110nel centro. Una via principale slargantesi nel mezzn in una piazza, con quattro o ciuque vie parn\lele intersecale da stretti vicoletti: due porte: una cillaclella che ricorda il Magnifico: i11alto, in una splendida posizione, il forte di Castruccio, mira– bilmente conservato uell:1 sua pietra grig-io•gialla– stra che porta la venerabile impronta dd lt:mpo. Ne~suu opificio, nessmm fabbrica, ali' iufuori di una vetreria: t.itto ali' intorno, 1111 circolo di de– liziose colline, aperto verso il ni:u·e, O\Pesi gt:lla la l\lagra. A primo aspelto Sar1.a11apuò dart: l'i111pressio11e di una di quelle grosse 1erre toscane, gifl castelli mur:ni posti a difcs;1 delle slrade 1)i(1strategica– mente importanti e che sì sono poi 1r.1sfor111:lliu paesi o in piccole cillà. t\la cosi 11011 è. Sarzana ha qu;dche cos.i di suo, di caratteris1ico che 11011 s;i trova nei nos1ri i,:rossì paesi roscani. l'er capir bt:ne questo carauere, basta ricordare qudlo che fu S ,riana per molto ttmpo, fino a pochi :urni or sono. Uua cittadiua aristocratica, chiusa in sè stt:ssa, ove \•ivevano molte famiglie patrizie chs! conduccva110 una vita elegante, fit:re della 1radiziouc st:colare dcli,, loro citt~, erede <lell' antica Luui. l)i questo passato rèStano come tracda i fre(Jut:nli vecchi 1•alazzi, le opere d' a1tt: ndle rhiest: t: udle c,1se p1ivate, il teatro degli Accadt!mid lmpa\•itli, le curiose iscri- 1.ioni ;1 Stazio, ad An1111e,considerati come cou• ciuadini, che sì trovano uell' atrio <li 1111 1>alazzo, caratteristica lendt:uza (Jut:sta cli tulle le cillndine orgogliose cli \'a111arsimadri di pcrso11ag·gì illustri anche leggendari: 1111 ospedale vasto e ben tenuto, al quale 1111 tempo lulla la Lunigi.111amarittima e J89 interna accorreva: l'abbondanza (,·eramente ne• tevole data l'esiguit!t dtlla popolazione) di uomini noti anche fuori del ristretto ambiente sarzanest', lllHlle Tomm~so Parentucelli, che fu Nicolò V pa1)a, l' unmnisla I vani, il Lanclinelli, il l\lascardi, il Fiasella, il Bertoloui, il Paci, si che Sarzana (e 1>oche altre città dtlla s1essa gnmdt-zza possono farlo) ha dato a quasi tutte le vie i uomi di il– lustri suoi figli. Sarzana ha a\Puto cluuque per moho tempo uua ,•ita a sè, 11011 iugloliosa: e ad :iccrescerne la sin– golarilà, fra le altre infinite cittacliue di provinda. sta il fallo che chiunque è un po' imbarauato nel classificarla esattamente. Non è ligure: è al di qu.1 della Magra che, n~I suo tratto inferiore, per vec– chia tradizione,« lo Genovese parte dal Toscano>; comodamente distesa e allnrgantt'si nel piano è fo1tunalamente libera dalla goflaggine ,!ella mag • g-ior park delle cittadine rh•iernsche cli Le\'ante t: di J'one11te, sirette entro una\ ia a fornrn di sozzo budello, soflocate dal monte e dal m;ire. Se Sarzaua 11011 ha cara1tere ligure, 11011 lo ha nemmeuo to~cano: il ,lialt:tto stesso è- sui-;umeris, misto di ,•oci liguri, cmiliant>, toscane, e a questo ha comribuito l't:ssere essa staia per lungo tempo città di confine. A questa graziosa ci1tadi11a :1rfluivauo continua– mente le popolazioni r1gricole cli lutla l'nlta Val cli !\lng-ra, come :'Id una. 111etro1>oli, per ragioni <l'aftari, di commercio, d'uflicio. E molti Sarza– nesi (e nou i piii vecchi) ricorch1110 il tempo in cui gli Spezzini, quando la Spezia era poco più grande di Lerici 1 veqivt1,nOa Sariana per farsi 1111 vestito, per sentire della musicn, per prenclere 1111 gelato ! Ora le condizioni sou ben diverse I Si crede comunemente, anche dngli stessi Sar– zanesi, che il prodigioso e veloce progresso della Spezia sia stato la causa es;;euziale della decadenza cli Sarz,111a.Io credo sia ben altrimenti. Ln Spezia, per la sua posizione t1111a11ascosta tra le insena– turt: del golfo, senza \iherl!t cli mo,•imenti, e so• pratlutto per la ragione stessa del suo progresso, dovuto a ragioni tulle militari e strategiche, non pote\111assumere una tendenza espansionista com– merciale, se 11011 interveniva \'apertura della fer– rovia per Parma. Qui è da 1icercarsi la ,•t:ra causa della tlecadt:111.adi Sarzau:.. Questa ferrovia, ta– gliando gli A1>penniui, per aprire una comunica– zione con l'alta Italia, 111e11tre ha prodotto un certo sfollamento da Genova, ha nello stesso tempo fallo deviare da Sarzirna a Spezia tutto il commer– cio e gli interessi dell'alta Lunigiana. Le vecchie diligenze che da Pontremoli, da Fivizzano e da altri grossi centri portavano a Sarzana vita e mo– vimento, sono state cacciale via dalla vaporiera impetuosa che scende gli Appennini insieme con la Magra, ma, arrivala a S. Stefano, lascia che il vecchio fiume di dantesca memoria pieghi verso Sarzana, e conduce invece le fortune e i cli:stini cli una regione verso il golfo coro1rnto di lampi g11erresd1i. E il piccolo tronco ferroviario che allac-, eia Sarzana con S. Stefano 11011 ha che una limita– tissima imporla11za, Cosi una condizione necessaria di civile progresso quale l';ipertura di una ferrovia ha ro,•i11;1toun piccolo centro: e Sarzana 11011 111:: è l'unico esem1>io. D'altra parte i cantieri e l'arse- 11alehan distratto dall;i vita agricola molti lavo– ratori vigorosi cui maggiormente attira la SJ)eranza di 1111 gu11dag110più lauto e sicuro. Son rimasti a Sarza11asoltanto g·H uflìci. Il Tri• buna le e 1111 Circolo strnordi1rnrio di Corte cl' As– sise sono dalla cri111i11ali1à spezzin.i largamente ali– mentati, si cht: il h\\'Oro nel Tribuuale non manca, e su1)era quello dei Tribunali di qualche grande cillà. Sarebbe ocliO!iO, inopportuno, inutile il to– gliere d.1 Sarzana il Tribunale rappresentante non solo una tradizione che dev'essere rispettata ma auche una forma d'attivit:\ che influisce sulla for– maziout: dell'ambiente, onde molti giovaui di con– dizione agiata, (che altrimenti passerebbero forse in egoistico ozio la loro piccola vita e diventerebbero, per dirla col divino Leonardo, trausilo di cibo e aumenta/ori di sterco e riem/dlori di dulri) nella speranza di esercitare nella stessa cillà iu,tiva una professione, si danno 11glistudi di leggt: ed espli– cano in qualche modo una attivith di pensiero. Resta ora a dire di quella che con brutta frase, ora di moda ma che anch'io adoprerò per inten– derci, si suol chiamare la vila della spirito. Quale è Ci-Sa in Sarzana? O è ingenuo il farsi soltanto una lale dom:rncla? I Sarz:1111.:si sono estremamente inerti, a1>atici, freddi. A Sarzana (caso pili unico che raro) per– fino il cinematografo deve chiudt:re pt:r nianca111.a di clienti: l'aristocrazia sarz:mese, d11.:pure \ 1 ;1111a bei nomi, o vi\•e fuori o 11011 s'occupa clella vita cit1adi11:t: 1111 po' di cliscussione si fa a proposito ddte t:lezio11icomunali che poi si combattono riac. ca111e11ke conducono a risultati curio:;:i, iu modo che 1)er mollo tempo non è srn10 possibile for- 111are1111'ammi11i.-.1rnzione; le lotte si sono comb:tt• tutE- pt:r lo più al solito tra clerh:a!i eia una parte, e socialis1i dal\' altra (come purtroppo avviene in quasi tull~ le provincie italiant:), vacue denomina-

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