La Voce - anno I - n. 32 - 22 luglio 1909

130 LA VOCE natur,11i per adattarle- alla sua scmplicit,'t sintetica: ord t' la n,ltura chc- si rilx-lla quasi castanll'nW alla tirannia di una ,·o· lontA crC'ath·a eh~ wnu cli complic.1.rn( '. arrid:hirne <' falsificarnr• gli aspetti. Xè av,·iC'nc se non dnpo ~forzi dolorosi C' continui, che qur~ta discordia possa c-sscr 1composta C' il problC'ma risolto. Ora.1Iedarclo Ro~so p< 5Sicdc un grande stile moderno. !\asta guardare una delle sur l111fircssio11i d'o11111i011s, per accorgersi subito dt•lla :,ua di:,crc1.ionc nel rendere gli aspNti di un abito o di una fisionomia contcmporanC'a. La signora seduta a de– stra. col suo \·olto mesto di cittadina an– g~triata da c<'nto sollcciLUdini taciute (' na__-,cost<'; il personaggio addormentato n<"lcanrnccio a sinistra, con la testa ap– poggiata alla spalliera del divano. spro– fondato nella dimenticanza momentanea di chi sa quali miS<'rabili sopraccapi; l'Ortolana piantata bravamente sul se– di)(', un po' assopita anche lei nella con• tcntczz,1. di ri1>osarsi un minuto, cullata dal dondolio e dal fr.igor rotolante dcl– i' antica ,·cttura, son tutte figure di una tal potenza rapprC'scntativa che bastc– rcbbcr da sole a suggrrirr a chi non la conosce:,se, la bigia malinconia d'un am– biente popolare e borghc-s<' e l'atmosfera estetica e scntimc-ntalc di un dato mo– mento storico; sc-nza tutt:wia trasgredire alle leggi d'unità C' di stile eh(' renclon l'opera d'arte ,·cramC"ntc grande. impron– tandola dei caratt('ri costanti della \"ita di ogni epoca. Come nelle pitture di Edgar Dcgas (un ammiratorc appassionato di Rosso si ritrm·a anchr qui una sobrietà e riSC'ntitezza d'intc-rpn•tazionc quale solo i più grandi fra i modC'rni C' gli antichi hanno saputo rag~iungern. Dallo sfar– fallio dei tocchi si sprigiona come un palpito di ,·ita eh<', penetrando per gli occhi nello spirito, vi si ricostituisce in organismo spirante>, con quella sodezza e pienezza drammatica che fanno gli spet– tacoli e i corpi sorpresi nel loro centro naturale. Jn altre opere invee<'. come nella Rieust-· o nrl /Ja111bi110 malato, Rosso non aspetta neanche che lo s1x-ttator<' si metta a col– laborare con lui perchè l'indi,·iduo pla– smato acquisti. nella comunione simpa– tica cli un'anima C' di un' opt'ra, il suo vero significato t' potf'rc su~gesti,·o; ma soggioganclC'\ clispoticanlC'nte la materia, l'obbliga a rendere immC'diata e total– mente, r impressione<" il M'ntimento ma– turati ncll' anima dC'II'artist,t mentre os– scn·;.wa con entusia,mo il ,·ero. E allora la materia soggiace con t.mta arrencle,·o– lcua, s'accord.1 cosi ap pie.mo all'intenzion dell'arte che- I' opC'r~l compiuta. trascen– dt'nclo I' imprcssiom' pas.scggC'ra C' mo– mc-ntanca, pigi ia posto tra le creature ~uscital<' dall' immortill g'('nio dc-ll'uomo, riallaccia il pili lont,u10 passato al pre– sente e prenunzia il futuro. L."l Ricuse e il Ba1116i110 molalo non r;1ppresentan forse nella loro pr<"tten,l nath a L{li asp<'tti ctC'rni della lllC's.tizia <' dl'lla gioia che, cl' rpoca in epoca, hanno commos::.o lo spirito d,-gli cccdl<•nti Mtisti cl" Eg-iuo. di (lrccia. d' lt.11ia <' di J·ranci~1? Quc-sti due capola,·on a~iscon dan·ero sull'ani– ma e come fanno IC'cos<.•• e, creandoli, ~lcdardo Rosso ha r<'so il più sublim<' oma~gio ali<' SU<' wori<' oltrepassan– dole. Dove inv<'cC'questc- tMric- s· incarnano ack~uatament<' nC'll'npC'ra, specie per quel chr han di pratico, t_, in ~litri so~gctti tratti sempre dalla realt;'t contemporanea, come, per t'S<'mpio, rwll{' tante teste di baldracche, di ruffian<",di maqucreaux. di guitti a spa&io. cli J)(lrtinai(' {' di briachi, che lo scultorr italiano ha più ,·ohe trat– tato con una ft:•rocia baucl('lairiana, mista di ::..irc.\Smo,cli compa~sion(' e di pa-.sio– nata 1dealit~ì.. Qui l' impr('!,.Sione ,·<'Ioce che l'ha 1:>ercossoal p.~~i.\{?'L{io c tituisce r{'alment<.' il sog~etto p&icologico o ~n– timc-nt.ile intorno :ti quale la materia è venuta ad attC'({!{iarsi docilmente. quasi tremolando per l'emozion<" emanata dalla ,·('rità. A ,·ohe è un lampo maligno d·oc~ chi c.a,·ernosi, un ghigno lubrico di boc– ch<' degradate da abituclim infami. una convulsione losca di tutta una ~rima eia mascalzon{', un sorri~o imbecille' da brac– ciante av\'inazzato . .-\ ,·olw i· tutto un mondo cli abbirzione e di misrria, come in quC'sta Car11t·altrui, prostrata e ine– betita dalll' umiliazioni, dalla zozza e dalla fatica, o un'attrazione occulta clell'cle– ganza profumata e cl(~ll'1g-noto,come nella /Jamr ,i la ;.,oildlt· ,- !."IC'mpre i· un baleno di ,·ita colto a volo (' co~tretto clestra– mcnt<"a pcrpc-tuarsi pc-r~ecoti in un pezzo di marmo o cli bronzo. E lX'r percuotere cosi ,·h·amcnte lo spirito, nessuna tecnica potrrbbc C'~ser{' da,·vc-ro pili {'fficace di qucst,t impr('ssionistica del nostro: trat– tate come un paMcllo delicato, a piccoli tocchi. a colpi rapidis~imi di pollice..j.n– ,·iluppaw com<' in una carezza, o in– frantc-ncn·osamente d.tlla stecca concitata. la cera C' la creta si prc~tano ~tupcnda– mC'ntc al delirio istantanC'O dC'lla mente; e la luce coopera alla perf, zion cicli' ef– fetto, vcnC'ndo ad accoccarsi aJ?'I i sbalzi della modellatura, ::,triscianclo sui piani, accendendo le prominenze. È come se la natura stessa fac{'SS{'uno sforzo sponta– neo J)<'r comunicar<' agli uomini il signi– ficato riposto delle cose. Ma anche ali' infuori cli questa possi– bilità di fare, com'c>gli clicC'.dimenticar la materia. per non dare>che l'impressione ricevuta dal mondo vivente, :Medardo Rosso ha altre facoltà artistiche parec– chie. V'è, per esempio un g<'ncre di la– vori nel quale egli eccelle con la ,·era libertà e liberalità del g<'nio: intendo par– lare elci suoi ritratti di bambini. Bambini al sole. bambini malati. bambini ebrei, monelli, bambini addormentati in collo alla mamma. bambini che poppano, - si direbbe che un gran cuore di babbo renda l'ottimo artista amico sollecito di tutti i bambini chP incontra sul cammino della sua ,·ita laboriosa. E co11che grazia a un tempo e robustc1.1.a, non nf' ritrae egli le fattezze? Nessuno ::,cultore, credo, dopo I' impareggiabile Donatello nostro fiorentino, ha capito (-<l csprC'sso così cor• dialm{'ntc i lineamenti e lo spirito di quel l'età acerba. I loudnn e Carpcnaux tra i francrsi, hannn ritratto d('i fanciulli, mani- l'uno nè l'altro hanno saputo farlo con quella pcnetrazionr che solo un ,·ero amore può da.re. Le- testinr e i busti del nostro son come dei piccoli monumenti crC'tti in onore drlla clh·ina e prima,·cra della vita • ; tu ,·i S<'nti in A'Crme quel– l'('1Wrgia popolaresca ch'c-rompcndo più tardi. far:l di questi birichini, cli questi marmocchi dal cranio rapato e tondo, dnlla cnrnc socia C' rubiconda come una m<"ln, dei bra\"i opc-rai, dei tr{'mencli ac– coltC'llatori, dC'gli a,·,·enturiC'ri o dei ,;reni. Sotto la fronw con,·c~sa lustrano gli ~echi penetranti o ~ontro::.i, lC' gote paffute stillan s..tlute. le labbra carnose e morbide comr ciii~<' mature s'arricciano ostinata• mcnt<' verso il nasino ritondo per fare il broncio a chi. p<'r un'ora. li prh·a del sol<", dC'I moto <' dei giuochi. (i-uardate ncll' mi> dr/l'oro l.t bocc" ribelle e sdc– gnos.i che non vuol ('S...,<'rbaciata dalla mamnM C' ,·i tro,·<'rN<' quC'll'isttnth ò:" prt::-– maturo, mistcrio:-,n ribrezzo della passione e dell'amore eh<" il popolo. - il ,·ero popolo, quello genuino e sano delle cam– pagne' - ha in comunf' anror,l con le be– stiC', i<'quali fuggon I' amorC' fintanto che qucMo non le vinca<' I<'souomC'tta. Poter ('Sprimrr sensi così profondi cli vita in un momento di C'saltazionc\ l\ propria fa. coltà magica elci grnio. .. \ llorchl' ,·idi per la prima ,·olta a Pa– ri~i un'esposizione assai completa delle OJ)<'redi ~lcdardo Rosso, quelle che più mi colpirono - insiemi' alla Nicuse. a una ficrura di Picrrruse e a diverse copie di busti gr<'Ci e romiu1i che- il nostro ese• ~uisce con maestria inaudita - furono appunto que.:.;tc immagini di bambini; e dalla loro allegria e dalla loro ingenua vitalità nacque nel mio spirito come una Bibloteca Gino Bianco lucr di mattina prima,·{'rilc che 11011 s'è ancora SJ>C'nta ..Era come un J><'ZZO d'Italia portato ,·ia cli peso e mandato in giro per il mondo a rinfrescar l'anim<' d~li stanchi e òC'i corrotti. un riso ~io,·anilc del nostro popolo ancora l)(.'llo ed intatto e in cui son fonclaw tutt<' IC' nostre spe– ranze. E dico drl nostro popolo, perchè (e questa & un'altra lode) n<'s~una faccia fu mai più italiana <' it:t!ianamento ri– tratta dC'lle di questi bimbi rossiani. ConverrC'bbc ora parlar(' cl('i suoi ri– tratti pieni di d,•acitit e di penetrazione, dellC"sue- macchiette bizzarr.m1ente impa– state di so~no (' cli realt.l, <' ma~ari dei suoi disegni che J>C'r tanti rispetti s· im– parcntan con l'arte di C-éza1111{', cli Dcg-as e cli Toulousc-1.autrcc; ma J><'.'rchènon sarù questa l'ultima volta che mi verrà fatto di occuparmi di questo grande ar– tista, mc n<"asten~o per ora. Come 1;ure mi ast<'ngo dal rin,·angar )(' ra!!ioni per cui i pezzi grossi dcli' Italia ufficiale lo tengon tanto in disparte, e dal mettere in chiaro le sue relazioni con AugustoRodin. .Dei documenti importanti eh(' saran pub· blicati a suo tempo, clucidc-ranno il primo punto, l'appendice che poniamo in fondo a questo volum{' parla abbastan– za apC'rtamente per illuminare il secondo. Basti dunque aggiungere, a mo' di conclusione che l'opera di quC'sto esiliato, una volta conosciuta, offusch{'rebbC' ad un tratto l'impostura e l'imbecillità degli ultimi ritardatari nostri pac-sani. porte– rebbe come un cibo succolento (' nutriente in questo banchetto di gusci cl' o,·o che è l'odierna scultura italiana. C" servirebbe d'insegnamento a chi vuol liberarsi e creare. L'art{' cl{'I Rosso riunisce in sè, come s'è- dsto, la forza espressiva cl('lla mo– clernitt\ <' la compattezza e sobrict:t d<'IIO stile antico: è un·arte in cui - scconcio scri,·e,·a un critico francese - tutti i tempi si riconoscono: nè capricciosa, nù impacciata, ma vh·a e indipendente. con– forta per l'oggi e fa spcrarC' n<"II" a,·vc– nirc. ScrivC'nclo cli questo artista che ha lot– tato e vinto lontano dal suo paC'se, cho s'(, fattù naturalmente il maestro di un é/il,· di ;piriti bramosi di bclleaa ed ha iniziato una scuola fecondissima di belle sorpreSC', noi. incalzati dal tempo e privi cli ricordi recenti. non abbiam voluto se non vendicarlo dal!' oblio in cui il be– stiame critico ciel suo paese lo lascia, e proporlo nlla ~ioventù italiana come un esempio di ciò che possa ancora il genio di una razza che i morti credono morta. E il parlar di lui, ancorchè inadeguata– mente, non l· stato per mc soltanto un do– ,·erC' (' un orgoglio, ma anche un piacere grandissimo. Terminando le note sull'im• pressionismo, scrissi il nome di Giovanni Segantini come si metterebbe un segna– colo per una battaglia, qui pianto quello di :Medardo Rosso con lo stesso pensiero: runo e l'altro hanno detto la stessa pa• rola, l'uno e l'altro hanno avuto giù per sù la stessa sorte, l'uno e l'altro sono av– ,·olti, qui. nello stesso silenzio. Che i gio· ,·ani amici sconosciuti meditino su questi fatti. lo dico soltanto che in quel morto e in questo dvo è riposto il destino e l'avvenire dell'arte italiana. Se, tuttavia, si tratta di vivere e si vuol vivere . • Ardengo Soffici. GIORGIO TYRl~I~LL Tyrrell che viene it mancare 1>ri111n de' suui ci11- q11an1'Anni, era il n1ppresen1:111te più tipico e più com1>lt10 del modcrni .. 1110.Co.,i h, pen'lav:rno 111ui incominci:rndo dal card. l\l~rcier col quale il 110- s1ro ebbe un'importante discu'l~ìone pur prote– -.tando ch'era un fargli soverchio onore il t-onsi· deritrlo come l' c.~1)011e111e >iùJ>crreuo di quel moto di 1>ensicro e d' 1u:ione mort-1lee religio5a che si riassume in quel nome. Ma Mercier, malgrado le proteste d1 Tyrrcll. ave, a in fondo r11gio11e.Altri sono nel moderni– -.mo J>ensatori più originali e profondi di lui: altri lo su1>ern110 di gran lunga come critici e come st~ rici: ma niuno l'h:t supcr11to n~ lo 1>.ueggia per equilibrio perreuo <h facoltà, 1>ersenso profondo della reahl\ e per isti1110pratico, :1ttuoso, crea1ore e s11scit.1tored' energie nuove e di nuovi indirizzi. Era un re.tlist:1e m1e~perimentalista per principi e per 1em1>t:rnmento e tale volle che fosse il 111010 a cui egli 1m:se p:irte e delle forza. Le origini 1eoretid1è di questo 111010 sonu facil– mente osserw,bili auche se Tyrrell 11011si dette 1roppo peusie10 d1 rintracciarle. Hisalgono Ml pe. riodo ro1111111t1co e so1mttullo a Schleiern111cher e a li egei. Contro I' asto,ic1smo pro1c,tante, Schleier– macher mise 1111ihevo l'a.tione di\'i11a uel!A sto· ria. L'immanenza d1vim1t inn~gabile nella storia anche se il principio di,ino lit 1,:1mhc.1e la tra– scende e la trt-1scende perchè h1giudica. La chiesa 11011 ~ un' astrniione ma uno svilup1>0 e unn crea– .tione storica. No11è un conceuo s1:nico che pre– siede ai SUOI dt'Slinl IUll un ("OllCCllO d1m1111ico che in~"lntemente. d:'1vit;, 111 nuov~ forme in cui ~•iu– curna. A c1uest' 111dirauo si co11fo1 ma anche la nuova interpretazione che ddlt-1 rrimtà d,w,. 1-le– gt:I. L-t K~neruionc perpe1ua del Logos ~ il prin– cipio e la causa dell'eterno dh•cuire de.I mondo. Queste novità son lmone novit.\ in c1u.11110 son vecchiumi stniveccl1i. Clen1ente alessa11dri110,Ori– geuc, AtHnasio fondnrono la dogmaticn cristiana sui cl.11iche cran loro forniti d,11platonismo e dal neo1>latomo;mo Hle-.s.mdnuo e inteq,ret.1\••1110 al lume d1 quc!!la filosofit-1 i misteri della loro 1eli– gione. E quello che faec,•t-1110<1ud pad1 i greci, fanno gh attuali moder111stiauche se non se ne rendano pieno conto. Il v«:rbo si fa uomo i>erre.n• ders1 immanente agli uomini e t-111., ~torii4: esso è il pnnci1>io dt-1 movimento e della viti.. ed è per esso che noi abbiamo vi111,moto cd esi,;1enza. Se– uonchè quest~metafisiche, ~ebllen 11t'Cessarie,non erano il primo J>en5icro d1 Trrrell. Egli ern uomo troppo fatt1,•o e troppo completo e troppa assen– nato per irrigid1rs1 in uno -.chema logico o diaJct. t1co. Sapern benissimo, come Ne" man e S. Am- brogio, che Dio si compiacque di redimere gli uondni non colla logica nu, con ben altro. Cos'è questo ben ultra? Lo vedremo i-c&uitaudo, Tra "erità coucrelA e formule e verbalismi la sproporzione ~ normale e I' inadeguazioue ~ per• petua ed inevitabile; bisogna elle gli epigoni del panlogismo se ue persuadano. Tyrrell per conto suo n'era persuasissimo: e perrh~ 11' er., persua– so. abbandonò il mt!dievahsmo, l.'Om' egli lo chia– mava, ossin le nmbl.tioni e le presunzioni della ra– gione ragionante. l...krat,:ioue rifless:, è una muu– bn:ionc del111realtà e ben lungi dall'espri111erla adeguatamentt:, la deforma e la iru1>0vui5ee e la falsifica se si isola dalla vila eia cui proviene e: a cm deve, se è logica, ri1orn::1rt-.I.a -.cienza sche– rnatina 11reHle e la met::1fis1c,1 ~ un 1>011leche abilita a pass11re dAI fotto e dal renomeno l"Cien• tifico alla ragione: del fatto e tlel rcnomeno: sono due tAPl>t:nec.:cssHrie: ma 11011 suno il fine e ne– anche la fine del vinggio. Son legittime finchè 11i co usidenrno come 111ez1.o, son assurde quando si c:onsiclerano come fine. Pensare il ret-1lee 1>0ssc– derlo non è lo stesso, come crc~e\'a J lcgel e ere-– dono gh astrallisti. Pri0111della scienza c'~ la rede ossia I' intclligen.ta rivoha all't-1.tione, ossia l'1sti11• to che \'1 ahiht11 11011 a conoscere il reale, ma a possederlo. E do1>0 la scienza e dopo la mctAfi• sic11c't di 11110, 1 parimente la fode che rivolge un' ahra volla :tll' a.tione le: astrnzioui sde.ntifiche e le spccula.tloui filosofiche. La scienza cercH, la metafisica dom1111d.1, la re• Jii:ione e IA pr11tica tro,·ano e ri➔pondono . .Ecco percht l,1 llrntica può far a meno della tcori11, ma quest,t 11011 può dispensare da <1uellt-1. È la pratica, ~ la coscienza morale, è la volontà che d,uino nervi e polp,1 allo scheletro della scien.ta e della filosofia. I nuopi si scaudahuano perchè Ari'itOtele il urne• stro della metafisica per fondar questa rompe i quadri delln logicK e oltrepassa i limiti della scien– za: come se la 111et1tfisica poiessc stare sullo stesso piano di quella. l'er amh,re alla filosofia vera e alla religione ci vuol tutta l'auima: le t!Sige111.e di questa formano 1111 nesso ed una ct-1tena i11frn11g1bile si erra e si pecca quando spe.ui:lmo arbitrari;unente qucst11 catena mvece di percorrerla tulla, ci ter• miamo ca1>riccio!,,;lme111e ,1. un anello e lo pigliamo per <1uello vero e 1:>erquello buono, mentre 11011 è 1ale 5e ~ isolato ed è mie solnm~nte 5e è preso complessivamente ed in unione a tutti gli Altri. La verità 11011 è i11fonzionc di uua categoria sola del reale ma <li tutto il reale e di tulto l'uomo spirito e coq>0, intelletto e volontà. Questo vi spieghi 1>~rchèTyrrell, intelletto qua. drato e ricco di profondo buonsenso, avesse in

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