La Voce - anno I - n. 23 - 20 maggio 1909

LA VOCE GIUSEPPE GIUSTI Ci sono delle commemorazioni obbligate come le rime di certi sonetti. Mettiamo che quella di Giusti sia di queste e rassegnamoci a parlarne quindi un pochino. Un pochino, ripeto, perchò tutto di quest' uomo è pochi– no, l'ingegno, la cultura, il merito letterario e politico, tutto tranne, forse, il carattere rappresentativo. Com' uomo r:1ppresentativo vale infatti un Perù. Rappresenta la Toscana del suo tempo perfettamente e con piena adeguatezza. Se i paesi felici non hanno storia, 13 To– scana della restaurazione granducale merite• rebbc di non :werne: alcuna. Il tiranno che faceva felice q11cl popolo a quel tempo, era cinto non d'armi e non d' allori ma di pa– ~veri e di lalluga. I o dice il nostro Beppe e poteva dir peggio. Una facilità di vÌ\•ere increJibi le e quando diciamo vivere deve intendersi soprauutto dormire; dormire in santa pace, beatamente eterni sonni tranquilli, non disturbati meno• mamente da rombi vicini o lontani di guerre o di tempeste; questo era I' ideale che la Provvidenza benign:1 consentiva di realizzare ai Toscani, anzi ai Toscanini del tempo di Giusti e questi Toscanini lo realiz1a\•ano \'e– ramenle coli' impegno più devoto e colla fedeltl più costante. Per la collur:1 1 per l'audacia, per la forza Giusti si trovava :1 un bel circa al livello de' suol tempi e del suo paese. Ma il pic– colo provinciale della Lucchesia aveva, a differenza de' suoi ottimi e p:icifici cittadini, un eccesso di bile : e questo piccolo eccesso (singolare in un tempo di mediocrità uni– Tersale e perfett3 come quello) ne fece un poeta ossi:i un eccitatore di dormiglioni. uno S\'egliarino di assopiti, una zanzara impareg• giabile, anzi unn vespa formidabile che ba· stava a mettere sottosopra quel nido di pace, quel!' asilo di felicità che cm In Toscanina granducale. Cou rimane del la vespa qunndc ha Ja. sciato il pungiglione nelle carni del suo ne– mico? Ur. bel nulla e quasi un bel nulla resta della satira giustiana se Ife togli gli effetti morali e civili del pungiglione e della puntura. Ebbene, malgrado lutto, è qualchecos.1. Ed ~ un qualchecos.1 che importa. Quand, ero ne' bollori della gio\•entì.1 1 avrei creduto quasi di abbassarmi mettendomi a discutere seria– mente del valore morale o del \'alore lette– rario del!' opera di Giusti: al quale si dava con Tommaseo dcli' anima piccina e pareva con questo di a\'cr detto tutto. Ma veramentt: tutlo non è dello con ciò e qualcosa è debito a~giungere per correg– gere se non cassare quel giudizio. Fu piccolo il buoo Beppe, senza dubbio, ma non impari allo scopo cui mirava e alla missione che si era asi;unto. E non vi paia poco. In un paese assopito come quello, ridestare il senso della italia– nità, la cos<;ienza gella patri:1 e degli obblighi che i-npone e dei sacritizi che esige, e dei fini che comanda di rapgiungere, può sem– brare roba da poco ai tardo venuti cui altrn cura non resta che di raccogliere il ben seminato; ma non era roba da poco, di poca imponanza o di poca d1fficolt!J per gli operai della prima ora, rer i dissoJ:1tori e seminatori di un terreno ingrato, in un clima av\'erso e sollo un cielo inclemente. E tra quegli operai il buon Giusti non può negarsi che fosse lino dc' più coraggiosi e certamente il piì.1 efficace. Che m'importa se non aveva coltura, se non aveva ala d'ingegno poderosa e forza di scrittore eletto, impeccabile, potente? Sicuro, la sua poesia e la sua letteratura sentono; il provinciale angusto, micromane, 1tremenzito. Sicuro, lo stile di lui è rim– pinzato di riboboli che oggi al nostro palato hanno a un bel circa il gusto e il sapore della stoppa. Tullo ciò è \•erissimo. E che prova? Prova tutt,al pii1 che non era un poeta nè un artista di prim'ordine. E siam d'accordo. Ma nella repubblica civile, se non in quella lctternrh1, c'è posto anche per i letterati di second'ordine. E talora questi fanno del lavoro più proficuo e più produt– tivo di quelli. Giusti ha trovato la sua Toscanina im– mersa nel più profondo letargo e l'ha la– sciala desta o quasi e pronta all',uione. Curlatone e i\lontanara sono per una parte (forse non piccolissima un effetto delle sue rime. E \'i par poco? Contentiamoci di questo e siamone grati al poeta. Egli ha esercitato un,aiione efficace e, tutto sommato, salutare pei suoi contem– poranei e non è ,dssuto inutilmenle e non è morto inglorioso. Ci sono di quelli che ira– scendono i contini del loro 1empo e del loro paese e sono i più grandi senza dubbio. Al· .. tri debbono invece limitarsi stretlameute al momento ed al luogo presenti e non hanno fona di romper quella con"-Cgna e· liberarsi da quel carcere. Mii se f.11ino efficacemente il compilo assegnato dall'ora presente, son uomini rnri e degni di memoria. Quanti son quelli che gonfiati da ambizioni sproporzio– nate scoppi11no come 1:1 r:rna, senz'a\'er nean– che grncidato del suo meglio per romper la monotonia e il silem.10 sepolcrale della palude dove la Prov\•idenza l'a\'ea bale!itrata I Giusti, no. È stato l'uomo del suo 1empo e del suo p:1ese ed ha assolto pienamente il debito suo ,•erso di quello e di questo. Ci sari\ qualche cruico rabbioso (i giovani specialmente son crudeli) il quale preferirà la rana .ambiziosa che scoppia. ~la avrà gran torto. Il destino della ran.a è di gracidare ed è insomma un bel destino. Siete mai passati in una bella sera di maggio attraverso prati acquitrinosi ed avete posto l'orecchio al vocio sommesso ma insistente che esce da quelli acquitrini? v'assicuro che non v'è nulla al mondo di pii.a dolcemente penetrante e soa\ 1 e d1 quel canlo. Quel canto è un semplice gra– cidio di rune: ma Aris1ofane che di canto e poesia s'intendeva un pochino, non a\'rebbe dato quel vocin sommesso ~r tutti i cori di Atene e di Grecia. Siamo dunque giusti anche colle rane e siamo giu~ti con Giusti. Il quale, del resto, se non ern un usignolo non può dirsi che fosse addirittura un ranocchio. Ern semplice• mente un buon toscano, asscslato, giudizioso, misuralo che una bile non ingenerosa mosse a nagellare le miserie e le infermità piccole, fastidiose, innumere\•Oli de' suoi cari concit– tadini. E per trovare le \ 1 ic della persuasione trovò accenti che non sono fragorosi ma penetranti ed effic.1ci. li trombone epico non ebbe braccio nè fiato per imboccarlo e pro– varlo ; lo riconoscc\·a da sè ed è un gran mel'ito il riconoscersi; lo zufolo era più di suo gusto e rispondeva meglio alle sue capa· cit:\; si, qu:1lche \'Olla cr,1 fuori di chjave e delle stonarnre, sebbene e.tesse auento e fa– cesse del suo meglio, ne fece più di un poco: ma insomma com'era piccolo lo strumento, piccole er;m pure le ston,11Urc e ai suoi con– temporanei passarono, si può dire, quasi com– pletamenle inav\'ertite. ~la la musica piacque 1 era buona e fu efficace. E l'eco del cannone che tuonò indi a poco sui campi lombardi, vi rispose degnamente. Th. Neal. Il prossimo numero 24 sarà di 8 pagine interamente dedicate alla que:.tione scolastica e conterrà oltre la conferenza di G. Salvemini sulla « Riforma della Scuola Media • scritti di U. Mondolfo, A. Galletti, G. Papini, G. Lombardo-Radice, G. Cena ecc. ecc. costerà 10 cent., per L. 1,00 se ne potranno avere 15 copie. Ci si può sempre abbonare alla VOCE spedendo alla nostra Amm. tante volte due soldi (per l'estero tre) quanti sono i numeri che si deside– rano. Da oggi alla fine dell'anno L. 3.00. Bibloteca Gino Bianco Profili di giornali. Oioroalino della Domenica e Corriere del Piccoli. l"amhd abhan<lonati 1utti i J!Ìornali per i grandi, \'ia \·ia che ,i mini-,1erialiua,ano 1cioè d,n·an paghe ... icure) ha crealo il (; ùn·11ali110 ddlt1 /Jo– me11irn per i cuori pi1'1che ):io, Jni 1,crcht: -.,,e. rimentalmc111c :\\'cva pru,·;1tll C'ht.·pc:r i cr.ani più clw nrnturi l'amore cr.1 nrnrtello troppo \ic\'C. E un icleali-,t,t, l 'awbu : le -.,ut: '.'>lk'r,1111.(• ,on reah;\ future: t.· per c11u:-.10h.a d'intorno a ,i· il con– 'it:n,;.o entu,i.1-.1ico di 1,1nte ,rnimc ~iO\,rni. I fan– ciulli tro\ano ,e ..,te-.. i 111.:I ,uo ~iornal1.•.c:hc: è d..-o, birkhino, -.erio, irrequil'to com~ un loro fratt:llo, La 111a1urit~, non \'' inh.·nitne ;1 tcncni sue predit.:he. Edu1.:a1>erch1.· non ill',t.:gna morale. ma 1x.-rchc nd riprodurre ,trli-.1ic,m1tnte la pic– cot,1 mnlcfott.t '"i a~giungt: <111d ,cn,o di indul– gem,, 11111:ln.1 ctw noi tutti, ~randi e pK'cini, inc-011-.ciaml·nll• 1.:~igi.1.rno JlCrt.·e1rn,·1,;~uci ,inn:ra– mc 11t, Il bimbt:tto cht: ruba 1111p,:no di ,,mc– cht-ro 1111;111do m,unmi\ non n:llc 111111 ,: un 1,u.lro, o cduc.,tori immor.,li t: unu c;ui piace il dolce. Datli,:li )Q .t:un:ht:rn "itlllil d1(• t,,o lo pn.·nd.1; nnn ta~ti~.11t:lo ! (Ju«,-..,to dice tra k ri~hl· il (;ù,r. 11ali110 ;,i "t·nitori. Pcrch\.• t'!--...,O ;1m;ht.• i J,;(•niwri 1.:d111 ,, mu,tr,111do loro qu.11•~l'nnima infantile: ma 1it1111ittt1 alhncl1l' non ,';1çcorJ,;a1H) d'i1111Mr;1rc. B• ne: il <:iu,·,wli,w l.• 111111 fotlc, qipurl', i 'li– gnurì sct·tlit:i n·dc,~tro {lll,llllè mi~li;ti;1 tli lc11ori ha tm\·;1to ,11u:~li\ h:dc I T;1ntt1 d1<.· il Corrit'r1.· dtlk \/.,-,, ha pt.•n.;_;1ttl bene di ,fruu.1rl.1 com– mcn.:.alnu.:ntc: non t.·onknto di n:ndcr J,;ottu,i hl .1d111ti nll proprio rq.:•1tod\1C.·,1, ha i1111,a..,tic– chto .... u il Cm, ,-,-n·11a a rcndu idn•pi,·i di nullit.\ i :orpicini pkt.oli. P.1dr1.mi ,,imn' Sicuro una conc-orrt:111.1c-omc un',1ltra. '1,1 Jll·rb bbO},."lla i11..,or1,:.crc t·ontro quc,to tni....1 cnrricrc-.co che imfK>nc a 11111a I' Italia il nutrimt•n10 ddla bol– s.,gginc. \'i ,ono leggi contro Il' rm•rri maria1e: non lc,.:i,;-i,no, t.·ontro lo s1>iritofracido inotubto continuamc11tc nt"ll'nnima ddl,1 muione, ma ri– \·olt.1 <lt:llc 110,1re anime. GuMdate il (ì11 rirre ,ki l'iaoli · 11 (/io,110/ino ..,co,m~ ;lflbt1 (Brundlc..,chi, HulJinu, Andrcinil e lui t,:licli ruha o tenta. Il Civn111/i110 è un 1ipo nu(l,u, ;rnc.:ht.•1i1x>gr.1ficamentc, <li ,.;iornale: e lui copia, ,tnclu.· tipograficamente, i i,:-iurnali fran– cc~i. 11 (/io,-11ali110 è ,;111umcntcna,ionalt {la I.A"ga di Triè,te ne compera per gli ,colMi pmcri 500 ..:'-'l>iç , pd.'JM1;1 t'i1t,1dini e uomini : e lui p1;1sma futuri lettori dcll:1 l)011w1ha dl'I Ctn-,ùrr. E io \ 'e.do che anche nel (;ù,r11ali110 ci -.<JllO a \"ohe sciocche1.i:c, ,1ancht-ue e anthc pn'OCcu1>.-izioni commerci.,li til romanzo del !;.ilgari. p. e. ; e ,edo che l';\ltro ha <1trnkhc \oh,, delle co~ buone e utili: 111;1 quello è fu'-0 d'un fooco in– terno di arll' e di hont:\; queMo é u11';1ccoa..1g-lia a~tut;1 di :1rticoli. ~la co'ila 1111 "tlldo. Ebbene: ..1are111u ;1 \Celere se pro1>rioabbia da \'Ìncerc l'inlerc,...,e l'C't.>nomico contro I' inter<'..,.,.Cmorale e arti-•,tko. lo, bimbo tenore dd (:io,-mrli110. "'>J>eru t.•t:redu. s. s. Il caso Farinelli. Toiina, 11 m•~glo 1909 I lo lcllo con r11111111nrico Krand,..,<iimo ucll' ul1imo numero cieli., Voce una comt111i~xiouc C'he mi ri• );t1a1d,., ~. l>t'"rl'amore c.ldl:t ve.rii!!.,.-:rid:Hocon triplice :squillo ucl roglio -.,uo,ed anche un llO'1>er l'amicizhl che ci I,ga, lit prego di 11ccogliere una mia bre,•e rt'"ll:fica. Ignoro Il motivo che indus-.e il ~iovane :.uo CO:"• ris1)()11denle II chvulg:tre e.cl i ng1g111111rc un falterello a\•,•enuto in un com·e1,::110 di prores-.ori, che 1>er non esst'r s..111i, rnlor si bi-.ticciauo, e muovon talorit 1r:ite p:oolt-. Era sorto rrn me e il Pre~ide ddla Facoll:\ cli le.tkre un vivace dib,111110 per faccende d'c.;_;uni, e. p1~cq11ea me troncarlo. to. ghe.ndomi, un po' n1deme11te, dalht comm,..__,.,one a c;:i 1>a1tcc1p:t\•0. Quel n110impro,•,•iso nt1ro mos– se, come or 111'i1c-curgo, I' imagin:1iio11cdi :tkuni, 1roppv accesr1alle mrnime cose, e si fa111asucòdi un grave tlis:tct·onlo fra me e i c-ollf'Jthidella fa. coll!t. mia, coi quali, dacchè venui a 'Jori110, vissi j 11pe, fet1.11>1c:111 ... sit 1a corcliali1!\, e d,11quali - il Preside con111reso- io 11011 ebbi <.:he1>rovcconti– nue e in11neri1ated1 s1ima e di :iflello. Nè io mai nu mossi lla Torma c.lopo11leg~ero di,-.idio sono, ed or plac:tl0, e ~oprallulto nui 110nd1ssi qut-lle parole allush•e 11ll'.1riarespirala III A11s1ri:t,folle– mente stam1ute nd suo giorn:ile. Mi n1errebbe ella etpace di simile nic:111t:ca11t:ria? È veri... siluo eh' 10 pur anelo a 11111ggioraria e luce e intimR vita nell'111,;eg11ame11to, e foccio mie proi>rie le aspinu:10111 dc' giovani. 1orturn1i un po' dai regolamenti mfle"5ib,li. Non vorrei soffocato lo spirito dalle risme ehccuta prodigate dai burocratici nostri, per tradizione invalsa e senza senno; mi 91 piacerebbe che sull,1 fiduci.t, 11011 sulla sfiducia, fosse basato il si.11temadi educazione in 1,a1ria, e nella scuola e foor d, essa il rigido meccanismo cedesse al culto dell'anima. Ma con me son pur tutti i colleghi mie1. Tutti sospiriamo una salutAre riforma, che solo a grado a grado e colla COOJ>e· razione di un illuminato go,•eruo si ,,otrà com– piert>. l\li ,•oglia sempre, c,,ro PrczzoHni, un po' di bene. suo J\RTt.:RO F'AKISKLLI, Caro Farindli. Cos.t vuol che le dica? Quando si hR torlo, non c'-è che con(eM.1.rlo. I lo avuto torto di credere a dei giovani. Mi pare,·a =w~ro l'acce.1110della ve,i1.ì: la notizi,, non sembravR impos,;;ihile; e \'aghe chcerie e lellere pri,•atc mc la conre.nua– vano. Lei 1>e.ròsme111iscee a me non resi!\ che prendere Atto della cosa e siucernmc111c dirmi con1ento che esista in lrnlia una Univtrsith cosi concorde, cosi piena e.li pflello per i giov,1111, C<h1 sinct<ramcnte \'0lata aUa scienza, qu.-le non SApe• ,•amo llé'l>1mre1111111~,::m.trci. Se 11011 al1ro l'aver io pubblicato qudl11 leuer.\ avrti. servito ad as-;i– curnrci di quNla cosa, che è import,rnti"'<ima: I' Univenilh di Torino t'"S"1:r I' Univer:.i1à ideale d' J1alia. Con l'untico flfle110 mi creda ~uo GIUSP.l'l'K PHKI.ZOLINI, .Medardo Rosso. AMimn,, i11i:iala lt1~/amp., dd t·ohmu dtr I.a \'oce e \'it.1 cl' Arte .s/t11111,, J"<r drdi,1-1rr u .1/r– darJo J..'tJ.fSò t' 1·1f"n·i1-1uw p,, tlt1 01,1 le, prr,w/,,. =io11r dà ,w~t,; t1/,wnt1/i rhr t·(}_1[/itJ11 rit"r:·,·r/o per L: t .50. Cli a/1,·i su11 prr_,r,tli di , iz·ulg,·,·si alla J)ilfa .\iu,·. Il .• "it·rlin-, 20, I 'iu 1'o,·11a/Jum1i, l·i'rr11:e. L.;i,od. J}d Jr1a11dr ,,,./i.sii, if11lia110 rllr a di.rpdlu dd- 1' 1/,1/ia ullùli"t uUitialr s· I l'<Jllf/11iJ/a/i1 I' am• 111ira:i()111' dt')(li .slt'tlNÌt.,.i,rrco 9ud rltr si pensa ali' rslrro dm·r t'gli lta r-.sposlo. Vie de Parla. A Nodi11. Signore, \'oi 11011 i1r,;-11oraw che, anticamente, n Romn, il Sennto o il l'<>polo :\\'<:rn il diritto d'ordi11,1rt.• Il lno11Ju; dw in (111d giorno l'eroe copcr10 d'un:: ,estc trio11fille,con sulla tc,ta una corona di lauro, montato "• un carro magnifico tirato da quattro ca\alli hianchi, ern in g-rau ,,01111>a condotto in CampidoJ,:.'.lio, attr.n er,o la citt,\ roman:l. li !->cnato pn.. 'Cedc,a; 1.1 folla dei cit– tadini ,e.,titi cli hiancc,, '-t'l{Ui\'a.Da,-anti nl carro dell'.-\ugu..,to Pcrson,lg~io ca111111inarn110, carichi di catene d'oro e d'argento, i re e i c·,q,i ch'(•gli mea fatto priJ,;ionit.•ri: \'idno a lui. i ..,uoi amici e i suoi parenti. au·ompagnnti dai wldati c-oronati similmente di I.turo, canta,,1110 e lt.·\'a,·ano il grido cli gioia il /lio,~fo 1 )la -.ul "'"" proprio CMrO (dietro il qtmle ..,i appende\ a un;l rfu..ta e un bubbolo aflinch\." ,i ricorda,se chl• 111111 era ,t.• 11011 uu 1101110 '-' d1e 11011 do,·ea inort,.:oJ{lir troppo) uno ..,l·hi;1,o, in ver:-i allegri o ,.,1irid, ricordnva ali' 1:roc i suoi misfatti, I"-· ,uc i11dt·g11i1{1, lt.·... porcheriòlc d1'cg-li a,ca COllllll(!'iSO, gu;\! ... Oggigiorno, ,i,,-:mlr<:, ahimè! llf)n ci son più carri; lC!-i..,t' «:gli pur <1u,Htro c.;l\alli bi,mchi? ma oh! \t'r.lml:ntc hi,111chi ?1. i\ou ph~ pmnpe, e mon,ieur Uelloir i.: l'ordi11a1orc delle fc-.,tc pubbliche ; 11011 ci ,uno pitì -.chia\ i e <1uando s' inauiura un Pt·11.sr111", mRclama Segond-\\'cber recita ,cr-,i di \"ir1or llugo. )la, - giacchl' dc' giorni di trionfo cc ne sono ancor;t gli uomini hanno il diritto di scri\·crc cib d1e pcn-.ano... bpecialmcnte cicl– i' autort: del l'e11.sc11r. Signore vnrre)le voi per– mettermi d' t-,,ere uno cli quelli? ... • Fin' ;.lllora mc,ah: continuato la tradir.ione comune, ché, in fondo 11011 a,·c\·atc tro,·ato nulla•· t·,,·oprra 1•i lta reso crleln·r: il ,osH0 /Ja/:ar. \'olete che parliamo del t-ostro Balzac?... SI, nevvero? Ebbene, c.1ro ,i~norc, /Jal:ac è un'opera conccpitn - 111:ll concepita, per ..ino ! - bt:Condo le teorie cl' un ahro; cl' un :1ltro che è l'autore di <1uella Niru.u che voi hnratta~tc col ,-o~tro Torso - d'un •.ltro che \"Oi ,i siete ingegnaio di cacciar cli per tutto; d'un altro infiue che ha ap<:rto a.11'1\rte -.cultoria dei nuo,i oriuonti: ho nominato ~leclardo Rosso. A...,ORlt IUBl.!'I. 0utlooker, ,\'01'Cmlxr u. 90-1· Colonne e colonne sono state scritte nei fogli inglesi sul Sa/011 d' .111/omnr, ma nessuno ha fatto menr.ione delle cirCQ<,tante le quali J">Osero subitamente Medardo Ros~. il famoso ~cultore

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