La Voce - anno I - n. 15 - 25 marzo 1909

OCE Esce ogni giovedì in Firenze, via dei Robbia, 42 .J. Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .:f. Abbonamento per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero·cent, IO. Anno I .JI. N.• JS ,:,. 25 Marzo l909. SOMMA RIO: _ Commento alle F.luionl, LA VOCE - Le Elezioni, T. N'1~,u.- La Storiografia rcallsllcn, :-\-.;To:-.-10 ...-\:,.;11LOTT1 - L'c~ulvoco moJcrnlsla, SAL\'ATORli: )l1.socc111 - teucre lrlcstlnc: n ·. /.,a :-ila tldh> spiri/o, Sc11 1 10 S1.ATAl'trn - A p,·oposito di un rifiuto di sfida, g, pr. • SftllJtori ji1,M11lt o 1!11/0 ui;lo,e /.'Jl11/0l",8fi1l1to,i,/'/tJlidtl'O<IU,ri,,. ALFlf!RI, li Oivoizio,Allo V., Se. VIII, A bnl/ollaggi decisi, s11011a l'ora dei com– ,nenli. Ogn11nogongola, perchèogmmo ha vinlo'. Tu/li i grandi giornali caula,10 villoria pei loro amici, /11/li i piccoli org,melli e/e/forali della provincù stampano per l'ultima voi/a, prima di chiudere /,1 loro iftmera viln, le parole « li• berlà >i,« volontà popolare»,« ordine •• « pro• gr.:sso • 1 « riveudiCa;Joni •, « nuovi ori{{oJnli » 1 n&Jllo sl.:nloreo 11/limoarlicolo di fondo. Hmmo vi'1IO i mi11isleria/J~i liberali, i clericali, i re• p11bblirm1i, i radicali, i socialisti, g/J· indipen– dmli. Non bisogna dire evviva a nessuno in par• ticolare, ma « ttiviva la villoria'.! » Noi che no" abbiamo ancora un' eliche/la.,e diamo ospitalità " tulle le voci omsle, appar• le,iga110essr. al sJrialisla S.,!ve111i11i o al callo• fico Billia, e chevolenlieri ci tlircmmo « demO'– cralici • se questo nome non fosse usurpalo da rep11bblica11i esperti dei corridoi del minislcro, come 1'011. Balle/li, da socialisti ciarlatani come 1'011. Ferri 1 da radicali acquicsceuli come l'ono– revole Marcora, da massoni cldricali ,ome l'onor. Faell,, da mi11islcriali mazzieri come !'011. De Bellis e puji110 dai tOIISOrliconser– va/ori e dai elencali i11lrn11sigenti 1 noi soli ci riconosciamo capaci del commmlo giusto sulle eletioni del 7 e del 14 ma110, /Ia vinto « la t·illoria ». I giolilliani han vin/o ,011 l'aiuto de/ ddegali di q11cs/11r,1, dei selvaggi armali d, ra,rdel/i 1 dai denari de, fondi ugrtli, della libera mano ogli am111011ilt~ della dislrib11\io11e immorale dtgli appalti, dei promessi impieghi, dei negali favori: i repub– blicani hm, viulo coi voli dei monarchici scon- lenti, dove pur 11011 hanno vinto coi fat·ori il– lecili e coi sistemi giolilliani delle ammi11islra– \io11i co11umaliche erano in loro potert'; i socialisti han t•ùdo coi t•oti dei monarcluci sco,llmli, degli impiegati che sono bene spelso' socialisti... per solidarietà, dei rtpubblicm,i e perfino dei loro ualurali nemici i massoni; i dentali lum vin/o col favore degli e.\·-dit1or\isli e dei massoni di dcslra, degli ùuluslriali, e de, capi-camorra; i nulicali hau vutlo, sia per virtù del/' equivocità del loro battesimo, che tocca Ionio ai frJ/uri ministri Jd !tpo Frode• letto e Nilli, quanto agli onesti pensa/ori e ri1111ovalori come il nostro Don !?omo/o Murri, sia per lttlli i giuochi di bussolo/lo su/lodali di /111/i i 1,11/Jot!ali par/1/i. /·la vin/o dunque chi ha vinto. Nessuna vera idea. Nè l'idea poteva vincere. Perchf vi11co110 le idee che si son f,olulc lrnsfomlerc ml/o spirito del paese. E il paese ahimè troppo è ancora corro/lo, e dove 11011 f corro/lo troppo poco è ancora e/et/ore. San Gngorio, villaggio di Paleruò: 52 e/e/– lori (dove dovrebbero essercene 350 almeno), 23 baionelle, 1111 delegalo «specialista•, qual– lro guardie di questura, sei carabù1ieri. Ecco le clqio11i di tulto il mezzogiorno d' 1/alia.' Una sola salt•ena noi tiet!iamo: I'irr11p'o11e delle masse analjahele nella vila p11bblica.Cos} si imporrà a tu/li i par liti il problema dt' ed11- car/e e conquistarsele, col/' idea e colle buone opere /,;condale dal/' idea. Col denaro 1 colli, corrup'one, coll'equivoco 11011 si potrà: troppo quelle masse sono mnncrose e troppo acuii ~ ignorali i loro bisogni, che esploderebbero mi• 11acciosise t•em'sservtrascurali. Et,viva d1111q11e 1 liOII « la villoria •, ma il « suffragio univer• sale .' » La Voce. LE ELEZIONI I resultati son noti. Maggioranza schiac– ciante per i I governo e aumento elci rap– presentanti popolari. Trionfo della democrazia? Neanche per sogno. Trionfo dcli' indifferenza. Indiffe– renza del paese che lavora perchè assorto nei traffici e negli opifici e risoluto a non lasciarsi distrarre dal ta11/a11 dei po– liticanti. Tndifferenza del pa('SC che non lavora perchè appunto ama il quieto vi– vere, fugge i rumori e si disinteressa delle declamazioni rauche o stonate dei saltimbanchi politici. Vero interesse non pigliano in queste faccende se non le varie camorre che allietano il nostro fortunato pa..:!se: mafia per Sicilia, ca– morra propriamente detta a Napoli e massoneria per tutta Italia. Queste fan– no la pastetta elettorale e il popolo, il buon popolo (beato lui !) se la trangu– gia. Se gli ritorna a gola, uno scapac– cione e giìt. Quant'al governo, si barcamena e vive alla giornata. Giolitti ha avuto l'abilità inco1 1 1parabile cli co,npromcttere la com– pagine già solida e potente della finanza con elargizioni incessanti di pane e cir– censi a t11tto l'infinito travettume ita– liano, di sciup.irc una posizione interna– zionale se non gloriosa, confortabile; per cui ci troviamo con una finanza mi– nacciata dai travetti e minacciosa a tutti i poveri contribuenti, con le frontiere · sguarnite e le difese manchevoli e una politica estera ambigua, ingloriosa e non leggermente pericolosa. Del resto, i I ca– po del nostro governo è abilissimo, è pieno di risorse e di preziose qualità e gli altri che potrebbero succedergli, val– gono meno senza dubbio e farebbero peggio certamente. Consoliamoci quindi di aver Giolitti e a un bel circa come quella vecchiarella siracusana, preghia– mo Dio che cc lo conservi. Ma dunque non c'è nulla da fare o almeno da dire in questo beato paese dove fiorisce l'arancio e la rettorica tribunizia? dobbiamo lasciar libero e indispntato il campo a tutti gl' infiniti .Pescetti che piì.1noiosi e insopportabili delle 1.anzare ronzano quando non pin– zano e pinzano quando 11011 ronzano? vediamo un po'. Socialisti e borghesi (badate, anche i socialisti son vili borghesi come gli al– tri e magari un po' pili) son oggi diso– rientati. I.a morale della favola non cambia ma la favola accenna a cam– biare un tantino. Socialisti e borghesi sono oggi come ieri, il cane grasso e il cane magro che fanno l'assedio alla pi– gnatta dove bolle quah;hecosa, non si sa bene che cosa. Il can grasso vorrebbe sempre la ciccia per sè e l'osso per quel– l'altro. Questo invece vorrebbe cambiare una bella volta le parti ed ecco tutto. Quanto al popolo che bolle nella pi– gnatta, farà sempre come ha sempre fatto le spese del cane magro e di quello grasso. Senonchè, ora come ora, grassi e magri si sentono {poverini I} un po' disorientati. Gli è che il cane e forse anche l'uomo non vivono cli solo pane nè di sola ciccia ..Alle volte accade che Bibloteca Gino Bianco si sentano un vuoto dentro. Aspirano a mutar buccia, a rifarsi una verginità, sto per ciire, quasi nuova. È un'aspirazione che mi commuove e voglio provarmi a ~~er i' oscctriccJ' di quest• .3.nin~ulr va– gulc e perfin blandule che ritornano o minaccian cli ritornare dopo essersene andate o essere state mandate a tutti i diavoli. Il socialismo è in crisi perchè col vo– ciare ha perso la voce ossia, niente• meno, il programma. La soluzione ca– tastrofica si allontana nelle nebbie del più remoto avvenire e le profezie di l\1arx e degli altri anticipatori dcli' ul– tima sera non trovano nei socialisti ar– rivisti dell'ultima ora che un'eco affie– volita, insincera ed esitante. Oggi co• minciano a sentire il bisogno di un buon esercito, domani, come dei Briand o dei l\1illerand qualunque, saranno dei per– fetti borghesi, peggiori e piì.1 tristi per– chè più ipocriti e più affamati di quelli vecchi e genuini. Per presentarsi in qual– che modo, sia pure indecente, ai loro elettori hanno dovuto pigliare in pre– stito una maschera dalla massoneria: avevan perso o sciupato interamente quella propria; con questa non c'era da fare nessuna figura nel earnevalone politico <lell' elezioni generali. Ma la Massoneria gliene ha noleggiata una volentieri. È il sno mestiere quello di noleggiar maschere e figuracce e di farsi pagar caro il nolo e lo strubbio. E così farà :ndubbiamente anche questa volta e i buoni socialisti son già pronti ad aprire il borsellino proprio o, meglio, quello di Pantalone che per loro fa proprio lo stesso. La maschera, manco a dirlo, è quella vecchia, arciusata del· l'anticlericalismo. ma è ancora servibile ossia fa ancora discreta presa sul popo– lino. Ad ogni modo, democrazia di prin• cisbecco, maschere e dominò di ripiego ed a nolo, triplice, centuplice menzogna e giunteria palese in tutta questa pac– cottiglia e chincaglieria democratica. Consoliamoci, malgrado tutto. È i I fato di tutte le democrazie. Domanda– telo, se vi riesce, ad Aristofane. Si co– mincia con Solone. si seguita con Peri– cle, si finisce con Cleone: il che camhiato in monetacciaspicciola italiana. val quan– to dire a un dipresso che si comincia con Mazzini, si seguita con Cavalletti e si fi– nisce con Pcscetti. Sempre cosi, cari amici, e mi dispiace per Pescetti. Però, anche i signori borghesi non sono in condizioni gran fatto migliori. Se quelli puzzano cli tartufo, questi non sannc., odore di meglio. Gira e rigira, finchè ci saranno al mondo delle classi così dette alte e delle classi così dette basse, queste piglieranno sempre il figu– rino, l'esempio e l'imbeccata da quelle. Se i socialisti fanno i pagliacci, è per– chè glielo hanno insegnato i borghesi. t l'unica scusa che possano avere quei cari figliuoli, se di una scusa nella loro delicata coscienza sentissero mai il bi– sogno, i I che non credo. La borghesia scettica, usuraia e buon– tempona doveva produrre una democra– zia a sua perfetta imagine e somiglianza e l'ha prodotta. Abbracciatevi, pulci– nelli, siete fratelli ! Senonchè, a farlo a posta, spira vento dt' fro-JJda sulle velte. Le cime del pen- siero si volgono cli nuovo verso il vec– chio spiritualismo, verso le ubbie di un passato che sembrava e si crede\·a ir– rcme;,b;lc. L' i:rnadgabile si rinaviga. l' in~bordabile si riabborda. Di queste scappate e di questi ritorni è fatta per• petuamentc la istoria degli umani. Può desiderarsi che sia fatta altrimenti ma è un desiderio vano come il sogno da cui rampolla e di cui noi stessi siam fatti. se si deve credere a quel tale. Ora, dac– chè mondo è mondo, avvien sempre che un rivolgimenlo spirituale ne produce uno sociale e politico. Ecco perchè il nostro mondo occidentale è in via di trasformazione: i nostri pagliaccetti spo– liticanti e mitingai non lo vedon bene ma lo presentono oscuramente un po• chino e perciò arricciano il nasetto. Ar– ricciatelo bene, amici, e tendete bene gli orecchi ; non saranno mai abba~tan– za lunghi per arrivare fin lassù. La democrazia è stata finora il culto del ventre e relative appendici. Qual– cuno ha sempre detto che forse quel culto non basta. :Ma era voce nel de– serto. Oggi invece son molti a dirlo, a crederlo, a constatarlo. È una piccola differenza ma basta per dare un certo malessere indefinito e indefinibile a so– cialisti e a borghesi. Il socialismo è un prodotto genuino del materialismo sto• rico ; come tale, è atto ad abbrutire le masse, non ad elevarle. E così è acca– duto che il popolo nella parte peggior~ si stacca dai saltimbanchi del partito perchè per quanto bruti gli trova troppo mansueti e addomesticati e nella parte migliore se ne stacca perchè- per quanto mansueti e addomesticati gli trova trop– po bruti. E anche la borghesia liberale e ordinata può pigliarsi per sè una buona parte della morale di questa fa. vola. Dunque stasi da un lato, crisi dall'al– tro. E confusione per tutto. Le elezioni italiane sono un riflesso di questo stato di fatto. Resta ora a considerare un altro elemento, l'ultimo ma non il meno importante di questo miscuglio di chimica politica e sociale. È la Chiesa. Sicuro. Anche la Chiesa entra a far parte di questo composto e a sentir certuni c'entra troppo e a sen· tir cert'altri c'entra troppo poco. La ve– rità è che troppo o troppo poco la c'en– tra come puolc e quanto puole. Fatemi dei buoni cristiani e vi farò <lei buoni democratici e dei buoni so– cialisti per giunta. Non c'è dubbio. E non c'è dubbio che <lacchè mondo è mondo, non v'è stato e non vi sarà mai un miglior programma socialista del Vangelo nè un miglior democratico di Gesù. Or com'è che la Chiesa da que– st'orecchio 11011 ci vuol sentire o ci sente male? Bisogno chiederlo a don :Murri. Don ~furri, non fo per dire, era il candidato cli gran lunga pili interes– sante in tutte qucst'elezioni. Don )[urri come filosofo e come apologista è forse un po' confuso; forsu l'altitudine filoso– fica non gli si affd completamente; affoga in un m::.re di parole alcune idee buone e talora anche eccellenti perchè pro– babilmente non ha ancora tutta la pre– parazione necessaria e non cava un ragno (intendo un ragno filosofico)cla un buco. ~la come agitatore politico mi piaccas ai. anzi moltissimo. Qualche diccina d'anni fa par-

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