La Voce - anno I - n. 15 - 25 marzo 1909

60 LA VOCE con rancido doldume letteurio, e ti lasciano co!ii 1>erfouame111evuoto che 111,triestiuo, cinese, cal– mucco che tu sia, pos~ ammetterli anche fuor della !'leuola. Oc! e la grati1udinc? Con calma: io potrei dire di rn-erne avuti solo di quegli altri, di quelli che rinmn):'ono uomini <mchedo1>0la l:\Uren. E ce ne sono, per fo1'lu11a,alcuni anche a Tritste. E Alcunissimi ~nch'io ne ho avuti, per forrnua: ma il superl.1tivo del 1>0coha tradito la mia in– ~ntiludiue per il molto. Non importa: sono in compagnia di tutti i miei coucitladiui. l'roprio cosi: quando un manipolo di giov;ini proressori tentò ,on forte baldanza la pubblic11.- 1.ione del Pah•ese quasi :i riallacciare la nostrn collurn trav~rso tutti i tent:uivi f.tlliti con quclln che la Fai:illll aveva tentato cli animare, i miei concittadiui s'annoiarono. E ciò dimostra\·a: che es.i non erano forti abbastanza per reggere un palvese di vera tempra ; ma anche che a lungo andare quel palvese stancava. Si sarebbe col tempo :1lleggerito? l\la Trieste come quasi tutti i centri commerciali, vuole la subita rispondenza del– l'ano 1>r,11ico al di:siderio. Scuola? - Ma badit, figlio mio, tu ti devi fare una C.'t1ricra, una bella canicra I - E. pros1>cracd ha sempre prosperalo perciò il "alro: il divertimento senza fatica. Quello di musica 1>eròper una causa pili nobile è uno dei primi d'Italia: il nostro popolo, nel senso largo, ha una disposizione alla musica molto fine, Basti dire che è insegnata da tre couservatori; e lesernle n1usicRli 11\l'università popolare sono una festa ptr Trieste. Ma parlavo di noi scansafatiche. I nostri r.aOè, come nelle grnndi Cllpitali, oArono centinaia di ~iornali e riviste: vere efemerotechc effimere, come dt\'C es:,erc ogni efemeroteca che non vio– lenti la natura delle sue collezioni. E quando ci sti– molò il bisogno intellettuale, l'llalia ci servi pronta, come la mamma accorre col can~-lattc e i crostini imburrali appena IR figliuo1a risvegliata preme il bottone. Alzarsi dal le110 e accendere il fuoco e a prtpararsclo il cafl~? Che! Sicchè ci manca la tenacia s1>intuale che irrobustisce l':uione verso il raggiungimento della volo111à.Siamo pigri: non perchè 11011 facciamo q1rnlche cosa, ma pcrchè le condizioni nostre richiedono mollo di più. Ci in– nicchiamo, coscienti della nostra itafomit:\, nel pensiero italiano. Non gli diamo quello che sa– rebbe esseniialmente nostro se spremessimo a vivn fona la nostra dolorante vita. Almeno per quc:IIRpoca vita inti:rua un po' di pace! E siamo codardi. Abbiamo 1>auradi quello che ci circonda: se il nO!illrospirito lo smuo\•e può esserne sfra– gellato. C'è 1111':H1o;i,1 tenibile nelle cose nostre: ma noi la lasciamo na~s1a ndle cose, non l'aiz· ziamo con la ricerca. l'n \·elo ,;,ul com1>lcsso dei falli: oggi guarchRmO uno e magari lo e.c;.aminiamo e 1..-omprencli;1moquell'uno, e un ahro domani, e se occorre vi poui,11110 rimedio: la riformuccia a tranquillit,\ cotidì:ma. ri1aguard.uli 1u1ti, sinte– ticameutt', nella realt:\: qutsto no! Questo si, invece! E ncces-.ario : scoprire la cau,;a della noi:itrn 111<1uiet111li11c e d:ult:. battaglia, seuza tregua. Pcrchè Tric-.tc 11011 può conoscer trt'guc; inliuger-.i S.'tr?l forse nece-.sità di stan• chezz.i, ma d,111110 di-..'l'itroso. Magari acciufbndoli nei capelli bisogna scuotere gli ig-navi sonno– leuti. E gli igmwi son tutti <1uelliche non vog!iono vedere le noslrc c-::-ndizioni. E le subiscono pas– sh•amcntt. Suuno in cont:1110 diretto con altre civih!l.; ma gh ign:\\'i che non s.-111110 turbar~i cou il conA11to delle ragioni politiche coutro le intellettuali lino a S<'Oprirlo ,1pparente ,....,....:on<':i liarlo, 11011 vogliono c~rcar di tra.-,fonuare in van– taggio il danno di questo co11tat10. Come tutti gli s1>1ritiin formazione cerchiamo noi stessi fa. ceudoci schi:wi degli altri. Sappiamo il tedesco ; 1>otrem1110 dominMe tulla la le1tera1t1ra nordica : e, indolenti, ne siamo avvinti. O, stupidi, la di– sprezziamo. Ci dobbiamo difendere dagli sloveni: se d fortificassimo dd genio e dell' entusias::!O slavo? L'anima nostm se ne 1>otrebbe aumentare se accettatili come forze nuove sa1>esse ridurle a rintempramento della sua energia: come sapemmo accrescerci di numero con l'assimilazione di te– deschi e slavi. E dobbiiuuo combattere la ripugnanza e con– vincerci che Trieste è italiana in modo diverso dalle citt:\ 1talianc: 1>il1utilmente che non si lotti a ficcare nella testaccia di certi d'oltralpe che Trieste anche se in modo diverso è italinna. Poi esprimere que,;to modo diverso. Trieste 11011 si cono!Ke ancora ; sa la sua storia a brani ; ma si butta con impeto di nu\tricolina alle grandi questioni e alle grandi idee. Ha bel– lezze naturali quasi vergini di sguardi e di arte perchè pochissimo le guide, quasi niente i poeti ne parlano : ma viaggia io cerca di plaghe che si concedono da anni - meuauo il IJ.1c<leker - a tulli. Trieste! .... Ma dove la vita è uno strazio cosi terribile 1..li for1.e op1>oste e anclil\ liacc:rntisi e crudeli lotte e abbandoni? Sente pulsnre il cuore d'Italia coll'andare e Editori - GIUS. LA TERZA & FIGLI - Bari LA RADIOATTIVITÀ di A. BATTELLI - A. OCCHIALINI - S. CHELLA detta R. Unlversitl dt PIia OPERA l'HE.~11.\T.\ D.\L H.. ISTI nrro LO~ln.\Rl)O 1)1 S(;IEXZE E LEITERE CONTIBNBt I i.. d <>eÌatÌ- clc tri(a - li. Le -1•n1.c nJioaui,·c -111. Hi.-e\11 ,ri J, uJla,ioni e tec.niu della raJiol.l• 1i.-,1• - I\'. I. 1r1a, .1":'c,10 Jdtc __ 11n.tc raJioani.-e - \'. Sa111rae rr,.rric1fl J~, 1aJg1 •i~'/ - VI. I m1tcri1l1 amvi elle aHom~cnano 1'11ran1>,11 1aJ10 e 1110,io • Emana.uon1 • Dtp •Ilo u.dioanno \"Il. La cl11m1,1delle -tanzc raJioa111vc - VIII. f.-oluiortc d,lla ma1cria - IX I corruKoli e l'Ol"igirtedtll• muq - X. li1ruC1111a dclr1t<>mo - Xl. Fcno111cn1 fhi,1 1c.;olildo la 1c.:11i• tl11t1i.a dcli• materi• - XIl Conclu1ionc Un volume in-8 di Pag. 450. riccamente illustrnto LIRE OTTO. • ANTONIO LABRIOLA SOCRATE lluova .Edlzlouo a onra di B. CROC.E Un ,•olnrno ìn-8 di 1,ag 288 - Lire 3,- B. CROCE Il Caso 6BntllB s la Disoustà nslla Vita Unimsltaria It liana l'n \·olume di J)3g. i~ - I.ire 0,G0 G. SOREL CONSIDERAZIONI SULLAVIOLENZA T,adolte dn ANTONIO SARNO con una introduzione di BENEDETTO CROCE Un \'Olumo in-8 di pag. 807 - Liro :J,60 KANT E. CRITICA DELLA R GION PRATICA T.adotta da FRANCESCO CAPRA Cn ,•olumo in-.; di r•g s;:,o - Liro 4,.;o FRATEùùl PAPINI Fabbricanti e Negozianti di Mobili Deposito Casa fondata nel 1849 o o della Casa THONET di Vienna .!C .!C .1' GHIBELLINI di S. Giovanni in Persiceto 51 AMMOB IL1ANO APPA HTAM ENTI '.FIRENZE- Borgo degli Albizi 29e Via de'Giraldi • FIRENZE Telefono l.0-9G Bibloteca Gino Bianco venire cieli' Adriatico: <:ome una figliola al seno della madre. E le forti brnccin dell'alpe come al seno d'una madre l,1 racchiudono: no! è crepitio di iro111amalv.1gi.1 lo !,:gre1ol.1111cr110 cld ciottoli per il letto dcli' ludri. Sol,1. Mn si accende di cc– raggio : 11011 sol.,! con lei sono il Treutino, 11 Friuli, I' htria, la l);llumiia. Strttti, come 1111:t famig'i,,l,\ di fratelli ... l:t madre è ,•ia. I l.1 le sue faccende. 1.;n siugulto d' aguninantc? L'lggill la Dalmaiia .... Ebheue: difendere quello che è \•ivo ancora! riia i,cnte Trieste it,llir111agiungt'rle pe1· l'Istria. per il Goriziano il gelo di monc. e din– torno " lei, in Id, sempre pili: come contro 11110 scoglio l'accavallarsi del 111.m~ che ingrossa. Ma non fa niente: è itali,ma. Ed è sbocco :i.l– i' interes,;e tedesco. Deve \'Olere una ferrovi,1, <lue ferro\ ie che l'uniscano alla Gernmnia. E ralle– grarsi della 1111.'rce 11utritrice del commercio e della gente imbastarditrice del saugue che esse le trasportano. È. il tnwaglio delle due nature c-he couano ad annullarsi a \ÌCend,1: la commt=rciale e I' italiani.. E Trieste non J">uò slrozzare nessuna delle due: è la sua doppia anima: si ucciderebbe. Ogni cos.'t al commercio neces•mria è violazioue d' italianit!I; ciò che ne è vero Rumento danneggia quello. Sente I' im1•01 rnnzn del tedesco e deve co111- batterlo; s' impaurn per le banche slave e ne di– viene cliente. Oisiidio implacabile: iudi i tristi compromessi, i11111ili, a placarlo. È italiana: ma IR colturn superiore deve sco– varla a Graz o a Vienna. Lasciò passM quiete le grandi date di redenzione italiana, e ne riempie gli intervalli con sospiri e pianti: irredenta! C l'irredentismo sorge quando l'Italia è rimuta; si manifesta qun11do in Italia è ricordo di passato. Irredenta italiana: ha quattro deputati internazio– nalisti e uno sl.,vo. Desidera Roma e deve rh•ol– gersi a Vienna; da \'ieuna non ottiene e deve struggersi e darsi {la sè. In lei, come ulla volla le mouete straniere, hanno libero corso le lingue, le idee, i co~l11111i <.!i meizo mondo. Questa è Tdeste. ComJ>O'lta:di tragedi11. Qualche cosa che ottiene col sacrificio della vita limpida una sua onginalità d'affo11no.Bisog11asacrificare la p.tc<! per esprimerla. J\la e-.primerla. I 1nimi b.tlbettii di questa espressione li troveremmo nel 1>eriodo favilliano. Anche se non pii1 1I nostro dialetto è diverso dagli italiani, ricordiamoci che fu ladino. La nostrn :111i111a è diversa anche ora: 11011può racchiudersi in tutto ìl suo couflttto uelle formule d' uu pensiero che nasce in condizioni semplici. Trit",;;te ha un tipo lrie·.tiuo; cl \'C volere un'arte triestina. Che ricrei con IR gioia ddl' c:,-pressione chiar.1 questa con\·ul,;,a e aft,111110s:i \ it,1 nostra lo, peuSAndo a lei, .,cnto l' innnil,\ di queste nue fredde esposizioni. E hutt.1rc:i giù l.t 1>t:.1111a .. No: perchè possa c;u11art"I' ""ignolo hi.;ogna far star 1.itte le cornacchie ~racidrrnti. Sc11•10 SLATArlHt. A proposito di un rlflulo di sfidt1. St'bbenc già couos ·ts-ii il sentimento ilei miei amici e colla– boratori alla flou intorno nlle co~I dt"tte vertenze cavalleresche. Ilo voluto intcrrnJ:.irli, a voce o per lettern, ed ho a\•uto d;, tutti l'n~o;icurazione della loro s1ima e della loro concorde a1>prov;1zioucper il rifiuto d;t me opposto a ri-«>h-e,e con le Rrmi una discussione che trn di clomi11iodella ragione. Io non 1>0ssori1>or1arequi le loro lettere: e ere.do che la simpatia e l'nft-_-uoche mi climo'ìtrano siano uale, 1>il1 che dalla mia rersona, dalla necessità cli aflermare ancora una volta che chi è attaccato de,•e difendersi e dimostrare ingiusrn l'accusa; 11011 affidarsi alle pugna o alle armi o, peggio che mai, alle tante sottigliezze che oltre il codice ca– valleresco. lo posso avere fallo bene o fatto male, esser s1a10 giusto o i11gius10: non è certo con un duello che me ne toglierei In vergogna o me ne darei il vanto. L' i111p0rt.tnza di questa aflcrma1.ionc di fronte ai pregiudizi rnonclaui e ai calcoli reclamis1ici che domimwo nel mondo <.lei~iornali, è staia sentita anche d:1 quei molli lettori delln Vore che mi hauo scritto in questi giorni 1cs1i111011irrndomi la loro simpatia. E dif,,tti ~:.rebbe stnto 11aranoche noi della l'ou, che abbiamo combattuto e com– batteremo, contro le nbiludini del ~iornnlismo, ci fossimo J)()iadattati r1 una delle più nocive e più vane: e fossimo sia.ti infcdori a quegli scrittori di princip1 cattolici e sociitlisti che, almeno un cerio tcm1>0, avcvstno il coraggio eh rimandare a casa i padrini di chi si credevn oAcso da loro. Quanto a noi, alle oflese, ;ille denigrazioni, agli auacch,. ai teutath•i cli chiuderci la bocca e di sfuggire a incomode questioni, rispondiamo: la– •orando di pili, studiando di più, cercando di esser sempre più puri e ptù rig·icli, e usando, senza maggiore :iccanimcnto ma senza addolci– menti, quella liberlfl di critica che ci si,11110con- quisiaht. g. p,-. ANc.101.0 C10VANNOzz1, g-crrnlr.-responsabi/e. Firenze - Stab. Tip. Aldlno, diretto da L. Franceschlaf. BIBLIOTECA FILOSOFICA Te!. 15-36 - PIAZZA DONATELLO, 5 - FIRENZE ------ Grandi sale di lettura, di studio e di conferenze. Oltre 5000 volumi cli filosofia, religione, misticismo, psichismo, ecc. - Le migliori Riviste filosofiche e re– ligiose italiane e straniere. Abbonamenti alla lettura e al prestito anche fuori cli Firenze. CONDIZIO TI MITISSIME Cataloghi e regolamenti completi a Cent. 50 Libreria Internazionale - Succ. B. 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