La Voce - anno I - n. 12 - 4 marzo 1909

48 LA VOCE il torlo di chiamarsi Dino J\lnntovani. cioè di ,were a Torino un nome celebre su 1:>er giù come quello di Domenico O.iva fra gli abitanti di Roma. E quando si è tro1>PO cdcbri, qmmdo si è troppo ascoltati, quando si sente <li essere non al tavolino del nostro oscuro p,msatoio, ma sui più alti gradini della notorietà ciuadina, si risica di non avere pili stimoli nè a fare n~ a f.irt: bene, e non dico a fare meglio; che è l'unico scopo delh, vita e delle azioni di <111ella1>oca !{ente 1>er bene che non campa a uro nel mondo. Perchè Di110Mantovani scrive ogni lauto c1ualche e crouaca letteraria • sulla Stampa f ~la per la stessa ragione 1>er la quale potrebbe non scriverla. Avendo Gorgia Leon. tino compiuti i cento e sette anni di vit.1 1 e mo• strandosene lieto, gli fu do1nandato pcrchè, essendo filosofo, pure avesse piacere di vivere cosi luugo tempo. E Gorgia rispose savifunente: Non ho a\· cuna ragioue di dolermi dt:lla vecchiezza. E Man– tovani fu fino ieri alla Slampa 1>erchènon aveva nes– suna ragione cli dolersi di <1uelposticino settim:male che il direttore lasciava a disposizione sua. Ma ern suo do\'ere tenerlo meglio, non come un posticino caldo CAido, e comodo comodo, e 1>igrocome uua poltrona presidenziale; ma con pili vita, ma con pili animo, con pii1 largo e proficuo lavoro. i\11111- tovani si è lasci.1to impigrire dal giornale; spe. cialmente negli ultiml tempi lavorava alla stracca e molto più con le parole che con i pensieri. ( suoi anicoli non avevano 11111\a del blocco grezzo ma pote111e di pietra, elle luurno quelli di Borgese; ma erano troppo levigfltì, troppo lucidi e senza lince, docili, seuza sfregature, senza energia: por– cellana. Il i\lantov,iui, venendo ;11giornale dalla scuola e dal volume, è sc.idulo. Dalle Lei/ere provù1&U11i al volume d, anicoli Lelleralm·a co11/empora11ea, l'uomo s'è fotto più chiacchierino, pili informato, pili curioso: um molto meno consistente; h.t molto perduto della sua persona, ha lasciato per via le qu1'1it:\ miltlion di stile, di ispirazione, e quel\' in– dcfintbilc pregio cli uobiltà che ha la pagina dello scriuore ancor soli1ario, schi\!o, impegnato con se slesso n farsi onore, a dimmarare di sè <1uello che ha di meglio ncll'1111inrn!'lu:1,e fl non transi– gere m~i con le forme allettevoli della pigrizia e della vilth. Anche 1>erDino i\lanlovani, dopo Borgese, par• rebbe aver rn~ione la teoria ultimamente difesa sulla Voce, eh<:il giornalismo sciu1>a, indebolisce e corrom1ie. E co!ii risolvono il problema coloro che cosl lo pongono. Ma se uno lascia star le astra· zioni e prende come puuto di partenza non la istituzione giorna!ismo, ma l'uomo g1orualista, s' avvede subilo che l'articolo critico s1a111patosul giornale d1 oggi è brutto o è deficiente non perchè sia stamp:tto sul giornale di oggi; ma perchè l'h:i scritto in quel dato modo quel certo ragazzo o <1uelcerto 1>rofessore. Sono gli uomini che fanno le isllluzioui, e sono gli uomini forti che le tra– sformano; n1c:ntre le istituzioni trasfornrnno e cor– rompono n s1ndgli:mia di sè solt:rn10 gli uomini deboli. Ncss11110può esseri::scusato <.IL aver scriuo 1111 1>0,•cro :1rticolo cri1ico, clal fatto che lo ha s1,1m1>ato Ml un giornale politico. Nel mo11<lo degli u11bt1, e' è sc111pli1,;eme11te un' arte d1 scrivere, e 111..111 a11corrt1111'a1tedi s1amp;1rc: e e' è sem– pre stata, 1111' arte critica, ma 11011 11111 arte della ci 1t1caper i i;1or11alipolitici. l'er ~t!UJHO. P.1stoud11 cru sempre COII uno zam· p111u nella .':,1ampa, e ora, 11sc1todal Con ie,·e, ci si è lllll)OSt.ttO tutto) 111ernalode due voht!: una pnma 1>er :wer fo1zato le J)Orte del Corriere dcl/11 Sera .1 tent,H'\'i Id i.:riuca seria della µul:..ia, e uua sei.:•.m<I,, per essersene fatto 111euere alla porta dalla insoddisfaziont! del direttore. Sono due 111crnis1101~rnndissimì. Gli nurncav,1 quel che gli 111a11cava; ma il suo proposito fu di fare opera di onestà. La :.ua 11011 era la critica lieve e usuale e dolce come quella che accarezza un libro di Col:rntti o di Mosch1110,che dice e 11011 dice; so, nde e sai· terelh1, fa le moine e i complimenti, e finisce con un bel motto, o un fioretto o un confcuo. Era un kntativo di critica seria, personale, con libertà, con franchezza. l'astonchi è una figura mediocre di letterato, senza auuna, senza serietfl; guasto, bncato in una comummzn di r::gazzelli, di idioti, di gente di c,iflè, e di siguore senza ingegno. Un piccolo D'Annunzio, e tt:mperato m:,tc; cresciu10 in un ambiente come quello di Torino, dove basta sa– per 1>arlarc it,1li:rno correutemc11te per ~ssc:rsa\u– t.iti con rispello e invitati a pranzo. E il tipo dd letternto gioviue, ben vestito, ben 1>ettiuato, alla 111oda, il figurino. Giosoè Carducci, che faceva spesso lezione con i calzoni sbottonati davanti, disse n questo giovine che gli si presentò un giorno nel 11egozio di Ztrnichelli: e Mi rallegro di veder la 1>0esi1t. cosi ben vestila •· Lo prese per una femmina. l\la Pas1011chi,se non è colto, è pure uomo di larKhe letture, di prosa e di 1>oesia,di tutti i se– coli della lingua nostra. Ha letto 11011 per leggere: Editori GIUS. LATERZA & FIGLI - Bari Classici della Filosofia Moderna CollEU,:'l.c .... di Teat:i e dl 'r.ra.c11..·u~lo~l a cura di B. CROCE e G. GENTILE HEOF.L O. O. F. - F.nclclopedla delle scienze filosofiche in compendio. - Tradolla ,la ll. CnocE- Volume di pa– gine xxv,-5n. L. 7,- 0IUHDANO llltUNU - opere itollaue con nolo di G. GENTIL.I•: - I. Dialogl1i mo· tafisici - Volumedi pag. xxIY-420 6,– - li. Uinlot;hl morali - Volume di pag. XY1·500 . . . 7,- KAN'l' K - Critica del Giudizio - Tra– doUa eia A. GAnG1uLO - Volume di pag. m·-360 . . . . 5,50 JlEltllA ltl' O. F. - Jntro1luzione alla Fllosofin -Traclolla da G. V1ooss1c11 - Voi. cli pag.. x11-322. . . . r.,. 6,– SCllELLlNG f'. · Siste,~a doll'idenlismo trascen,Jentale - l'racl. da M. Los,cco - Voi. di pag. xm-320 . n,- JlllRlrnLEY o. l'rincipii doil11 C0II0· 8CCIIZII O di11loghl tra Jiylas e Fìio– nons - Tradotti da G. i'APIN1 - Yo– lume cli pag. x11-'2'o I . . . . 4-,50 L•;rnNIZ o. o. - Nnovi SILg~isull' ln– tollctto 11m1L110 -TrmloLLi da E. CEcc111 - Pa,·tc Prima - libri I-li - Volume di pag. x111-2GO . • . 5,- J:ra oor••~ <1l •tBa%JoJ:>O • KAN'l' E. - Critica della ragion pratica - Traci. da F. C,"""'· - CrJtica della. ragion pura. - Traci. da G. 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Fa 111tto quello che gli pare, no,•elle, ronrnnzi, lellcre 11perte, re– ce11sio11i,cri1iche; e così si dà I' illus one di es– sere il letterato del J,:iorno, e un i;iornalista di polio. Ed è, iu veri1à, qunlche cos.1.di simile. Queslo elefante canoro è l'unica fo1ma sotto cm il pubblico di Tori110 possa acce11are In lct• krnt11rr1. La Slawpa t!SSt:ndo un giornale di bluff e di pose, senza allra attitudine e i11telligen– z11che la commerciale; mentre uomini serii giu– diziosi acuti e onesti c-ome Thovc,: de,•0110 per forza restare nell'ombra, ~li uomini come r.. oton– chi e come Bergen!t sono le trombe: e le b1111d1ere della fiera. Appunto Bergere1 ! Questa troppo rapitla ras– segna, 11011 si può chiudere che con il suo 110ml'. llcr~erct è uno di quegli uomini molto facili a de-– finirsi. Bergerer, benchè sia umbro è natodall'en• goliwt:ulclella gioventù napoli1an:i.1>erlnletteratura fnmce'-e, I giov:ini le11en11idi Nnpoli son lulli francesi. !\fa, come è J>roprio della loro rnua, non per amore vero e intellige111edi quell'arte; si 1>er v,mità spin1ualt:, per adornarsi, per fa,si belli di citazioni e sopratutto di atteggiiuneuti e di pose ironiche nuove singolari. Non gustnno lo stile; imitauo le attitudini. Dieci anni fa era cli mocl.i tra loro l'irouia fiorita, l'elegante sc-etticis1110 di A. Fran<..-e. 13crge 0 rd nacque da quella 11101!:1; e si formò nella volubilità delle sue pose, nella com– piacenza dd pnradosso, della perversità, dcli:, intdligcnza scettica. I lo conosciuto molti giovani napoletani, p eui d' i11gl:'g110 e cli mezz.t cultura vivllcc e superficiale che rappresentavano pe1fetta• mente uua stampa di llergeret senza il giorna– lismo, senvt il succes,;o: un Bergerct 1111011/ la /dire. ' l)a France eran 1>asi.,1ti a Barrès, a11ch'essi come Bergcre1 : pnssaggio che non è co11cep1bile per 1111 umnnista, ma che ,,i clice t;;nte cose sulla loro 111en1e.AAettavano il clis1>regioper le scuole, per libri, per il sociali•ano, per tutto quello che la gente suol 1>rendere sul sc:rio; a1>preizavano solo le ft:mmine. l'ingegnosità, il successo materiale; e poi anche tutto <1uello che la gente suol dire invecchir1to, e passato di moda ; nqz1onalismo, religione, nobiltà. !\la le loro erano pose. Non vole,•auo in1itare Barrè,_ nella sua realt!l cli espr~s– sionè, um nel suo eiletto. Bergeret stesso. come scrittore, non è nè :lrmonioso. nè lar)to, e nem– meno sempre elegante, e fu dello cuu rngione che pi:tce alle sartine e ai borghesi. I.a g'cnte grossa, pesante, che ha bisogno di una Jr(u:111ciata della fiase per volt:irsi a leggere u11 periodo o un articolo; è quella :i. cui llergeret piace. 11 suo scrivere è quasi sempre istiuti\'O e brnt;1(e, stuzzica la carne degli uomini e cl'"gliadolesc~uli, vellic:1 il 1>etto alle signore e strini;,e :ill:i vita le sartine. È una prosa se11s1mle,non chiarn, ma torbida cli dt'sicleri e cli concupiscenze cupe e ve– late; il suo discorso è :-empre quello dd bo1- ghese passalo alla carrozza co11 1111 saho dal mar• ciapiecle, ammesso alle mense dei potenti in gra– zia alla propria celebri!:\ cli virtuoso. Negli dlc:tti grossohrni e labili del gionulismo egli ~ un Jtrti•, sta; ma con la discrezione con cui si dice artista all'uomo del trapezio, al giocoliere, alla c1111t,1- trice. L:1 sua Mie vient: da una ribalta e finisce sulle 1>ohrone vellutate di una plate::i, Quando :,– \'Cle detto queslo potete c:s;,llare le sue virtù di scrittore, la copia felice, l'armonio~it:ì ecc.: ma vi restcrh poi il compilo di sgoufi::ire a uwt a una tutte le sue bolle, di passare in n,•ista le sue astra– zioni f.illaci, cli mettere sollo uu colpo di mar1ello, a una a una, le sue trovate di stile. Se conside· rate llergeret come uno scrittore piace\'ole, e niente più; egli è uno scritlore - o almeno era - pia– c.:evole. J\la egli sta nl\a verit:\, come De J\mici'i stava al sentimento. Bergc:ret è paradossale come De Amicis era seutiment;1le. Per questa ragione l'uno prima, l'altro poi sono di\!enuti e stanno diventando 1>0polari. Bergerd è, dif.1tti, I' 1101110 della S/a,upa, Del gioruale della gente nova e dei subiti gua– cfagni; che :,lla solidità clella trneli,:ione lrn sapuw sostituire la lieve inconsiste1m1 de~li attimi sen1- pre fugi;:-evoli; e c!,e nella cdcbrith che 1>a:.-.ave– de con occhi c111>idi il pro1>rio guadagno solido che rest:i. E la slrn11a. GIUSEPPE PREZZOLlNI, Direttore. ANGIOLO Gt0\11\NNOZZI, 1[erc11/e.rcspo11sabitc. Flrtntc - S1ab. Tip. Aldlno, diretto da L. Francc1chlnl RICCARDO R/CCIARDI, .E.aùore - NAPOLI È uscito: GIUSEPPE PREZZOùINI BENEDETTO CROCE Svolgimento spirituale - li sistema - li critico - L' uomo e l'educatore - li poeta della filosofia. BIBLIOGRAFIA : I. Opere filosofiche 11. Opere di storia letteraria, politica e artistica. Elegantissimo~olamein-16di pagineVlll-120oon ritratti e aatografo Prezzo: L. 1,450 € il primo volume della nuova collezione " Confeft/poranei d' :Jfalia ., òirella òa çiuseppe }'rez.z.olini. Libreria Internazionale - Succ. B. 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