La Voce - anno I - n. 9 - 11 febbraio 1909

34 ..1. stringersi rn lega ~anta contro l'empia natura, contro colei che n'ù madre in parto c<l in voler matrigna. Ottimo, pre– zioso consig'lio: ma reso inefficace, anzi annullato, dallo stesso poeta, quando in cospetto drlla natura dipinge noi cosi inermi e drboli e piccoli. Xon s'incuo– rano i combattenti alla pugna con ismi• nuirc in essi il concetto che possono avere di st'·. Nè è buono auspicio di vit– toria lo scherno. ~è è vero che in co– spcllo del la natura biam piccoli. Siamo altra co~.l i quantitd s<-•nza comune mi– sura. Ella ;. na.Lura : noi siamo lo spirito; cioè la sostanza che intende e ama e vuole e non può morire. Un altro poeta massimo. il p<>eta del Fausto, scorso quel confiiuo medesimo; ma ;l\'vl'rtito ncll"umano il dhino, parlò un altro linguaggio. e lnbcns,ua ò la na– tura, ne plu le cale del g,usto che d_cl malvagio t.' su Lutti risplende egualmente Il sole, u inflessibili sono le leggi di lei; ma sia nobile l'uomo, e soccorrevole e buono, che ciò solo il distingue da quanti esseri noi conosciamo, e ci fa crcdcnli in esseri n noi superiori. chr, pur n'"'n conoscc11doll 1 invochiamo. E l'uomo solo può quaggil1 l'impossibile; discerne, giu– dica, :,ccglir: prcmb e puuisce ; guarisce e s,dva ». Onùc Fausto, dopo gli errori e lo colp<• dt'll.t seconda giovinezza. torn,\ al suo primo ,1poftcgma: /11 Jriudpi'o /11 /'a:io11t I E pronunzia, morendo. memo• r.1.blll J)ilrolr: Solo ,olui mtrila la li'/Jerlti t' la. 1. 1 ila d,r in cùut1111 ~~'ioruo u la ,011- quislo. Per :wrrc f,lllO questa scoperta (11011 import.t :te tardi), Fausto, che me– ditò Il suicidio. che si pros1itui alla po• lt.'nZ,l del m,dr, r:ho sedusse i1arghcrita 1 uccisr \",dentino, dissipò la vita e l'animn, Fausto si s,dva. 1-'t.•m,irro, nzionc, \'lt,l. \"i vere per ope– rare. Opc.•rarc per diminuire inclcfinit,l• mcmr la f..0mma del m,dc, accrescere In somma elci bene. Conquistare Paltczzn morale, In occt•llcnza morale, In picnitu~ dine d('lla vil11, >l prezzo di sventura. cli l.lgriuu.~. di h•mguc. Taio I.a. no~tra sorLC', l..i. 110:;tr,1 pnsslon~. la nostr,, g-loria. La storia della nlllurn l· faua di avveni– menti: I,, piit vera storia degli uomini è fatta di azioni. frullo d' in Leiletto e di volonL,\. J .e citt,i ruin,rno: l'umanità si rdific,1. Si Nliilca ccl edifica. Edifica il mondo dello spirito: il cosmo della vc– rit,'i. dC'll.t libcrt,t. dell,t redenzione e doll'amorC', A. Graf. Perchèmuore il Cattolicismo? Se ho d:1 p1e11dere in esame le osserva• 1:oni che l 1 :1mico Murri e un ignoto moder nistu :t !tigln G. L. ri\•olgono al mio scrittC" sulla e crisi Jel clero», diiò subito che non pos.!>O tenere in gr:rn conto le parole di G. L. Pri111:1di tutto, io, che ho sempre messo la mia fì1ma al sole, esponendomi bene :alle critiche, di questi eterni critici :monimi ne ho Jin soprJ 1... capelli i e quando discuto mi pince di \'t:dere le persone in faccia. )b poi, :a che discutere, se C. L. dichiara di non c:ipir111i1 ed a mia voha io lo reputo ancora immaturo alle idee liberamente svolte nel mio passato articolo? G. L. mi richi:tma. quasi per indic.irmi t' unica \'ia da lenere, alle mie trascorse ge– losie dogma1iche. Egli vuol p:1rerc di igno– rare, che tino n ieri io sono srnto sempre nell:1 tutela dell'autorità e revisione ecclc– siastic:11all.1 quale, sintanto che potei, ho pur sacrifìc:tlo in buona coscitnza e volont:\ ed intelletto, sl come esigono i sacri canoni. ~la se voi, signori anonimi, mi battezzate per inconseguente cd ipocrit:i, dirò che in buona fede io fui l'uno e l'altro, e aggiungo che l'uomo è perfettibile, nè da me si può pretendere la fede di nascila di una ~linen•a d:tlla fronte di Gio\'e. Solamente, io credo che voi, i quali, pur di resl:tre nella Chies:t per /as ti nej.u, ai supenon fate credere che la pensate in un modo, e poi sotto il LA VOCE \"elo dcli' anonimo e Jelle ~lgle pld.11e in un ahro, \'Oi siete precisamente ancora quello che fino a ieri sono stato io. Dunque, hl.Sta con le inutili \'O~lre allusioni pcrson:tli ! L:a– sciatemi un poco la\'Orare e penSlre in santa pace e libertà. E ~e \Olete togliermi, perciò, la patente di modernis1a, pigliatela : io non ci tengo. E farò in\·ece qualche ritlessione sullo scritto ele..-:uo e sereno di Romolo Murri; bencht a \·oler bene dichiarare certe idee, converrebbe (arei sopra non un articolo, ma tutto un libro. Se reputo impossibile una rifornu del ~:iuolicismo, e se dico la presente cri~i reli giosa do\·er torn11re in fonJo .1 tutto bene· tìcio della democrazia sociale, premetto subito che non sono io propriamente a ,·olere che e: 11 cristiancsuno tj fonda con la d,:rTJ111i, crazia sociale ». lo non rinnego il mio passato. m:a fo semplicemen1e o~rJ di ossen•:alore imparziale, riconoscendo nella realtl dei fatti una logica all.t quale io non posso in co– scienza contradire. EJ eccone le ragioni. In che consiste I.a dsolutione della crisi cattolicn 111odernn? Si 1rntta di ncccttare, sincer:1me11tc e senza pregiudizi, i risultati oramai certi delle scienze natur.ali e storiche, e quindi i nuO\ i conceui della criti.:a filo· sohca nella met.ifisica generale. hmo questo, vi è posto ancora per la religion~, nel re– staurnto mondo del pensiero? lo cl'edo di sì. Anzi, per me, \'i è po~to anche per il cristia– nesimo, purchè, ben inteso, \eng.a riportato ai termini semplicissimi e unh·er~hssimi del Ge~ù storico, e purchl: resti an1l,o dal tempo e dallo spario nella pum forma J un'idea. Ma l'idi;:ale, come lo stesso ,\lurri giusta• mente osser\a 1 non può essere un (atto sto· rico, se non incarmmdo:i.i m un c1ualche mate• rialc complesso di ci\•iltà umana. Ora, il cattolicismo 1 come nome di una data entità sociale, potr:t !iopportnre 111 soqiturione in se medesimo dal nuovo ideale al vccchio 1 senza perciò trnsforurnrsi in en1i1à -.ocialc divers:t e con d1\·erso nome? Il ~lurn crclle di st; e lo llotre, credere anch'io, se !t.Ì \"UOIpar– lare di un.t riforma ,1pparentc, che è un mero prolung:unento dcll11crisi meJesi ma i ciò che, in ogni modo, è un'ipotesi per il cui av\'e• rJmento anche il Murri se ne rimette all'av– \ enire. Ma io credo e prevedo l'impossibilità nel cattolici~mo di subire, senza Ji,..sol\'ersi, l'infusione in se meJesimo della nuova co– sc1en1.a filosolico•rclig1osa del cristianesimo. Perchè, quando si dice che 11cattolicismo può 1rnnquillnmente :1ndar incontro alln crisi che lo :Hfanna, si ritiene sul serio :tlki pro– fondit:\ e gravità della crisi in parola? ~la la nuova con,czione del cristianesimo rimette nelle bilance ttel pensiero la idea s1essa di Dio, ed elaborn della sua personalità un con· cetto superiore a quello antico e consacrat.J dal dogma. I.' idea della ri\·elazione divina, non piì.1esterna e trascendente, ma interna e immancn1e nella coscienza ; il concetto del mondo, come apprensione subieuiva del– p essere, e quello Jelln scienza come costru· zionc del pensiero umano; tutto qi1esto non solo abbJllC i fond,uuenti dell:t dogmatica cattolica, ma dis.!tOlvee decompone la natura stess.1 del dogma, ~uale fu ~empre inteso e definito come assoluta entit:\ obietth•amente \'Cra e percepita come tait! d.1I c1cJcnlc. È egli possibile, che un tanto r:idic:lle muta• mento nelle concezioni scientifiche non solo 1 11111 filosofiche, che formano la teologia dog– matica dai Padri in poi, il c:tttolicismo lo accetti come una semplice riforma? Lo creda chi si p.1sce di illusioni piace\•oli. Lo insistere oggi in cosifl.1ttc i:peranze po– trebbe dirsi ragionevole, anche se destinato 1 rice\·ere l:i smentita dei fatti, se la Chiesa in realtà per il pass.ito si fosse dimostral3 arrende\·ole ai tentath•i di vera e propria riforma, escogitati piì.1e piè volte dal )le– dioevo ai giorni nostri. ita irl\'ece tutti sanno 1 purtroppo, che le precedenti riforme, tanto più facili e realizubili della presente, non hanno 3\ uto allro resultato che !:i creazione di chiese separ:11e o !a sconfitta dei riforma– tori da un lato, e dall'altro hanno sen1ito semplicemente - il concilio di Trento in- formi - a ribadire tutte le \"ei:chie catene cbe ~i \·ole\·ano rompere. E poi, se riforme 1100 si !-Onpotute fare, quando il uttolicismo er2 dancro reli~ione \·Ì\·~, come entità sociale, e le sue c;orti interessn.1110 tUtll la ,ultura e la politica contemporane.i, che cos.1 <i può sper.ue oggi che la immcnil m;1ggioranza dei dotti e: Jei politici !-Ì Ji!-intcrc:.. !ò-.1 2ffJtt'b dcli' av\'cnire della Chiesa c3ttolica 1 \·eduta anzi come un av\·ersario \ into e super,110 per sempre? È inutile f.,ir d1i;tin1ione (rn callo• licismo e cleri~1lismo, e voler c;t:rbato l'uno ed abba11uto l'altro. Or.1 che•la rocicrl abt,anJona sempre più le sorti del cric;1iane~imo nelle mani dell'autont.1 eccle,;iJst1ca 1 e qu~ta per– siste a dire e a f:are come se cattollcismo e clericalismo <i e~ui\'al~scro pedcn:tmentc tale rifor llll rim:ine un desiderio met,lfi.,ii.:o. O gli stessi cattolici liberali Ji ieri non sono oggi Ji\'entati clcric:111? Il )lurr1 lo Sl. ln– c;onvna, I' illu<it oc d'nn:1 r:1c-ifi,• rif ,rrn:t del cattolicismo, a norma del pensiero moJt:rno, l'ha creJla Leone Xlii con I.i sua politica in fatto d1 !-cienu e J1... politica. ~Il che razzJ di equivoco sfa ~lato quello, lo hanno dimostrato ultimamcn1e anc.he le / tll,rt di u11prt!t mo,f&,,1ùt,1. Con Pio X 11 sogno è $\'lini IO. Una riforma del cnttolicismo j Ja chi ver• rebbe? O.ti p:1pa10? .\In è una ipoksi con– tradet1.1 da rntta l,1 storia. Per 4uanto onni– poten1e in teoria, il papa è sempre st,1to alla tine e limane a-.>tn·ito insupcrab1lmen1e a quel cumulo di 1rad12.ioni,Ji interessi, tli ab1111Jini 1 <li pres,;ioni, di passioni, che diccsi oggi il \'.1tic:1110. I! l'ultima form:1 1 ancora superstite, dcli' 1111periali~mo rom:1110, contro cui parte 111 guerra il pensiero moderno. Una adeguata riform,1 lo tli111truggcrebbc 1 e non possiamo n.igerc che alcuno si uccida Ja sè. \'errebbe forse questa riforma dni moder• nisti, che rim.1r1go110,) tout ftrù nell' obbe– dien1,1 Jel pJpn? Ma l'autorità :ivrl con essi sempre l'ul11ma parola, e non v'è tirannia che non possa durare ali' infinito, quando l'ul- 1im:1parol:1 ha dJ testare all'autori1à. Oltrechè, diciamolo !;chietumcntc, che cos.t possono rifo1mare ~o~toro, se non hanno neanche il coraggio delle proprie opiniom? \"i tigurate \"Oi un Gesù che riforma il giudaismo - o fonda il cristi3nesimo, ch'è tutt'uno -pre– mettendo di non \'Olersi mai gua~l:ll'e con Anna e Ca1fJ? Ma via, per formare e rifor– mare le religioni, coscienze aperte ci \'ogliono e coscienze di martiri ! lo, per c<empio, nel moderno cattolici,;mo, ne conosco due: il Loisy ed il ~lurri. M:i il Loisy, dopo il Sillabo e l'Enciclica, s'è arreso, come me, ali' evidenz:t. E quanto al i\lurri, acceua egli proprio la scienza e la filosotia moderna ? Per la scienza non ne dubitiamo, benchè egli non abbia mai spiat– tellato in pubblico ciò che pensa della na– scita e della molle di Gesl1 (fra parentesi, io sono, in proposito, dcl1 1 opinio11e del Loisy); ma P attitudine filosotica del Murri, se spiega la sua fiducia in una riforma del cattolicismo, è im·ece proprio il punto di controversia sul valore di tutta l'opera sua. In filosofia il ,\lurri è rimasto ancora per molti enigmatico, ed è in ogni modo un solitario. Con che non giudico, ma constato un follo. Del resto, il ~lurri sembra con1entarsi di una riforma che semplicemente consista in un rav\•i\'amento di spirito religioso fra i cattolici; sal\'a poi rimanendo la intera mole dei riti, e la messa in latino. Ma i riti, mio Dio, sono meri simboli, e seguono la sorte dei dogmi che appunto simboleggiano. Una ri\'Oluzione, come quella che oggi scon\'olge tutti i dogmi può sperarsi che lasci intatti i riti? ~la i riti, se mai, si trasformeranno in altre entit~ sociali, che rnppresenter;mno altri principii ideali 1 come molti riti del pag.rnesimo sono rimasti nel cattolicismo. .. Per concludere, noi consideriamo oggi il cattolicismo nella stessa i:ituazione in cui era il giudaismo, poco dopo la morte di Gesù. Il cristianesimo primiti\'O appari\'a essere una ri– forma purilic.1trice del giudaismo, un « \'ero » giudaismo. )la perchè questo \·ero giudaismo segnò in\'ece la dissoluiione e la fine del giu– daismo sociale? Perchè il giudaismo ;iOCiale Bibloteca Gino Bianco altro non era che una form:a meJìa e un com· promes~o misto fr:1 il r~g:1nesimo contempo– raneo dei profeti e il puro ideale religioso dei profeti mede~imi. Ptn·enu10 il profetismo in Gesù e ne' suoi fedeli .1lla piena coscienza di sè stecco, <love\·J nece~<.uiamente spo~liar5:i del p.1gane~i1110 in cui era in\"oluto. F ne nacque una en1itl ~cc:3Je nuo\'a 1 che fu il cristianesimo. Co~I il ca1101icismo è una me– dia forma di cristianesimo commisto ,,I paga– nesimo greco·romano. ~la oggi che il puro ideale cristiano è arrh-ato rilla piena coscienn1 di sè stesso nel criMiane<imo occidentale - che è il cattohcismo p:1palc 1 :mglicano, c:al– \'inista e luterano - dnc necessJdamente dissol\'eN-i dal suo ra~ane<imo, e realmenle lo (J 1 per riesprimer-i in una entil:\ sociale nuova, di cui, non eccenJo profeta, ignoro il nome. \"eggo, però, e 1uui ,·eggono, che que· sta pien:i cos.:ienu di sè il cristiane-.imo l:i • ~cqulcn nelh J •mnr-r:nl;1 ~oci2le, :i 1:ui del resto anche 11 ~lurri ha de,.lic.110la su.t \lil!t. Quando Jico che il futuro cristianesimo hri d.t cercarsi nelle \'ie del socialismo, intendo d:ire :alla parola sociali,;mo un valore i;oprJttutto metafisico; e \·i includo anche il movimento democratico cristiano. Con lutto ciò 1 io non credo di esser meno cattolico del ~luni; an1i tutt'e due npparte· niamo ai e \'Cri • cauolki, come un lempo san Paolo e san Giacomo nppanennero nl .., \ero » giudaismo. Colla di1ferenu che, mentre ~an Paolo non ~i foce illusioni .!>ul- 1':1v\'enire del giudaismo, e intul e pre\licò ).1 relit?ionc nuova del cri-;tinnesimo fra le masse dei popoli pagani, im•ece <an Giacomo, per \·oler stmplicemenle restrin.';ere il cristiane– simo a una blanJ;a riforma della religione nazionale, si mise per la vrn senu uscita degli eretici giudeo·crbtiani. L'n' ultima o~ser\'atione. Dice il Murn che, professando queste idee, vengo a dar ragione alla curia fiorentin.1 e alla romana, ci1ca 1 provvtdimenti presi a carico mio. ~ota bene; In questione mia con la curia fiorentina è bene specificatn, e tutti i-anno che l.1 curia h:i n\'11to torto marcio. E quanto alla curia 101111111a, io ho gi,\ dichiar;llo che, col deporre l'.tbito 1.1- lare, mi scioglie\·o con lei da ogni impegno precedente E<S3 cond:inni pure, gi~ che non può discutere : quello è aff.lr suo. Salvatore Minocchi. 6LIUFFICI D'E5POHTDZIO l"na legge medicea - for~ I.i prima del ge• nere - slatuiscc, fino dall'Ottobre dell 1 :in110 1602 1 che ne~una p1tturn 1 e rcr nessun pre· testo, possa essere 1r:asportata oltre i confini del Granducato senza la licenza dei soli1i Su• periori ed il bcneslare del Luogotenente delle Belle Arti. Per le opere di merito insigne l.1 legge diviene in cerio modo tassativa e proibitiva ad un tempo: non già perchè designi le opere inamovibili nd una ad una ; ma perch~, ag• giungendo al decreto una lista di nomi di artisti, che per legge dO\e\·:tno essere consi• dera1i celebri, ordina che le opere dei sud· detti pre~cclti piuori non possano per nes• sun:t ragione lj,ci:1re la Toscan:i. La lis1a \'iene compilata - co~l dice il decreto - per s.1lvaguardarsi dal!e e inventioni de' gJ– villanti » e per rimediare ali, e: ignoranti:e degli Ufficiali • incahcali di for rispettare il mandato. Si tratta di una ccrna a dir vero poco fe– lice, O\'e nei diciotto nomi scelti si confonde in un comune Olimpo di gloria ~lichelangelo con Cecchin Salviati, il Ti1.iano e Raffaello con Perin del Vaga ed il Volterrnno 1 grande Leonardo - horrtsco refe,ens - con il ~lecherino pittore. DJte le mosse dalla Toscana, i \'ari Stati italiani ne seguirono in bre\'e l'esempio, re• golando in un modo o nell'altro I' esporta– zione di oggetti d1 pregio e d' arte oltre i confini. l Pontefici per i primi iniziarono con un decreto che porta la lirma del cardinale Aldobrandini, quella serie di editti che, con un crescendo di sc\'erit3 1 dO\'C\':t più ·,ardi condurre alle draconiane misure del cardi - nale Pacca; Carlo 111 1 provvedendo al Reame di Napoli, imbandl ai sudditi alcuni mandati,

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