Vita fraterna - anno III - n. 10-11 - 30 mag.-15 giu. 1919

186 VITA FRATERNA X X X Ma nella vita della bamb'.na, ormai dodicenne, se la nonna 11011. c'è più, c'è la Nonnetta. Chi è la Nannetta? E chi la sa bene la sua storia?. Da giovane aveva aspirato a farsi monaca e non aveva potuto, ·per una malattia a una gamba. E così non il convento, l'Ospedale l'ayeva acco:ta; ma pare ch'e:la non foss-e « del vel del cor giammai discio.Jta ». Piccola, bella, con fini lineamenti, sottili manine, con una sua aria di genti:e santità, si .era fatta senza cercalro, un posto a parte fra tanti invalidi ed era circondaita da deferente rispetto. L'Angioletta ebbe da lei tutto quello che può desiderare un povero uccelletto sbattuto dalla tempesta - e poi ogni giorno, d'anno in anno, un po' d':struz:one, l'aiuto a d:ventare donna. la vita del!' anima ..... Ma a un tratto un vento di dispersione passò suHa casa di Abbiategrasso, e ne furono allontanate tutte le malate che erano in discrete · condizioni <li salute e capaci di guadagnarsi la vita. L'Angioletta, v·entiduenne allora, che aveva imparato abbastanza bene a :avorare trine a'.:' une net~o, fu tra le congedate. · Partire? ... dire a<ldio alla Nonnetta ?... E c'è chi crede che ciò sia possibile? !... Ma nella vita l'amore s·erra certi vin'coli, che non si possono rompere se non dalla morte. Così fu che in que:· giugno usci dal:a casa deg-:i·Inc•irabi'i per venire a cercare la sua ventura in questa grande Milano dalle grandi e materne braccia, un gruppetto di tre donne. di cui la più va:ida era l'Angioletta, con !a sua personcina grama, il viso ancora mezzo nascosto da,l!e bende. Le altre due erano vecchiette già tremule, zoppe entrambe, la Nonnetta, ch'era stata rinchiusa ad Abbitegrasso cinquant'anni, e un'alrt:ra che v'era stata trent'anni, e che • a lasciare la. Nonnetta sarebbe morta di dolore. Quest'umile creatu_ra possedeva cento lire, frutto del suo lavoro; l'Angio:eea ne aveva c:nquanta; ma'!a Nonnetta oh la Nnnnetta era ricca! Aveva ... quanto? ... due o tremila lire, la sua dote di monaca mancata: un patrimonio, pareva a loro, da durare assai. Presero casa nel quarti-ere di' Porta Genova, e più tardi in un angolo della Mi!ano vecchia vecch:a, all' ombra delle co:onne di San Lorenzo. Avere una casa! Una casa tutta per loro!... E vivere insieme, strette le une a:!e altre. dopo essere vissute, si può dire, sempre in mezzo alla folla ! Biblioteca Gino Bianco

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