Vita fraterna - anno III - n. 10-11 - 30 mag.-15 giu. 1919

Anno III, N. JO-H - 30 Maggfo-J5 Giugno J9J~ Gottto sorr. c:oUa Posta VITAFRATERNA , . RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO Angioletta Moggia Per la coltura della nuova classe di- . rigente - B. N. M. I. - La saggezza d'una ignorante - Sacra Infanzia - Le. gioie semplici - Intorno all' azione elettorale della donna - Progi'ammi mmtmi - · Per poter cominciare,...,- Conversazione - " Fiorenza Nightingale " (pagine staccabili). ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6. - · Estero L. 7. Jo Sostenitori Il " IO. -- Il Il 15. - Gli abbonamenti sono solamente a1mui. Numero separato L. o. 3o - Arretrato L. o. 6o pei numeri doppi il prezzo · doppio· Esce il 15 e il se d' ogni m.Ne. DIREZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Spig:i, N. ai, Milano - Telefono: 81-16 Biblioteca Gino Bianco

LA VOCE ... SOCIETÀ ANONIMA EDITRICE ROMA (6) - T-rinitàdei Monti, J8 - Tel ..47-85 Sciolta la « Libreria della Voce» di Firenze da me fondata nel 19 1 2 e di poi sempre presieduta - negli_ ultimi an?-i di. guerra col fervido co?corso dell'amico Attilio Vallecchi - m1 parve primo oaovere, trascurato ognt altr_o allettamento di lavoro, cercare di riprend·ere quello che fu vanto della m1gli0Te tradizione vociana: collaborare, cioè, _ali' infuo_ri d'ogni setta, _p~rtito politico, cricca letteraria, inflm;nza econo~1ca,_ ~l rmn_ovamento spmtual~ e sociale del!' Italia. E trovato un gruppo d am1c1 ben disposto, con esso m1 .sono accinto al compito di dar vita ad una società che ,gestisca una Casa èditrice, un lstituto Bibliografico, una Sala di lettura: d_ei quali espongo il programma. CASA EDITRICE. - Si tratta di allargare l'azione della << Libreria della Voce», d1 seguire dal centro pcolitico d' Italia'gli avvenimenti che si presentano, di provvedere al popolo, che ha dato magnifica prova di sè nella guerra, un centro di coltura e e» consiglia spirituale. a Saranno continuate le coilezio.ni della « Libreria della Voce»: i Quaderni della Voce (diretta da G. Prez:r:olini); la Giovine Europa (diretta da U. · Zanotti-Bianco); i Maestri mod(lrni. Altre ne saranno e ne sono già iniziate: gli Ofmscoli dell' Unità (diretta da Gaetano Salvemini); La questione meridionale, che si riapre col volume, ricercatissimo e introva ile, di Ren~to Fucini (Neri Tanfucio-: Napoli a òcchio mtdo. La bibliotec:;a di pedagogia popolare, Scuola e Vita (diretta da G. Lombardo-Radice), ripren- ,derà con la pubblicazione della battagliera relazione di Ernesto Codignola al Congresso dei professori di. Pisa; e le Opere di Renato Serra raccoglieranno quanto, d'edito e d' inedito, ci lasciò quel nobiie spirito. A~anto a questo gruppo di !pubblicazioni, do e troveranno luogo l' attualità più viva e gli studi teorici più moderni, sv11upperemo, con la conveniente pre,parazione e con dignità, il libro scolastico. Ma il nostro maggiore sforzo sarà dedicato allo studio ed alla propaganda educativa. Per noi Giuseppe Lombardo-Radice, allarga l'attività dei Nu.ovi Doveri con la rivista L' Educa::ione nazioiiale ed inizia una nuova serie della Biblioteca di propaga11da peiagogica Scuola e Vita: che sarà sforzo non soltanto di un nudeo già conosciuto di inse&:fl:anti, ma di tutta una generazione convinta de.lla. necessità di rinnovamento nel campo scolastico, famigliare, educativo yi genere. LA LETTURA PER IL POPOLO. - Si pensa inoltre di fornire al popolo, al vero popolo de.i contadini e.degli artigiani, una lettura adatta alfa 1sua comprensione; una lettura alla quale il popolo, collaborando, accordi fiifocia : alcuni dei nostri migUori giorna.!i di trincea· ci hanno finalmente insegnato come si d-ebba parlare al P'OPOlo e ci hanno rivelato le persone che sanno capirlo e farsi capire. · . LIRICA. - Fedele al suo carattere la Casa editrice sarà al}erta ai giovani autori ed ali.e più moderne correnti di ~ensiero e d'arte. Una serie di volumetti di liriche conterr:l recenti -opere di Luciano Folgore, Arturo Ciitofri, Aldo Palazzeschi. ISTITUTO BIBLIOGRAFICO ITALIANO. - Accanto alla Casa editrice si svilupperà, con l'intento di--rispondere ad ,una necessità degli studi il già fondato I. B. I. o Istituto Bibliografico Italiano, il quale invia a chi ne fa richiesta pubblicazioni italiane e straniere, esatte trascrizioni di carte d'arcbivio, fotografie di opere d'arte; fornisce precise indicazioni biblioBiblioteca Gino Bianco

Milano·- Anno lii. 30 Maggio-15Giugno1919• N/10-11. VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE Allbl,n. annuo ord.ln~rlo L. C3 =O= I bbon.annuosostenitore L. J.0 Angioletta Moggia .... Ti sgomenti perchè non sei robusta, perchè sei sola, perchè ti par di entrar~ nel:a vita fra mille circostanze avverse? ... Poverina, come potrei darti torto? ... Eppure avrei tante speranze da farti bri:lare davanti agli occhi.. .. Non voglio intrattenerti con de' ragionamenti. Preferisco raccontarti una paginetta di ·storia. E' la storia della donna che in questa nostra abilissima Milano è la più abile a lavorar di maglia e d'uncinetto, giacche, carni-. cette, scia:Ji, sciarpe, con una varietà e una vaghezza di punti che si intrecciano, si accavallano, si snodano, da farti restare intenta a cercare 1 segreto tortuoso di quel filo d:ventato '.essu o. E se t: capitano fra mano i lavori di lei, bianchi o di tenui colori, tu pensi come dovevano essere leggiere e agili le mani che li. hanno toccati per ore e ore, :asciandone così perfettamente inta,tta la freschezz11. Lavora ~e:, e fa :avorare le sue operaie. ne:Ie case loro o in, casa propria. · Bada, da vedere è una ma'.incon'ca compagn·a, cominciando da lei, Angioletta Moggia, che non è più alta di una ragazzina di dodici anni, mezzo ma:ata senwre, con u-n povero viso che è tutto una cicatrice. Ti racconto. Comin.cio dalla prima infanzia. La mamma la mette al mondo, e subito scompare. dalla vi~adella sua creatura - malata, morta in breve tempo. Ma la piccina trova il suo latte, trova altre braccia materne ad Arlu~o, dalla balia; Biblioteca Gino Bianco

166 VITA FRATERNA e poi a Milano trova l'e cure e l'affetto de1la nonna, brava donna! Cresce accanto a lei e al padre, sentendo di essere il raggio di sole della loro casa. Va anche a scuola qualch$! ora, all'asilo, la scuola del cadreg in, come dice ancor oggi il popolino; e in casa giuoca. ride, sguscia sotto i grandi telai dove la nonna lavora le sue coperte imbottite, passando su e giù coi lunghi aghi i punti che tengono unite le due stoffe dai bei colori e dai disegni appariscenti, gonfie di ovatta. Ma· a dieci ann:, anche a que: tempi lontan :, poco es:genti in materia di istruzione, sarebbe stata l'ora di frequentare una vera scuo'.a, ·e imparare pei: davvero. L'Angioletta promette d. ar:darvi, · buona, diligente; ma prima ... sei contenta, nònna ?... prima andrà a fare una vis:tina di quindic: gior-n: alla sua balia ..... sì. sì- qu:nd èi giorni ancora, con la sorella di latte, nel:a grande aria della pianura, tra polli e piccioni !... Ecco, prima di pa•rtire l'Angioletta, tutta vestita di bianco, fa la cresima nella chiesa del Cùmine, ed è stabilito che nonna e nipotina andranno a perpetuare dal fotografo il ricordo di quel!a giornata. Ma il progetto sfuma per un' indisposizione della nonna... E così mai più J v:setto tondo e fresco de:·a bambina sarà fissato sulla Jas1Jra fotografica; mai più lo rivedrà la nonna, dopo gli addii per la scampagnata!... Ad Arluno un g:orno I'Angio:et'.a s: sente ma'.e. .Se ne sta rannicch:a•a a: caldo, sul:a pa·nca che gira :ntorno al focolare. tenendosi stretto fra le braccia. come tanto le p'ace di fare, il bambino che la sua ba'.:a sta ora al'.attando .... Sì, si sente ma'.e mo'~o.... Guidata da un istinto quasi materno, con un grande sforzo, consegna alla persona che le sta seduta accanto il bambino; poi subite, uno svenimento la coglie, e J.a fa cadere giù, doppiata sulla per-· sona ... ahimè ahi_mè ! c<:>ntro il focolare ... giù, col capo - orribile a dirs.i ! - dentro una caldaia di !i'sciva bollente .... Come la levassero di là, l'Argio!etta non seppe mai. Si dest~ spasimando, con la bocca piena di cenere, tra un fitto di gente che gridava: - E' morta, è morta ! - Si destò con una sete ardente, skchè domandando' - Acqua, acoua -, rivelò ch'era viva. La testa le si era spaventosamente gonfiata; una gota scarnata, i capelli le si insinuavano nelle piaghe. Il medico non sapeva dove mettere le mani a ricomporre la carne a brandelli, a lenire Io spasimo, a b~ndare - que:te bende che per anni sarà uno straz:o togliere -e mettere. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATEJtKA Ma chi pensava aNora all'avvenire? Nessuno avrebbe dato ali'Angioletta più. di otto giorni di vita. . Le sofferenze della povera piccola martire sono tali· che notte e giorno e:•Ianon può cessare dal. lamentarsi e dal gridare; ma però se qualcu110,nel via vai pietoso e curioso che è intorno al suo letto, osa .accusare d'incuria la balia, ecco che il lamento cessa, e la voce · della bambina si leva a protestare e difendere. La difesa più ardua da sostenere è quelfa contro suo padre, che, chiiamato; è accorso, e, pazzo di dolore, si avventerebbe contro la povera donna, se non lo quietasse la vocina implorante della bambina, nonchè la calma stessa della donna, che. nella sua angoscia, g:: si dr:zza davanti digni~osa, ser.za schermirsi d cendogli: - Faccia di me ciò che vuo:e; ma io non sono colpevole. - Il pover'uomo se ne tornerà via ben presto, e forse sarà la sventura deJ:a sua unica ·bambina. che lo spingerà a cercare lavoro lontano, a Genova, e là - fam'ilia· tragica! - una m.ano assassina J.o fredderà un giorno misteriosamente. X X X Dopo quaranta giorni, la malatina è portata a Milano, il viso chiuso nella sua maschera di bende, cieca-.sotto quelle, un occhio irremissibi:mente distrutto, l'altro salvo per miraco:o, mà amma'.ato anch'esso. La Nonna non ha più un pensiero che non sia per lei. M.a natura'.mente ne soffre il :avoro, che procede '.en~o. La c'.ienteìa si .Hanca di a~pettare e ariche preferisce· stare lontana da spet~acoli tanto raccapricc:an'.: ..... E così, lentamente, viene a insinuar si ne::a povera casa que:Ja nemica eh!! l' 01 9eros'tà s:no allora aveva sempre cacciato in bando: la mis-eria. Viene a sgretolare· e pian piano a dcmo,:ire. Non c'è modo d. ~,ivere: b:sogna andare a:t'Ospedale; e per Angioletta non ce n'è che uno possibile, quel!o che ha un noi:ne senza speranza: l'Ospedale degli Incurabili. E' ad Abbiategrasso, dove tante sventure sono accomupa '.e e tanta penosa compagnia è da•a (anche que:'.a de: poveri pazz:) ai malati che av..r.e1.:ibero·a:meno b:sogno di non· vedere esacerbate le loro .pene. Ali' Ospedale, poco tempo dcpo, verrà ariche la Nonn.a! Ha avuto un colpo :a povera donna stanca. e l'Ang:o:etta dal suo -riparto dei bambini, andrà à trovar lei fra le vecchie. · 11 !egame così r:nnovato dura nove mesi, poi si spezza ..... Biblioteca Gino Bianco

186 VITA FRATERNA X X X Ma nella vita della bamb'.na, ormai dodicenne, se la nonna 11011. c'è più, c'è la Nonnetta. Chi è la Nannetta? E chi la sa bene la sua storia?. Da giovane aveva aspirato a farsi monaca e non aveva potuto, ·per una malattia a una gamba. E così non il convento, l'Ospedale l'ayeva acco:ta; ma pare ch'e:la non foss-e « del vel del cor giammai discio.Jta ». Piccola, bella, con fini lineamenti, sottili manine, con una sua aria di genti:e santità, si .era fatta senza cercalro, un posto a parte fra tanti invalidi ed era circondaita da deferente rispetto. L'Angioletta ebbe da lei tutto quello che può desiderare un povero uccelletto sbattuto dalla tempesta - e poi ogni giorno, d'anno in anno, un po' d':struz:one, l'aiuto a d:ventare donna. la vita del!' anima ..... Ma a un tratto un vento di dispersione passò suHa casa di Abbiategrasso, e ne furono allontanate tutte le malate che erano in discrete · condizioni <li salute e capaci di guadagnarsi la vita. L'Angioletta, v·entiduenne allora, che aveva imparato abbastanza bene a :avorare trine a'.:' une net~o, fu tra le congedate. · Partire? ... dire a<ldio alla Nonnetta ?... E c'è chi crede che ciò sia possibile? !... Ma nella vita l'amore s·erra certi vin'coli, che non si possono rompere se non dalla morte. Così fu che in que:· giugno usci dal:a casa deg-:i·Inc•irabi'i per venire a cercare la sua ventura in questa grande Milano dalle grandi e materne braccia, un gruppetto di tre donne. di cui la più va:ida era l'Angioletta, con !a sua personcina grama, il viso ancora mezzo nascosto da,l!e bende. Le altre due erano vecchiette già tremule, zoppe entrambe, la Nonnetta, ch'era stata rinchiusa ad Abbitegrasso cinquant'anni, e un'alrt:ra che v'era stata trent'anni, e che • a lasciare la. Nonnetta sarebbe morta di dolore. Quest'umile creatu_ra possedeva cento lire, frutto del suo lavoro; l'Angio:eea ne aveva c:nquanta; ma'!a Nonnetta oh la Nnnnetta era ricca! Aveva ... quanto? ... due o tremila lire, la sua dote di monaca mancata: un patrimonio, pareva a loro, da durare assai. Presero casa nel quarti-ere di' Porta Genova, e più tardi in un angolo della Mi!ano vecchia vecch:a, all' ombra delle co:onne di San Lorenzo. Avere una casa! Una casa tutta per loro!... E vivere insieme, strette le une a:!e altre. dopo essere vissute, si può dire, sempre in mezzo alla folla ! Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA Le due vecchie zoppicanti s·e ne stanno a casa; è l'Angioletta che va coraggiosamente a trattare e comprare... Ma come sente forte :a propr,a sventura_ mesrn così, improvv samnte, nel mondo delle persone sane; nelle vie affollate di popolo, fra i coetanei a cui i ve~t'anni recano ro,se sul volto e sorrisi e amore! . Non.importa. Avanti! C'è da comporre un nido senza gioventù e senza speranze, ma intessuto d'amore anch'esso. L'Angioletta compera un buon letto per le sue compagne; per sè... oh basta accomodare un materasso sopra una cassa ! Compera _biancheria, sto--. · v .g:ie, anche qualche P:cco:a com per i'. p:.acere deg'.i occhi. Per la Nonnetta occorre anche una buona poltrona. Ma come si as,sottiglia rapidamente il loro capi-taletto ! Niente paura, però. L'Angioletta dice e ripete: - Lavoro io! - ....Trovarne .del lavoro! Le sue offerte erano respinte, e spesso con una durezza che fa stupore. Non le davano lavoro per non vedersela d'attorno, e g:ielo dicevano chiaro! Così è che un po' per volta ·il piccolo gruppo deJ.le invalide -conobbe le più dure strettezze, conobbe i pasti fatti con una cipoJ:a spartita e· un po' di pane bagnato nell'a_ceto.... Allora fu neceSlSario imparare le vie dei ricorsi alla pubblica beneficenza. Che .meraviglia se il grqppo povereìlo venne a contatto con quella meravigliosa A:essandrina Ravizza, che le miserie conosceva tutte? Fu lei stessa che andò alla !oro casa per una di quelle visite di rico-gniz.ione ch'elìa cercava di fare con severità,' ma in cui il cucre le traboccava per il des·der:o di dare. E a'. suo occhio acuto le due donne singolari emer~ero chiare daJ:a fo:la grigia dei r:corren'.i. Il soccorso venne; dopo il primo ne vennero altri, tutta un'onda d'interessamento. ,,---- · X X X È con le conoscenze· venne anche il lavoro: venne per una gran ·porta subito, queI:a dei mag-azzini dell'Unione Cooperativa. Venne anche superi-ore al:'abili·tà che l'Angioletta possedeva allora. · e le toccò arrove:!Jarsi a studiare magliJ! e foggie nuove, e provare e_ di,sfare e rifare, mescolando pianti e sospiri a invocazioni all'aiuto di Dio. La No•nnetta nella sua poltrona, con la cuffietta sempre ·ugualmente bianca, guardava sorridendo tranquil'.a anche queste picc_oleburrasche. Sapeva :ei che così è la vita, che attraverso le rlifco1tà l'uomo impara e si affina. Pazi-enza per il dolore che passa: una: sola cosa. è davvero da teme-re, il male. Biblioteca Gino Bianco

170 VITA FRATERNA E così, pian piano com' era venuta, la miseria se ne andò. L'azienda si fece vitale: l'Angioletta si trasformò in un vero industriale. Ma la sua casa non si scostò mai mo!to daHa povertà.' Perchè l'Angioletta .di quel che fosse la miseria non potè mai dimenticarsi; ed ecco, :a scorgeva :à accanto, oal ip:a·no'di sopra o da:J'a;tro ·ato della strada; l'incontrava per le scale, la vedeva dalle finestre dall'a:tra parte del cortife ... C'è chi non vede e non sente, o chi finge di non vedere o di non sentire. Non l'Angioletta. E neppure la Nonnetta. La Nonnetta rammenda e rattoppa i panni di tutto il vicinato, e cuce per ore tutta que:la povera roba consumata fino a: I:mi~i del possibile. Ma ;•Angio· e'ta fa ben a: ro. l là del suo (e non os•erei affermare che -qua'.che poltrone e disonesto non approfittasse a volte ing:mtame-nte de::.a ma bon· à); va da padroni di casa a implòrare dilazioni di pagamenti; va da avvocati a sostenere la causa degl'innocenti; da medici a informarsi di ammalati; da ricchi a domandare elemosine. Torna piangendo, a volte, per le proprie buone paro!e sprecate senza frutto, per le cattive paroJ.e a'.trui che la feris.cono nella sua pietà, nella suà povera figura. Piange .... e il giorno dopo ricomincia impavida, instancabile, senza pace. Ma ae]e sue peregriPaz:oni -non ha da soffrire il 'avoro che deve sempre ess-ere -eseguito alla perfezione e oonsegnato al momento pattuito. Per quel che riguarda lei personalmente, si- può essere s· curi. P:ù diffic::e è ot'enere p-eci,_ione e pun'uali à da'.le operaie .... La compassione sarebbe agevole v•eramente con loro, tanto esse sono' sventurate per conto proprio. L'Angioletta sceglie d'insegnare il mo lavoro a donne mezzo mal2te, con le mani rattr::ippite, che difficilmente potrebbero trovare occupàzione presso gli altri. E im:egr·a con santa pa~ienza. Ma quando abb·.ano :mparato. siano puntua'.: e facc·ano il lrro rlrvere a-rJ,' e~se !'Crt1P":r.f'::trnente; se no, sono co,llere e rabbuffi. Chè se poi fosse necessario, l'Angioletta veglierà lei le notti per riparare i malanni degli altri. X X X Quanti anni ha la Nonnetta? Presto ottanta! Ottanta! Che be:Ia cifra! Bisog11a fare gran festa per· quel compleanno. Devono venire tutti i conoscenti a farle visita. tutti t L'Angioletta -li invita con de' bi,gliettini infiocchettati d'azzurro, Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA qc -carini: ridenti, come se si trattasse di un invito a battesimo o a nozze. Nessuno manca, e nessuno arriva a mani vuote. La Nonneha è tutta infiorata nel suo letto più candido che mai, con una cuffietta che è un poemetto di trine e di nastri azzurri. Pare una pia fatina beneJìca e folice: tutto si compone in bontà intorno a lei: gli. anni, cbe sugli altri accumu:ano tristezze e peccati, su lei non racco'.gono che letizia, e la lasciano pura e innocente come una giovinetta. Oltre la tomba vicina, ella non vede che il fulgore del cielo. E così, povere donne de'l ~icinato o ricchi signori, tutti, dopo averla: vedu1ta, se ne· vanno via con una gran pace nel cuore. La Nonnetta compì gli-ottantun'anno, gli ottantadue •e poi morì.... Povera Angioletta ! L'a:tra vecchietta dovette riprendere la via dell'Ospedale, e non tornò più. E così l'Angioletta rimase sola. Slao, fra tanta compagnìa di operaie e di-beneficati? ... Sì, so~a. Non c'è compagnia che valga, quando il cuore è rimasto vuoto dall'affetto che tutto lo riempiva. Ma ecco, un aWro affetto verrà. Quello era stàto fiHa!e; questo sarà ma.terno.... · · Ecco l'Ida, la figliuola deU'Angioletta, divenufa figliuole!, sua, dopo che ha perduto a quattr'anni la mamma e a sette i-1babbo; l' iJda, i: « bel ratin » dell' Ang:o'.e~:a..... A sette anni la bam½:na andò. sì, ad occupare il suo posto all'Orfanotrofio; ma andare a vederla ogni domenica, portarle i regaletti, averla in casa per le vacanze, vederla crescere così bellina e buona - ecco quello ché per anni e anni, più d'ogni altra cosa, occupò i: pensiero, la vita tutta dell' Angio!,etta. E poi averla a casa, iniziar:a al. lavoro,- trepidare un poco per la sua salute, e vederla diventate donna, e considerarla ogni giorno più come una compagna: ecco quel che riempie la vita del!' Angioletta. Ecco quello che · è l'Ida ora -per lei. Perchè, quando le cose vanno come devono andare, la distanza sparisce, i figliuoli diventano gli amici dei genitori, e a !oro volta sorreggono e cons:g:iano. X X X E qui la mia -storia dal passato arrivata al· pI"esente, necessariamente deve fermarsi. Pareva desola:a e :,nvece 1' abbiamo vista fior:re come un giardino. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA L'Angioletta confnuerà a v:vere come ora, ne:le due stanzette terrene, davanti a: piccolo orto dove crescono gl'ireos e van beccando gaI:ine1ie e piccioni, dove ride il viso rosso di Cesarino. un a:tro suo protetto? O si traspor~erà altrove a insegnare l'arte sua? Ovunque il vecchio arcolaio, dritto sul suo rozzo zocwlo di pietra, roterà le sue piccole braccia vorbi-cosamente a dipanar lane per i rigar: :nvernali e se· e 1 per 'e fresche brezze di pr:mavera e di autunno; ovunque le mani instancabili della piccola donna inferma. daranno lavoro, lavoro, lavoro; ovunque la sua an,ìma pia e battagliera compirà opere d'amore e riuscirà a deb~:lare qualche poco del male che grava sul mondo. Anna Errera. Per la coltura della nuova classe diriiente. L'iniziativa annunciata nel numero scorso sotto questo titolo ha incontrato vivi consensi, e ha già ricevuto molte valorose prou-,esse di aiuto. Questo ci dà la fiducia di poter compiere bene il làvoro che ci siamo proposto. · Ora invitiamo i lettori, i giovani soprattutto•, a rivolgerci essi medesimi le rich:este prec'.se a cui la nostra in!ziativa vuoi risp:mdere; a domanduci la indicazione di libri da leggere SU DETERMINATI ARGOMENTI; a dirci le quest·oni, i problemi, i soggetti che desiderano studiare, conoscere, lavorare, e su cui si sentono impreparati. Noi pubblich'eremo tosto queste domande, - e intanto, rivolgendoci agli specialisti, raccoglieremo le bibJ=ografie che vi rispondaPo, e che poi, raccolte, rivedute, coordinate, saranno comunicate ag1':ntere3'Sati, pubblicate nella rivista, ·e riunite in s.cguito_ in estratto·. ERRATA CORRIGE - Nel/'nrticolo • Le resnonsabihtà della classe ditigente e il movimento bolscev1co. d,1 Ten. Tdn Scolnri 111. 8-q, n p,,g. 161, linea 20, è sfato per rrror,, omesso /11//0 u,1 pezzo · del penodo, sacrific11ndo,te il •iguifio,to. / 'o n"j>rodttcinmo qui per int1ro: Se gli eccessi di agiatezza riescnnn tnllerabili O<?:e:ie non voglio con questo difenderli) in cui sonn-limita1i e ranpresPntann perciò una piccola percentuale di perrlita nel rendimento della macchina socia!<'. c-he cosa potrà avv<-nire q11a11dnquesta percentuale si eleverà ad una totalità? Duve andrà a finire il rendimento ..? · A f>rrg. r ]7 del n. precedenl,, alln 1 5• YÌl!fl. -dolln ldt,rn citntri sollo il titnlo: • Moniti - incitamenti - consensi ., alla parola • vera11,1ente"d.ve essere sostit11ila la p11ro/n : • nPmmeno •· E a p11g 162, /iuta a,, dove è sla111pato • grido della piazsa. de-,1eleggeYsi: • grido df'lla pnzia ,. Chiediamo vmia a Autori e Lettori. Biblioteca Gino Bianco

VITA l'RATERlfA B. N. M. I. Milauo - Via Ugo Fo;colo, ;/ .... • Offrir conforto nella solitudine, suggerire vie per l'incremento della vila int<:rioce, dare strumenti per un Ia,·oro fecondo•· La Biblioteca N aziona'e dei Maestri Italiani, sorta nel 1914, è riuscita a rafforzarsi ed a fiorire . in mezzo alle dure condizioni create dalla guerra, a diffondere i suoi libri, a raggruppare intor-. no a sè ormai duemila maestri delle più lontane regioni e dei più dimenticati villaggi, a richiamare sulla su·a opera la provvid.enziale attenzione di qualche generoso. Ha potuto così pubblicare una Guida bibliografica (un v~ lume di oltre trecento pagine) in cui i libri pos3eduti dalla Biùlioteca sono catalogati, disc:plina per disciplina, da speciali. com· çetenti e raggruppati in ordfoe logico: rapidi cenni ne dicono spesso il contenuto ed il valore. Ognuno può quindi trovare neUa guia· suggerimenti ·sui libri migliori da leggere in generale, e su qt,etli che possono illuminare un dato problema in particolare. Questa Guida che, non ostante, disuguaglianze ed· imperfezioni, p,.1ò aspirare a· rendere qualche servigio agli studiosi in genere, posta in vendita al prezzo di quattro lire, viene data in dono agli ab bonati (maestri e direttori di scuole e'ementari pubbl:che e priva.te, ispettori' e vice-ispettori scolastici, maestre d'asilo, insegnanti ed allievi di scuole normali e corsi magistrali). I libri spediti in franchigia poss,ono pure, quando vengano seg11ite modalità indicate dai regolamenti, essere restituiti in fran-- chigia; co3Ì che gli abbonati non hanno da sostenere altra spesa ;;.!l'infuori della quota annua che è ora di quattro lire e mezza. La Bib'ioteca ha già iniziato la pubblicazione d'un suo Bollettino. Vorrebbe far qualcosa di più che dispensar libri: vorrebbe diver..tare l'amica di tanti maestri, di un sempre maggior numero di :rr;.aesri. Frattanto àccanto alla Biblioteca ste·ssa s'è çostituito un GruppJ che si propone d'aiutare le scuole più povere col dono di libri, di :arte geografiche e d'altro, d'aiutare i maestri in ogni loro iniziativa a vantaggio deH'educaz:one popolare. Per questo la Biblioteca ha lanciato il seguente appello: Egregio Maestro, Q11esto nostro grnppo, desideroso d'iniziare u.n'azi~ne rapida e diretta in favore delle Scuole del Popolo, vorrebbe far sorgere accanto alla Bi·· bl·ioteco Cfrcola11te de'Ì Maestri ltaliani "" ttf/icio per dare informaziotti. Biblioteca Gino Bianco

VITA- FRATERNA ed aiuto a quei maesiri che per deficienza completa o parziale di mezzi e dì notizie, sono 1·mpotenti a sodd.sfare i bisogni che scorgono nella loro settala. ; Comunichiamo tale intenzione "invitando i Maestri a rispondere direttamente alla Segreteria del Gruppo d'Azione per le Srno!e del Popolo, .Milan.,, via Ugo Foscolo, 5. · Ci parlino liberamente e sch,ettamente della loro sc1io'a ·e di q11.anto lt manca (mater·iale didattico - carte geografiche - b "bliotechina scolasti:ca - decorazioni mitrali, ecc.); di quanto, per particolari gusti e attitu.dini loro si trovassero a desiderare anche all'·inf1wri delle rig:de linee del programi 1.a scolastico. Ci dicano anche q1wli l:bere istituzioni educative (biblioteche popolari, corsi liberi di economia domestica, buona c:nematografia, ecc.), di ind0le generale o particolari alle speciali cond·z:oni del paese, potrebbero /iÒrire accanto alla srnola, trovando nel paese sufficiente matiwità di sp:riti. L'invito a parlare recato da queste r."ghe non implica oggi da par·te del Gruppo nessuna promessa fuorchè qu.ella di im grande sforzo pe;· trovare i mezzi per mettersi a sei-vigio dei maestri. Noi vorremmo che il Maestro aposto'o sentisse la nostra solidarietà COI', liii; vorremmo che l'apostolo che in alcu.ni Maest1·i sonnecch:'a. si destasse: t•orre~mo che, scoperto un bene 'da raggiungere nella sc11ola, i maestri no11< trovass;,.,.o pacé finchè q11el bene non sia raggilmto; vonemmo che l'ai11t1t die noi. speriamo di p_oter off1·ire da lontano, li spinga a destare le sopite enPrgie locali, a trovare l'a.;uto vicino. Dal canto nostro sarà il ca'ore, la. chiarezza di v'sio1ie dei Maestri eh" ci dard .rprone al lavoro. Attend:amo d1mque le 101·0 1'ispos~•. Il Gruppo d'Azione per le Scuole <1,J volo X X X E fin qui la parca parola di uno dei promotori della B, \!io ~' Da qui in giù la schietta parola di un estraneo. Chi risiedendo in Milano può ta!volta concedersi una piccoe, sosta nel locale_ ancora angusto da cui irrag-giò la vasta inL~iativa, è commosso al1' arrivo- delle richieste, che pervengono, S'.>t',,' tu da umili- paesi, da cantucci solitari (va'lette. r~tpi, piani u uun ne') d'ogni parte d'Italia, come vasto anelito d'ascesa. verso \I Cl'O·' tro, segreto· e luminoso come ogni opera di raccoglimento. E partono, pronti, risposte e pacchi. diretti agli sperduti luoghi ad appagar· desideri, a stuzzicar interessi, a ravvivar la vita, la po ,·era vita dei poveri maestri- d'Italia, che, costretta tra pastoie' ignoranze e diffidenze. corre il rischio, auante volte!, di isteri 1iref ( ..... e sarebbe come l'isterilirsi della spiga· in tanta potenzialità d; gerr11i, in tanta ansia di messi!). E a ouel tale che siede un momento nell'angolino della sede milanese balzano considerazioni su due singolarità della biblioteca. Prima: oltre la fede spiritua!e ch'è il presupposto e la ragione Biblioteca Gino Bianco

VITA FRA1'El~NA q5 del rapido espandersi della Biblioteca, implica, questa istituzioae, una .... ardita fede pratica nei servizi ferroviari, nei servizi postali, nell'educazione di tutti gli ignoti richiedenti verso cui si lancian da lo~tano pacchi di opere spesso preziose .... .Ma .... quest'è nulla. Una seconda: di solito nel'e bib'.ioteche un impiegato, magari intelligente e svelto, vi persuade cl:1e se un Panzini non c'è potete per quella volta pigliarvi un'Invernizio, che se avete sete di poesia cet ta potete per quella volta pascervi di una porzioncina di certa cr:tica. Qui no: se i liori ri~hiesti sono in circolazione, vedete qualcun ::i di quegli stessi che promossero la Biblioteca, che han nomi 110::i per antica passione di educazione, per genia 1e e colta e disiner essata opera di scuola, meditare un poco, intenti sullo scritto che chiede come per raccogliere tra le righe il bisogno intimo, inespresso, di quella voce lontana, in quel s·uo momento; come per afferrarne !'indole. le necessità media te ed immediate, l'utilità sua e generàle nell'ambiente: e, assorti; vagare per gli scaffali, spigolando. E' così (finalmente) l'idea - centro - si trasfonde e si moltiplica nell'atto particolare; feconda. E co!ì_Ì, naturalmente, gli.... assetati aumentano., che vengono alla fonte. Chi di Vita Fraterna ancora non conosce, durtque, qtiest'opera di « studio e d'azione», la conosca, chè, poi, sentirà di dover farla c.onoscere, per amore_ e nidl'interesse di ciascuno e di tutti. M. .... e io amo la storia che S. Marco ci racconta della donna greco, che, quando a pro·rn della sua fede Gesù le disse che non poteva ·dare a lei il pane dei figli dì Israele, - rispose a lui che 'i cagnolini che stanno sotto la tavola· mangiano delle briciole c ',e i figlioli lasciano cadere. Il più della gente ·vive per l'amore è l'ammirazione. Ma è per mezzo dell'amore e dell'ammirazione che noi I doi,remmò vi11cre. Se qualche amore ci è dimostrato, noi dovremmo riconoscere che ne siamo affatto immeritevoli. Nessuno è meritevole di essere amato. Il fatto che Dio ama l'uomo ci mostro che nell'ordine di·vino delle cose ideali è scritto che· l'eterno amore è· per esser dato a ciò che è eternament.e immerite·vole. O, se questa frase senibra amara da portare, lasciateci dire che ognuno i meritevole d'aniore, eccetto chi crede di esser tale. L'Amore è un sacramento che dovrebbe esser ricevuto in ginocchio, e Domine. non sum dignus dovrebbe essere sulle· labbra e nel cuore di quelli che lo ricevono. OSCAR WrLDE, De Profundis. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA la saggezza d'una ignorante Ci sono momenti indicibili quando l'animo spasima della prepott:i!lza di creare, d_ dar e forma e sostanza a:le larve d: fulgore; che si accendono e palpitano impazienti di vita nella nostra ~antasia, invasa da un sole ineffabile che vivifica e consuma come una morte meravigliosa che desse allo spirito la rivelazione divina. X X X Non tenere l'anima tua rinserrata in troppo angusta {:ella che facilmen"e essa murerà da sè :a porta di sua prigione e se ne farà la tomba. X X X Utilizza la vita presente rendila possibilmente bella e completa come fosse la sola che avrai. X X X Ci sarà l'equilibrio nel mondo dell'esist~nza umana, e la mass:i. se ne accorgerà; ma l'individuo stenta perfino a concepirlo. X X X L'arte di vo!er bene si estende nel ragionamento pm vasto; l'arte di possedere si limita all'egoismo più irragionevole. X X X Considera che amare vuol dire essere utile ad un'altra anima. ti sQvvenga di questo e non potrai sbagliare nella tua vita di amore. X X X Sii indifferente se vuoi; ma non disprezzare, che è piccola. opera inutile: non per questo inabisserai l'universo o ascenderai . fra gli dei tu. X X X Beato il carattere la cui bontà è schietta ed è senza paura di mostrarsi, è profonda e non _è gelosa di .sè. E beato sei tu se ·ta incontri nella tua via. Biblioteca Gino Bianco

VJTA F.RATEllNA · 177 X X X Si passa la vita cercando di persuadere sè stessi; una fatica improba della quale non ci stanchiamo mai! X X X Abbi il coraggio di chiedere' poco; e ti accorgerai del ·suo giu!' sto valore: il ,poco al momento giusto ben ti a:U1ta; il molto fuor di tempo è come il mare per chi muore di sete. ' X X X Più ci vuole a ri.evocare un sentimento morto, che a <:reame ·imo nuovo. X X X Vi sono nella vita epoche lunghe e terribili; a'ltre brevi e delizi06e: a ricordarle, tutt'e due. fasciano· t'animo di tristezza: ecco IIÌ monotonia dolorosa e ingiusta della memoria. X X X La memoria sarà di cera, ma son ferro 'le memorie. X X X Vero fatalista è colui che non si aspetta che queflo che verrà, e pur non ha paura çii,sognare. X X X Considera che la tua corsa attraverso l'eternità è vertiginosamente breve; e pur nondimeno considera -che ogni tuo piccolo atto ha valore e ripercussfone infinita. Quando avrai trovato il giusto bilico fra queste due considerazioni sarai il savio che non teme il dolore e non disprezza la gioia. X X X Tre stadi• ha il sogno della vita: il primo tramato di piacere e ti d abbandoni scientemente; il secondo ti _prende tutto ed è così cesellato di verità così vicino nel suo significato da perdere ogni carattere di sogno e trasformarsi in realtà; il terzo è incomprensibile e screziato da bagliori - il- tessuto del sogno si fa cosi rado che ci vedi a traverso e rivedi te stesso prima del sogno -e ti riconosci a mala pena. Poi verrà il grande risveglio. X X.X Sono le fèlicità più semplici. che richiedonp una tattica complicatissima per raggiungerle. Biblioteca Gino Bianco

178 VITA FRATERNA X X X Sovente nella solitudine la mente diventa un'incudine ed il pensiero martello: allora l'animo, reso sensibile da un sentimento che lo tiene, sub:sce il marù:o e si p:asma ?PPµre annichilisce. X·X X E nulla più ti dirà del silenzio. · Il silenzio della solitudine, quando si lavora diventa un maraviglioso coro di voci che incoraggia all'opera. X X X Tu parli bene di solitudine e di silenzio - ma hai tu considerato mai la giofa di coloro che vivono insieme? - X X X O um:hà vera· libertà dello sp:rito ! Ti ho capita una s·era soitto fa merav:glia •stellata dei c:e::. E desiderab:le e he'.la e creatrice onnipotente mi sembrasti. Vedevo in te la salvezza e la forza che dai. Se veramente tu entrassi nel mio spirito, o umiltà radiosa, cr etlo arriv-e.rei a:le vette del'.a su.prema saggezza. X X X E la suprema saggezza consiste forse nel saper sopportare il mediocre: adora il bello e sappi difendere il mediocre. X X X Non ti senti il coraggio di di fendere il mediocre? Fallo in. nome di Cristo, c_hèla mediocrità è povertà unica, e la sola debolezza di questa terra. X X X· In Cristo il dolore fu immenso e il suo amore lo circoscrisse. X X X Cristo morì abbracciando il mondo che lasciaya, e che l'aveva lasciato. X X X Amti perchè la facoltà di amare è il tuo retaggio. Pur ti soTvenga che certe fasi dell'amore sollo caduche, e per virtù di !ore, caducità si rinnovellano: tieni a mente questo così da non biasimare chi ·ama. X X X L'amore deve trascinare te - se sei tu che trascini l'amore. volìtati e ti accor,gerai ,di trascinare un ca·davere. Biblioteca Gino Bianco

Vl'fA FRATERNA 179 X X X La speranza è l'amante che ti tradisce, ma ~be tu non riesci mai a tradire. X X X Nei momenti •che l'anima tua non sa soccorrere sè stessa, abbine pietà, abbi pietà della sua miseria, poi che la sua sofferenza supera perfino 'l'istinto. X X X Sono così complessi, incongrui e inconcludenti i nostri sentimenti che ci dovrebbero sembrare perversi, se non <:i dessero l'impressione della loro irresponsabilità. X X X Abbi in mente ben scolpita la semplicità del bene, e l'imagine del male svanirà fino a sc?mparire del tutto dal tuo pensiero. X X X Siamo spesso grati al dolore che ci fa comprendere la vita; raramente ci professiamo grati alla gioia che ce la fa sentire come un presagio del Paradiso. X X X Signore, fate ch'io viva per amore di questa vita, e ch'io am· i per amore dell'amore. Gabriella Sommi Picenardi. Abbiamo ancora un certo numero di' annate arretrate dt PITA FRATERNA. La eolleilo11e di VIT ,\ FR \'fF.RN ,\ (lel 1918 eo11ta L. 12. Ln collnzlono del 1917 (nuiucaudo\·I il numero di febbraio) NS~'l L. 10. Le da;, annate insiemP. costano L. 20. Si sped,'scono raccomandate. a chi ne /a ricM11stacon cart.lina vaJ:,-Jia. Biblioteca Gino Bianco

180 VITA FRATERNA S I f . ' aera n anz1a ..... I Giardini Pubblici, in queste fresche mattine di maggio, sono lucenti nelle foglie nttozie, armoniosi di pigolii sommessi; un ristoro per gli occhi, per l'anima. I bambini e i «grandi" che_ si accompagnano godono della libertà, del buon profumo d'erba bagnata, s'indugiano vicino alle aiitole dove le umili margheritine crescono in una festa di stelline bianche, crescono liberamente come nella vera campagna, nei veri prati. Una mamma si china, ne coglie due per la sua piccina dagli occhioni celesti. - Una voce rude - una guardia: ~ Ma non sa che non è permesso deturpare i Giardini?! » - La Mamma prende per mano la sita piccina e s' a11viaverso casa un po' confusa .... La sera dopo, nella sala d'aspetto d'un elegante· cinema, vede una giovane donna, troppo dipinta, troppo scollata nell'abito provocante, tenere per mano una bimbetta di forse tre anni. - NoK sua, forse, ma presa a nolo (mi si perdoni la cruda parola) per la_ sèrata per· avere 1m' aria piii degna. La creaturina, infagottata ÌK im abito di seta, tosse e ha sonno. Gli occhioni sembrano implorare il lettino. - Perchè nessuna guardia dice a quella donna di non deturpare quella innoeenza? Perchè Non vale· essa più dei fiori dei Giardini c'·e non si possono sciupare? La mamma delle « due margheritine» si sente invadere il more da una grande pietà. verso quel piccolo fiore destinato ad avvizzire troppo presto, da un disgusto per come son fatte le lèggi de.gli uomini, da una sconfinata tristezza per il male dilaqante. Quante quante v~lte si è lanciato l'appello: « Salviamo l'infanzia, salviamo la gio~•entù !» Nessuno l'ha dunque raccolto con fervore· fraterno? ' La cinematografia rappresenta una volgare scena di seduzione con ampi aneddot·i disqustosi. La mamma pensa, con spavento·. al giovane pubblico che si diverte, e che, forse esce di 1A coi sensi eccitati, con la bocca amara. Orrore! orrore! Ma il terribile, la cosa che le ha mozzato il res_lJirofu questa: oggi, giorno di Prime Comunioni, vide le bianche bambine entrare per il medesimo spettacolo .... « Ma non è cosa adatta per bambine, per nessuno .... ». La sua debole voce non fu ttdita; i veli bianchi, ondeggianti entravano come erano entrati in Chiesa qualche ortJ prima. Incoscienza da parte di chi dovrebbe sapere? Leggerezzaf Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA r8r La gente guardava come cosa natitrale che le Comunicande avessero un divertimento. - La mamma volev<, fare qualcJ1ecosa, impedire la profanazione. M'a la gente, folla a quelrora, la sospinse, e si trovò come in un mare, come in un deserto ... e si trovò a casa, nella sua casa bellà d'amore e di lavoro, dove la sua bimbo dagli occhi purissimi cinguettava.... Pianse allora lagrime cocenti su tutto il povero gregge umano che non vuole vedere la liece, pianse .su tutto il sincero amore fraterno che non sempre, ~nche vole1,- dolo, può i11ipedire il male. CENERE. Maggio' 1919. · x·x x Mi'.ano, questa g,rande ci'.tà che primegg-ia -in ogni o.pera buona, che rigurg:ta di :stituz:oni di beneficenza, questa grande città dove il ben·e e una gara dove :a beneficenza pr:vata sta per coordinarsi ali'assistenza comuna:e, per por:are dove c'è bisogno non l'elemosir..a ·che umilia. ma l'aiuto fra:erno• l'ass:stenza che :a società la grande fam:gl'a umana, deve a chi è colpito da qualche sventura, ma:~ca di un'opera d: prevenzione c:vi'.e necessaria. ln Milan·o e: sono dei b mbi abbandonati, dei fanc:ulli che dormono su'.-:e panch:ne de'.:a piazza o sui grad.ini del Duomo, e dei fanc'u11i che passano la: notte sui fien:'.i del'e casc:ne a::a periferia de::a città al contatto dei più pericolosi pregiudicati quasi sempre anch'essi non co:pevo'.i che di essere stati, nell'età del'a fanciu::ezza, a.bbandonati a'.'.a strada ed alle sue cattive conseguenze., E questi bamb:ni randagi. laceri con l'an:ma triste e stanca a 12 o 13 anni passano fra '.a fol'.a affacendata ed ind .fferente, che non s'accorge d: tan~a tristezza, che non. s'accorge come sotto i laceri cene'., sotto gli .sguardi biechi di quegli ado:escenti. sotto :a pe_tula:.12a che caratter:zza -il lJlO-nello, sotto quel sud:c-iume ambulan~e, vi 3:ano inte'.Egenze ,pronte, cuori generosi_ animi ribelli e caratteri <:he non sanno rassegnars; a'.le pr-ivaz:on:, fanc:uJ:i che reclamane con tutti i mezzi .possibi:i il diri~1o al:a vità e ,ch:edono a:Ia strada c:ò che la fam:,gJ.ia loro non, può dare e non sa dare . . Che cosa fa la soc:età per questi fanc:ul:i? Nu'la. Sino ai 12 anni provvedono le istituzioni per la fanciu!lezza abèandonata dopo i 12 anni :a legge sul !avaro deJ:e donne e dei farne: illi' concede al picco:o :I libre:to del '.avaro e l'adolescente entra nel'a categoria degli operai. G'.i istituti di beneficenza ch:udono ad essi le porte. La Questura è il so:o ente che. a suo modo s':nteressa di questa fanc:ul'.ezza randagia:: ne acc:uffa uno e 10° porta in guardina, do·,e il bambino impara a temere le guard•Ì"e, passa qualche notte, , Biblioteca Gino Bianco

VITA FJtATERNA s: fam:glia,tizza coi tavo'.ato, conosce g'.i altri' pregiutliéati, e - è . do'.oroso il d:rlo - mo:te volte considera -la guardina -come una casa oEip.ta:e che gli offre per qualche giorno asi:o s:curo. La Questura i.nrv:ta i parenti a rit:rare il ragazzo. ma i parenti o sono mam.µie che non. meritano questo nome, 0 .sono ,padri ubria- ,co!1i, c,p,pure sono genitor: ma:ati, deòoli, fiaccati da:le miserie e dal:e pr.vazion:_ o gente :numana e corrotta che si vuol disfare del pi~colo ·inlie:Jigente, il qua· e vede e capisce c:ò che i geni tor.i comme~tono d. non, rego:are ed onesto. La Questura, non indaga. Consegna i: piicco:o a:Ja fam.glia ;. il suo compito è finito. Se i! fanc:u:Io · non ha parenti. e ~e vive solo (purtr.oppo ce ne sono) dopo avere ricevuto una ramanzina « sui generis» viene ricon,egnato a'.la stra.. da. I: bambino :nvece che r:torna in famig'.:a, non trovando in essa. pe.r :e ragioni suaccennate, -ciò che inoonsc·amen,te desidera e di cui ha bisogno, torna a chiedere al'.a strada la libertà e :'aEment<? e Ja .~cena si r:pete così parecchie voi:•e. Poi la Questura se ne dis.ntere3sa e concede taci:amente al picco:.o vagabondo il passaporto per la Ebera circo'.az:one. ç1 ragazzo non v.ene più ,disturbato, cresce f.ra le cascine de! sobborgo e '.a piazza de; Duomo. così senza una paro'.a buona, senza una guida fino a quarido qua_:.chepreg:ud:cato deJ:a pegg-ior specie gl: fa da padre, e il bamb no che ha bisogno di affetto e di protezione. gli si affez:ona e ques.ti lo in1zia suI:a v:a del'.a deliinquervza e del v-izio...... · Milano che ha pensato agE ubriachi strappandoli al contatto de:~a guardina, Mi:ano che ha un Uffic:o comunale per i can, ra.ndagi, perme1ite che si s:ano dei bamb'ni che dormono per :a strada e tollera che ques'.a fiumain.a infantile s'avanz: mi.n1a'cciosa sotto ii nome di « ~eppa » o « '.eggera » a eh ·ed.ere brutalmente il dirit' o alla vita, fino al g;orno in cui le carcer: apriranno ad essa le porte per rinch:udere nçn il ladro. ,perchè quest,o sempre sa sfuggire alla pr:gione, ma l'adolescente vittima de::a soc:età stessa. Per il decoro de:.'.a nostra c'ttà. in, nome delle civ] :à in nome de:I'amor patr·o. specie ~:i. questo niomen'.o in cui Si ha maggiormente bisogno di individu: che portino a'.la soc:età i'. contribu:o deI:a loro :nte:!iger.za, de: :oro :avaro, non •trascuriamo questi fanciulli delroggi ,che f.aranno g'.i uom:ni del demani ded:ch:amoc:- ad essi con amJre, strappandol,i al vizio. al'.a questura,· affidando'.-i aJ.l'assistenza, avviando:i a:'a redenzione. · Facciamo in modo che la Casa de, Lavoro d'accordo e.on le antor:tà in questo momen:·o. di ca'.m,a per_ la d·soccupazione, si trasform: in Casa d: Lavoro pei piccoli chè hanno comp:utò i 12 anni e che per una ragione quals:asi non s: dedican,o ad. un t"rocinio profess:o,~ale ma vanno in giro ch:edendo :•e:emosina. si trasformano i.n 1 p:cco:r vendi~ori am1-lu:anti, e·rcondano le caserme e chiedono la pagnotta, rnbano il carbone, se ne stanno sdraiati sui prati, tutti i Biblroteca Gino Bianco

\'JTA F}'1\TER.NA r83 picc:o;,iche frequentano i dormitori ;[Hlblùci e presentano !'aspet'o di ragazzi randagi, vongano invece avv:ati, portati tutti alla 'Casa di Lavoro. Milano non deve tollerare che quee;:a fanciul:ezza non abbia un tetto. E mentre soci~tà e fam'.g!ia si disputeranno le responsabilità morali e materia:i dei m:norenni i: fanc:ul'.o non, deve p·erd.ere ir t:empo, non deve ab·tuarsi a:-:•ozio,.deve lavorare ed imparare che la vita non è il do:ce far .n•iente ma è lavorn e che .I '.avoro è fonte delle più grandi sodd:sfazfoni. Avremo con c:ò fatto opera non so:o di c:viltà, ,non solo di gius'.izia soc:a'.e ma atto d. illum:- m.ta econom:a per il mantenimento di un fanc·uno indir:zzato al bene ,ciò che costa assai meno· ara soc:età che non un detenuto da manteinere od un. de:inquenite da sopportare. ( da « La Cult'ura Popolare~ del 15-30 settembre 1916). iINES CRIPPA. X X X ...,. Si è pubb'.icato che una banda di· giovani ladri da. 6 ( sei) a 17 (d:c:iassette) anni; è s:ata finalmente arrestàta dopo parecchi episodi del genere, fra cuì un fur~o di 20 mila !ire. Il fatto tristissimo, s:gnificat:vo, di crim'nalità m:nori'.e, ha vi- •1amente co:p:to tu ti co:oro che dedicano se stessi al ravved:mem,to dei minorenni tra viati. Il g:ovane cap_o della banda, S. P., e qua'.che altro, sono vecchi e minu.sco:i c:ienti de'.:a Casa di Lavoro « Alessandrina Ravizza » oss:a · quei fanciulli dispersi del'.a s~rada e tutti i piccoli abbandonati del marciap'etle emanazio,ne de:Ia cloaca, vittime det:a soc:età, o di que]e famig::e. che dopo di averli creati ne'.!a su1.:>urra, li abbandonano i'n facc ·a a::•en:gma de: domani, preda a'.le ten ·azioni del lastrico, prodotto 'mmediato ed implacabile de:Ia trascu- :rar,za stesso in cui la soc:e'.à li iasciò corrompere. S. P., di· 9 anni. appe.na abbandonato a::a. strada fu raccolto dal:a Casa d: Lavoro e per due anni circa si add mos'.rò spirito buono. generoso. vivace_ intel:igente. artistico e nel nuovo amb:en·e di att:v:tà riuscì i! mig:·ore de'.:a scuola, tantochè nel:a Rivista Pro Cul.ura del 15 settembre 1916, che riep:loga· i ,r:su'.tati del'.a scuola, lo S. v:ene citato con e'.ogi. La Casa di- Lavoro dolorosamein.te chiuse le porte per mancanza d: mezzi; la famig:;a lo r:chi;;,.ma presso• di sè, ,poi :o riabbandona; la società n•on si cura di quel meschino; l'ainb:ente del vizio lo riafferra, eg:i cade è il flutto ·della colpa lo ingoia. Biblioteca Gino Bianco

VlTA FRATERNA Co•sì dicasi anche di T.. ed al~rì della combricola che oggi sono ladri che ·si condanneranno, e che forse non si sarebbero stati se si fosse completa,·a la loro· educazian.e a'utando e sostenendo energicamente :e finaJ:tà d. chi li veg'.iava ed assis'.eva con cuor materno. Ecco il solito severo. ed e~erno mon:to a:,la soc·età: que!lo stèsrn che un avvocato di Pari,gi pronunc· ava ai giudici della Sçnna che condannavall'O un a.ssassip.o di cu: egli aveva defin'ta l'educazione l'amb'ente. la fam:•alia dov'era cresc:uto, con quattro paro'.e: 1ene.bre, vizio, co.Jpa-:,a~bandono. Conc'udendo: i colpevo'i s'ano -puniti, ma !a società né arross'sca. Essi comm:sero la co'.pa, è vero, ma si abbandc-,:1.inomeno infelici. si veg'.i magg·ormente su di loro; più scuo:e più assistenza, e <1,vremqmeno carceri e vedremo dileguarsi l'incubo trng:cq e Sltraziante della crim:nali~à minorile. (Da un quotidiano). Le gioie semplici Abbiamo chiesto alltatmiicoD. P.,; aut'ore del programma « Mobilitiamo l'entusiasmo» (·v. N. 4-5, pag. 95) di dirci qualche cosa delle gioie semplici ch'egli propugn~. Egli ci ha dato alcune note ·interessanti, sintesi di esperienze vissute. I. 21 luglio 1918. Sfrondato il vivere di tutte le su,perfluità che fungono da riempitivo, e che i gaudenti inseguono con l'ansia di poter dire la sera: quanto mi sono divertito, andiamo a riposare ! ; tolto il è'las4 si-co gioco di scherma con la noia, a base di tavolini da gioco, di comitive equivoche, di cene, di sbornie; rimesso ogni atto_ nei limiti. del rispetto all'a'.•trni libertà, nel. vigile cerchio della propria gioia, non causa di dolore ad altrui; per molti la vita rimane come una spugna s,premuta, per i più un senso di vuoto subentra alla .precedente pienezza di atti, e la valutazi-one dei valori umani si trasforma nella va'.utazione, ahimè spesso tanto dolorosa, del pro- - prio valore. Vivere in una coscienza completa, sincera, deve essere un martirio, sottolinea fra sè l'incosciente in un momento di resiBiblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA r85 piscenza. Si come l'ubriaco uc;cide il rimorso e il dolore nel vino, · cosi l'inetto ubriaca la sua incapacità nel'.e quisquiglie. Era la vigilia di Pola. I motori, riprovati in volo l'ultima volita prima dell'audacia, dormivano negli hangar~. I col:eghi si erano avviati al paese per il riposo. Sul campo erano rimasti pochi soldati, due sentinel:e. Era ne:l'animo mio quell'atto di richiamo che precede il pericolo. Accostai la sedia alla parete esterna dell'angar, in bilico, e nella brezza de:la sera mi lasciai prendere .dal tramonto. Oh ! non dubi,tare lettore, non è mia intenzione fartene una descrizione. Era un bel tramonto, null'altro; ·e sfumava dietro i- colli Euganei, que:li stessi che tante volte avevo visti profi'a rsi aJ:'occ:dente del m'o orizzonte, ne'.}a '.agura. Che av,re por1:ato con me nel mare salso che avevo deciso di osare a volo la mattina? Qua:e nosta:gia mi sarebbe stata 'éompagna nel tuffo, se era scritto? Non per la coincidenza dell'ora, non in mancanza di meglio; ma con tonalità piena, ma con esuberanza di diritti, quella natura era in me. E sui ricordi, che la mediocrità umana tutti mi deturpa di volgarità, e sulla memoria del:e cose v·issute nel caos pazzesco del mondo, solo, intatto di noia, mi pervase il senso di lei, con le tinte di quel cielo, tutte sincere per la mia gioia, tutte intatte davanti alla mia gelosia. Nell'alba, partito di necessità in ritardo a raggiungere il mio posto di scorta agli apparecchi da bombardamento, più che alle ali, più -che al motore, mi affiidai devoto al sole, perchè salvasse me daI.:'onta di un ritorno, di uno smarrimento. Il sole, della mia riconoscenza piena, mi guidò sicuro, nel grigio delle nebbie addensate, verso punta Maestra, e mi riunì in gruppo, nella possitiilità degna 'anit:o a '.ungo des:derata. · Come una lieta novella · il sole di quel tramonto, il sole di quell'alba, riempie da più giorni la mia vita; e la riempie di gaiezza, di bontà, d'impeto. L'essere, refrattario ai valori correnti, ha serbata ogni sensibilità per questi raggi di gioia; è come una lastra fotografica che avverte, e solo,' i raggi ultra violetti. Quest'onda di valori nuovi mi dona senza travolgermi; senza compromettermi. A differenza d'ogni limite comune, d'ogni sorgente ufficiale di gioia, sento di rimanere io, pur mentre sono posseduto; sento di essere libero. pur nel pieno di una colorazione che cir~onda e trasforma. Senza sforzo, con una spontaneità di sorgiva, i valori prendono il posto delle convenzioni; la libertà della schiavitù; le gioie vergini delle morbosità schife. E si vive ! Biblioteca Gino Bianco .

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