Vita fraterna - anno III - n. 10-11 - 30 mag.-15 giu. 1919

VITA FRATEitN~ VII ognuna di noi doveva èhiedersi se -sentiva le virtù soavi· e forti eh· essa significa ed esige; ognuna di noi doveva chiedersi se in sè - ,entiva, anzitutto, quella vocazione spirituale che avesse il potere di purificarci di molte scorie, di farci di1 enti care· molte miserie, di farci superare molte tentazioni, di farci passare, libere ed incolumi, fra i pericoli morali, come impavide fra i materiali, - ii potere di farci sentire, dagli infermi non solo, ma da tutti i compagni e le compagne di lavoro, sorelle, nient'altro che sorelle. Quale è la linea di condotta che convenga tenere all' infermiera _ _.giovane, per lo più - ali' infuori del suo lavoro2 Dovrà essa irrigidirsi in un arido isolamento, vietarsi qualsiasi raporto amichcv,J!e o cordiale coi medici e con gli altri del personale assistente ·- oppure, nelle ore libere,- considerarsi sc·otta da legami e autorizata a passarle nel modo che· le riesca più piacevole? Ci sia concesso di escludere entrambe le vie. L'infermiera-- che senta sino i-n fondo la propria missione, non si isola, ma neppure si permette .alcun cì'blio di ciò che l'ha condotta entro le pareti di un . c;'spedale. Essa serba c·on tutti i compàgni di lavoro lo stesso s·:nso di fraternità, di bontà e di serenità, come la stessa dignità di cont•!gno, che ha nell' esercizio dellé sue funzioni con gli infermi. E se son deplorevoli e riprovevoli i rapporti frivoli, che d:straggono d.,J lavoro, dal dovere, le riunioni serali dal!' impronta mondana, nelle quali si giuoca e si fuma tra il pettegolezzo ed il « flirt >i, e quf!!le risate obiiose del dolor·e e de!'a morte, sempre dappresso vigilanti, chi potrebbe non augurat;e che le compagne di lavoro fossero tali da poter ricordare, rappresentare, a quegli uomini lontani dalla famiglia, le.s orelle, o - 1 e più anziane - la madre? 1Ton ci peritiamo di dire che spesso l' amb:ente del!' ospedale dipende in massima parte dalle sue infermiere. E bene ne conosciamo le quali, inavvertitamente, hanno reca,to seco un soffio di spiritualità gentile che tutto pervadeva. Erano la luce discreta. la forza non apparente, il conforto diffuso. · Altro, e più delicato, quesito, che più volte udimmo discutere, · riguarda i matrimoni combinati all' ospedale. Troppo è stata ripetuta la volgantà calunniosa, che le signorine sì fanno infermiere per trovare marito. Noi non ci occupiamo ·delle . disgraziate le quali po-tessero essere state mosse da secondi fini. Bensì -ci duole che ta!une ignorine abbi:ino ribadito 1•·accusa. le nne con la leggerezza del contegno. ìe altre abbandonando il lavoro appena fidanzate. Ma questi casi deplorevoli 11011 devono confondersi con un amore il quale possa, non cercato, nascere all'.ospeda!e, - un . amore d'.indole elevata, acceso e contenuto ad un tempo -•da-I --booe fatto in comune, o dal dolore lenito, un _amore che sappia dissimu- - !arsi a tempo, the .sappia ..aspetture,. e chiedere _al sacrifizio la prima b'i!n ~itittne. · · (CrJrltlftJla)• Biblioteca Gino Bianco

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