Vita fraterna - anno III - n. 10-11 - 30 mag.-15 giu. 1919

166 VITA FRATERNA e poi a Milano trova l'e cure e l'affetto de1la nonna, brava donna! Cresce accanto a lei e al padre, sentendo di essere il raggio di sole della loro casa. Va anche a scuola qualch$! ora, all'asilo, la scuola del cadreg in, come dice ancor oggi il popolino; e in casa giuoca. ride, sguscia sotto i grandi telai dove la nonna lavora le sue coperte imbottite, passando su e giù coi lunghi aghi i punti che tengono unite le due stoffe dai bei colori e dai disegni appariscenti, gonfie di ovatta. Ma· a dieci ann:, anche a que: tempi lontan :, poco es:genti in materia di istruzione, sarebbe stata l'ora di frequentare una vera scuo'.a, ·e imparare pei: davvero. L'Angioletta promette d. ar:darvi, · buona, diligente; ma prima ... sei contenta, nònna ?... prima andrà a fare una vis:tina di quindic: gior-n: alla sua balia ..... sì. sì- qu:nd èi giorni ancora, con la sorella di latte, nel:a grande aria della pianura, tra polli e piccioni !... Ecco, prima di pa•rtire l'Angioletta, tutta vestita di bianco, fa la cresima nella chiesa del Cùmine, ed è stabilito che nonna e nipotina andranno a perpetuare dal fotografo il ricordo di quel!a giornata. Ma il progetto sfuma per un' indisposizione della nonna... E così mai più J v:setto tondo e fresco de:·a bambina sarà fissato sulla Jas1Jra fotografica; mai più lo rivedrà la nonna, dopo gli addii per la scampagnata!... Ad Arluno un g:orno I'Angio:et'.a s: sente ma'.e. .Se ne sta rannicch:a•a a: caldo, sul:a pa·nca che gira :ntorno al focolare. tenendosi stretto fra le braccia. come tanto le p'ace di fare, il bambino che la sua ba'.:a sta ora al'.attando .... Sì, si sente ma'.e mo'~o.... Guidata da un istinto quasi materno, con un grande sforzo, consegna alla persona che le sta seduta accanto il bambino; poi subite, uno svenimento la coglie, e J.a fa cadere giù, doppiata sulla per-· sona ... ahimè ahi_mè ! c<:>ntro il focolare ... giù, col capo - orribile a dirs.i ! - dentro una caldaia di !i'sciva bollente .... Come la levassero di là, l'Argio!etta non seppe mai. Si dest~ spasimando, con la bocca piena di cenere, tra un fitto di gente che gridava: - E' morta, è morta ! - Si destò con una sete ardente, skchè domandando' - Acqua, acoua -, rivelò ch'era viva. La testa le si era spaventosamente gonfiata; una gota scarnata, i capelli le si insinuavano nelle piaghe. Il medico non sapeva dove mettere le mani a ricomporre la carne a brandelli, a lenire Io spasimo, a b~ndare - que:te bende che per anni sarà uno straz:o togliere -e mettere. Biblioteca Gino Bianco

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