La Voce di Molfetta - anno II - n. 20 - 20 maggio 1951

20 Maggio 1951 LA VOCE DI MOLFETTA 3 per la libertà il cui culto, come è noto, si apprende nelle caserme; passi pure per la indipendenza economica (dei generali, non de– gli statali) ma come è possibile che, sia pure con la tutela dei due grandi patroni, Francesco e Caterina, tre divisioni di stradiotti difendano la intangibilità del no– stro suolo dalle Alpi al mare, da occidente a ori.ente? Qui occor– reranno di gran miracoli, e non per vincere le elezioni, ma per non prenderle di santa ragione alla pnma scaramuccia. Ma il mini– stro d'acqua dolce, nella sua ar- l guzia, ha pensato a tutto, e do- ! po aver estratto . lui con le sue ! mani l'insegnamento e il compito ; che ci dà la Santa senese, li passa in consegna ai soldati e avverte che ormai il popolo italiano può gridare ancora una volta: Avanti, avanti o Italia, nuova e antica f. Veramente qui non ho car ito bene L'Abate Ciro Saverio Minervini MAOMETTO ELA MONTAGNA a che epoca rimonti·, nel pensiero del ministro, il grido precedente i a quest'ultimo che egli vuol fare · gettare al popolo italiano, se ~ una dozzina d'an:ii fa o pnma, e nemmeno è chiaro se l'Italia « antica » risalga su per giù alla ! stessa epoca ; e infine non so dove cavolo s1 debba andare i « avanti avanti» di questo pas~o. l Ma queste cose sono forse già I fuori delle intenzioni umoristiche In una modesta abitazione, sita ' rn via Piscina Nuova (oggi piazza l Vittorio Emanuele) n. 5 I, nasceva m Molfetta il 17 agosto I 734 Ciro Saverio Minervini da Ignazio e Maria Anna T ottola. Entrato in Seminario il 2 gen– naio 1746, ascese ai primi ordii i ecclesiastici nell'ottobre l 748 sotto il rettorato del canonico Boccassini. In quell'epoca l' insegnamenk era affidato ai Padri Gesuiti e Dome- . . mcam. A 16 anni manifestò la volontà di prendere i primi ordini minori e il .7 2 febbraio 1754 pagò la dispensa. per ottenere lo ordine di suddiacono. Incoraggiato dallo zio D. Mauro Giuseppe T ottola, primario della n o s t r a cattedra le, si trasferì a Roma con lo scor o di comple- ; tare gli ~tudi intrapresi. Ascese al diaconato il 7 aprile I 760 e '. fu ordinat0 sacerdote nella Basi- , lica del Laterano dal cardinale : Herber Adescalco il 20 settembre dello stessi" anno. La dimora ro– mana durò fino al 1761, in cui effettuò il definitivo trasferimento Napoli. del Ministro e quindi non è il Ì a Durante la permanenza a Roma il Minervini si dedicò agli studi più varii, che fecero brillare dalla caso di insistere. Caro Antonio, queste ed altre ; simili idee andavo fantasticando ! ! ~ sua mente porlero~a e viva le più geniali idee: imparò le antiche lingue orientali, approfondì la pro- pria erudizione sacra e profana, coltivò le scienze naturali e, so– prattutto, predilesse gli studi gm– ridici diventando un prof on do cultore del diritto. Negli ambienti cardinaliz~ di a Ifa aristocrazia ro- tra me e me, quando mi ricordai che a !Vlolf etta ci abbiamo que– sto giornaletto. Ti pare si possa pubblicare? lo, per me, mi vado convincendo che abbiamo com– messo un errore a voler fare un l giornale « serio ... , che nessuno · legge appunto perché vuol efsere tale. Ma ti pare proprio che sia scrio volersi occupare seriamente Jj c.:ofe serie. oggi come oggi ? Che cosa c'è più di serio in Italia mana rivelo il suo vasto sapere erudite disseTtazioni su vari a pòrle l'unificazione socialista? con argomenti. Il suo ingegno versatile 1_.rovoc6l'ammirazione incondizio– nata nelle riunioni ;iccademiche presso il cardinale Spinelli e mvn– signor · Cesarini fVìons. Aspurrn lo volle come uno dei segretari della Ruota. La carica piu di– gnitosa ricoperta nel periodo ro– mano fu quella di aiutante di Caro mio, un grande giornale umonstlco, ecco quello d·e ci vuole, e mi meraviglio che nfs– Slrno c1 abbia ;.;ncora pensato, non dico il [\1olfetta, rr.a in Italia. C.'è tutta una meravigliosa e ine- : sauribile materia prima da utiliz- · zare. da farci quattrini a palate. Cl e dici, vogliamo tentare? Ma pnn:a aspettiamo, per i londi, te la tua condotta di medico ed I 10 • studio di monsignor Giardini, pa- g i aumenti di stipendio. .., Vinrni=o f•. ·al, 111,, ' triarca di Antiochia e vice gerente , di Roma. Il cardiriale Ganganelli : NICOLA BOFFOLI fu uno dei tanti porporati, che: M o L F E T T A l'onorò maggiormente della sua Il ITALIA ,, Il LLOYD TRIESTINO Il AM ERICANEXPORT LIN f E amicizia, conservandola anche dopo la sua ascensione al soglio ponti– ficio col nome di Clemente Xl V LINEEITALIANE PERTUTTOILMON0O Assistenza - Pratiche - Prenotazioni { 1769 - I 774). Ciro Saverio Minervini frequentò ~ con particolare passione la Biblio- i i teca Vaticana, dedicando~i agli l t studi papirologici iniziati in quel I tempo. Nei Musei archeologici I I raccolse date, illustrò avvenimenti I storici, studiò i vasi di P aestum, : Ercolano ~ Pompei, dai quali trasse tanta cognizione da mera– vigliare i dotti del tempo. A ;\ apoli fu subito apprezzalo . dagli intelligenti studiosi per mezzo ! dei vari trattati legali e diploma- ( tici, nonchè per le profonde disser- tazioni tenute in riunioni accade– miche e poi date alle stampe. Per i molteplici impegni rivenienti da I questa vasta attivita, non gli fu possibile accettare la cattedra di diritto pubblico nt Il' Università di . Parma, offertagli, m nome del I Duca, dal Marchese Du Tillot con lettera dell' 11 settembre 1768. i Le sue a:n1c1z1e s1 allargarono ~ sempre piu e nella già ricca col- ! lana di alte personalità, a lui unite da vinco. i di simpatia o di affetto, figura il norr.e del ministro Acton, aio di Ferdinando IV. Accolse I' invito di insf gnare nel Reale Collegio Militare d Ila Nunziatella e tenne quell'incari o fino al 1779. Nel 1792 fu insi · ' gnito dd titolo di abate e com- : mendatore di S. Maria Va Ile Reale. A dimostrazione del!' ecce- zionale suo merito, avendo il Re risoluto nel 1795 di formare una Oeputazior,e composta di perso– nalita versate nelle antichità, e nelle belle arti, di sperimentata diligenza e probità, e di ben me– ritata foma, ptr formare U:ì esatto e generale inventario di tutte le antid !tà della Collezione Farnt· siana tra~fe1ite nel Museo di Na– r oli, il i\.1inervini fu prescelto in– sieme. al u:n'. Domenico Venuti, Nicola !gnarra e Guglielmo Ti– schbein L· inventario portato a comµimento il 3 I dicembre 1796 reca la firma dei quatto illustri studiosi. Narrano le favole che una volta _Maometto, in cospetto dei nuovi fe– deli, ebbe a dire che la fede muove anche le monta(!nc. E a prnva si rivolse a una clH: gli stav,1 cli11.111zi e gridò : montagna, vieni qui ! Questa fa,·ola nii è venuta a men– te a vedere. su ,, I.a Voce <l1 I\I, ,1- frtta :, del 13 maggio, csprcssiu11i di irrit;1zi,,n,: , orilro n1111u11isti locali. C, 1stnro, di;1:-11inc: ~ N 1111 Prctcndr– rann11 di essere migliori degli altri. più intclligr11ti degli altri! E se l,i prc- 1t·11cl,,11 ~ Il giudizi,, alla st11ria: e quindi fl11fl e•;. d:t irrit;1r'-t'TlC'. Hr1n da la-.ri;1r--i impigliare in q11isti,,11i femitH·c di sirnpa1 ia. I >';tl1r;1 p,1rll'. tutti s;rnnn d11· il f > e·· . c--•·guc• spc s..,11 clttrl' r·pur;1zioni in nwzzo ai !-Uui. che li spnsra da un paese ali' altro, da una regione all'altra. Avete mai visto la Chiesa allontanare un prete dai n: nervi mal protesi ?.o Unn che allc\'a un porco sul campanile? Uno che, per far la predica, ha bisngnn dei car·abinieri ? Dunque, a differenza della Chiesa d1e non sbaglia mai, il P. C., pel solo fotto che sperimenta continua– mente tattiche di\·crsc contro l'eterno nemico, dimostra che non pretende all'infallibilità, nemmeno· come par-· tito, e che esercita l'autocritica, bene o male. Ora, stando così le cose, che gusto c'è a mettersi in una po– sizione di equidistanza, fra P.C.l. e D. C. ? Vogliamo scherzare ? Intanto il P. C. I. non ci prega J i passare sotto le sue bandiere, anzi 1 In altri termini l'esperienza socialista dcli' occidente t.~ ~ma conquista spiri– tuale cd econnmica, che vale anche dinanzi alla t'spcrienza <lclla rivolu– zione russa. E' chiarn questo? TI P.C. criti('a anzi n111d:111na i partiti s11cia– listi dclr Un idc11tc :-.ultanto yuando fanno una pnlitic-a borghese'. Stabilito questC1, l,i~ogna ni>bic·tti– vamerllc ricnnvsccrc che il prult·ta– riato, allo stato presente. non ha, a sua difesa altra forza più grande chC' quella del le Republ>lichc Prnlctarie. ~!uesto pensa il ('Ontadino della Persia, l 'operi.li• ) francc~c o gi ..pp11nese, l'in– kllcttualc i1:1liano; r. C'-. (;. P·····e. Chi t': invee-e per l'c11uiclistanza, corre rischio di precipitare, se gi~t non \'i i'· caduto, ndl'anticnmu11i~mo mussoliniano. Ora 11011 c't'· cquiclistan– ·za fra Cromwe li e Ca rio TI. tra Robc;spierre e i suoi amici - nemici, tra i pistoleros anarchici l' i :Maroc– chini, tra Stalin e il capit;dismn. F non c'0 altra forza di 11wzzo cui ade– rire. La storia. p. es. della Grc1 ia antica, Jelle lolle tra la clcmona1.ia :\!enic~c e il lllilit;1risrnu spanan:), lia dimostrnto clic la Intona gente che sta di mezzo finisn• per tradire, per ~cn·i1c allo str;llliero. A eh \'olete :--t:rvir•! ogµi? N"n ,·edl'lt: che la terza f, 11 za fra11n·sc precipita nelle br.tn ·ia di Dc Gaulle~ ;\la nni, più clil· a un datn partilo dnbbi;.imc, n1ira11·. per essen: buoni snci,ilisti, alla Ri\'uluziurJt: Ru~:--anel sun ccimplrssn, pn ccrl'an: di capirne il siµ11ifi(ato. i 111, ,me111 i t· la :-.ua for;,a re,dizzatrin·. La Ri\'liluzinne Ru,sa é la madre~. ,1a ,)o anni a questa pa te. cli tutti i lltlll\'i lllC'\'iflH•rtti su per la tcr :1. ~~ d,·i v.,ri I'. e An– cl'c noi soci,disti, a1H-lll' il P. S [. ha imparato fl(lll poeti dai l'ompagni c:nmunisti. Nnn ,·. vern, ;tmil'i di ::\I,·1- , fetta, elle dopn c;r.-111sri (e anche, s'intcncic, dopo Dur!:iu, dopo Salve– mini ecc.:.) cumprcndia11111 mcglic) la questione meridionale:' Dal 14 maggio all' ottobr·.. 1 798, con i molfettesi Giuseppe Saverio Poli e l'arciprete Giuseppe Maria Giovene,· collaboro efficacemente ; i:,;er il definitivo riscatto della no– stra città dal principe Gallarati Scotti. (continua) F. S. La montagna i.: !;·1, e non si muu- ,·c ,·erso di noi. E· inutile far le ~izze. ì\Iaometto almeno seppe prt-'ndcre la sua dt'cisionc c. vis·o chl' la monta– gna 11011 ancl.t\'a da lui, si n?c,'i lui dalla montagna. I•: fu un atto cli c:oragg11J spreg iu<licat11 e d · inteli i- ~cnza T. F.

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