La Voce di Molfetta - anno II - n. 19 - 13 maggio 1951

.. 2 LA VOCE DI MOLFÈTT A sto d'Italia; otto sportelli bancari per cento abitanti contro venti ; un trattore per ogni seimila ettari seminativi contro sei trattori nel Settentrione. Il patrimonio zootecnico é di soli novanta chili per éttarb pro– duttivo contro duecentotrenta chili ✓ nel resto d' Italia. · giorno - non bisogna rinvenire in essa motivi d'abbandono e di diser~ione della lotta per la re– denzione del Sud ; ma solo stimoli all'onestà ed al lavoro. Non ci vogliono miracoli; sono ATTEGGIAMENTI SOCIAL!STI prerogative delle parrocchie e lo furono dei fascisti. E si riuscira indubbiamente a costruire; a pietra a pietra, magari, e soprattutto for– mando le coscienze dei meridio– nali stessi. * * * Nè giova limitare le zone di studio S. Giovanni in Fiore è uno dei centri. piu popolosi della Calabria Vi sono 17.000 abi– tanti, 3. 000 fabbricati, di cui solo I .300 in buone <:ondizioni. Destro - clericali • • e comun1st1 Un nostro amico, comunista, pro– testando vi(,lentemente («so di essere più -intelligente di" tutt-i voi » affer- Per ogni vano quattro abitanti. mava con estremo candore) per la Il fabbisogno locale per la popo- richiesta redazionale di temperanza lazione scolastica é di 60 aule; espressiva in un testo ospitato, si affanna, a a minacciarci di eventua]i solo sei sono pronte. Vi sono 15O impegni con Zagami per un numero casi di tubercolosi accertati, 350 unico che ci liquidasse tutti politica- presunti, 60 casi di· tracoma. E mente e coram populo; ed illividiva l'olio, lo zucchero, la pasta me~se nel menzionare i commenti della in vendita in un anno sono ancora « Voce.» (ma che c'entrassi io, poi. .. ) invendute nell'anno successiyo. alle famose lettere di un sindacalista Ed è fenomeno naturale se si cigiel1ista, di cui non conta riesu– consideri che l' èccedenza naturale mare il nome, e del Prof. Fiorè. della pç:,polazione è nettamente Al nostro amico sono congeniali maggiore dell'emigrazione netta in ingenuità e, sfasamento e lo lasciamo queste terre da ben settant'anni. andare, dunque, con papà Giuseppe e coi ca.lori estivi. Vi sono regioni come la Puglia, Tratteniamo invece la sua minaccia, dove dal 1871 al 1936 su una che al di là delle intenzioni e d'ogni ~ccedenza naturale di 1.540.000 controlio denuncia una psicologia nei unità, solo il -22 % é stato assor- comupisti ben familiare ai responsa- bito dall'emigrazione; e la Sar- bili dell'altra sponda, i destro-cleri– degna dove su 502.000 unità cali, propensa sempre al compromesso, ne é stato assorbito solo il 70 %, all'intrigo, al bottino, quando ce n'è, P · · d l al trasformismo più intemperante. ' er ogni umtà pro uttiva ne· M E' accaduto spesso in giorni re- ezzogiorno ve n'è 1,66 impro- centi che l'antagonismo, sempre me- duttiva. glio definito tra forze laiche e demo- Se si indicasse con · 1 00 il cratiche e regime clericale ( « io non ·livello « naturale » del Mezzo- dico più da un pezzo democrazia cri- . giorno (vale a dire la sua posi- stiana, perchè due menzogne -in una zione in cagione dell'importanza, volta, -in due semplici parole, sono r:spetto all' Italia, dei suoi fattori un cibo troppo grave per -il m·iopur naturali, popolazione e territorio) si avrebbe un livello reale {la depressione di ciascun ~ettore eco– nomico, rispetto al livello « natu– rale ») di 19 per il commercio, 22 per l'agricoltura, 46 per i trasporti e le comunicazioni, 62 per l' i~dustria. Un volto dunque, quello del Sud, piHgatu di miseria e di do– lore: un volto ·rassegnato, il che é avvilente e penoso. Nè può sperarsi , espressione diversa. Un patrimonio di igno– ranza _e di asservimento pe ia sui l meridionali. Nelle scuole elemen– tari del Sud s'.J1o il 30 o/o. dei fanciulli ottiene la modesta licenza capace e vorace stomacone », scrisse un tempo il fu Luigi Russo) ha por- tato noi, gli oppost'tori in senso lato, su un piano di concomitanza d' in– teressi e d'azione politica col P.C.J.; ma questo non può consentirci una confusione di .struttura e di atteggia– menti, che si muterebbe, com'è acca– duto di rerenie, in fastidiosa sorpresa e in meritata irrisione, a lorchè un qualsiasi barbuto imbonitore, in una cor:dizione di euforica idiozia, pren– desse a lanciare. sputi e fiato maligno sui compagni di banco. Destro-clericali e comunisti con– servano per noi socialisti la loro netta e conchiusa fisionomia di clericali e di totalitari, in uguale mi-suni illibe– raìi e confessionali, diversi nella sola colorazione, nere per gli uni e rosse elementare e solo il 1O o/ o p · rta per i secondi; greggi c()mpagni ~. a termine l'istruzione media infe- forti solo delle loro quantità nume– ri?re ed_ il 4 o/ o quella superiore. riche, disposti semp: e a negoziare E quel 4 per cento alimenta libertà, democrazia, costituzione, pur « lo sfacelo intellettuale e morale di non perdere prestigio e privilegi. della piccola borghesia intellettuale Nemici nostri dichiarati ma pronti meridionale _ per dirla col Salve- ~empre al guanto di vell~to o alle mini - che avrebbe dovuto dare minacce, ai ripieghi politici o ai le guide al. contadiname». compromessi sociali, in un'opera lenta di disgregazione e di assorbimento, Ma se questa é - come è .- una ben doviziosa dt risultati, corrosiva , ~ff~rmazione veritiera e coraggiosa sempre sul debole tessuto di , olontà, :· del « male morale » - oltre che - di fede e di fiducia di quella èlite 'économico e sociale del Mezzo- I responsabile del socialismo, chè non riesce ancora a !iberarsi di una curiosa psicologia da mentecatti di seggi, di poltrone e di medaglie. E' onesto dire queste cose, dirle sopratutto ai comunisti per il rispetto che portiamo a compagni con i quali, a volte, ci ~ncontriamo su piani co– murn. Noi, infatti, siamo sempre stati leali con loro, pur consapevo]i che essi non lo sono mai stati con noi. Ma inutili devono rendersi le loro speranze. Non vogliamo, non pos– siamo, non dobbiamo alterare la no– stra fisionomia e mutuarla con la loro. Possiamo essere, e forse già siamo, nella trincea accanto alla loro; ma non possiamo, non dobbiamo trovarci nella loro stessa trincea. Siamo convinti che le ·unioni sacre, anche se fatte a sinistra, sarebbero rovinose e negative, perchè contri– buirebbero a rafforzare e ad irrigidire quel bipartitismo nostrano, che do– vrebbe essere osteggiato come il ma– lanno politico più dissolvente del nostro tempo. E per questo dobbiamo continuare ad opporci con energia e capacità alle unioni sacre di destra. Bisogna tener duro da soli e in minoranza ; non cedere e non pa– ventare le iniziative dei gross-i nom-i. Se in alto si mercanteggia, in basso si resista. E il discorso vale per i socialisti quanto per i repubblicani e i liberali, legati nella comune sorte di minoranze coscienti, barattate dai pastori. . Restare nelle proprie parrocchie e ribel/ars-i ai propri vescovi, senza riguardi per alcuno. Chiudersi ai luoghi comuni. C'è una gradualità nei pericoli. I c.omun-isti sono i nostri avversari di doman-i. I clericali sono i nostri nemici di ogz-i e d-i domani. Niente dunque vessilli rossastri agitati a tempo e ad arte per imbri– gliarci o bendarci. Lo spirito di iniziativa e l'autonomia possono suf– ficientemente g~'.rantirci dai per:coli di oggi e da quelli di domani. , Non bisogna consentire che µna formula di difesa quale fu quella del 18 aprile si muti in una forrnu 1 a di offesa che accumuli, sui sepolcri delle forze onfstamente democratiche, nd sacco destro-clericale Ja somma dei· poteri statali e locali; i legacci ro~si non devono chiudere noi nel sacco nero. O, purtropp~, ne sentiremo le c~n– seguenze dure sin nel calore delle nostre case. Bisogna continuare nelI' opporsi ad ogni teocrazia rossa o nera che sia. Ma oggi lottiamo, fin che àvremo coraggio e capacità per farlo, contro i destro-clericali. Guadagneremo a noi stessi la li– benà e assicureremo alla nostra vita' le garanzie democratiche. B. FINOCCHIARO 13 Maggio 19 5 I Lettera al Direttore C'aroCada/eta, Di recente sulla stampa romana {Momento-Sera) si è agitato una curiosa vertenza fra una corrispon– denza locale che usa di semplici sigle (F. P.) e il veterinario co– munale, Dottor Rossini. Riassumiamo la natura ed i limiti della vertenza stessa. Durante le feste Pasquali una partita di cozze ne1e, risultata non perfettamente soddisfacente nel suo stato di cultura, pur essendo'lllan– giabile, fu immessa al mercato per ordine del predetto funzionario, con la specifica condizione che il prezzo di vendita fosse ridotto del 50 per cento. Provvedimento evidentemente ispirato dalla necessità di tutelare il consumat<?re, il quale dovendo acquistare della merce scadente (nessuna obiezione di natura sa– nitaria, ma semplice denutrizione del prodotto) era onesto p~gasse . . 1n una misura equa. Questa è la cronaca dei fatti, quale risulta dalla citata polemica. Ma c 'é un passo della corrispon– denza che ci ha sorpreso. La Ditta Bellomo - Ciocia im– portatrice del prodotto, trovata decisa resistenza nel funzionario e nell'Assessore competente, eserci– tava i suoi ufficii presso il nostro Sindaco, nell' intento di ottenere la revisicne della disposizione già impartita. Il Sindaco ..• naturalmente pro- metteva. E' questo infatti il dovere che il nostro Primo Cittadin9 assolve - con maggiore piacere. Le sue pro– messe sono troppo povera co!a per essere prese sul serio. Ma può darsi che questa volta trattandosi • di mettere in imbarazzo un fun– zionario comunale, di sminuire il p~estigio di un assessore, di rifilare una ennessima fregatura ai con– sumatori, il· Sindaco avrebbf tro- . vato le energie sJfficienti per man– tenere la promessa. Ma il f~ntun.1 le ( stando alla corrispondenza ... ) disperdendo il · prodotto, ci ha irripedito di ve– dere anche questo : u1.1a i romessa di Zag ami mantenuta ... Tuo Corrado Visaggio Cl BOFFOU NICO M o L ·F E T T A " ITALIA" " LLOYD TRIESTINO AM ER ICANEXPORl LI N E "E LINEE1T ALIANE PER TUTTOIL MONDO Assistenza - Pratiche - Prenotazioni ,..,

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